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"Se li prenda lei i rom!"


SCRIGNO MAGICO
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4 ore fa, SCRIGNO MAGICO dice:

Brutte robe... :( 

 

Quello che mi sconcerta è la naturalezza del razzista che non si vergogna nemmeno di esserlo e di esternarlo... :( 

 

Ma infatti, come se fosse un pensiero come un altro, da esprimere cosi', come si commenta il tempo. E questo tizio è pure un politico, seppure solo un assesore di una piccola città.

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sì (sul serio): voi strizzacervelli vi occupate delle cause recondite, noi sociologi ci limitiamo a preoccuparci che al bar uno non possa entrare dicendo cose razziste senza passare per cafone. Se essere razzisti è accettato socialmente, è un segnale preoccupante. Te dici che è solo la punta dell'iceberg, io posso replicare dicendo che probabilmente la soluzione non è psicologica ma sociale, o comunque se è psicologica non si può risolvere trattando il razzismo come una malattia mentale, ma - idealmente - limitando media e politici che ottengono fama e ricchezza diffondendo odio inventando cazzate (come direbbero loro, a spese di noi povera gente). Se  diventa collettivamente (se viene a noia dire culturalmente e socialmente) inaccettabile dire che gli stranieri ci rubano le case quando poi ci sono oltre 1 milione (UN MILIONE) di appartamenti sfitti sfrutto di speculazioni (oltretutto abusive) cambiamo direzione sul target che media e politici devono colpire. Che purtroppo sono i nostri patrimoni (di noi italiani), ma ci arriveremo quando la crisi sarà più grave.

 

(aneddoto ganzissimo: uomo al caffè europa dietro casa mia che si lamenta col barista dell'invasione degli stranieri: sono troppi, non faranno niente di male ma non mi piace che le donne girino velate, cucinano roba fritta a tarda notte sotto casa, fanno casino etc. etc. 

il barista continua a lavare le tazzine annuendo timidamente: il barista è cinese).

 

Modificato da Tersite
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Esiste ancora gente che si definisce nazista, al mondo, e hitler è morto 70 anni fa. Il razzismo è diventato socialmente poco accettato da non più di 30 anni. Per quanto possa dare fastidio, non si può pretendere che un fenomeno del genere sparisca, specialmente in questo momento. Non hanno studiato tutti a Cambridge, chi passa davanti ad una stazione ferroviaria e vede una succursale di Luanda viene preso da una sorta di fastidio dettato dal non capirci niente (non sa chi sia quella gente, se profughi sotto protezione internazionale, gente in attesa di giudizio o clandestini spariti dopo essersi visti rifiutare lo status di rifugiato, non sa perchè stiano lì, non sa cosa si stiano dicendo tra loro,  non sa come facciano a campare nè che piani abbiano per farlo in futuro). C'è gente che non ha i mezzi per spiegarsi un fenomeno del genere, e non capire porta alla paura. Dare del razzista a destra e a manca, spesso a gente che in fabbrica o nel campo di calcetto non ha problemi a rapportarsi il compagno 'africano che si è integrato, significa colpevolizzare la paura. 

I fatti descritti qui sono un campionario di aneddoti che razzisti lo sono davvero, ma così come le statistiche sugli stupri non le dà belpietro, le statistiche sugli episodi di razzismo non si deducono da questo tipo di storie che i giornali stanno attivamente cercando in questo periodo.

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infatti non penso che bisogna studiare per non essere razzisti, basterebbe non essere inondati da messaggi che dicono che gli stranieri ci stanno distruggendo.

 

oltretutto, se l'isis controllasse l'informazione, farebbe di tutto per emarginare i 20 e passa milioni di musulmani in europa per radicalizzarli e portarli dalla sua parte. Non ne ha bisogno, perché lo fanno già  i nostri giornali e le nostre tv (per vendere più copie, ma potrebbero anche chiedere una sponsorizzazione all'isis), che parlano (a casa mia) di quartierie polveriera (ossia, che sta per esplodere) e risaltano qualsiasi evento minore come un nero ubriaco (e in quanto tale, btw, inverosimilmente musulmano) che finisce al pronto soccorso.

Il tizio che va al caffè europa quelle cose le dice in buona fede come conseguenza diretta di quello che vede in giro. Dico proprio a tore che non è un problema mentale suo, ma ambientale di quello che lo circonda e l'interpretazione che ne riceve.

Modificato da Tersite
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1 ora fa, Tersite dice:

sì (sul serio): voi strizzacervelli vi occupate delle cause recondite, noi sociologi ci limitiamo a preoccuparci che al bar uno non possa entrare dicendo cose razziste senza passare per cafone. Se essere razzisti è accettato socialmente, è un segnale preoccupante. Te dici che è solo la punta dell'iceberg, io posso replicare dicendo che probabilmente la soluzione non è psicologica ma sociale, o comunque se è psicologica non si può risolvere trattando il razzismo come una malattia mentale, ma - idealmente - limitando media e politici che ottengono fama e ricchezza diffondendo odio inventando cazzate (come direbbero loro, a spese di noi povera gente). Se  diventa collettivamente (se viene a noia dire culturalmente e socialmente) inaccettabile dire che gli stranieri ci rubano le case quando poi ci sono oltre 1 milione (UN MILIONE) di appartamenti sfitti sfrutto di speculazioni (oltretutto abusive) cambiamo direzione sul target che media e politici devono colpire. Che purtroppo sono i nostri patrimoni (di noi italiani), ma ci arriveremo quando la crisi sarà più grave.

