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Come ne siete usciti quando vi hanno lasciato


SCRIGNO MAGICO
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Son sparita dalla circolazione per un pò....cambiato taglio e colore ai capelli....scritto lettere mai spedite.

Ho "elaborato il lutto", come si dice in questi casi, in completa solitudine.

Poi ho indossato il mio sorriso migliore, ingoiato tutto, e guardato avanti.

Ci è voluto un pò, ma ci sono riuscita. Ci si riesce, sempre...anche se in quei momenti ami talmente tanto il tuo stato di schifosa prostrazione, da detestare il momento che questo sarà passato. Come se il dolore, scivolando via, scolorisse anche l'amore che c'è stato. Crescendo, per fortuna, mi sono accorta che non è così ;)

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Per essere lasciati bisogna prima avere una storia, forse per questo non e' ben chiaro a tutti.

Per quel che mi riguarda ho vissuto una storia prima di mia moglie che definire traumatica e' dir poco.

Avete mai provato cosa vuol dire stare assieme ad una persona che non favella mai?

Ma proprio mai eh, come fare un soliloquio perenne.

Garantisco io, e' allucinante, eppure la tipa era un ficoncio da competition.

Quando pero' l'hai ammirata 1,2,3,20 volte, che ti rimane?

Pur riconoscendo l'assurdita' di un rapporto del genere ci sono rimasto malissimo quando e' finita, sara' che nel mio inconscio speravo di restituirle la favella, cosa che mi risulta non sia mai accaduta manco da sposata (e poi separata ndC)

Ci ho messo un bel po', ho elaborato pensieri assurdi, poi ho conosciuto la mia attuale dolce meta'.

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Milo, ognuno vive come vuole e come è capace. Pure io non capirò mai te....pazienza.

ancora schiavi della cultura cattolica. PER SEMPRE è uno slogan ben radicato in ognuno di noi. Questo è il problema.

PER SEMPRE non esiste niente, MA PROPRIO NIENTE. Quando hai assimilato il concetto, il resto è logico.

Nel merito, basterebbe considerare che in una coppia si è in due, basta quindi che uno dei due non sia d'accordo per romperla. Ci vuole rispetto per le decisioni altrui, non solo egoismo per i nostri bisogni. Se ti senti male perchè una persona ti lascia, è solo il tuo ego a soffrirne, non l'appartenenza alla coppia. Perchè se si fosse veramente coinvolti, se manca l'accordo di fatto non esiste più. Basterebbe prenderne atto. Invece il nostro egoismo ci porta a non voler mollare mai nemmeno quando tutto cade.

Non cercate di far passare per amore del puro egoismo.

Modificato da milordino
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Tu infileresti la cultura cattolica anche in una scatola di Kellog's corn flakes, Milo...

La cosa come ti ha detto Kalema è molto soggettiva, in un certo senso è questione di "resilienza" (resistenza ai colpi provenienti dall'esterno). Poi ci possono essere mille variabili, ma a me chi parla con facilità della fine di una storia mi ha sempre dato l'idea di non esserne mai stato coinvolto veramente.

Io quando ci tenevo ho preso di quelle tramvate che per riprendermi ce ne ho messo di tempo!

Mi piacerebbe anche sapere i metodi adottati per uscirne... Chiodo scaccia/schiaccia chiodo... Quello che si butta nel lavoro... Chi si rasa a zero i capelli... Chi va in africa a farer il missionario eheheh...ce n'è per tutti i gusti...

Modificato da SCRIGNO MAGICO
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......

Partendo dal presupposto che non capisco lo spunto quotando me per arrivare agli schiavi della cultura cattolica....visto che hai quotato me, ti rispondo per quelle che sono le mie, personalissime idee.

Credo che, quando finisce un rapporto, si soffra soprattutto della nostalgia, della sensazione di benessere che quella relazione ti regala, e nostalgia fisica della persona che non hai più accanto. E questo, ne convengo con te, è probabilmente un atteggiamento un filino egoistico. Credo che molta parte faccia, nel lasciarsi, la motivazione per cui ci si lascia. Una relazione che si deteriora arriva alla separazione per un percorso irreversibile, ed è un fatto. Che poi, questo disagio, sia avvertito da una parte più che dall'altra, capita e credo sia comprensibile. Si sta un pò male, poi ci si ragiona su, poi si va avanti. A sentire parlare te sembra che i sentimenti siano interruttori da poter alzare e abbassare quando la razionalità lo richiede. Nonostante questo possa farti inorridire, la gente (vivaddio) non è tutta al 100 % razionale e tra le motivazioni che aiutano a superare una separazione c'è spesso quella dovuta alla fiducia che l'oggetto ancora amato trovi altrove una serenità maggiore di quella che non aveva più con noi.

