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CAPITALE, CAPITALE, VAFFANCULO


Milurdein
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Del resto mi spiegate cosa c'è rimasto da tagliare in Grecia? Gli possiamo confiscare le isole più belle e goderci i frutti, Invadiamoli, facciamo prostituire le loro donne, oltre ai bambini. Oppure possiamo ripristinare lo schiavismo. Fossi in loro, meglio liberi da questo giogo, anche se ridotti alla fame.

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Su questo concordo pienamente con Ciwati. Che pià o meno la pena come me.

Credo che la vicenda greca non sia affatto conclusa. Che per la prima volta, qualcuno sia andato in Europa a far presente che esiste ancora la democrazia. Che lo abbia fatto rischiando molto, quasi tutto. Che abbia trovato resistenze forti, a Nord, ma anche a Sud (tipo l’Italia che parte ha fatto?). Che chi festeggia per la vittoria della Germania, non si renda conto di celebrare, in realtà, la sconfitta dell’Europa. E che siamo solo all’inizio di una vicenda che può anche finir male, ma non solo per la Grecia: http://goo.gl/TB0h4L

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Veramente Tsipras voleva salvarli, quando sono stati prima truffati dal governo che ha taroccato i conti, e poi messo alla fame dalla troika. Il tuo esultare (perchè tale è) dovrebbe fare a patti con la coscienza nel vedere un popolo (come tanti altri al mondo e non penso che dove cvivi tu stiano tutti molto meglio), che vive di merda. Ma soprattutto non capisco tu cosa ci guadagni, oppure se non godi a vedere altri che stanno male,. sarebbe puro e semplice sadismo, Ma lo è comunque.

Altrimenti buoni tutti a dire "NIENTE TASSE, REDDITO MINIMO DI 5000 EURO AL MESE PER TUTTI (NEONATI COMPRESI) E FANCULO AI DEBITI DELLO STATO !!!!!111!!!UNDICI!!!111!!"

Fa piu' morti una campagna del genere...

A parte che Tripras non ha detto nulla di lontanamente paragonabile, Undici forse sono i morti in più al giorno che gente come te avrà sulla coscienza, e non ti preoccupare che gli unici che saranno castigati sono solo i greci, perchè Tsipras se la cava benissimo, Ripeto, puro sadismo, Forse il ministro delle finanze non doveva dire quella cagata sull'Italia e Tsipras non doveva nemmeno parlare di danni di guerra, ma le ritorsioni non le fai a Tsipras ma ai greci.
ANOMANDER BOIA!!!11!!1
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Spiace per la Grecia e per i Greci, ma e' ora di finirla con partiti che fanno il pieno di voti con proposte e promesse elettorali IRREALIZZABILI e poi sono SISTEMATICAMENTE costretti a fare marcia indietro.
Evviva la Merkel avrà qualche morto in più sulla coscienza. Solo non capisco come faccia ad esultare uno che sta dall'altra parte del mondo.
Che chi festeggia per la vittoria della Germania, non si renda conto di celebrare, in realtà, la sconfitta dell’Europa. E che siamo solo all’inizio di una vicenda che può anche finir male, ma non solo per la Grecia

Solo sincronicità. Cultura scarsa.

Sconfitta dell'Europa? cazzo glie ne fotte, lui se la scialla in Malaysia.

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Spiace per la Grecia e per i Greci, ma e' ora di finirla con partiti che fanno il pieno di voti con proposte e promesse elettorali IRREALIZZABILI e poi sono SISTEMATICAMENTE costretti a fare marcia indietro.
Evviva la Merkel avrà qualche morto in più sulla coscienza. Solo non capisco come faccia ad esultare uno che sta dall'altra parte del mondo.
Che chi festeggia per la vittoria della Germania, non si renda conto di celebrare, in realtà, la sconfitta dell’Europa. E che siamo solo all’inizio di una vicenda che può anche finir male, ma non solo per la Grecia

Solo sincronicità. Cultura scarsa.

Sconfitta dell'Europa? cazzo glie ne fotte, lui se la scialla in Malaysia.

Milordo scusa se non ti rispondo tempestivamente ma sono troppo occupato a torturare un po di Greci condannandoli alla fame.

E comunque la Germania ha battuto l'Argentina (un'altra facile defaultista) quindi l'Onore Europeo e' salvo SOLO grazie a loro.

In realta' lo sai qual'e' il vero problema? ,

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Del resto mi spiegate cosa c'è rimasto da tagliare in Grecia?

Ottima domanda, con una percentuale di lavoratori statali doppia rispetto a quella già alta che c'è in Italia.

