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13 Reasons why


Bless
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Già dalla seconda o terza puntata, quando s'è buttato nella piscina, s'è capito che maturava dentro qualcosa.



E le prove del concerto nel cortile della scuola, e la rissa (nel corso della serie infatti dicono anche che fra i sintomi dell'aspirante suicida c'è l'aggressività immotivata), insomma covava dall'inizio...

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34 minuti fa, MasterMatrix dice:

... e niente, si apre la porta della stanza di mia figlia (15 anni) ed esce lei in lacrime, aveva appena visto l'ultimo episodio...

 

Che ne pensa?

Mi interessa capire come lo percepisce una sua coetanea.

 

 

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1 ora fa, Mist dice:

 

Che ne pensa?

Mi interessa capire come lo percepisce una sua coetanea.

 

 

 

Appena finito di vedere l'ultimo episodio era sconvolta, io gli ho consigliato di vedere il prologo finale.

Dopo averlo visto si era calmata e mi ha detto che stava meglio.

 

I suoi commenti sono a quel punto venuti fuori:

lei pensa che le ragioni per le quali Hannah si è tolta la vita non erano sufficenti per fare quel gesto.

Ci sono ragazze che hanno/hanno avuto storie più pesanti della sua (mi ha fatto l'esempio di quelle ragazze africane rapite e violentate) ma non hanno pensato di suicidarsi.

 

Avrebbe dovuto denunciare tutto e non si capacita del perchè non l'abbia fatto.

Ha detto anche che Hannah non riusciva a vedere l'amore che aveva intorno a se.

 

Sono contento di quello che ha detto mia figlia, ma devo dire che, crescendo con una mentalità norvegese, è abbastanza normale che la prima cosa che gli viene in mente è quella della denuncia, Una cultura diversa dalla nostra e, forse, da quella americana, qui le ragazze sono più "forti" e lo stato è presente.

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A volte non si sporge denuncia per vergogna, spesso basta solo l'idea che i tuoi genitori vengano a conoscenza dei fatti, per non farti reagire.

Spoiler

In alcuni passaggi del film si intuisce molto bene, la vergogna fa tacere diversi ragazzi coinvolti, invece di denunciare preferiscono nascondere

 

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Non è assolutamente un fattore culturale questa scelta (forse lo può essere la denuncia, ma non mi convince: in USA hanno la mentalità di far causa per tutto). Le ragioni di un suicidio (così come altri comportamenti più/meno estremi) non sono dettati SOLO dagli eventi (per quanto ovviamente, eventi più gravi ne aumentano la possibilità). L'evento si instaura in una serie di mille altri fattori, per cui, come giustamente ha fatto presente tua figlia, non tutti quelli che hanno storie traumatiche si ammazzano (pensiamo ai reduci dei campi di sterminio o delle guerre). Tuttavia, eventi di tal genere sono un fattore di rischio, e l'isolamento sociale e familiare, le valutazioni distorte della vittima (il modo in cui legge gli eventi, anche quelli meno pesanti, vedi la storia della lista), il mancato aiuto (o la percezione di mancato aiuto), e anche una certa predisposizione fanno il resto. 

Senza arrivare al suicidio: vi è mai capitato di conoscere persone che fanno tragedie o vanno proprio in crisi per eventi di piccola/media entità e, al contrario, persone che affrontano tragedie in maniera molto meno drammatica?

Esempio clinico: Un paio di settimane fa mi è arrivata in studio una signora con una forte depressione che non si alza dal letto da gennaio (e arrivare da me in studio è stata un'impresa. Pure il colloquio, visto che parla a monosillabi e con tono di voce flebile). È stata in PS varie volte ultimamente, perché è molto debole. È in questo stato da quando le è morto il padre anziano. A quante di 60 anni succede di perdere un genitore anziano? Quante reagiscono così?

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Assolutamente d'accordo con te Bless, ma io trovo che le ragazze nordiche sono più "forti" di quelle latine. Ed è. per me, un fattore culturale.

Io stesso lo noto sul mio lavoro, lavoro con i bambini ed è molto sentito il fattore "parità di diritti" come insegnamento.

Senza contare il fatto che se qui un bambino cade/scivola e comincia a piangere gli si dice "alzati".

Quando si vuole aiutare un bambino (per esempio a mettersi le scarpe, molto volentieri si sente il bambino dire "ce la faccio da solo" e non vuole essere aiutato. 

Generalizzo eh..

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Più che "forti" forse hanno un differente rimando esterno. Per cui a certe situazioni, se è vera la questione della parità dei diritti, forse sono meno esposte. Per quanto riguarda il fare da soli, invece, non è in assoluto un positivo, come si tende a credere, va declinato meglio (però è un discorso lungo e noioso e non è questa la sede)

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3 minuti fa, Bless dice:

Più che "forti" forse hanno un differente rimando esterno. Per cui a certe situazioni, se è vera la questione della parità dei diritti, forse sono meno esposte. Per quanto riguarda il fare da soli, invece, non è in assoluto un positivo, come si tende a credere, va declinato meglio (però è un discorso lungo e noioso e non è questa la sede)

 

 

Nono, sono esposte eccome. Come dicevo il problema più grande qui è l'alkohol e sotto gli effetti dell'alkohol succedono le peggio cose. La violenza sessuale sulle ragazze non è una cosa rara, ma ci sono anche alcuni casi di violenza sessuale di ragazze su i ragazzi eh.