Il PERSEMPRE l'hai tirato fuori tu, come il retaggio cattolico. Che le relazioni tra le persone siano soggette a una certa caducità direi è un fatto assodato, ma il disincanto di dire "stiamo insieme tanto poi tutto finisce" non mi appartiene, e spero non mi apparterrà mai. Non ho voglia di pormi un time limit nè di dosare quello che do e quello che ricevo, soprattutto dal punto di vista di una che, poi, a relazione finita, non ammorba nessuno, non si appiglia a false speranze e se ha voglia di stare un pochetto male si mette da una parte per caxxi suoi finchè non si sente meglio,senza nulla togliere agli altri.

Dove vedi il problema, in tutto questo?

Per una volta, sono d'accordo con scrigno nel pensare che abbandonare un rapporto senza manco permettersi di stare male può far pensare che l'interesse, poi, non fosse così tanto.

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Il PERSEMPRE l'hai tirato fuori tu, come il retaggio cattolico. Che le relazioni tra le persone siano soggette a una certa caducità direi è un fatto assodato, ma il disincanto di dire "stiamo insieme tanto poi tutto finisce" non mi appartiene, e spero non mi apparterrà mai. Non ho voglia di pormi un time limit nè di dosare quello che do e quello che ricevo, soprattutto dal punto di vista di una che, poi, a relazione finita, non ammorba nessuno, non si appiglia a false speranze e se ha voglia di stare un pochetto male si mette da una parte per caxxi suoi finchè non si sente meglio,senza nulla togliere agli altri.

Dove vedi il problema, in tutto questo?

Per una volta, sono d'accordo con scrigno nel pensare che abbandonare un rapporto senza manco permettersi di stare male può far pensare che l'interesse, poi, non fosse così tanto.

E l'ho tirato fuori io si, perchè è l'unica ragione per la quale si sta male. Sinceramente non riesco a vederne altre, se non scuse che ci raccontiamo. Una volta raggiunta una certa situazione ( di qualunque tipo, non solo sentimentale), l'uomo odierno tende a ritenerla acquisita in modo irreversibile. In questo sta l'illusione. Mai sentita la storia di quel bambino allevato dai lupi che non sapeva camminare nè parlare? eppure è successo in un'epoca in cui l'uomo era già ampiamente evoluto. Se non alimenti la tua evoluzione regredisci, invece noi oggi crediamo di averla acquisita, messa sotto chiave per sempre. E' da questo presupposto culturale che tendiamo a procrastinare le situazioni oltre ogni ragionevole limite.

Il problema non è lo star male, ma il suo presupposto. Se ognuno imparasse a rispettare le decisioni degli altri, nessuno dovrebbe sentirsi in diritto in una coppia a sentirsi male se una storia finisce. E' un ricatto morale bello e buono. Non voglio più continuare la storia punto e basta, siamo una società al 50% e tu non hai nessunissimo diritto di questionare. Anche se tu sei l'altro 50%. Per comandare in democrazia ci vuole il 50% + 1. E' questione di rispetto, non di altro.

La razionalità non c'entra, solo il rispetto per quello che pensa, spera, ed ambisce un altro. Con te non ci voglio più stare, potrai stare male nel pensare a quanto sei stronzo a volere che prosegua, in quanto sei egoista. Nient'altro. Solo godere del ricordo, non soffrire.

Proprio se non ti poni time limit, nel momento in cui finisce ne prendi atto senza nessunissima reazione negativa. Se ne hai mi sembra chiaro che avessi delle aspettative.

Infine non crederò mai a rezioni completamente razionali o completamente emotive, perchè se così fosse ci dovrebbe essere qualcuno che mi spiega dove finisce una e dove comincia l'altra. Una spiegazione potrebbe essere l'inconscio, ma non credo che nemmeno questo sia sufficiente.

Mi picerebbe anche sapere i metodi adottati per uscirne... Chiodo scaccia/schiaccia chiodo... Quello che si butta nel lavoro... Chi si rasa a zero i capelli... Chi va in africa a farer il missionario eheheh...ce n'è per tutti i gusti...

Non ci sono metodi, credo sia solo un fatto culturale. Quando finiremo di considerare il partner un ostaggio, allora finiremo di stare male quando uno dei due si stanca.