Poi per carità, è verissimo che senza crescita non ripagherai mai alcun debito, ma una mediazione tra le due posizioni è inevitabile, se dici "ah ok dai, avete preso i nostri soldi ma ora potete non ridarceli" allora ottieni di legittimare tutti gli altri paesi a fare altrettanto.

Francamente, ritengo che la Grecia non abbia i numeri per stare nell'eurozona e non li abbia mai avuti, molto semplicemente. Non c'è flessibilità che tenga, l'unica soluzione è il default, ma nessun politico -incluso tsipras- vorrà essere tacciato come il responsabile degli anni tremendi che seguirebbero

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Del resto mi spiegate cosa c'è rimasto da tagliare in Grecia?

Ottima domanda, con una percentuale di lavoratori statali doppia rispetto a quella già alta che c'è in Italia.

Poi per carità, è verissimo che senza crescita non ripagherai mai alcun debito, ma una mediazione tra le due posizioni è inevitabile, se dici "ah ok dai, avete preso i nostri soldi ma ora potete non ridarceli" allora ottieni di legittimare tutti gli altri paesi a fare altrettanto.

Francamente, ritengo che la Grecia non abbia i numeri per stare nell'eurozona e non li abbia mai avuti, molto semplicemente. Non c'è flessibilità che tenga, l'unica soluzione è il default, ma nessun politico -incluso tsipras- vorrà essere tacciato come il responsabile degli anni tremendi che seguirebbero

Questo sito è interessante. In Francia e UK ci sono molti più statali che in Italia.

http://www.allievisspa.it/2013/11/10-luoghi-comuni-sul-pubblico-impiego-e-i-dirigenti-pubblici/

Anche questo è interessante, parrebbe che in Grecia i dipendenti pubblici sono meno che in Italia.

dipendenti_pubblici_forex.png

dipendenti_pubblici_forex_ii.png

Cmq credo che come in Italia ci siano leggi che consentono di ristrutturare il debito dei privati e delle aziende, lo stesso dovrebbe essere fatto con gli stati.

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da: http://www.affaritaliani.it/libri-editori/ecco-perch-i-dipendenti-pubblici-in-italia-sono-trop.html

