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referendum costituzionale


liotru
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 vabbè. Le campagne "elettorali" si giocano anche a questi colpi.  telematicamente era arrivata anche la controlettera di D'Alema. Che m'ha fatto proprio ridere, dato che veniva da colui che se ne è sempre infischiato degli italiani all'estero. Non dimentico come all'ultimo congresso DS nel 2007 trattó la nostra delegazione con arroganza, supponenza e strafottenza. 

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Gli italiani all'estero medi, confermerà Tony, sono peggio degli italiani medi in Italia, su nazionalismo e tamarraggine. 

O almeno erano così un tempo.

 

Se ricevessi una storia italiana 2 sarebbe difficile per me mandare indietro un voto a favore di quella roba.

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L'italiano medio all'estero - di solito - usa gli stessi canali di informazioni dell'italiano medio in Italia. Riguardo la strana componente nazional-tamarra , si forse un tempo era così. Oggi non lo so. Riguardo a prima L'emigrazione si è abbastanza diversificata. 

 

Comunque we are getting off track.

ho votato e spedito la lettera al consolato!!

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14 ore fa, tony dice:

Comunque la lettera, Renzi, se la poteva pure risparmiare.

 

ma infatti renzi sta facendo la stessa cosa che fece per le amministrative. non ha imparato la lezione n. 1 della politica: se vuoi fare il serie fai il serio e ti prendi i voti della gente seria. se vuoi fare il coglione fai il coglione e ti prendi i voti dei grill coglioni. se fai la via di mezzo perdi una parte di voti sia di quelli seri che di quelli coglioni.

se te ne esci a sorpresa con l'idea di dubbia bontà di una lettera a 3 settimane dal voto, scoraggi le persone serie che si sono fatte una idea informandosi, e allo stesso tempo l'assenza nella lettera stessa di espressioni prive di buonsenso e/o assenza di invettive scoraggiano i fanatici

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Ho fatto due conti così tanto per capire se siamo di fronte ad una "svolta autoritaria".

 

Con l' italicum (per come è ora) il premio di maggioranza è 340 deputati.

Il presidente della repubblica (con il SI) viene eletto con il 66% dei voti (dal primo al terzo scrutinio) e poi con il 60% (dal quarto al sesto).

Vuol dire, rispettivamente, con 487 voti e 438.

Nella migliore delle ipotesi, mancano 98 voti.

Il senato tutto intero sono 100 (di cui 95 dalle regioni).

Vorrebbe dire che ANCHE SE un partito governasse tutte le regioni (abbastanza improbabile), rischierebbe di non riuscire a far nominare il suo candidato per "colpa" dei 5 senatori a vita.

Dal 7° scrutinio in poi, serve il 60% dei VOTANTI: storicamente, la media dei votanti alle elezioni del Presidente della Repubblica è del 98,5% (quindi cambia pochino).

Modificato da Konko
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C'è un carteggio tra Ingrao e Bobbio del 1986 di un'attualità impressionante.

Non mi capacito di come la sinistra voti per affossare l'unica alternativa al perpetuarsi del regime democristiano.

 

Qui il compagno pietro

 

Spesso mi sono sentito dire: «Ma perché riforme istituzionali? Ci sono tante cose da fare». Io rovescio il ragionamento: come fare tante cose urgenti, senza riforme istituzionali? Come affrontare il tema del tutto inedito di una disoccupazione massiccia connessa all’innovazione e allo sviluppo, senza dare una dimensione sovranazionale a tutta una serie di funzioni, e al tempo stesso decentrarne con audacia tante altre all’interno degli Stati nazionali, riformando da due parti la macchina dello Stato? Come gestire la trasformazione dell’economia senza ripensare la struttura del governo? Rischiare di stare fermi persino sulle questioni ultramature: perché raddoppiare inutilmente il tempo di elaborazione delle leggi (con i connessi giochi trasformistici), in un bicameralismo parlamentare che non sta più in piedi? 

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Il 18/11/2016 at 23:22, Tersite dice:

C'è un carteggio tra Ingrao e Bobbio del 1986 di un'attualità impressionante.

Non mi capacito di come la sinistra voti per affossare l'unica alternativa al perpetuarsi del regime democristiano.

 

Qui il compagno pietro

 

Spesso mi sono sentito dire: «Ma perché riforme istituzionali? Ci sono tante cose da fare». Io rovescio il ragionamento: come fare tante cose urgenti, senza riforme istituzionali? Come affrontare il tema del tutto inedito di una disoccupazione massiccia connessa all’innovazione e allo sviluppo, senza dare una dimensione sovranazionale a tutta una serie di funzioni, e al tempo stesso decentrarne con audacia tante altre all’interno degli Stati nazionali, riformando da due parti la macchina dello Stato? Come gestire la trasformazione dell’economia senza ripensare la struttura del governo? Rischiare di stare fermi persino sulle questioni ultramature: perché raddoppiare inutilmente il tempo di elaborazione delle leggi (con i connessi giochi trasformistici), in un bicameralismo parlamentare che non sta più in piedi? 

 

Quando uno ha (aveva, in questo caso) un cervello funzionante... ;) 

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E comunque si sta ribaltando la situazione al lavoro, i "pro no" sono convinti che il populismo dei "pro sì" avrà la meglio, perchè hanno boicottato le menti. Sono state citate interviste (che non ho visto e non ho ancora cercato) dove i "pro si" non erano in grado di formulare una risposta sensata e brancolavano nel buio :D , ma non sono riuscita a collegare tutto questo alla loro idea di vittoria del sì.

