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Paonessa è meglio 'e Rooney


The_Big_Aristotele
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(31 dicembre 2002) Gazzetta dello Sport

«Paonessa e Motta sono meglio di Rooney e Milner»

Il coordinatore delle nazionali azzurre giovanili Antonio Rocca indica i baby-fenomeni italiani

FIRENZE - «Prendete James Milner del Leeds e Wayne Rooney dell' Everton perché sono due ragazzi fenomeni». È l' invito rivolto da Claudio Ranieri, allenatore del Chelsea, alle società italiane. Pronta e perentoria la risposta di Antonio Rocca. «Non dubito delle valutazioni di Ranieri sui due ragazzi inglesi - dice da Coverciano il coordinatore delle nazionali azzurre giovanili -, ma il calcio italiano dispone di alcune decine di giovani emergenti di almeno pari valore, come l' attaccante sedicenne Michele Gallaccio che Ranieri si è portato nel Chelsea. In Inghilterra i giovani e mergenti trovano subito lo spazio per dimostrare il loro valore. In Italia no per mille motivi: squadre con oltre trenta titolari fra cui tantissimi stranieri; dirigenti e allenatori privi del coraggio di rischiare con i ragazzi; mancanza di tradizioni e cultura calcistica per attuare la politica dei giovani; sempre concilianti con i calciatori stranieri, quanto spietati con i ragazzi italiani subito bocciati se falliscono alla prima partita». Ma la crisi economica che sta vivendo il nostro calcio potrebbe far tornare di moda i ragazzini: «Il futuro del nostro calcio, sotto tutti i profili, non ultimo quello economico, è legato allo sviluppo e al potenziamento dei nostri vivai. Nelle nazionali azzurre Under 16 e Under 17 ci sono almeno trenta ragazzi già pronti, come Milner e Rooney, a far parte della rosa dei titolari delle nostre maggiori squadre. U na strada vincente sarebbe quella di obbligare le società dei campionati più importanti a varare una rosa di giocatori con 18 titolari e 6 ragazzi del vivaio, perché il nostro calcio emergente non ha niente da invidiare a quello straniero. Specialmente quando a vrà colmato il leggero ritardo sulla formazione, soprattutto mentale, dei difensori. C' è da completare il passaggio dal difensivismo italico, basato sull' aggressività e l' annullamento dell' avversario, a quello imposto dal calcio moderno che richiede ai difensori di partecipare alla manovra corale. Negli altri ruoli sono pronto a confrontare i nostri giovani con quelli di tutti gli altri Paesi». Ma quali sono le possibili risposte al baby-boom inglese? «Ai nomi di Milner e Rooney io rispondo con il centrocampista Gabriele Paonessa del Bologna, un quindicenne copia perfetta di Gianni Rivera, e il difensore Marco Motta dell' Atalanta, che tecnicamente sono di sicuro più forti dei due inglesi. Ho citato anche Gallaccio - prosegue Antonio Rocca - ma potrei proseguire varando una nutrita lista di ragazzi già pronti per il grande salto. Tra i miei portieri, per esempio, ce ne sono un paio nei quali rivedo già il mio vecchio allievo Gianluigi Buffon». E' possibile indicare per ogni ruolo tre promettenti azzurrini sedicenni? «Un compito improbo, ma ci proviamo. Portieri: Fabio Virgili del Parma, Riccardo Pezzato del Venezia e Andrea Consigli dell' Atalanta; difensori: Marco Motta dell' Atalanta, Antonio Grillo della Juventus e Mano Andreoli del Padova; centrocampisti: Andrea Bovo del Venezia, Simone Semboloni dell' Empoli e Flavio Lazzeri della Lodigiani; attaccanti: Michele Gallaccio del Chelsea, Andrea Pozzi del Cesena e Alessandro Simonetta della Roma». Ieri a Coverciano Antonio Rocca ha tenuto un raduno riservato ai novanta migliori quindicenni (usciti da una selezione di 3.600 ragazzi). Tra i migliori di questi finalisti, secondo il tecnico azzurro, ci sono i portieri: Danilo Russo (Genoa), Giacomo Bindi (A rezzo) e Reno Amadio (Pescara); i difensori Michele Rinaldi (Atalanta), Alessandro Gottardi (Bologna) e Marco Bellomia (Juventus); i centrocampisti Gabriele Paonessa (Bologna), Mariano Arini (Atalanta) e Federico Chiazza (Milan); gli attaccanti Luca Conean (Venezia), Arturo Lupoli (Parma) e Matteo Momenté (Inter).