Il numero dei dipendenti pubblici in Italia è in linea con l’Europa, non è vero che ce ne sono troppi», riportano con soddisfazione i dossier sul numero di statali in Italia, spesso redatti dagli uffici studi dei sindacati. Una voce non esattamente imparziale, dato che i sindacati difendono il lavoro pubblico, prima fonte del loro tesseramento. Le statistiche dicono in effetti che in Italia, nel 2012, i dipendenti pubblici erano 3.238.474, l’1,4% in meno rispetto a cinque anni prima, dunque in leggero calo. Non solo, il confronto con l’Europa sarebbe positivo, nel senso che gli statali, in termini assoluti, sarebbero molti di più in Francia (5,5 milioni) e in Gran Bretagna (5,7 milioni). (…)Ci sono dunque più dipendenti pubblici in Gran Bretagna o in Olanda che in Italia, patria dello statale? Qualcosa, evidentemente, non torna. Il numero di dipendenti statali ufficiale è quello fornito dalla Ragioneria generale dello Stato. Che però dice anche qualcosa di più 2. In primo luogo i 3,2 milioni di statali italiani calcolati sono quelli con contratto «a tempo indeterminato». Ma ci sono gli altri, quelli con contratti diversi, che comunque paghiamo. Per esempio il «personale a tempo determinato e con contratto di formazione e lavoro», altre 80.413 persone secondo i dati 2012 della Ragioneria dello Stato. La quale poi ci informa che questa cifra non comprende «i supplenti brevi della scuola, dei quali si rileva solo la spesa», e che sono esclusi anche i «professori universitari a contratto e i ricercatori assegnisti dell’Università», pari a circa 20 mila. Dunque, sommando tutto, dobbiamo aggiungere almeno altre 100 mila persone. Senza contare che nella cifra ufficiale non sono compresi i dipendenti degli organi costituzionali, che hanno un bilancio a parte: i dipendenti della Camera (1500 circa), del Senato (829), del Quirinale (2 mila circa), della Corte costituzionale (350). La somma, dunque, è ben più elevata. Ma non basta ancora. Nella pubblica amministrazione lavorano anche altri tipi di impiegati. Nel 2009 lo Stato ha distribuito la bellezza di 299.281 3 consulenze esterne (con un costo pari a 1.390.430.276 euro). A cui aggiungere altri 27 mila incarichi esterni assegnati dal Servizio sanitario nazionale. Ma è una cifra parziale, perché meno della metà delle amministrazioni pubbliche ha comunicato i propri dati al ministero, perciò – stimava la funzione pubblica – si può supporre che le consulenze siano circa 500 mila in un anno, mezzo milione di consulenti esterni, una mole spaventosa quando già lo Stato può contare su 3,5 milioni di impiegati. «I dati evidenziano ancora una situazione allarmante », ha spiegato nel 2012 il ministero della Funzione pubblica. «Il ricorso alle professionalità esterne alla pubblica amministrazione continua a essere eccessivo e forse, in certi casi, anche di dubbia utilità». Dunque, sommando anche i consulenti, arriviamo a circa 4 milioni di persone stipendiate dallo Stato. Restano però da calcolare gli interinali (altri 8 mila) e gli Lsu, i cosiddetti «lavoratori socialmente utili», impiegati soprattutto al Sud (17 mila circa), e le collaborazioni coordinate e continuative (37.443 persone) 5. Aggiungiamo quindi circa 60 mila persone, arrivando a oltre 4 milioni di stipendiati dallo Stato su circa 22 milioni di occupati. Un lavoratore su 5. Cifra che dovrebbe scendere un po’, se si realizzasse il taglio di 85 mila dipendenti pubblici previsto dalla spending review, ma è tutto da vedere. E non è finita. L’addetto che vi controlla i biglietti sul tram va forse considerato un dipendente privato? Difficile. Le statistiche precedenti, quelle dello Stato centrale, non li comprendono, perché tecnicamente non sono dipendenti né del settore statale (scuola, ministeri, polizia, forze armate) né del settore pubblico non statale (Servizio sanitario nazionale, regioni e autonomie locali). Il motivo è che il bigliettaio dipende da una società partecipata spesso controllata dal pubblico, ma non interamente pubblica. Ma anche loro formano l’enorme massa del lavoro pubblico italiano. In questo l’Italia può vantare una posizione di primato mondiale. «Secondo un recente studio dell’Ocse, l’Italia figura tra i paesi in cui la dimensione del settore pubblico è maggiore», si legge in un dossier della Banca d’Italia. «Nel 2009 il valore complessivo delle imprese controllate dal governo centrale era pari per l’Italia a 105 miliardi di dollari; solo Corea, Francia e Norvegia presentavano valori più elevati. Considerando le società quotate in cui lo Stato detiene almeno il 10%, l’Italia risulta il secondo paese dietro la Francia per valore delle partecipazioni. Va inoltre considerato che tali dati non tengono conto del valore effettivo delle partecipazioni che, pur essendo minoritarie, consentono l’esercizio del controllo». In altre parole, l’Italia supera tutti per partecipazioni pubbliche in aziende e società di servizi. Il bello, per modo di dire, è che non si riesce a sapere quante sono le società partecipate soltanto dagli enti locali e quanti i loro dipendenti. L’Anci parla di 3662 partecipate dai comuni; per l’Irpa (Istituto di ricerca sulla pubblica amministrazione) sono di più, ma è impossibile sapere il numero esatto: «I dati, sebbene concordi nel mostrare un fenomeno di vaste dimensioni, non consentono una stima esatta del numero delle partecipate dagli enti territoriali. Le stime vanno dalle 3000 alle 6000 società partecipate, ma i dati risentono inevitabilmente di alcune variabili legate a ciò che si include nel calcolo e alla scarsa completezza delle informazioni fornite e raccolte». In definitiva, lo Stato non sa quante aziende possiede. E se volessimo aggiungere al totale degli statali, oltre all’esercito delle partecipate e controllate locali, anche quello delle partecipate del Tesoro? Come la Rai, posseduta al 99,5% dal ministero dell’Economia, e i suoi 13.299 dipendenti. O l’Anas (100% del Tesoro) con 6357 dipendenti, di cui 2 mila dirigenti. O Fs ferrovie dello Stato (100%) con 71.191 dipendenti. O Posteitaliane Spa (100%) con 144 mila dipendenti. O ancora l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, meglio nota come Invitalia (100% pubblica), un altro migliaio di stipendi. E poi molte altre società possedute o partecipate dal ministero dell’Economia (Eni, Enel, Finmeccanica…), in tutto 33, e altre migliaia e migliaia di persone. Stime dell’Istat parlano di 4186 aziende in cui la partecipazione pubblica supera il 50%, per un totale di 681 mila occupati 12. Siamo proprio sicuri di essere nel settore del pubblico impiego «in linea con l’Europa»?"

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Magari poi proviamo a vedere anche la produttività, oltre che il numero di lavoratori, eh???

http://www.lavoce.info/archives/8152/leuropa-disunita-di-salari-e-produttivita/

PS: si parla di tutto il mercato del lavoro

Modificato da Konko
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