 

(aneddoto ganzissimo: uomo al caffè europa dietro casa mia che si lamenta col barista dell'invasione degli stranieri: sono troppi, non faranno niente di male ma non mi piace che le donne girino velate, cucinano roba fritta a tarda notte sotto casa, fanno casino etc. etc. 

il barista continua a lavare le tazzine annuendo timidamente: il barista è cinese).

 

 

Dubito che censurare o impedire a una persona di esprimere il suo pensiero (seppur razzista) risolva il problema.

Continuerà a pensare le stesse cose, ne parlerà non in pubblico con altri che la pensano come lui e magari finirà per radicalizzarsi.

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a Roma negli ultimi mesi ho visto un extracomunitario che ripulisce il tratto che percorro a piedi da casa alla metro. lungo il tratto ripulito, mette una serie di cartelli in cui scrive che lui vuole rendersi utile per il paese e il quartiere che lo ospita, che è onesto (!!!dannata propaganda grillina!1!!1) e che in cambio della pulizia chiede qualche spiccio, e sotto delle ciotole. glieli ho sempre dati volentieri, anche perché se aspetto l'ama che faccia pulizia sto fresca.

ieri parlando con una collega casualmente esce l'argomento, lei mi dice che anche in altri posti sono spuntati questi extracomunitari con gli stessi cartelli, che si sono divisi il territorio, che hanno capito che vendendo accendini o fazzoletti, o pulendo i vetri ai semafori non ricevono nulla, e sono stati riorganizzati tramite questa nuova modalità di racket. vengono portati coi camion la mattina presto da chissà dove, leggendo in rete si trovano diversi articoli

 

https://www.wired.it/attualita/politica/2017/03/01/roma-lama-non-pulisce-ci-pensano-lavastrade-immigrati/

 

se da un lato uno è contento perché si occupano di qualcosa e in cambio hai la strada pulita, dall'altra ti chiedi quanto finisca a lui dei soldi che gli hai dato (e se) , e perché il non lavoro di una azienda pagata con le tasse debba essere parzialmente risolto in questa maniera.

 

d'altra parte alla domanda del topic, qui se li prendono davvero gli immigrati, ma per sfruttarli

 

mi chiedo se è un fenomeno solo romano, da voi ci sono ?

 

 

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9 minuti fa, GURU baba rey dice:

 

Dubito che censurare o impedire a una persona di esprimere il suo pensiero (seppur razzista) risolva il problema.

Continuerà a pensare le stesse cose, ne parlerà non in pubblico con altri che la pensano come lui e magari finirà per radicalizzarsi.

 

e chi l'ha scritto della censura 

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io sono d'accordo col terso, e allargherei il discorso in un contesto generale 

dalla boldrini agli immigrati, dai social/stampa alla real life. secondo me manca il condannare - mediaticamente parlando - alcune azioni, che restano come accettabili. si condannano solo le notizie che seguono alcuni schemi prestabiliti. e manca il condannare nella vita reale le stesse azioni, che oggi vengono riprese col telefonino con uno scopo perverso.

da aggiungere anche che il fattore educazione, non l'educazione culturale ma quella proprio di base, fatica ad avere spazio in un mondo così

 

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19 minuti fa, Tersite dice:

e chi l'ha scritto della censura 

 

Il discorso in atto parte dalla cancellazione (censura) su tripadvisor di un commento razzista.

Da cui poi il tuo post:

 

22 ore fa, Tersite dice:

Penso sia perché finché non diventano azioni non si vedono

O comunque è un problema diverso, che queste azioni siano condannate dalla.società come inaccettabili, come sistema più fattibile per agire sui pensieri

 

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ah ok, pensavo di zittire il tizio al bar

sono d'accordo che robe che pubblicano testi, come tripadvisor o facebook o giornali nei commenti, censurino contenuti per vari motivi tra cui quelli razzisti.

 

per ora, che l'antisemitismo è ancora visto male, basta cambiare la razza in questione con "ebrei" per valutare se suona male.

 

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2 ore fa, Dauntless dice:

Dare del razzista a destra e a manca, spesso a gente che in fabbrica o nel campo di calcetto non ha problemi a rapportarsi il compagno 'africano che si è integrato, significa colpevolizzare la paura. 

Infatti qui non si dà del razzista a qualcuno che si è detto infastidito da tutti quei negri che fanno casino in zona stazione (anche a me danno parecchio fastidio), ma a un paio di tizi che ritengono dei neri inadatti al loro lavoro in quanto neri.

Modificato da pachu
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