Tu infileresti la cultura cattolica anche in una scatola di Kellogs' corn flakes, Milo...

Questa è fantastica, e la metto in firma.

Modificato da milordino
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Milo capirei il tuo ragionamento se uno nel proprio malessere ci coinvolgesse l'altro e lo utilizzasse come una ideale leva per ricattare moralmente. Non lo capisco quando il disagio è visto e vissuto intimamente, come parte di un percorso, comunque evolutivo.

Se io, pur rispettando la decisione presa da chi mi sta accanto, ho un malessere, legato alla mia necessita, fisica quanto emotiva, della persona che ha scelto di non vivere più con me...e me lo tengo, partendo da questo disagio per ricostruire una parte di me spero sempre migliore, continuo a non capire dove sta il problema.

Il non avere aspettative di immortalità in un rapporto non è in discussione, nemmeno il rispetto delle decisioni prese da chi non ha più interesse a mantenere una relazione (io non starei mai con chi non desiderasse lo stesso di me).

Detto ciò, se non nelle sfumature, mi fai capire in cosa siamo in disaccordo?

Ahò...se editi mentre te rispondo, poi me perdo :huh:

Sono preoccupata del fatto che, in linea di principio, sempre più spesso concordo con molte cose che dici. Raramente con le modalità, ma spesso nei concetti. Non credo che a te interessi, però è una cosa che mi incuriosisce.....mi starò milizzando?

Modificato da Kalema
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E' semplice kalema, il tuo malessere nasce dal non rispettare la decisione altrui. Se culturalmente, intimamente acquisissimo questo principio che dovrebbe governare ogni coppia, malesseri non avrebbero ragione di esistere in questo senso. Infatti credo che ve ne siano solo quando queste decisioni arrivano di soppiatto, senza una peventiva discussione. Probabilmente anche chi lascia senza dare spiegazioni ha qualche problema, perchè nella mentalità che io auspico non ci possono essere motivi nascosti per cui l'altro partner sta male da un'eventuale interruzione di una storia sentimentale. E' questione di chiarezza nei rapporti tra esseri umani.

Probabilmente quando uno molla così di soppiatto, ha motivi di risentimento per i quali si vuole vendicare, e sa per certo che una decisione del genere centra il bersaglio.

Però a maggior ragione in una situazione del genere non capisco di cosa bisogna soffrire.

E se la situazione è chiara, limpida nemmeno. Insomma, penso che si è vissuto una bella storia, ognuno dovrebbe essere contento per quello che ha vissuto, ed essere fiducioso di viverne una altrettanto bella.

Senza morbosità, senza sceneggiate napoletane. Senza scene alla via col vento.

Modificato da milordino
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Convenendo sulle sceneggiate da evitare, probabilmente c'è chi ha bisogno di più tempo per arrivare alla serenità nel considerare una storia finita. Per arrivare a cogliere il buono che comunque, sempre c'è e per prendere questo come uno spunto per riconsiderare, ogni volta, se stessi e il modo in cui ci si pone agli altri e a un partner.

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Sono preoccupata del fatto che, in linea di principio, sempre più spesso concordo con molte cose che dici. Raramente con le modalità, ma spesso nei concetti. Non credo che a te interessi, però è una cosa che mi incuriosisce.....mi starò milizzando?

Così come temi una storia che finisce.

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Convenendo sulle sceneggiate da evitare, probabilmente c'è chi ha bisogno di più tempo per arrivare alla serenità nel considerare una storia finita. Per arrivare a cogliere il buono che comunque, sempre c'è e per prendere questo come uno spunto per riconsiderare, ogni volta, se stessi e il modo in cui ci si pone agli altri e a un partner.

Quando esprimo un principio di carattere generale, non sto descrivendo nessuna situazione. C'è chi ha bisogno di tempo, c'è chi non cercherà mai niente se non una sana scopata e via discorrendo.

Quello che io ho descritto è una forma mentis che porta a non provare sentimenti negativi per una storia finita. Non significa che non ci sia chi ne soffrirà per sempre. Per me è soltanto un fatto culturale, pesantemente condizionato dalla frase FINCHE' MORTE NON VI SEPARI di cattolica memoria. Sinceramente non vedo tante altre ragioni per cui si dovrebbe stare male dopo una storia. Io sembro complicato, talvolta però sono fin troppo tranchant. Ah però devo fare attenzione altrimenti scrigno le chiama certezze.