Solo che qui la gente denuncia e si fa valere.

 

Per quanto riguarda il fare da soli sono d'accordo con te.

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Per "esposte" intendevo esposte ad una cultura più chiusa su certi temi (violenza ecc), visto che dicevi che la parità di diritti è sentita, non intendevo meno esposte ai pericoli in sè. Rispetto alla questione denuncia, penso che il fattore vergogna e rimando sociale della stessa (per cui la vittima viene ulteriormente colpevolizzata dall'opinione pubblica e, a volte, anche da amici e familiari) abbia un ruolo primario nell'omissione. Insieme alla percezione che una denuncia, nel nostro sistema giuridico, non porterà a granchè. Credo. Percezione mia, non ho dati a cui attingere su questo. Però penso che in Norvegia la si senta più tutelante la "giustizia"

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Ciò detto, la parte più bella della risposta di tua figlia secondo me, non è tanto quella in cui dice che Hannah poteva denunciare, quanto quella che dice che lei aveva amore attorno e non se n'è accorta. Tua figlia invece l'ha percepito, perché probabilmente è cresciuta imparando a notarlo, tanto più che le pare assurdo che Hannah non l'abbia visto. (Sempre per tornare al discorso che a parità di condizioni, due persone possono notare-percepirr-e provare cose diverse). Poi oh, per carità, mi ci fossi trovata io con la testa che avevo a 17 anni in una situazione così, non so cosa sarebbe successo 

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6 minuti fa, Bless dice:

Per "esposte" intendevo esposte ad una cultura più chiusa su certi temi (violenza ecc), visto che dicevi che la parità di diritti è sentita, non intendevo meno esposte ai pericoli in sè. Rispetto alla questione denuncia, penso che il fattore vergogna e rimando sociale della stessa (per cui la vittima viene ulteriormente colpevolizzata dall'opinione pubblica e, a volte, anche da amici e familiari) abbia un ruolo primario nell'omissione. Insieme alla percezione che una denuncia, nel nostro sistema giuridico, non porterà a granchè. Credo. Percezione mia, non ho dati a cui attingere su questo. Però penso che in Norvegia la si senta più tutelante la "giustizia"

 

Vediamo se ho capito. 

Qui si spiega ai bambini (dai 3 ai 5 anni) all'asilo come funziona a procreare (il papà infila il suo pistolino nella pistolina della mamma ecc.)

Alle elementari si parla di mobbing, violenza sessuale ecc.

La vittima di violenza non viene colpevolizzata, anche se il carnefice ci prova sempre eh. 

La famiglia e gli amici sono quelli che stanno più vicino alle vittime.

Se si prova solo a dire che "eh si ma lei andava in giro con la minigonna, se l'è cercata" o cose simili, ti massacrano. 

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Finito. 

Che dire... Sono in uno stato semicatatonico.

Penso alle persone che mi circondano e avrei voglia di fare cento telefonate per dir loro che gli voglio bene.

Sì, sono d'accordo con @alex7784 quando dice che questa serie andrebbe fatta vedere nelle scuole.

Se ripenso ai tempi delle medie o del liceo mi salgono alla mente i volti di tanti ragazzi e ragazze che in un modo o nell'altro hanno subito episodi all'apparenza stupidi e insignificanti ma che per gli adolescenti possono essere devastanti se il carattere, le amicizie o la famiglia non li aiutano. 

Ne ricordo anche un paio che non ce l'hanno fatta, anche se probabilmente c'erano anche altri motivi dietro. 

E ricordo che per la maggior parte dei casi l'indifferenza era la reazione più gettonata, cosa che ho ritrovato in questi 13 episodi. 

 

Tecnicamente ci sono cose che fanno un po' storcere il naso, ma passano in secondassimo piano perchè il messaggio c'è ed è forte. Arriva nello stomaco e lascia il segno. 

Dubito che dimenticherò mai questa serie. 

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Spoiler

Metto sotto spoiler perché non so cosa lo sia e cosa no.

In qualche modo ho l'impressione -forse perché non ho voluto immedesimarmici- che gli stupri e le morti siano cose aggiunte, per dare drammaticità, per giustificare allo spettatore il gesto di Hannah, ma che nella realtà ne sono abbastanza slegate. A un sacco di persone succedono cose del genere e solo una parte di loro si toglie la vita.

E tanti sono i suicidi di gente che non ha dovuto affrontare situazioni così traumatiche, almeno credo. Pochi mesi fa un caro amico di mio padre l'ha fatto, anche se in maniera molto meno meditata, nessuno si spiega perché, ma -nonostante ognuno si sia fatto i propri film su debiti di gioco, incontrio loschi o situazioni di droga- la spiegazione più verosimile è che stava male e non si sentiva in grado di affrontare un altro giorno. Anche se aveva un sacco di gente che gli voleva bene.

Credo che la cosa agghiacciante del telefilm sia che ci fa sentire inermi, inutili, chiunque potrebbe essere Hannah e metterci nella condizione di avergli voltato le spalle, io ho voltato le spalle a tantissime persone, ma non so quanti di loro l'abbiano percepito in questo modo e quanti invece non fossero interessati alla mia presenza nella loro vite. Non si può sapere.

 

Inoltre penso che nel telefilm manchi un giudizio su quello che ha fatto. E' stata terribilmente egoista e vendicativa, ma questo messaggio non passa. Invece dovrebbe.

 

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