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Partita 17 - Prologo


Orfin Voidbringer
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Correva l'anno 673 nel villaggio di Barovia, ma la cosa non avrebbe potuto avere meno importanza per gli abitanti di quel piccolo, insignificante insediamento incastrato sgraziatamente nella brulla vallata da cui prendeva il nome. Contadini da generazioni, ignari di cosa fossero il benessere e lo sfarzo, e schiavi da generazioni.

Schiavi di una potente entità sovrannaturale, nascosta tra di loro e sempre pronto a ghermirne qualcuno nottetempo: il Conte. Le voci circolanti attorno a questo essere si rincorrevano da tempo immemore, ma nessuno fino ad allora era mai stato in grado di arrestarne i soprusi. Si diceva che avesse potenti sottoposti, tra i quali una donna bellissima, in grado di spezzare lo spirito dei comuni mortali e consegnarli, impotenti, alle grinfie del malvagio Conte. Altri sostenevano che fosse lui stesso a piegare le menti degli innocenti alla sua volontà e altri ancora lo descrivevano come un enorme essere mezzo uomo e mezzo pipistrello, cieco e dalle enormi ali pelose, ma nessuno l'aveva mia visto sul serio... forse.

Da un po' di tempo a questa parte, però, in villaggio circolavano dei nuovi volti e strani oggetti sbucavano dalle bisacce dei visitatori: palle di cristallo, balestre della più fine fattura e strumenti da medico che il segaossa del villaggio non aveva mai immaginato si potessero impiegare per guarire una persona. I brutti ceffi non mancavano, però. Per un giovane e attraente straniero che faceva svenire dietro di sé le figlie dei fattori, ce n'era almeno un altro che faceva chiasso alla taverna, sputava in terra e scacciava i bimbi curiosi che gli si avvicinavano.

Come si sarebbe comportato il Conte nei confronti di questi stranieri? Era forse l'alba di un giorno nuovo? O forse i primi rossori di un tramonto insanguinato, che avrebbe trascinato nella follia il piccolo villaggio di Barovia? L'unico modo per scoprirlo, era indagare e parlare con questi nuovi arrivati. Chi erano costoro? Queste furono le loro presentazioni e ciò che dissero quel primo giorno...

(Il Topic resterà aperto fino alla mezzanotte di Domenica, non agirà nessuno. Il Primo Capitolo verrà scritto Lunedì a partire dalle 11)

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E' una serata strana a Barovia, quel poco di tepore che da qualche giorno aveva allietato il villaggio è svanito, ed io, un semplice contadino di nome Penniuimbol, temo il peggio. Il Conte sta per arrivare me lo sento e ci ucciderà tutti se non facciamo qualcosa insieme! Metterò le mie patate (che sono rinomate per essere le più buone del villaggio) a disposizione per aiutarvi, o concittadini di Barovia, di modo che i vostri poteri scoprano prima i nostri aguzzini vampireschi. Ma mi sa che c'è qualcos'altro nell'aria.

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Buonasera,

Ho un ruolo contandino buono che in teoria sarebbe importante, ma in pratica viste le potenze che hanno i cattivi, ed anche i poteri di altri buoni, diventa sostanzialmente marginale.

Mi sento un po' insignificante rispetto ad altri ruoli.. Mi sarebbe piaciuto provare qualcosa di nuovo, ma va bene, non mi lamento, penso di saper maneggiare questo ruolo e faró del mio meglio, anche se come ho detto x me i contadini hanno poche possibilità..

Credo che l'unico modo x vincere sarà rivelarsi.. Non subito, e nn palesemente, ma i cattivi (soprattutto i vampiri) sono talmente forti che se ci mettiamo a proteggerli/resuscitarli anche noi, sono cazzi..

Vediamo che succede, forse se dal lato buoni ci sono 3-4 esperti del gioco avremo qualche possibilità in piu..

Curioso di sentire le vostre presentazioni..

A lunedì..

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(grazie al Master per ricordarmi Ravenloft e le mie lunghe avventure e campagne in questo bellissimo mondo).

Francamente pensando infatti a tutte le terribili esperienza GdRiste in Barovia, mi viene solo in mente una cosa: scappare.