Ti poni nei confronti degli altri, anche per come permetti agli altri di porti nei tuoi. Se non permetterai a nessuno di entrare nella tua vita, non entrerai a tua volta in quella degli altri. Sulla psicologia della coppia, devo ammettere di nom avere nessunissima certezza. Credo tuttavia che la famiglia di stampo occidentale non abbia più molto senso.

Forse ha ragione chi ritiene la famiglia il gruppo di persone con cui stai bene in quel momento. Un bell'esempio è il gruppo descritto nelle fate ignoranti di ozpetek.

Modificato da milordino
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Così come temi una storia che finisce.

No, mi sa che ti sbagli, e di parecchio, pure :p Trovo l'evoluzione, come il cambiamento, una cosa assolutamente naturale e fruttuosa. Mi spiace se una storia a cui tengo finisce, tuttavia non è la mia stessa vita a finire e qualcosa di buono e di bello me ne verrà sempre. Dopo il mio, personale, momento di buio, ma io ho i miei tempi e la cosa non mi crea nessun problema.

Non mi sono mai posta il problema che una storia possa finire mentre la sto vivendo, se non quando è evidente che sia quella la direzione. In tal caso cerco di capire. Se c'è un canale di comunicazione ancora aperto o se è meglio che entrambi vadano per la propria strada.

Sono per la chiarezza, sopra ogni cosa. E se c'è da lasciarsi andare serenamente, sono la prima ad ammetterlo.

Ma da qui a voler dire che certe situazioni e certe decisioni non facciano male, ce ne corre.

Che la battuta sulla milizzazione era spiritosa devo spiegartelo o la prendiamo per buona?

Modificato da Kalema
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se non quando è evidente che sia quella la direzione.

beh ma se in una coppia si è in due, e uno dei due decide di non voler proseguire, mi dici quale altra direzione vedi? in certe occasioni purtroppo non c'è da discutere, perchè c'è chi interrompe senza voler dare o sentire spiegazioni, e va rispettato ugualmente. A questo punto starai male non per la storia, ma perchè ti renderai conto di aver scoperto un tuo lato negativo. Ma potresti scoprirlo in mille altri modi, magari attraversando la strada.

Insomma, non vogliamo ammettere che nella storia sentimentale in realtà più che costruire qualcosa, cerchiamo qualcosa. E quando qualcosa non funziona al suo interno ci piace struggerci dal dolore. E' motivo di vita anche questo.

Modificato da milordino
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Nella storia sentimentale condividi, ti completi, costruisci. Ovvio che si cerca qualcosa, ma quello che dell'altro si prende, si concede di se stessi. E alla fine si cambia sempre un pò, per effetto di questa sorta di trasfusione emozionale e di vissuto insieme.

Ma a me tutto questo sembra normale, non vedo come il desiderio di completamento con un altro essere umano e il costruire qualcosa insieme possano essere in conflitto. Parlando sempre di persone mediamente equilibrate, che non hanno nella necessità dell'altro una forma di dipendenza, di morbosità.

E che poi, finita la storia, vivono tutta la vita nell'intento di renderla un eterno requiem. Li si è disturbati a priori.

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Se ognuno imparasse a rispettare le decisioni degli altri, nessuno dovrebbe sentirsi in diritto in una coppia a sentirsi male se una storia finisce. E' un ricatto morale bello e buono.

Cioè non sono neanche libero di essere triste?!? Ah Milordino... :p

Parli come se ci fosse un legame tra reazioni emotive e rispetto altrui, ma dove lo vedi?

Se uno sta male è perchè gli manca qualcosa di quel rapporto e in linea di massima continuerà a starci male fin quando non troverà la stessa cosa da qualche altra parte. Che c'entra il rispetto?

Se una ragazza mi lascia (è successo) non mi metto di certo a sindacare, a rincorrerla, a supplicarla di rimanere. Prima mi accerto che sia davvero finita e se è così rispetto la sua decisione e chiudo immediatamente ogni contatto (meglio leggasi: vada a farsi fottere).

Ciò non toglie che se insieme ci stavo bene per un po' di tempo sarò triste, ma saranno pure cazzi miei o no?

Ti poni nei confronti degli altri, anche per come permetti agli altri di porti nei tuoi. Se non permetterai a nessuno di entrare nella tua vita, non entrerai a tua volta in quella degli altri.

E grazie, se non condividi nulla e non permetti per niente alla tua ragazza di entrare nella tua vita allora certo che puoi fare l'iceman quando la tipa (giustamente) ti molla. Ma i rapporti per cui si soffre sono altri.

Modificato da GURU baba rey
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