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referendum costituzionale


liotru
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Apprendo da questo articolo http://www.repubblica.it/politica/2016/11/24/news/referendum_la_guerra_degli_appelli-152675951/ che la grandissima Franca Valeri è per il SÌ , ma soprattutto che esistano dei meravigliosi comitati per il NO, tra cui gli inquilini di Livorno per il NO e gli avvocati di Pisa per il NO.

 

Vorrei scrignescamente proporre un gioco: inventa il tuo comitato per il NO. Sbizzarritevi.

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comunque la diatriba poteri forti per il no e il mi nonno per il sì ha due livelli di critica:

 

1- per quanto riguarda bocelli e fiorella mannoia: teste di cazzo fatevi un'idea vostra invece di dar retta a questi che sanno una sega

(e fin qui ci siamo tutti)

 

2- per quanto riguarda jp morgan, licio gelli, berlinguer, calamandrei, ingrao, tutti richiamati in un senso o nell'altro come artefici della riforma, c'è una cosa che fa riflettere:

 

che TUTTI, società civile, politica, imprenditoriale, in Italia negli ultimi almeno 30 anni ha riconosciuto l'inefficienza del bicameralismo paritario, e NESSUNO è mai riuscito a superarlo.

 

Dicono "abbiamo fatto 13 riforme in 15 anni la costituzione si cambia quando si vuole" grazie al cazzo, se cambi un articolo che sta bene a tutti fai presto, ma eliminare il senato politico significa far votare una classe dirigente contro il proprio interesse, ed è una cosa senza precedenti.

Chiunque concepisse una riforma miglioratrice del sistema politico italiano (padri costituenti già nel 48, v. meuccio ruini e calamandrei, tutta la classe politica del PCI che subiva il sistema, v. berlinguer, ingrao, nilde iotti, fino a occhetto nel '94, i sindacati, confindustria, massoni eversivi, osservatori internazionali, i mercati finanziari) partivano tutti da quello: superiamo questa faccenda assurda per cui le camere si rimbalzano le leggi finché non arriva il governo che hanno eletto con una coalizione di centro a imporgli i decreti d'urgenza.

 

Per cui ora si ha gioco facile a citare uno anziché un altro per dire "eh ma l'ha detto anche lui che il bicameralismo ridondante non andava bene", è perché non esiste nessuno al mondo che abbia sostenuto la sua efficienza.

Modificato da Tersite
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Comunque il bicameralismo e i governi di coalizione - anzi, la tendenza ad avere solo governi di coalizione, perché le alleanze post-elettorali capitano pure altrove - sono due faccende ben distinte.

La prima si supera con questa riforma, che poteva essere fatta meglio, ma ok, questo passa il convento.

La soluzione del secondo problema va favorita con una buona legge elettorale - buona, quindi non il porcellum o l'italicum - ma dipende anche da fattori non governabili per via legislativa.

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sì, io non penso che questa riforma impedisca in sé le grandi intese (lo farebbe senz'altro il combinato disposto), faccio il discorso inverso: senza riforma sono inevitabili le grandi intese.

 

E aggiungo che le grandi intese impediscono la conclusione di riforme migliori, e avrebbero impedito di arrivare anche a questa, secondo me, come infatti stanno cercando di fare, se non fosse per una serie di circostanze degli ultimi 5 anni che ho scritto qualche messaggio fa.

Il fatto che l'80% del senato 2 anni fa abbia votato sì alla riforma e l'80% del senato oggi sia per il no, è clamorosamente eloquente.

Modificato da Tersite
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Questa è una riforma costituzionale, quindi esula dal tuo ragionamento , perché le riforme costituzionali richiedono intese ampie sulla base della costituzione stessa (ed è un bene che sia così).

Per le altre riforme concordo. 

Ti faccio notare che anche con l'italicum nulla vieta a una coalizione di presentare una lista unica e poi dividersi in parlamento.

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pardon, per "grandi intese" intendo "governi di coalizione tra centrodestra e centrosinistra", non un accordo tra le forze parlamentari di maggioranza e di minoranza che è auspicabile in qualsiasi sistema e fa parte della costituzione materiale come insegna zagrebelsky.

 

spero che renzi quando grida "mai più grandi intese" intenda lo stesso :-)

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1 ora fa, pachu dice:

Questa è una riforma costituzionale, quindi esula dal tuo ragionamento , perché le riforme costituzionali richiedono intese ampie sulla base della costituzione stessa (ed è un bene che sia così).

Per le altre riforme concordo. 

Ti faccio notare che anche con l'italicum nulla vieta a una coalizione di presentare una lista unica e poi dividersi in parlamento.

 

Nulla lo impedisce, tranne la difficoltà di mettersi d'accordo ;)

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38 minuti fa, Konko dice:

 

Nulla lo impedisce, tranne la difficoltà di mettersi d'accordo ;)

Ci si riesce con le coalizioni, ci si riesce "dopo" in parlamento, ci si riesce "durante" nei sistemi a doppio turno. Figuriamoci se non ci si riesce anche con l'italicum (faccina che fa l'occhiolino ).

 

Dopodiché è un gran bene che siano scomparse le coalizioni ma non basta per arrivare a un sistema bipartitico.

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Basterebbe fare una norma che impedisca di creare gruppi parlamentari diversi rispetto alle liste presentate alle elezioni. Ma sarebbe una norma da dittatura sudamericana, come quella che impone il vincolo di mandato. 

 

La soluzione a parlamentari che cambiano casacca è semplicemente quella di fare collegi uninominali. Col cazzo che puoi presentarti nello stesso collegio una volta col Partito dei Pini e quella dopo col Partito delle Ginestre. 

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2 ore fa, Ulixess dice:

Basterebbe fare una norma che impedisca di creare gruppi parlamentari diversi rispetto alle liste presentate alle elezioni. Ma sarebbe una norma da dittatura sudamericana, come quella che impone il vincolo di mandato. 

 

da dittatura sudamericana, nonché da riforma del 2006.

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c'era la famigerata norma antiribaltone, che in pratica consentiva al capo del governo di sciogliere le camere a meno che la stessa maggioranza parlamentare che sosteneva il governo all'indomani delle elezioni (e non parlamentari diversi) indicasse un altro capo di governo (cd. sfiducia costruttiva), per cui la libertà dal vincolo di mandato rimaneva formalmente ma era di fatto indebolita.

Modificato da Tersite
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Beh, è una cosa diversa da quella che dico io però. La mia era una risposta a pachu che diceva che con l'Italicum partiti diversi possono unirsi in una lista e poi separarsi in parlamento. Tra l'altro in un sistema in cui c'è l'elezione diretta del PdC la sfiducia costruttiva è una norma doverosa, a mio avviso. 

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In questo senso la riforma del 2006 impediva che un governo fosse sostenuto da una maggioranza parlamentare diversa da quella uscita dalle elezioni.

Trovo comunque che l'obiettivo delle riforme istituzionali ed elettorali non debba essere di forzare queste dinamiche ma di incentivarle, sicché non esageriamo.

Modificato da Tersite
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