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#JesuisCharlie


Ulixess
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V'è da dire che in quel caso vi fu un'identificazione con la vittima espressa con particolare trasporto (la saga del je suis l'ha inaugurata Charlie)

 

E si trattava di un giornalino con poca tiratura e praticamente fallito, poco popolare in Francia e completamente sconosciuto fuori.

 

È stato presentato diversamente da quello che era (una specie di il male francese, o anche solo il vernacoliere, o baluardo di libertà controcultura etc) ed è capitato, col senno di poi, emergendo vignette rozze e razziste, di vedere ritrattare la piena identificazione con la solidarietà per l'attentato.

 

Il messaggio di essere Charlie era quindi più potente di quel che sembrava inizialmente, perché a difendere una roba ganza siamo buoni tutti, essere solidali con gli stronzi è meno facile. Ergo, ogni volta che c'è una polemica per una loro vignetta di merda, la campagna dei francesi (che a differenza nostra conoscevano Charlie) diventa ancora più toccante.

 

Modificato da Tersite
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Jenus mi spacca.

Comunque "quelli sul web che difendevano la libertà di parola" non difendevano niente, si sono messi l'avatar di pancia per le ragioni più svariate. Che solitamente si traduceva in "terroristi di merda", noi siamo meglio di voi (vedi la Lega che ci aveva marciato alla grande in quei giorni). Poi c'è anche chi se l'è messo davvero per quelle ragioni, ma come al solito sul web si fa e poi (forse) si ragiona. A me sembra così lapalissiano che mi stupisco che voi liquidiate con "è un giornale di merda, l'hanno capito tutti, non so cosa ci sia da discutere". 

In tutto ciò, apprezzo solo le risposte dei vignettisti, che se la giocano sullo stesso campo.

 

Modificato da Bless
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17 minuti fa, Bless dice:

Comunque, al di là che si sia d'accordo col messaggio, la vignetta è brutta perché poco immediata. Se non l'ha capita quasi nessuno (se non dopo attenta analisi), c'è un perché. 

 

Quoto al 100%. La pochezza della vignetta la dà proprio la sua incomprensibilità immediata.

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Per come la vedo io la satira se la deve prendere con i potenti,  deve essere un processo che nasce dal basso per colpire in alto. Non mi offendo per la satira sul papa,  su Maometto o sul politico.  Ne capisco la funzione. Ma fare umorismo su dei poveri cristi che hanno perso tutto,  così come su un bimbo affogato morto sulla riva del mare (hanno fatto una vignetta anche su quello se non lo sapete) o sulle vittime di Nizza,  per me non è satira e nemmeno libertà di espressione.  È solo un gesto da vili. 

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Per me si sta dando troppa importanza alla faccenda in sè: senza quell'attentato nessuno si sarebbe cagato manco di striscio questa rivista da quattro soldi e la pessima vignetta in questione sarebbe passata inosservata.

Così come si da troppa importanza ai vari moti "JeSuis...", che spesso a mio avviso sono composti dalla gente descritta da Bless.


Piuttosto la cosa che personalmente trovo interessante è che fino alla scorsa settimana Charlie Hebdo era ricoperto di un manto di sacralità per cui non si poteva dire che le sue vignette facevano schifo ed erano offensive, perchè si veniva subito tacciati di giustificare gli attentati (!?). Solo adesso che una loro vignetta ha colpito il nostro Paese è caduto il tabù e siamo autorizzati a criticare la rivista per la sua bassa lega.

Nel nostro meraviglioso mondo libero ci sono cose che non si possono dire, pena il massacro mediatico. Il che ci dovrebbe fare tornare al punto di partenza, alla nostra cara libertà di opinione, che a pensarci bene non sempre è così libera.

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In verità l'ho sempre detto che non mi piacevano le vignette di CH e nessuno mi ha mai dato del pazzo o del terrorista. 

O forse me l'hanno detto e li ho allontanati definitivamente, causa l'imborghesimento selettivo di cui sono vittima da un po'. Che però mi fa vivere molto più sereno. 

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Cleon, certo che lo sappiamo che hanno fatto vignette su quelle cose, il punto è proprio questo. Il berciare una cosa (siamotutticharlie!!1!1!1@@1 voltaire!!!111!1!) e il suo opposto (keskifoooo11!!!11), che fino a ieri, visto che erano stati toccati altri, nessuno se ne era accorto. Risibili anche le reazioni esagerate di segno opposto a mio avviso, col povero Voltaire che viene chiamato in causa a cazzo ogni 2x3 ecc ecc. Si è perso il senso della misura e la capacità di fermarsi a pensare 5 secondi, prima di pigiare il tastino "cosa stai pensando?" dell' emotività. (Oh per la cronaca, all'epoca me lo misi anche io l'avatar. Non era nè per il discorso noisiamomeglio, nè per tutelare la libertà di parola. Lo feci per un altro motivo ancora, ovvero il pensare che avrei potuto esserci io lì in mezzo, come i vignettisti, perché a 'sta gente bastano pretesti futili -> come gli attentati successivi hanno rimarcato. Per cui, non è che mi metto a sparar sentenze su nessuno credendomi scevra da queste cose, però mi dà sempre fastidio il NON PROVARCI NEMMENO A RAGIONARE DUE MINUTI, e partire tutti a macchinetta).

