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Forza Maggiore (Turist) (in sala fino al 12 Luglio)


Christina
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10 ore fa, absolute dice:

 Sono sicuro che alcuni dettagli non fossero messi lì per caso.

tipo quando lui abbassa la tavoletta che ha lasciato alzata lei? : D

 

8 ore fa, GURU baba rey dice:

 

2) LA BUFERA DI NEVE

Nonostante la situazione appaia ai nostri occhi pericolosa (pista transennata, deserta, con una bufera di neve e bassissima visibilità) e assolutamente inopportuna, vista la presenza dei bambini, entrambi non si intimoriscono affatto e decidono di avventurarsi. Quando poi lei scompare e chiama aiuto da lontano, lui mantiene perfettamente il controllo, e sicuro di se la va ad aiutare e torna dai bambini con lei in braccio.

E' interessante perchè qualcun altro avrebbe potuto percepire tale situazione diversamente, come una situazione di grave pericolo, e dovendo badare anche ai figli poteva andare in panico e diffonderlo ai bambini i quali lasciati soli avrebbero potuto a loro volta avere paura, muoversi per cercare di ritrovare i loro genitori e disperdersi.

Ma Ebba e Thomas no, per entrambi si trattava di una situazione perfettamente controllabile e la risolvono.

non hai avuto l'impressione che fosse una situazione improvvisata da Ebba per ridare un minimo di dignità al marito? voglio dire, così come stavano le cose tra di loro era difficile andare avanti: lui si era ridicolizzato piangendosi addosso e non aveva provveduto a proteggere la famiglia, imperdonabile, ha pensato a prendere l'iphone ( 'sta cosa qui non è che mi sia piaciuta, l'ho trovata poco credibile: se vado così in panico a tal punto da non pensare ai miei figli che mi chiamano terrorizzati, non penso che mi preoccuperei di prendere l'iphone...). Come avrebbero potuto continuare a stare assieme? lei aveva perso qualsiasi interesse nei suoi confronti, quando sono in bagno è come se lui per lei non esistesse

D'altra parte la scena della conversazione (a tratti fastidiosa tra l'altro) con la tizia ninfomane fa capire Ebba ci tiene a mantenere la famiglia unita ed è per questo forse che inscena l'incidente nella bufera: per ridare dignità a lui e per far capire ai figli che il papà li protegge. Io l'ho vista così quella scena...

 

 

E poi un'altra cosa: quando lui si dispera e piange, dice "di non riconoscersi", ma allo stesso tempo dice che si comporta in maniera vile in tante altre situazioni, persino quando gioca coi figli. Ma allora perché non si riconosce? dovrebbe riconoscersi se dice di comportarsi spesso così. Poi alla fine del film quando c'è la scena del bus lui cammina quasi sollevato; si sarà riconosciuto in Ebba e magari così riesce a "perdonarsi"

 

Comunque a me non sono piaciute e ho trovato gratuite due scene: quella della conversazione con la tipa libertina e quella di Tormund e Tomas che prendono il sole e parlano con la tizia che dice a Tomas che l'amica lo trova carino.

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5 minuti fa, tartina dice:

non hai avuto l'impressione che fosse una situazione improvvisata da Ebba per ridare un minimo di dignità al marito? voglio dire, così come stavano le cose tra di loro era difficile andare avanti: lui si era ridicolizzato piangendosi addosso e non aveva provveduto a proteggere la famiglia, imperdonabile, ha pensato a prendere l'iphone ( 'sta cosa qui non è che mi sia piaciuta, l'ho trovata poco credibile: se vado così in panico a tal punto da non pensare ai miei figli che mi chiamano terrorizzati, non penso che mi preoccuperei di prendere l'iphone...). Come avrebbero potuto continuare a stare assieme? lei aveva perso qualsiasi interesse nei suoi confronti, quando sono in bagno è come se lui per lei non esistesse

D'altra parte la scena della conversazione (a tratti fastidiosa tra l'altro) con la tizia ninfomane fa capire Ebba ci tiene a mantenere la famiglia unita ed è per questo forse che inscena l'incidente nella bufera: per ridare dignità a lui e per far capire ai figli che il papà li protegge. Io l'ho vista così quella scena...

