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Semplicemente Mario


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Balotelli, l'altra vacanza

"Formentera? No, Wwf"

Il baby attaccante dell'Inter racconta la sua estate così "lontana" da quella dei suoi colleghi. "Con altri ragazzi, in Sicilia, per un campo avventura. Qui ti insegnano a eliminare il superfluo"

MILANO, 14 luglio 2008 - Gli altri - i compagni di squadra e di serie A - hanno affollato Porto Cervo, i più trendy Formentera. Soliti e prevedibili. Lui, Turbo Mario Balotelli è andato dove lo portavano il cuore e il Wwf. Destinazione Sicilia, riserva naturale dello Zingaro. Una specie di ritorno alle origini. Dieci giorni di "campo avventura", escursioni, immersioni nel mare di Scopello. E anche una visita alla casa di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia. "Mi piaceva l’idea di una vacanza diversa dalle solite — spiega Balotelli —, insieme ad altri ragazzi e ragazze della mia età. Col Wwf ero già stato l’anno scorso e mi ero divertito. Così, con alcuni amici conosciuti proprio in quel primo campo, abbiamo deciso di ripetere l’esperienza".

Fabrizio Giacalone, responsabile dei campi Wwf siciliani, adesso, racconta orgoglioso: "Solo loro, tutti ragazzi tra 15 e 17 anni, uniti dalla passione per la natura e i due animatori. Mario? Un ragazzino normale, perché questo ancora è". Un "ragazzino normale", certo, anche se non saranno molto d’accordo i difensori dell’Atalanta, per esempio, del Siena o quelli viola.

I calciatori in estate di solito vanno in Costa Smeralda. Mario, la sua è una scelta perlomeno controcorrente...

"È una esperienza che consiglierei a tutti i giovani della mia età. A me non importa dove vanno gli altri calciatori, io sono Mario e faccio le mie scelte. Dite che è controcorrente? Forse perché c’è la moda di andare in certi posti per Vip, ma io preferisco quelli dove non va la massa, i luoghi incontaminati e un po’ selvaggi. In vacanza meglio stare tranquilli e magari fare delle esperienze alternative. E poi, parlate a uno che è stato nei "lupetti" (i piccoli scout): si giocava, si imparava a rispettare l’ambiente e le persone, a stare in gruppo e a vivere con poco. Ci insegnavano a eliminare il superfluo. Un po’ come al campo del Wwf: non ci facevano bere Coca-Cola o Estathé. Solo acqua, che ci portavamo dietro riempiendo sempre le stesse bottiglie. E poi, niente tivvù, playstation, cellulare".

È andato con la fidanzata?

"No, sono andato da solo. Poi lì c’era anche una ragazza: direi... speciale. Ma non aggiungo nulla di più".

Vabbè, ha ragione: parliamo d’altro. È andato in Sicilia: che cosa le è rimasto di questa terra così contraddittoria?

"Mi sono rimasti i colori. Il blu del cielo e del mare, il giallo e il verde della vegetazione. E poi i sapori forti dei piatti siciliani, la granita di mandorla, le cassatelle e i cannoli… Mamma mia che buoni. Non dimenticherò il bagno di notte nell’acqua calda di Segesta. Sono stato dentro per un’ora e quando sono uscito stavo male tanto era calda. E i tuffi dalla scogliera a strapiombo, che era altissima: più facile tuffarsi dalle rocce, però, che passeggiare allo Zingaro sotto il sole a picco".

Ci hanno detto che al ritorno, ha disdetto l’aereo ed è tornato in treno con gli altri ragazzi. L’esperienza ambientalista l’ha proprio segnata.

"Vero, sono tornato in treno col gruppo. Certe esperienze bisogna viverle tutti insieme, fino alla fine. All’inizio magari sei un po’ timido, ma dopo l’affiatamento della squadra, proprio come in una squadra di calcio, è grande. Ed è allora che ci si diverte ancora di più".