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2 ore fa, Crisalide dice:

E comunque si sta ribaltando la situazione al lavoro, i "pro no" sono convinti che il populismo dei "pro sì" avrà la meglio, perchè hanno boicottato le menti. Sono state citate interviste (che non ho visto e non ho ancora cercato) dove i "pro si" non erano in grado di formulare una risposta sensata e brancolavano nel buio :D , ma non sono riuscita a collegare tutto questo alla loro idea di vittoria del sì.

 

Io ho un'idea abbastanza radicale: nel 2013, prima che arrivasse renzi, questa riforma nelle basi era già scritta, dalla commissione di 200 costituzionalisti creata da napolitano, ma i partiti non ne facevano niente. La chiedevano, a parole, tutti (perfino la cgil e i costituzionalisti che oggi scrivono libri per il no, tipo zagrebelsky e onida) ed era un compromesso perfetto con destra antiburocrazia e pro governabilità e antipolitica varia per i tagli.

Napolitano quando si insedia fa un appello esplicito che mi pare di aver già postato, con il plauso di politica e società civile.

Arriva renzi, comincia l'iter, e in prima lettura al senato passa con l'80% dei voti senza contrari. Lui col 40% delle europee dice che passerà coi 2/3 e che farà comunque il referendum da quanto è certo di avere un consenso unanime per una riforma di cui tutti parlano da 30 anni, invece ora ha perso i due terzi e con ogni probabilità perderà anche il referendum.

 

Da allora infatti accade l'imponderabile, gli equilibri politici cambiano (i 5 stelle non calano di consenso, il caso Mattarella fa fuori Berlusconi) e il consenso si sgretola.

 

Ora renzi si ritrova addirittura da solo (anche metà pd vota no, dopo averla approvata 6 volte insieme a altre parti della sinistra, monti e compagnia cantante) ma in fondo tutte le opposizioni sono strumentali e in passato hanno sostenuto, quando non direttamente scritto, la riforma.

 

Gli unici no sensati sono dei vecchi democristiani a cui sta bene un governo conservatore che si perpetua umiliando il parlamento. Oppure, ovviamente, di chi è impegnato in politica personalmente contro renzi e ha l'occasione di farlo patire una sconfitta.

Modificato da Tersite
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Tutto vero. Se Renzi avesse detto che la Riforma era un parto di tutto il Parlamento ed avesse incensato un po' anche le opposizioni, il referendum sarebbe stato una formalità. Invece ha voluto piazzarci la sua credibilità, ci ha giocato il proprio futuro politico, ed ora ovviamente gli altri vedono la possibilità di far fuori Renzi e non gli pare vero, dimenticando tristemente il bene comune (giusto per riallacciarsi al discorso del "si vota per i propri interessi o per il bene comune").

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Posto che la personalizzazione è stata una cazzata, penso che sia sopravvalutato il fatto che renzi l'abbia posta in quel modo: probabilmente la personalizzazione sarebbe stata inevitabile anche suo malgrado, e gli avversari l'avrebbero usato per abbatterlo.

 

Semmai col senno di poi l'errore strategico è stato perdere Berlusconi con l'elezione di Mattarella, ma non riesco a fargliene una colpa.

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Dopo aver dato degli ignoranti e analfabeti agli elettori della Brexit e di Trump, confido molto nelle zone rurali e, insomma, elettorato analogo di Brexit e Trump per la vittoria del si.

Come? C’è una vastissima fascia di cittadini non facebookkinara, non whatsappara, insomma, il popolo silente fuori dal mondo che guarda solo la tv ed ogni mezzora si vede sottoporre il quesito “sei favorevole alla riduzione dei parlamentari ed al contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, eccetera?”

Come fai a dire di no?

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Io che di solito sono ottimista mi ritrovo ad essere molto pessimista per il risultato di questo referendum. Sono convinto che stravincerà il no.

 

Però mi è capitato nell'ultima settimana di parlare con 2-3 persone con le quali non avevo mai parlato di politica prima e che non sanno nulla di come la pensi io.

E tutti mi hanno detto "mah, io penso che voterò sì". Gente assolutamente insospettabile, sulla quale non avrei puntato una lira.

Lo motivazioni sono state: 1) E' l'unico modo per cambiare qualcosa, 2) riduce il numero dei senatori.

 

Motivazioni di merda o che non considero decisive, ma che vanno benissimo. <3

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Pelat ha ragione... ma penso che servirà solo a ridurre il divario.

 

Devi considerare il fatto che se ognuno votasse in base alle istruzioni del partito che oggi voterebbe alle politiche, il risultato sarebbe 70% NO e 30% SI.

Lo stesso risultato (anzi, forse 80-20 in questo caso) si avrebbe anche con un referendum secco sull'operato del governo (come da molti viene visto questo, peraltro).

 

Quindi partendo da queste percentuali bulgare, è possibile che ci siano così tanti SI dagli altri schieramenti, sia per le ragioni del Pelat che nel giusto merito della riforma, tali da ribaltarne l'esito?

 

Per me no purtroppo, quindi penso che il NO si attesterà tra il 55 e il 60 per cento.

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