 

Potrebbe anche essere però così fosse sarebbe una cosa gravissima da parte di Ebba: poteva trovare altri modi per ridare dignità al marito anzichè mettendo i figli deliberatamente in una situazione di grave pericolo (lasciati da soli nella tormenta potevano anche non stare fermi ma muoversi, perdersi e morire assiderati). Però è vero che quando lui la riporta indietro in braccio sembrava che lei si fosse fatta male alle gambe e non potesse camminare e invece poi scende e camminava perfettamente. Il dubbio lo lascia.

La mia impressione è che per il messaggio del film era funzionale avere le tre situazioni: una in cui lui va in panico e lei no, una in cui lei va in panico e lui no e una in cui noi spettatori andiamo in panico e loro no.

 

Per il resto concordo che ci sono alcuni dettagli poco verosimili (tipo quello dell'iPhone), così come la fragilità al limite del grottesco di Thomas annacqua un po' il messaggio di base. Non è un film perfetto ma devo dire che comunque regge fino alla fine.

 

5 minuti fa, tartina dice:

Poi alla fine del film quando c'è la scena del bus lui cammina quasi sollevato; si sarà riconosciuto in Ebba e magari così riesce a "perdonarsi"

 

La scena della camminata finale è tra le più riuscite. A partire dalla posizione in cui si trovano i personaggi.

Thomas, dopo aver "salvato" Ebba nella tormenta e dopo l'attacco di panico di Ebba sul bus, riprende la sua autostima, riesce a perdonarsi e non si sente più in difetto rispetto a lei, e così non solo cammina fiero in prima fila ma si sente nella posizione anche di concedersi uno strappo alla regola, fumando una sigaretta.

Ebba sta nelle retrovie, sentendosi sotto il giudizio degli altri.

Tormund sta in mezzo alla gente, visto il ruolo da capogregge acquisito nel momento del panico generale nel bus, e si rende disponibile a portare in braccio la bambina.

Fanni, la ragazza di Tormund, sta laterale in disparte, sintomo che nonostante Tormund si sia rivelato un uomo affidabile il loro rapporto si è incrinato.

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1 ora fa, GURU baba rey dice:

 

La mia impressione è che per il messaggio del film era funzionale avere le tre situazioni: una in cui lui va in panico e lei no, una in cui lei va in panico e lui no e una in cui noi spettatori andiamo in panico e loro no.

 

mi sembra abbia molto senso, non ci pensavo

però lo stesso non mi levo dalla testa che fosse una messinscena (seppur rischiosa, in effetti)

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Film interessante. 

 

Le scene che non avete considerato credibili a me sono piaciute perché inquadrano meglio le personalità. 

 

Il protagonista è narcisista, infantile, egocentrico, mentre la moglie è rigida e spaventata dalla libertà. La scena della valanga non fa che confermare il sentimento della moglie (che aveva svelato ad una sconosciuta i suoi piani per la vacanza: smascherare il marito) e rende la verità in tutta la sua tragicità: il marito ama più se stesso che la sua famiglia (che la moglie considera un'elungazione di se stessa). 

 

Anche io ho pensato alla scena della bufera come una messinscena della moglie per "riprendersi" il marito con dignità e non dover affrontare la libertà che una fine di relazione comporta.

 

La scena dell'autobus la voglio comprendere meglio, perché ho il sospetto che non sia così banale come mi sembra adesso. 

 

 

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2 ore fa, GURU baba rey dice:

 

Questo dove? Non ci ho fatto caso.

 

Nella reception lei dice ad una sconosciuta che lui lavora troppo e che questa vacanza serve perché lui possa dedicare tempo alla famiglia. 

 

(e lui risponde come se fosse ignaro di questo progetto) 

Modificato da Toremoon
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un film interessante, anche se non è nelle mie corde.

concordo con la chiave di lettura principale, e cioè sulle reazioni alle situazioni di panico. ma ancora prima nella lettura della situazione di pericolo, e infatti la prima cosa che mi colpisce è il protagonista che nega anche la pericolosità della situazione, mentre viene giù la valanga. 

la nega anche dopo, nella pista che sembra dismessa (e non segnalata). e sull'autobus, anche lì non fa una piega.

tra le scene che secondo me sono più significative metto quella di lui con tormund, in cui gli dice che ha bisogno di parlare (ma anche lì non dice poi nulla, urla soltanto) e quella in cui praticamente si confessa, piange a dirotto, mentre la moglie lo ignora completamente e si preoccupa solo di non farsi sentire dai figli (e non sembra sia la prima volta che succede).

sono gli unici momenti in cui esprime le sue insicurezze e il suo sentirsi inadeguato, forse più come marito che come padre.

e poi la scena della moglie persa nella pista (anche secondo me architettata) e il panico della moglie finale, che aggancio alla seconda chiave di lettura.