Notare che dopo neanche 2 mesi, il 12 febbraio 2003, Rooney esordiva in nazionale. :)

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Ce ne fosse uno che abbia sfondato. Uno.

Bè, forse ci sarebbe anche da chiedersi il motivo. Magari Rocca ci capisce poco, ma credo ci siano altri problemi. Di Paonessa è vero che se ne parla da tantissimo tempo. Motta quando ha esordito in A pareva essere un fenomeno, poi si è un pò perso. Quest'anno l'Udinese ha rinunciato a Mesto puntando anche su Motta. Però è vero che in Italia i giovani trovano poco spazio e non credo valga il fatto che "uno bravo esce lo stesso". Qualcuno può anche perdersi se non è aiutato. Comunque qualcosa forse sta cambiando, il Milan con Paloschi, l'Inter con Balotelli e la Juve che ne ha parecchi indicano forse un cambio di rotta.

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Il punto è che se escludiamo Balotelli (che ha, evidentemente, mezzi tecnici e fisici fuori dalla norma per un 18enne) tutti i giovani promettenti del calcio italiano non solo non partono titolari ma si ritrovano, spesso e volentieri, ad essere la 4° o 5° riserva.

Paloschi adesso embrerebbe quasi titolare solo per i mille infortuni degli altri attaccanti

Giovinco nelle gerarchie sta dietro a Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta (discorso simile per Marchisio)

Gente come Giuseppe Rossi è stata costretta ad emigrare (e questa, per me, è una cosa che grida vendetta)

Ragazzi promettenti come Palladino (ma il discorso vale anche per altri: Cerci, ad esempio) vengono mandati, per anni, a farsi le ossa nelle serie inferiori.

E anche in ottica nazionale le cose non cambiano molto. Tanto per fare un esempio: si vocifera da mesi di una naturalizzazione di Amauri ma nessuno si azzarda a parlare di una convocazione di Balotelli.

Insomma... a me non sembra che stia cambiando poi così tanto in Italia.

Non per essere esterofilo a tutti i costi, ma la Spagna campione d'Europa ha una nazionale con età media bassissima... e tutti gli uomini cardine, seppur giovani, sono ampiamente affermati nei propri club (Xavi, Silva, Torres, Fabregas, Iniesta, Sergio Ramos etc etc. E giocano nel real, nel barca, nell'Arsenal... mica nella neopromossa alle serie cadetta).

Di fatto: di strada da fare ne abbiamo ancora molta.

Modificato da Kyuss
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Il punto è che se escludiamo Balotelli (che ha, evidentemente, mezzi tecnici e fisici fuori dalla norma per un 18enne) tutti i giovani promettenti del calcio italiano non solo non partono titolari ma si ritrovano, spesso e volentieri, ad essere la 4° o 5° riserva.

Paloschi adesso embrerebbe quasi titolare solo per i mille infortuni degli altri attaccanti

Giovinco nelle gerarchie sta dietro a Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta (discorso simile per Marchisio)

Gente come Giuseppe Rossi è stata costretta ad emigrare (e questa, per me, è una cosa che grida vendetta)

Ragazzi promettenti come Palladino (ma il discorso vale anche per altri: Cerci, ad esempio) vengono mandati, per anni, a farsi le ossa nelle serie inferiori.

E anche in ottica nazionale le cose non cambiano molto. Tanto per fare un esempio: si vocifera da mesi di una naturalizzazione di Amauri ma nessuno si azzarda a parlare di una convocazione di Balotelli.

Insomma... a me non sembra che stia cambiando poi così tanto in Italia.

Non per essere esterofilo a tutti i costi, ma la Spagna campione d'Europa ha una nazionale con età media bassissima... e tutti gli uomini cardine, seppur giovani, sono ampiamente affermati nei propri club (Xavi, Silva, Torres, Fabregas, Iniesta, Sergio Ramos etc etc. E giocano nel real, nel barca, nell'Arsenal... mica nella neopromossa alle serie cadetta).

