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Pezzi di libri


liotru
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raccogliamo gli estratti che più ci piacciono, che maggiormente ci hanno colpiti, che sono la quint'essenza della scrittura. magari possono essere un invito alla lettura. Questo è uno dei miei preferiti (chiaramente non dico da dove è preso cosi ci divertiamo anche ad indovinarlo):

Le racconterò un aneddoto personale. Due o tre giorni prima che Garibaldi entrasse a Palermo mi furono presentati alcuni ufficiali di marina inglesi [...] . Uno di loro, poi, mi chiese che cosa veramente venissero a fare, qui in Sicilia, quei volontari italiani- 'They are coming to teach us good manners' risposi 'but not wont succeed, because we are gods.' 'Vengono per insegnarci le buone creanze ma non lo potranno fare perché noi siamo dei'. Credo che non comprendessero, ma risero e se ne andarono. Così rispondo anche a Lei; caro Chevalley: i Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratta di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla; calpestati da una diecina di popoli differenti essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi

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"Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno molto diversamente che per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere. Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi, potrebbero realmente spiegare perché lo fanno. "

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Corrego! Per caso dal libro: " La storia infinita" di Michael Ende?

Quel ridicolo tentativo di comprimere la storia di infiniti millenni in una mezz’ora di orribili riff e cambiamenti di accordo all’improvviso non mi sembrò meno donchischiottesca di tutte le cose per cui mio padre e i suoi colleghi avevano lavorato per tanti anni. Un servizio sanitario pubblico, gratuito per chiunque ne avesse bisogno. Una diversa distribuzione della ricchezza attraverso le tasse, con una politica fiscale equa. Pari opportunità. Belle idee, papà, nobili aspirazioni, proprio come c’era il nucleo di qualcosa di buono nel guazzabuglio musicale di Philip. Ma non doveva succedere. Se mai c’era stato un momento in cui sarebbe potuto succedere, quel momento se ne stava andando. Il momento, anzi, era già passato.

Modificato da SonyaBlade
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Ora si accorge che, per quanto lui cerchi di ribellarsi, il pensiero di Lei lo perseguita in ogni istante millimetrico della giornata. Ogni cosa, persona, situazione, canzone, lettura, ricordo lo riconduce fulmineamente a Lei attraverso tortuosi e maligni riferimenti.

Una specie di arsura interna in corrispondenza della bocca dello stomaco, su su verso lo sterno, una tensione immobile e dolorosa di tutto l'essere, come quando da un momento all'altro può accadere una cosa spaventosa e si resta inarcati allo spasimo; l'angoscia, l'ansia, l'umiliazione, il disperato bisogno, la debolezza, il desiderio, la malattia mescolati tutti insieme a formare un blocco, un patimento totale e compatto.

E capisce che la faccenda è ridicola, stolta e rovinosa, che è la classica trappola in cui cadono i cafoni di provincia, che chiunque gli avrebbe dato dell'imbecille e che perciò da nessuno può aspettarsi consolazione, aiuto, o pietà. Consolazione e aiuto possono venire unicamente da Lei, ma Lei di lui se ne frega, non per cattiveria o gusto di farlo soffrire, solo che per Lei lui non è altri che uno qualsiasi, del resto cosa ne sa che lui è innamorato?

E gli altri? La mamma, gli amici? Guai se sapessero.

Eppure anche a cinquant'anni si può essere bambini, esattamente deboli, smarriti e spaventati come il bambino che si è perso nel buio della selva.

L'inquietudine, la sete, la paura, lo sbigottimento, la gelosia, l'impazienza, la disperazione. L'amore!

Prigioniero di un amore falso e sbagliato, il cervello non più suo, c'era entrata la Laide e lo succhiava.

In ogni più recondito meandro del cervello, in ogni riposta tana e sotterraneo dove lui cercava di nascondersi per avere un momento di respiro, là in fondo trovava sempre Lei; che non lo guarda neppure, che non si accorge neppure di lui. Maledizione, sempre lei, che guarda gli altri, telefona agli altri, tresca con gli altri, fa l'amore con gli altri; entra, esce, parte, sempre in agitazione frenetica per una quantità di sue particolari faccende e traffici misteriosi.

E tutto quello che non era Lei, che non riguardava Lei, tutto il resto del mondo, il lavoro, l'arte, la famiglia, gli amici, le montagne, le altre donne, le migliaia e migliaia di altre donne bellissime, anche più belle e sensuali di Lei, non gliene fregava più niente; andassero pure alla totale malora. A quella sofferenza insopportabile soltanto Lei poteva portare rimedio; e non occorreva neppure che si lasciasse possedere o fosse specialmente gentile: bastava che fosse con lui, al suo fianco, e gli parlasse e magari controvoglia fosse costretta a tener conto che lui almeno per alcuni minuti esisteva; solo in queste pause brevissime che capitavano ogni tanto e duravano un soffio, soltanto allora lui trovava pace. Quel fuoco all'altezza dello sterno cessava; tornava a essere se stesso, i suoi interessi riprendevano ad avere un senso e un sollievo indescrivibile si spandeva in tutto il suo essere. Sapeva, certo, che tra poco Lei se ne sarebbe andata, e quasi subito lo avrebbe di nuovo uncinato l'infelicità, sapeva che dopo sarebbe stato ancora peggio. Non importava, il senso di liberazione era così totale e meraviglioso che per il momento non pensava ad altro.