Suppongo che il Borgomastro Orfin ci dirà che le Nebbie si sono alzate ai confini ... vero ? :D

Comunque, concordo ... sarà una dura partita. Non solo dobbiamo fare fuori i vampiri, ma dopo ci toccherà pure affrontare i lupi.

Che nel frattempo credo, avranno ancora il Negromante e i loro poteri a disposizione.

Ho la brutta impressione che infatti ci spingeranno a fare il lavoro sporco con i vampiri per poi darci il colpo di grazia finale.

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Sono arrivato alle porte del villaggio dopo una lunga, lunghissima, cavalcata.

E' stato un viaggio tumultuoso: partendo dalle calde regioni iberiche, a due passi dal punto estremo del mondo, ho vissuto tante nuove esperienze. La voglia di conoscere ciò che si trova al di fuori della mia città sul mare mi ha dato certezza che avrei potuto affrontare di tutto; mai, però, mi sarei aspettato il freddo pungente dei monti. Certo, ne avevo sentito parlare da chi il viaggio lo aveva percorso in direzione opposta... Ma solo ora ho capito quanto fossero vere quelle parole considerate esagerate... Poi, il clima dolce delle colline in fiore (quei fiori viola e con un profumo inebriante mi sono rimasti nel cuore e nelle membra) mi ha rinvigorito dandomi la forza e la speranza di ritrovare lo stesso spirito al di là di quelle vette ancora più spigolose e dure delle precedenti... Ma seguendo il corso del fiume, giù da quei monti proseguendo nella pianura, ho incontrato questo villaggio.

E, non so, questo posto mi da una strana sensazione.

E' diverso da quei villaggi incontrati lungo il cammino. Soprattutto le persone... Tutti mi guardano in maniera strana, come se non vedessero un forestiero da molto tempo... O come se diffidassero molto, della mia persona... E questo, a dire la verità, mi incuriosisce.

Si sentono strane voci, qui per le strade. Voci che parlano di entità incredibili, esseri malvagi pronti a portare morte e distruzione. E chissà come mai, questa strana aria mi porta a pensare che è qui che mi voglio stabilire per un pò.

Magari cercherò di fare il mio lavoro. Sono cresciuto facendo questo, ce l'ho nelle vene. Credo che ovunque, nel mondo, io possa trovare un modo per sfamarmi, facendo quello che so fare meglio... Perciò si, ho deciso. Starò qua. La gente continuerà a guardarmi storto per un pò ma poi mi conoscerà... E mi accetterà... Certo che mi accetterà...

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Sono cresciuto facendo questo, ce l'ho nelle vene. Credo che ovunque, nel mondo, io possa trovare un modo per sfamarmi, facendo quello che so fare meglio... Perciò si, ho deciso. Starò qua. La gente continuerà a guardarmi storto per un pò ma poi mi conoscerà... E mi accetterà... Certo che mi accetterà...

Ora Grasiento è alla prima partita (se non mi sbaglio) ma questa sembra un'affermazione in pieno stile Orgoglio Vampirico o Lupesco :D

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Per quanto riguarda il sottoscritto, ho un ruolo che finalmente mi piace e che può essere utile per i contadini, anche se di fronte alla potenza di Lupi e Vampiri temo che dovremo veramente giocare al massimo delle nostre capacità per evitare la sconfitta.

Tra di noi c'è chi può vedere i Lupi e chi può proteggere i contadini, sarebbe il caso di organizzarci per bene in modo da rendere possibile a chi sa qualcosa di comunicare le informazioni ed allo stesso tempo essere protetto.

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Sono cresciuto facendo questo, ce l'ho nelle vene. Credo che ovunque, nel mondo, io possa trovare un modo per sfamarmi, facendo quello che so fare meglio... Perciò si, ho deciso. Starò qua. La gente continuerà a guardarmi storto per un pò ma poi mi conoscerà... E mi accetterà... Certo che mi accetterà...

Ora Grasiento è alla prima partita (se non mi sbaglio) ma questa sembra un'affermazione in pieno stile Orgoglio Vampirico o Lupesco :D

No piu che altro mi pare abbia rivelato il suo ruolo in modo abbastanza esplicito. Magari sbaglio

Modificato da The Duke
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Sono cresciuto facendo questo, ce l'ho nelle vene. Credo che ovunque, nel mondo, io possa trovare un modo per sfamarmi, facendo quello che so fare meglio... Perciò si, ho deciso. Starò qua. La gente continuerà a guardarmi storto per un pò ma poi mi conoscerà... E mi accetterà... Certo che mi accetterà...