 

come seconda chiave di lettura, il film presenta una relazione consumata dalla incomunicabilità e arrivata al capolinea (i figli a un certo punto si dicono che non vogliono che i genitori divorzino, quindi deve essere un qualcosa di già visto o percepito per loro), in cui il marito va avanti per inerzia e la moglie sembra completamente disinnamorata del marito, ma non riesce ad andare oltre e si trova a dover ricompattare (ancora una volta?) la famiglia attorno a un equilibrio precario per il bene dei figli. 

il suo dare al marito una possibilità di riscatto combacia con la decisione, presa quasi più dai figli che da lei, di sacrificarsi ancora una volta; e fa scopa con la scena finale. si è nuovamente negata ed ha rinunciato ai suoi veri desideri (essere altrove), e la reazione esagerata sull'autobus è uno scazzo da frustrazione, e non sembra nemmeno il primo ( anche qui, da come  non reagisce il marito).

mi è piaciuta molto la scelta narrativa di lei che accusa il marito di non rendersi conto della realtà, quando anche lei, pur capendo che non c'è più un sentimento che li lega, non sembra in grado di esprimere il suo disagio interiore e di affrontare direttamente la questione. 

 

tra le cose che mi hanno lasciata perplessa: le relazioni con gli altri. in certi momenti sembra che si conoscano già sia con la coppia tormund-compagna, che con la tipa libertina, in altre no. sarebbe importante da capire per inquadrare meglio alcune scene. 

 

nel complesso riconosco che il film è fatto bene, ha una trama interessante e ho apprezzato molto anche la colonna sonora, ma personalmente mi infastidiscono tanto i dialoghi fatti in quella maniera, con gran parte di domande retoriche o frasi ripetute più volte con piccole modifiche, cambiando o meno il personaggio a cui ti rivolgi. Questa modalità di narrazione appesantisce per me inutilmente il film e sono convinta si possa rendere l'ossessione o la frustrazione in altre maniere anche più efficaci (o almeno alternandole)

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21 ore fa, silvia_fi dice:

 

tra le cose che mi hanno lasciata perplessa: le relazioni con gli altri. in certi momenti sembra che si conoscano già sia con la coppia tormund-compagna, che con la tipa libertina, in altre no. sarebbe importante da capire per inquadrare meglio alcune scene. 

 

mi sa che con Tormund si conoscessero gia (non la sua fidanzata però), lui è un amico di Tomas; mentre con la coppia libertina si erano conosciuti nel rifugio.

 

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2 minuti fa, SCRIGNO MAGICO dice:

Visto ieri notte. Film interessante, che offre vari spunti. 

Scrivo senza leggervi per non farmi influenzare. 

Mi sono aperto un file di appunti per sviluppare poi le mie riflessioni.

Spero entro Natale... ;) :D 

 

 

 

daiii ma scrivile subito, mica devi fare un trattato! 

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15 minuti fa, SCRIGNO MAGICO dice:

Visto ieri notte. Film interessante, che offre vari spunti. 

Scrivo senza leggervi per non farmi influenzare. 

Mi sono aperto un file di appunti per sviluppare poi le mie riflessioni.

Spero entro Natale... ;) :D 

 

Una volta non eri così procrastinatore, cosa è successo?

Il bello di un cineforum sono i commenti a caldo, vogliamo leggere le tue prime impressioni!

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1 ora fa, SCRIGNO MAGICO dice:

Visto ieri notte. Film interessante, che offre vari spunti. 

Scrivo senza leggervi per non farmi influenzare. 

Mi sono aperto un file di appunti per sviluppare poi le mie riflessioni.

Spero entro Natale... ;) :D 

 

 

 

dicci quali scene ti hanno colpito di più e quelle che ti hanno lasciato perplesso!

