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L'insostenibile leggerezza di una g


Milurdein
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Respinto il ricorso di un uomo che ha insultato una bambina di colore La Corte di Cassazione cambia idea:

dare del «negro» è sempre razzismo I giudici ribaltano l'orientamento espresso nei giorni scorsi con una sentenza di assoluzione: quella parola ha intenti discriminatori STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

ROMA - Dare dello «sporco negro» a qualcuno si configura sempre e comunque come razzismo. Lo sostiene la Corte di Cassazione, ribaltando almeno due proprie sentenze: una di alcuni giorni fa relativa ad un extracomunitario insultato da una collega sul posto di lavoro; e una dello scorso dicembre con cui era stato assolto dall'accusa di razzismo un giovane che aveva aggredito fisicamente e verbalmente alcune donne colombiane.

IL DIETROFRONT - La decisione di oggi è una correzione di tiro che forse spegnerà le polemiche emerse dopo il primo pronunciamento di dicembre; pronunciamento che aveva fatto dire a Luigi Bobbio, senatore di An e relatore della riforma dell'ordinamento giudiziario, che «nella giurisprudenza si è infiltrato un sottile veleno che è quello dell’originalità a tutti i costi». La nuova sentenza, la 9381, ci mette forse una toppa. Recita infatti: «il riferimento gratuito con questa parola al pigmento dell'offeso assume significato intrinsecamente discriminatorio». La riprova di questo starebbe nel fatto che non esiste un corrispondente «sporco bianco» utilizzato magari da popolazioni di origine africana. Non solo: i giudici ricordano anche che «negli Stati Uniti la sola denominazione di qualcuno quale "negro" costituisce offesa alla persona». Secondo la Cassazione, chi usa l'espressione negro nei confronti di una persona di colore non può dunque che avere un intento discriminatorio.

BAMBINA INSULTATA - La Corte si è espressa su un caso avvenuto a Trieste dove un uomo, S. G., di 54 anni, rivolgendosi ad una bambina di colore di 6 anni che raggiungeva il padre in un luogo pubblico, l'aveva apostrofata dicendole: «Vai via di qua, sporca negra». Per quella frase l'uomo era stato condannato dalla Corte d'Appello di Trieste, con sentenza del 15 marzo 2005, per ingiuria aggravata a 1.200 euro di multa oltre al risarcimento del danno liquidato in 3.500 euro. Memore di precedenti sentenze che avevano adottato tolleranza nei confronti dell'espressione «negro», S. G. si è rivolto alla Cassazione escludendo che l'espressione utilizzata fosse finalizzata alla discriminazione o all'odio etnico o razziale.

RISCORSO RESPINTO - La Cassazione, però, questa volta ha respinto il ricorso. «Sul piano linguistico - si legge nella sentenza -, la parola negro, traslato di nero, non definisce semplicemente il colore della persona, a differenza di moro. Difatti è stata assunta nella recente epoca coloniale, nelle lingue neolatine ed anglosassoni, per la designazione antonomastica dell'indigeno africano, quale appartenente ad una razza inferiore, quando non destinato, con questa falsa giustificazione fatta perfino risalire alla Bibbia, alla schiavitù, perdurata in America fin oltre la metá dell'Ottocento».

Se invece ti dico sporco nero non è reato? non si può giocare sulle parole in questo modo stupido. Se ti dico bella colorata e ti prendo a scarpate nei denti allora sono un benefattore? ecco cosa succede quando ci mettiamo il cervello nel buco del culo.

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Inviato (modificato)
Poteva dirle brutta troia.

Il razzismo è reato, la cafonaggine purtroppo no.

la discriminante non può essere una parola identica ad un'altra con in più una G. E comunque il reato deve avere delle connotazioni di danno causato, dal quale uno non si possa difendere. Allora cosa facciamo, invece di abolire i reati di opinione li aggraviamo? perchè non diciamoci cazzate: dire a qualcuno sporco negro o frocio di merda è pur sempre un'opinione. Becera quanto si voglia ma pur sempre un'opinione. Se invece ti prendo a scarpate compio un gesto più benevolo? eddai!!!!!!!!!!! basta sparare cagate!!!!!!!!!!!!!

Modificato da milordino
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sulla G sono d'accordo con te.. dire Nero di Merda è uguale identico, e non è detto che non venga punito in un prossimo processo.

Quello che dico io è che con tutti gli insulti che ci sono, andarsi a impelagare in questi razzisti (a una bambina poi..) è da coglioni.

Perchè se in testa pensi "sto negro di merda" ma dalla bocca ti esce "figlio di puttana" per la legge italiana è meglio.

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Provvedimento ipocrita.

Senza arrivare ai calci sui denti, ci sono migliaia di modi per offendere o umiliare qualcuno a parole, anche senza insulti diretti.

Cercare di abolire le offese può essere un atto meritorio a livello di massimi sistemi, ma è irrealizzabile, significa privare ogni essere umano della sua prerogativa essenziale: quella di sentirsi superiore a un altro, anche ( ma non solo ) per questioni di pregiudizio razziale come nel caso del bianco che si reputa migliore del nero. Ma chi osserva un altro con aria di superiorità per un comportamento o per una cosa che possiede è poi tanto meglio di chi chiama negra di merda una bambina? Io dico di no

Modificato da Luigi
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Scrigno, non è la forma che rende l'offesa, ma la sostanza.

Tra uno che ti dice semplicemente "stronzo" e uno che ti deride con aria di disprezzo o che sparla di te per una cosa che pensi, o per una cosa che fai, o anche per un tratto somatico, quale appunto il colore della pelle, ma senza usare parolacce o epiteti diretti, chi trovi sia più offensivo?

Ti faccio un esempio: in questo forum, la persona che più di ogni altra si è comportata in maniera offensiva nei miei confronti ( e che ora è confinata nel mio blocco utenti ), raramente ha usato epiteti o parolacce nei miei confronti. E' il tono di disprezzo e la derisione continua verso la mia persona che rende offensivo ciò che scrive, non certo la forma.

Modificato da Luigi
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Inviato (modificato)
Ma se io ti dico sei un orco o sei un porco mica è la stessa cosa! ;)

Oppure faccia di Meda (provincia di Milano) invece di faccia di merda!

:)

e commetto per caso un reato? beh si esiste il reato di ingiuria.comunque orco significa mangiabambini...

Modificato da milordino
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