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Il fatto che se ne siamo accorti ora è normale.  Se uno caga sul tappeto di casa mia me ne accorgo,  se lo fa in quello  del vicino probabilmente no.  Sta di fatto che è sbagliato in entrambi o casi. 

 

Comunque il senso del mio messaggio era diverso : fare umorismo sui deboli non è satira ma vigliaccheria 

Modificato da Cleon
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Vabbè, qui si apre l'annoso capitolo su cosa è giusto fare satira e cosa no, e non se ne esce mai.

Comunque ce ne siamo accorti solo perché gli "indignati" hanno cominciato a tappezzare le bacheche della vignetta, cosa di cui avrei fatto volentieri a meno. 

(Intanto, a proposito di indignati,Libero ha utilizzato la vignetta di Jenus senza capirla, e quest'ultimo si è sentito in dovere di puntualizzare la cosa. LOL)

Modificato da Bless
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Io trovo molto più fastidiose le reazioni di chi difende presunte libertà di opinioni, dice che  in fondo hanno ragione (tipo quel fenomeno della Guzzanti) o dice robe del tipo 'per le vignette su Maometto non vi siete arrabbiati'. Ipocrisia pura. 

Incazzarsi trovo che sia, invece,  una reazione piuttosto naturale. 

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Io ho solo capito che non posterò più nulla di serio su FB. Io ho espresso solo la mia opinione.. e cioè che trovo la vignetta di cattivo gusto.

Poi ho scoperto che c'è gente veramente fuori di testa. Chi dice che non ti puoi indignare (Dicendo che loro sono liberi.. e io no quindi?), chi vuole altri terroristi a Parigi... ecc...

Tutti completamente fuori controllo!

 

Ho paura. 

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26 minuti fa, Cleon dice:

Io trovo molto più fastidiose le reazioni di chi difende presunte libertà di opinioni, dice che  in fondo hanno ragione (tipo quel fenomeno della Guzzanti) o dice robe del tipo 'per le vignette su Maometto non vi siete arrabbiati'. Ipocrisia pura. 

Incazzarsi trovo che sia, invece,  una reazione piuttosto naturale. 

Lol, quindi difendere presunte (perché presunte? L'ultima volta che ho controllato c'era ancora) libertà di opinioni sarebbe ipocrisia? In che modo?

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In questo contesto si.  È ipocrisia perché la libertà non c'entra nulla,  c'entra solo il buon gusto.   È come difendere la libertà di scoreggiare in faccia alla gente. 

Se in un caso come questo la tua prima reazione è quella di dire 'si... Però la libertà di espressione blablabla'  per me sei solo un ipocrita del cavolo. 

Modificato da Cleon
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13 ore fa, alex7784 dice:

Io ho solo capito che non posterò più nulla di serio su FB. Io ho espresso solo la mia opinione.. e cioè che trovo la vignetta di cattivo gusto.

Poi ho scoperto che c'è gente veramente fuori di testa. Chi dice che non ti puoi indignare (Dicendo che loro sono liberi.. e io no quindi?), chi vuole altri terroristi a Parigi... ecc...

Tutti completamente fuori controllo!

 

Ho paura. 

 

Ciao, siamo nel 2016, benvenuto su internet.

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https://www.theguardian.com/culture/2016/sep/04/star-trek--50-year-mission-best-of-humankind?CMP=share_btn_fb


Articolo interessante da leggere per intero dal quale ho estratto queste poche righe (le ho anche tradotte per i pigri..)
Altman says: “In the age of political polarisation – in which the echo chamber of social media reinforces one’s own stringent (and often strident) beliefs, in which social discourse has given way to online screaming matches, in which no one bothers to even try and accept the reasoned opinions of others – it’s even harder to believe that the Star Trek future, in which the family of man has transcended its petty differences, is viable.”

 

Altman dice: "Nell'era della polarizzazione politica - nella quale la cassa di risonanza dei social media rafforza le proprie rigorose (e spesso stridenti) credenze, nella quale il discorso sociale ha ceduto il passo a urlanti discussioni online, dove nessuno si preoccupa nemmeno di provare ad accettare i pareri motivati degli altri - è ancora più difficile credere che il futuro di Star Trek, in cui la famiglia dell'uomo ha trasceso le sue differenze insignificanti, sia percorribile ".

 

Gli sceneggiatori di Star Trek non avevano previsto Internet e i social Media ;)

Modificato da Jim della Canapa
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