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Posso finalmente scrivere, e lo faccio senza leggere voi.

 

Il film mi è piaciuto molto, forse un po' lento e non adatto al contesto e alla situazione in cui l'ho visto - ero in treno, ero molto stanco e avevo molto sonno; a metà ho dovuto interrompere e riprendere dopo un po' -.

 

Appena finito di vederlo dicevo che il film mi ha messo in crisi perché non sapevo con chi empatizzare o identificarmi. Ebba, per me, ha sicuramente ragione nel momento in cui dice che Tomas avrebbe dovuto ammettere quello che ha fatto. Tomas, d'altro canto, per me non ha fatto nulla di male: capisco benissimo che si possa rimanere un po' interdetti di fronte al suo comportamento, ma come ha detto Tormund l'istinto di sopravvivenza è molto più forte di qualsiasi altro istinto. Se io fossi stato il suo partner l'avrei rimproverato, ma non l'avrei demonizzato. Il problema è che mi rivedo molto in Tomas.

 

La crisi di Ebba sul finale (e la scena finale della camminata sulla strada) è il perfetto contrappasso, che mostra la vulnerabilità di Ebba e come, in un momento di panico, neanche Ebba abbia pensato ai figli. 

 

Il film mi è sembrato più “reale” che “vero”. Gli attori molto bravi, specie Tomas ed Ebba. Ho trovato fastidioso il comportamento di entrambi (nel momento in cui una non riusciva a passar sopra a questa cosa, o a razionalizzarla, e un altro invece non riusciva ad ammettere di aver agito senza pensare). 

 

Bella l'ambientazione. Chissà se invece di valanga fosse stato uno tsunami come sarebbe cambiato il film.

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10 minuti fa, GURU baba rey dice:

Per curiosità: qualcuno ha dato un significato alla scena in cui Thomas si ritrova non so come in una specie di sauna tra ragazzi ubriachi mezzi nudi che urlano?

madonna me l'ero dimenticata quella scena. Mi aveva fatto ridere che lui pensasse che sto branco di persone fuggisse da qualcosa e si era messo a correre pure lui a caso. Onestamente non riesco a inquadrarla bene quella scena, qualsiasi interpretazione mi sembra banale. 

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11 minuti fa, tartina dice:

madonna me l'ero dimenticata quella scena. Mi aveva fatto ridere che lui pensasse che sto branco di persone fuggisse da qualcosa e si era messo a correre pure lui a caso. Onestamente non riesco a inquadrarla bene quella scena, qualsiasi interpretazione mi sembra banale. 

 

La prima impressione che ho avuto era che fossero delle specie di ultras che esultavano per una partita, poi che fosse una scena inutile buttata li a caso.

Se qualcuno ha un’interpretazione che le dia un senso sarei curioso di sentirlo.

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23 ore fa, tartina dice:

daiii ma scrivile subito, mica devi fare un trattato! 

 

23 ore fa, GURU baba rey dice:

 

Una volta non eri così procrastinatore, cosa è successo?

Il bello di un cineforum sono i commenti a caldo, vogliamo leggere le tue prime impressioni!

 

21 ore fa, tartina dice:

dicci quali scene ti hanno colpito di più e quelle che ti hanno lasciato perplesso!

 

Purtroppo ho il vizio di rimandare, ma solo le cose a cui tengo per cui il procastinare è dovuto al voler dare qualcosa di completo e articolato anziché raffazzonare qualcosa di raccogliticcio.

 

E poi col caldo soffro di narcolessia, disturbo della concentrazione e catalessi a intermittenza e senza preavviso!  ;) 

 

°°°°°°°°°°

 

Cominciamo con qualche facezia che poco ha a che fare col film. 

 

- Anche voi a inizio e fine film sentite una voce femminile scandire "21 k"?

- E l'audio ogni tanto vi oscillava dal canale sinistro-destro senza motivo?


Concludo i tecnicismi con una nota: il fotografo turistico aveva un difetto di...mira sul lato sinistro delle foto, notate come lo tagliava senza lasciare una adeguata striscia di luce come sul lato destro! ;)  


Scusate ma da ex fotografo turistico a Livigno, per un ex forumista, non potevo esimermi! :D

 

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FORZA MAGGIORE

 


Premessa: le donne sono...cagacazze, ;) o se preferite, più cagacazzi degli uomini!  :D Che sono esseri molto più semplici, limitati, basici; mentre le donne sono molto più polideriche e complesse. Del resto Oscar Wilde diceva che le donne non vanno capite, vanno amate. ;) 

 

Eccoci al film.