Ora Grasiento è alla prima partita (se non mi sbaglio) ma questa sembra un'affermazione in pieno stile Orgoglio Vampirico o Lupesco :D

No piu che altro mi pare abbia rivelato il suo ruolo in modo abbastanza esplicito. Magari sbaglio

Vado a rileggermi i ruoli allora :p

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E' tutto così difficile.

Questo luogo non mi è familiare. Sono arrivato da una terra molto lontana e sin da subito non mi sento a mio agio.

Eppure bisogna fare qualcosa. La situazione sarà dura e con tutti questi Lupi e Vampiri in giro rischiamo veramente la pelle. A dire il vero, il mio potere non è un granchè, ma con un po' di sano ragionamento e di sana collaborazione potremo ovviare a questa pecca per uscire vivi di qui.

L'importante è rimboccarsi le maniche.

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E ti pareva. Uno chiede un'indicazione per strada e si trova in questo posto nebbioso e dall'aria tutt'altro che amichevole.

Facce sospettose che ti guardano, finestre che si chiudono quando entri..un classico.

Ora mi si viene a dire che qui vivono bestie di tutti i tipi. Ho visto gente con balestre e armi assurde: deduco ci sia chi sia disposto a cacciarle, il che mi fa pensare che una chance per gli esseri umani vi sia ancora.

Sembra ci sia inimicizia tra queste bestie, quindi giostrandoci tra loro potremmo aver una chance di sopravvivere, spero.

Dal canto mio farò del mio meglio per aiutare queste povere persone, sperando che loro possano fare lo stesso di rimando!

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Ben ritrovati!

Come detto non ho un ruolo che mi fa impazzire, ma sto riflettendo su come poterlo far fruttare al meglio.

Trovo molto sospetti tutti quelli che cominciano già a colpi di "dai amici contadini, dobbiamo farcela!": non è presente lo psicologo, potete anche tenervi i bluff per altri momenti. :D

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Terminava con queste parole il primo giorno, e sul villaggio cadeva una notte apparentemente serena: nuovi visitatori erano arrivati, e tutti sembravano disposti ad aiutare... Ma in quel di Barovia le cose non stavano così come potevano sembrare, e le tenebre che calavano sul villaggio erano cariche di sangue, morte e mistero.

Il fornaio Orfin, come ogni notte da quando aveva preso in mano l'attività lasciatagli dallo zio, si era svegliato diverse ore prima dell'alba per preparare le pagnotte che i suoi compaesani adoravano tanto, ed era chinato davanti alla bocca del forno a controllare la cottura delle rosette, quando sentì del rumore provenire dall'esterno. Si affacciò alla finestra per cercare di capire da dove proveniva, ma vide solo il secchio che si utilizzava per prelevare l'acqua dal pozzo a i piedi dello stesso, in una pozzanghera di quella che lui assunse come acqua. Orfin fece per tornare alle sue pagnotte, quando un movimento improvviso nella stalla dall'altra parte della strada attirò la sua attenzione. Non era riuscito a distinguere la sagoma dell'animale che l'aveva prodotta, ma di sicuro era grosso quanto un cavallo e si muoveva su due zampe. Che razza di bestia poteva essere?

Il fornaio trasse dal forno le sue pagnotte con la sua pala e, cautamente, scese nella piazzetta, lasciandosi dietro le spalle la porta della cucina aperta. Fece pochi passi in direzione della stalla, brandendo la pala a mo' di lancia, e poi lo vide. Orfin rimase paralizzato alla vista dell'essere, che però non si dimostrò altrettanto sorpreso e caricò. Il fornaio si girò e fuggì verso la porta della cucina, per trovarsela di fronte chiusa, sbarrata dall'interno e insensibile ai pesanti colpi che le sferrava il giovane fornaio. Orfin si girò, nel disperato tentativo di affrontare ciò che lo stava assalendo, e protese la pala in fronte a sé, per tenere a distanza la bestia, ma fu l'ultima cosa che poté fare prima che l'oscurità si abbattesse su di lui.

Fine del Prologo.

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