Tra un mese (il 12 agosto) sarà maggiorenne. Prenderà la patente e comprerà un bel Suv, come tutti i calciatori, alla faccia del Wwf?

"Per ora non conosco Suv, in Sicilia ho fatto solo il sub".

Ottima: 1-0. Conferma che sceglierà la nazionalità italiana? A proposito, non è che in Sicilia ha ricevuto una telefonata da Casiraghi o da Mourinho?

"Attendo da anni questo 12 agosto e avrò la nazionalità italiana perché io sono italiano. L’Italia è il paese dove sono nato, dove ho studiato e giocato a calcio. La mia lingua è italiana, la mia famiglia è italiana. È solo per una legge assurda che mi sono trovato a vivere per diciotto anni da straniero nel mio paese. No, in Sicilia non ho ricevuto nessuna telefonata".

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Dopo aver letto quest'articolo il ragazzo mi sta simpatico.

Quando diventerà italiano a tutti gli effetti e l'Inter in ragione di ciò se ne disferà, lo sarà ancor di più :)

Battute a parte, frasi come questa: "A me non importa dove vanno gli altri calciatori, io sono Mario e faccio le mie scelte" son davvero da grande.

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Per noi che seguiamo Inter Channel Mario non è una novità... si racconta che un giorno incontrò C.Ronaldo (suo idolo) e alla fine della partita gli chiese la maglia... Ronaldo rispose di no, al che Mario gli disse: -tientela la tua maglia tanto un giorno diventerò più forte di te!-... :)

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Dopo aver letto quest'articolo il ragazzo mi sta simpatico.

Quando diventerà italiano a tutti gli effetti e l'Inter in ragione di ciò se ne disferà, lo sarà ancor di più :)

Battute a parte, frasi come questa: "A me non importa dove vanno gli altri calciatori, io sono Mario e faccio le mie scelte" son davvero da grande.

A me diventerà simpatico quando la smetterà di mollare gomitate agli avversari.

Forse.

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Marco, la conosco! Per questo ho fatto l'esempio, perchè è recidivo.

Se Scrigno è così fulmineo nel condannare a morte un diciassettenne che sgomita con Legrottaglie figuriamoci con uno del genere.

E invece gli è "indifferente". :)

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A 17 anni Tassotti se lo sognava di massacrare la faccia degli avversari a gomitate. Il tutto poi senza che serva a nulla, nel gioco di Balotelli.

Iniziai a notare questo vizietto del Marietto a un trofeo Pirelli o Tim, a San Siro. E mi stette subito sul cazzo, ma pensai fosse un episodio. Poi lo rividi con la Juve, e piazzò le sue gomitate su due gobbi. Ok, un'attenuante... ;) ...Ma non una scusante! :)

In altre partite di campionato l'ho rivisto nel viziaccio odioso, molto sopportato dagli arbitri, che non gli hanno sventolato sotto il naso i cartellini rossi che lo avrebbero invogliato a smettere.

Detto ciò: è bravo, non ha bisogno di questi mezzucci. E mi sta sul cazzo per questo. Nulla di più. :)

Modificato da SCRIGNO MAGICO
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Scrigno ma che dici. Un attaccante spesso allarga i gomiti per prendere posizione. Se è alto 1.92 e deve ancora essere sgrezzato quei gomiti è facile che finiscano su un avversario. Dagli tempo, eccheccavolo, fa anche quello parte della maturazione di un giocatore.

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Spero che sia come dici tu... Io mi ricordo di gente dura in attacco, tu non eri nato ma i filmati ci sono: Boninsegna, Riva, Pulici...uno degli ultimi Casiraghi...tutta gente che era dura e spigolosa, ma i gomiti in faccia no. E' che Balotelli mi ha dato, più volte, la sensazione di allargare i gomiti non per prendere la posizione, ma proprio per colpire, far male, intimidire. Facciamoci sempre più caso e aggiorniamoci. Spero per il calcio italiano che si sgrezzi in fretta...

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