Di fatto: di strada da fare ne abbiamo ancora molta.

Sulla sostanza del discorso, sono d'accordo con te. Secondo me l'Italia ha ottime scuole calcio, ottimi vivai dove crescono giovani molto talentuosi e la differenza tra noi e altri Paesi è principalmente una: in genere i migliori giovani, a 22 anni, in determinate squadre, giocano con continuità ai massimi livelli. Ci sono 22enni che in squadre spagnole e inglesi hanno già un paio di stagioni di Champions alle spalle, mentre da noi i pari età sono riserve anche in campionato, figurarsi se vengono impiegati nei big match di Champions.

Con le dovute proporzioni sembra la replica del fenomeno dei "mammoni": qui da noi a 30 anni il giovane sta ancora a casa, riparato all'ombra della sottana materna, mentre spesso in altri Paesi a 20 anni ti metti in gioco e cerchi di farti una vita indipendente, spesso senza la concreta prospettiva di un posto fisso.

Sembra quasi che in Italia il concetto di rischio non sia gradito.

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Ma Rocca non è mica quello della nostra gloriosa nazionale olimpica che a Seoul prese quattro pere da quei fenomeni dello Zambia?

Sì, ma è anche quello che con l'under 19 ha perso la finale degli Europei.

Comunque ripeto una cosa che ho già detto: c'è anche grande responsabilità dei tifosi, che se non vedono un mega acquisto non fanno l'abbonamento. I tifosi del Milan con Borriello e Paloschi erano in fermento, preso Ronaldinho sono corsi tutti a dare soldi. E' una questione culturale di attaccamento alla sqaudra, che qui in Italia vede un pò tutti essere ultrà con le dovute proporzioni più che tifosi innamorati.

Modificato da ambrog
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è questione che ti talenti mostruosi che a 18 anni possono giocare in una grande squadra ce ne sono 2-3 per ogni generazione in un paese. E se in Italia ce ne sono 2-3 (ora Rossi, Balotelli, forse Giovinco), mentre in Stranierilandia ce ne sono una decina e passa (perchè qui si fa la distinzione italiani-stranieri, mica discorsi seri) per ovvii motivi matematici, non si può dire che i giovani italiani siano peggiori degli altri.

Non si può neanche continuare a dire "perchè importare talenti dall'estero quando ci sono i nostri?", perchè è una stronzata colossale, un talento è un talento, se ne emerge uno in Italia allora gioca tanto quanto la sua controparte inglese. Il fuoriclasse non è quello che a 18 anni inizia a giocare, si fa le ossa e cresce. Il fuoriclasse, a 18 anni, si fa già preferire ad altri per la formazione, e non certo in chiave futura.

C'è una differenza tra promessa e fuoriclasse. Una giovane promessa può diventare tutto e il contrario di tutto, dipende dalla sua testa. Se è una testa di cazzo si sgonfierà non appena avrà un assaggio di bella vita, altrimenti lavorerà sodo e diventerà un buon giocatore col tempo. Il Roberto Baggio o il Maradona invece sono un altro discorso, non occorre un osservatore esperto per vedere che giocano su un altro pianeta rispetto ai coetanei, e se ne venisse fuori uno oggi allora qualsiasi grande squadra italiana lo farebbe giocare.

Poi ovvio, avere le squadre B aiuterebbe.

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topic chicca.

mi veniva in mente un'intervista di tanti anni fa a Pistolesi giovane tennista romano in ascesa che doveva affrontare in un II turno del Foro Italico il ragazzino terribile yankee Andreino Agassi.

Galeazzi: "Allora Claudio domani la prova contro questo promettentissimo americanino. Ti senti pronto?"

Pistolesi: "Nessun problema. Domani o' rompo"

Agassi-Pistolesi 6-1, 6-2

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peccato che rocca parlasse di andrea pozzi ( mai sentito nominare prima) e non del più celebre nicola dell'empoli.... :)

è solo un refuso: parlava in effetti di Nicola, visto che è l'unico Pozzi che sia stato a Cesena.

comunque nella sua lista c'è anche Consigli che sta diventando un ottimo portiere, l'anno scorso a Rimini ha fatto una stagione straordinaria.

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