 

Mi colpisce subito che quella che dovrebbe essere un'allegra famiglia che va in vacanza a divertirsi, in realtà, in nessuno dei suoi componenti, manifesta particolare eccitazione ed entusiasmo. Normalità svedese o anaffettività di quel nucleo specifico? Ah, saperlo, saperlo... :D


La sensazione che inizialmente si fa strada, è che per Ebba quella vacanza non siano altro che "prove tecniche di separazione". O l'ultimo tentativo prima di dar luogo alla spaccatura definitiva e al distacco. 

 

Episodio chiave del film. La valanga pare travolgere tutto, il padre scappa, la madre resta (anche se di fatto non è che questo rappresenti utilità o salvezza per i figli: è istinto contro istinto, quello di madre per la moglie, quello di sopravvivenza per il marito).
Questo sconvolge i già precari equilibri familiari, e probabilmente mina ancora più a fondo un amore tiepido, forse vicino al tramonto, da parte della moglie, che appare subito inquieta, turbata, sconvolta.

 
Il problema (nel problema) è però la reazione della donna. Che condanna senza appello e via di scampo il marito, uomo già di per sé insicuro, a cui si aggiunge il grave peso di un senso di colpa annichilente. 


L'episodio, non approfondito, non elaborato in privato, col giusto tatto, mettendosi a nudo, senza nemmeno un tentativo di accettazione dell'altro, sfocia in un processo senza fine, sempre latente, ordito dalla moglie a danno del marito. E, complice l'alcol, emerge in tutta la sua drammaticità nella conversazione con gli altri, quasi a cercare l'accettazione di estranei, piuttosto che interpellare il "colpevole", già condannato dalla donna, oppressa (dalla schiacciante riprova?) di tanta debolezza e vigliaccheria dell'uomo, almeno dal suo punto di vista.


I due provano quindi, forse senza troppa convinzione, la carta della complicità, ma la donna non riesce a mantenere i propositi e a "proteggere" la figura del marito; è troppo disorientata da quel nervo scoperto, da quella angosciante mancanza di risposte,  e il "processo" riesplode nuovamente, e in maniera sempre più grave e spietata, con la coppia di amici. 


Ebba vive un chiaro conflitto, chiede ad esempio un abbraccio a Tomas, lo vuole ricevere, essere rassicurata, ma non lo sa dare, sa solo chiederlo. E quando lui, sotto il peso del rimorso e dell'incomprensione e appoggio della moglie, crolla nel pianto, si sviluppa quella che per me è la scena più bella, drammatica, emozionante e cupa del film: i bambini abbracciano il padre singhiozzante, la madre non si unisce al calore consolatorio, deve essere sollecitata dai bimbi più volte, e solo alla fine si avvicina, ma le teste che accarezza sono quelle del figlio e della figlia. Per il marito, ancora una volta non c'è scampo, perdono, accettazione, empatia. 


Mi verrebbe da metterci la faccina triste, per la mancanza di unità di questa coppia... 


La non-valanga ha di fatto invece illuso di sommergere, ma poi portato alla luce senza filtri, tutte le problematiche del rapporto tra i due adulti, e non solo.
La non-valanga è stata in realtà un'effettiva valanga emotiva, che ha travolto la famiglia, nelle sensazioni, nelle debolezze, nella fragilità di ciò che manca, che è cercato e non trovato; ma la cosa più drammatica ancora del momento di paura e fuga dell'uomo, è la non accettazione dell'altro da parte della moglie. La non stima, la non sicurezza, valori fondamentali per la donna, che ha la conferma di non trovare (più, mai?) nel marito, e che la sconvolgono...togliendole ogni certezza, o meglio, confermandole l'inesistenza di quegli appigli e supporti esistenziali per lei irrinunciabili.
 
Per fortuna, in questa cappa di angoscia e condanna, il regista Ostlund ci solleva con l'episodio della sciata in famiglia, e "l'incidente" alla moglie. 