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Sin dai tempi di Dakar aveva attraversato un terribile periodo che egli chiamava il Sacro tedio , o tedio di harlem, quando viveva a harlem nel cuore dell'estate e la notte si svegliava nella sua stanza solitaria e sentiva "la grande macchina" discendere dal cielo; e quando camminava nella 125ma strada "sott'acqua" insieme con tutti gli altri pesci

I giorni dell'ira devono ancora venire. Il pallone non vi terrà su per molto. E non solo questo, ma è un pallone astratto. ve ne andrete tutti in volo fino alla costa del west e tornerete indietro barcollando alla ricerca della vostra pietra.

he cos'è quella sensazione quando ci si allontana dalle persone e loro restano indietro finchè le si vede appena come macchioline che si disperdono? ........E' il mondo troppo vasto che ci sovrasta, ed è l'addio. ma noi puntiamo avanti verso la prossima pazzesca avventura sotto i cieli.

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brancolo nel buio

il pezzo citato da Fenice mi sa di Fantasy

quello di Sonya mi risulta sconosciuto

quello di Ronnie mi sa di Jack frusciante o radio freccia

quello di Sveva l'ho letto sicuro, ma non collego cazzo

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Non ho mai voluto togliere importanza al libero arbitrio, ma le cicatrici che osservo sulla fronte degli esseri umani, cicatrici che, a quanto pare, vedo soltanto io, dimostrano quanto siamo stati fortunati a vivere tempi in cui le anormalità asociali del comportamento possono venire corrette dalla scienza, sia mediante la persuasione in tutte le sue forme, sia mediante il bisturi, e si avvicina una sintesi perfetta tra la persuasione mediatica o esplicitamente repressiva e il bisturi: il raggio laser è già stato sperimentato in alcune operazioni chirurgiche di visceri e in concerti di musica pop.

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"Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, percè è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alex-basta-di-ammorbarmi perchè sempre la ammorbo. Se volete sapere perchè sempre la ammorbo, è perchè sempre sono in altri posti con amici, e seminando tanta moneta e eseguendo così tante cose che possono ammorbare mia madre. Mio padre mi chiamava Shapka, per il cappello di pelliccia che calzavo in testa anche nei mesi d'estate. Poi ha smesso di dirmi così perchè gli ho ordinato di smettere di dire così. Mi sembrava un nome bambinoso, e o invece mi sono sempre pensato un uomo molto potente ed inseminativo. Ho avuto una baldoria di ragazze, credetemi, e tutte per me hanno un nome differente. Una mi chiama Baby non perchè sono bambino, ma perchè mi fa le coccole. Un'altra mi chiama tutta-la-notte. Volete sapere perchè? Ho una ragazza che mi chiama Moneta perchè attorno a lei spargo così tanta moneta. Che per questo bacia il terriccio dove metto i piedi. Ho anche un minuscolo fratellino, che mi chiama Alli. Io non sfagiolo troppo questo nome, ma sfagiolo molto lui, e allora okay, gli permetto di darmi il nomuncolo Alli. Ah, il suo nome è Piccolo Igor, ma il Babbo lo chiama Pasticciotto, perchè sta sempre a pasticciare con le cose. Solo quattro giorni sono passati che si è fatto un occhio blu per un pasticcio con il muro di mattoni."

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invece mi sono sempre pensato un uomo molto potente ed inseminativo. Ho avuto una baldoria di ragazze, credetemi, e tutte per me hanno un nome differente. Una mi chiama Baby non perchè sono bambino, ma perchè mi fa le coccole. Un'altra mi chiama tutta-la-notte. Volete sapere perchè?

le fantasie di Kelso?

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eh, ti garba Coe, sei la sorella dell'uomo più potente di tutta le Germania

quando ci fidanziamo?

Quando ti pare :D

comunque, mi ci ha fatto pensare il Kelso, un'altro pezzo tratto da un libro che mi piace tantissimo (vediamo se indovinate :D ):

È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi.

Per quanto poco si conoscano, di costui, i sentimenti e le intenzioni, fino dal suo primo apparire nelle vicinanze, questa verità si trova così radicata nelle teste delle famiglie circostanti che queste lo considerano senz'altro come la legittima proprietà dell'una o dell'altra delle loro figliuole.

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