Qui il marito trova tempi e modi per agire con lucidità, fermezza, forza mentale e fisica; impartisce ordini sicuri ai figli: "Aspettate qui", e torna a piedi a soccorrere la moglie, per poi portarla in salvo. 
Perfetto, marito che torna eroe, e serenità recuperata. 
...
Siamo sicuri sia andata davvero così?
Analizziamo bene l'accaduto...
La moglie "si fa portare in braccio" dal marito, i figli vedono finalmente il padre nel ruolo di condottiero coraggioso.


Ma in realtà, chi ha salvato chi?

 

Dopo questa scenetta la donna risale senza alcun problema con le sue gambe, e va tranquilla, decisa, non certo ferita o sofferente, a riprendersi i suoi sci a monte...


Faccio un inciso, ricordate "La vita è meravigliosa" di Frank Capra? 
Qui Clarence, angelo di seconda categoria, alla ricerca delle ali della promozione, si butta nel fiume. E George Bailey (James Stewart), che meditava ipotesi di suicidio, vedendo il poveretto in acqua, si tuffa istintivamente per salvarlo. 
L'angelo poi, davanti alla stufa, coi panni ancora bagnati, dirà allo stupefatto giovane: "Io ti ho salvato"! E all'inizio George non potrà capire che l'angelo, mostrandogli la vita come sarebbe stata se lui non fosse mai nato, lo ha "salvato" da quella perdizione che, prossima, tentatrice e minacciosa, gli stava aleggiando attorno, travolgendolo invece coi suoi valori di generosità e amore per la vita, meravigliosa, anche quando altrui...
 
Torniamo al nostro film.


Ripeto, chi ha salvato chi?

 

E' chiaro che questo sia in realtà il primo vero e proprio gesto di generosità, empatia e altruismo compiuto dalla moglie a favore del marito, per recuperare l'autorità e sicurezza della figura paterna, a tutto beneficio dei figli. 


Questo episodio è l'importante crocevia del percorso di liberazione di Tomas. Che possiamo significare in tre tappe: 

- l'urlo liberatorio insieme all'amico;
- la partecipazione senza freno alla baldoria con gli ubriachi (non senza il solito istinto iniziale di fuga);
- tornare infine a fumare.

Sono i simboli dell'emancipazione di un giovane uomo forse sino ad allora troppo chiuso nei compartimenti stagni di un ruolo istituzionale di padre-marito perfetto, che non si attagliava più coi suoi limiti e debolezze, così splendidamente umani, nella loro "difettosità". 


L'uomo, via via sgravato da costrizioni opprimenti, recupera la sua sicurezza attraverso l'accettazione serena dei propri difetti, limiti; in sintesi: di se stesso. Unica  strada possibile per essere accettato anche dagli altri.

 

Il messaggio finale del regista poi, ci restituisce una  Ebba che cade anch'essa nell'errore (ma è poi un errore??) dell'irrazionale cedimento all'istinto di sopravvivenza, quando si abbandona alle sue paure, e senza preoccuparsi dei figli, esige di scendere dal pullman. Da sola.


Chi rimane sul mezzo "a rischio" è solo l'amica libertina. Che porta avanti un percorso diverso, quello dell'egoismo ma al contempo della piena consapevolezza delle possibili conseguenze delle proprie scelte, che accetta come ineluttabile posta in gioco per il tipo di vita voluto.

 

Il significato del film è notevole, ognuno ha il suo percorso, e quello della nostra famigliola di vacanzieri Svedesi è che si devono accettare i propri limiti, ma soprattutto quelli degli altri, a maggior ragione di coloro che amiamo.

 

Perché nessuno ha in sé forza e perfezione, e men che meno le ha sempre e per sempre.

 

Necessario è quindi comprendere anche i momenti di debolezza, fuga e paura, nostri e del prossimo, perché o prima o poi il ruolo di debole ma anche di forte, di vigliacco, ma anche di eroe, può toccare a tutti. 


Saper intraprendere questa strada riesce a cementare, anziché disgregare con la forza di gelida neve graffiante, l'unione e la compattezza dei nuclei composti dalle persone che abbiamo scelto, che amiamo e che ci amano. 

 

Bollino Scrigno, brava Tartina. :) 

 

000 BOLLINO SCriGNO 2.jpg Voto 7,5  

Modificato da SCRIGNO MAGICO
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