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Ai futuri papà Mist e Guru (e auguri a tutti i papà)


Marco
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Il difficile mestiere del papà
Il racconto di Giacomo Poretti
nel giorno della Festa del papà
GIACOMO PORETTI

Caro papà, come è difficile fare il papà! Non ci sono più i papà di una volta, come te intendo. Mi ricordo che ti vedevo al mattino alle 7 quando ci svegliavamo: tu ti infilavi la tuta blu da metalmeccanico, io il grembiule nero con il fiocco blu da terza elementare.

Ti rivedevo poi alla sera verso le 19.30 quando tornavi dal lavoro. Poi passavi in bagno e per pulire le mani nere di grasso ci voleva un quarto d’ora; verso le 20 potevo raccontarti che avevo scartato tre volte l’Emilio a calcio, che all’oratorio ci avevano insegnato le virtù teologali e che la maestra ci aveva raccontato la storia di Annibale e gli elefanti. Appena varcato il Monginevro era ora di andare a dormire.

A proposito di dormire, la mamma mi ha rivelato che tu non ti sei mai svegliato di notte nemmeno quando avevo la varicella e l’otite; al mattino mentre bevevi il caffè corretto hai detto che «se i papà si svegliano di notte chi è che va in fabbrica poi ?». La mamma ha risposto «e io come faccio ad andare fra i telai questa mattina?».

I papà, una volta, non davano sempre delle risposte. Per fortuna che arrivava la domenica e tu avevi le mani pulite e indossavi una camicia bianca; si pranzava insieme e poi tu, giustamente, andavi al circolone per distrarti un po’ con gli amici giocando a carte. Io ero contentissimo di vederti quelle tre quattro ore alla settimana.

La mamma invece si lamentava che tu non c’eri mai e che noi fratelli non la ascoltavamo mai. Quando tu arrivavi dal circolone era sufficente guardarti negli occhi e già stavamo mettendo il pigiama. Caro papà tu dicevi che non potevi giocare con noi, primo perché ti divertivi di più a giocare a bocce con i tuoi amici, e poi perché dicevi che i figli tolgono il rispetto ai padri se loro si mettono a giocare assieme.

Caro papà tu e la mamma siete le persone a cui ho voluto più bene, però che strano lei la vedevo sempre e te quasi mai.

Adesso caro papà tocca a me. Scusami ma sto cercando di comportarmi un pochino diversamente da te, da voi papà di una volta, perché in questi ultimi decenni ne hanno dette di cotte e di crude sul fatto che non vi alzavate mai di notte, che non facevate mai i compiti insieme ai figli e via discorrendo.

Io, noi, papà moderni appena sentiamo un leggero pianto ci svegliamo con un senso di colpa che nemmeno i tedeschi provano per via di quello che hanno combinato nella seconda guerra mondiale, ci mettiamo di fianco al lettino del bimbo, il quale dopo 2 ore ci dice «papà perché dormi sul mio comodino?».

Io, noi, papà abbiamo la stessa maglietta da calcio di nostro figlio e giochiamo ai rigori sul pianerottolo.

Io, noi, papà facciamo i compiti al posto dei nostri figli.

Io, noi papà, spesso riceviamo gli avvisi della maestra di non fare i compiti al posto loro.

Io, noi papà, spesso ci sentiamo dire dalle nostre mogli che esistiamo solo per i figli.

Caro papà, se non stai giocando a briscola, mi dici che si fa?

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Stella coi due genitori che si ritroverà non avrà scampo. :D

In questi giorni stiamo risistemando la stanza in attesa che arrivi la sua cameretta, ho 3500 dischi da infilare in scatole Ikea, un lavoretto da poco.

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È molto bello, ma credete si possa far appassionare un figlio a qualcosa che, in fondo, non lo interessa?

Lo vedo col mio....4 anni di sport (atletica e nuoto) vissuti controvoglia, della musica gli frega davvero poco, una mamma avida lettrice che gli propone un sacco di cose che non ha voglia di cogliere....

Per due anni però ha seguito dei corsi extrascolastici di robotica con relative gare e quello gli è piaciuto (infatti ha scelto meccanica e Meccatronica alle superiori).

L'età (quasi 15 anni) è quella che è, si sa, ma mi piacerebbe vederlo appassionato per qualcosa.

L'unica sarebbe continuare la strada della meccanica e della robotica, ma non trovo niente del genere a parte la scuola che sta frequentando e i vecchi corsi erano rivolti agli studenti delle medie.

Gli piace la meccanica, la fisica e la chimica.....ma che gli faccio fare? A me non vengono altre idee :(

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Adesso immagino sia ancora presto per parlarne, ma io cercherò di non forzarla mai a fare niente che non voglia fare. Però, allo stesso tempo, è giusto che faccia esperienze di questo tipo: metti che le piaccia :) Credo che se a un bambino qualcosa non piace te lo faccia capire immediatamente. Io facevo così. :D

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La teoria è che la musica è un linguaggio che si apprende in modo analogo alla parola.

Se t'interessa, non è minimamente così (abbiamo delle strutture cerebrali che ci consentono di apprendere il linguaggio che non hanno analoghi con la musica).

Detto questo, la scuola mi pare figa.

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È molto bello, ma credete si possa far appassionare un figlio a qualcosa che, in fondo, non lo interessa?

Lo vedo col mio....4 anni di sport (atletica e nuoto) vissuti controvoglia, della musica gli frega davvero poco, una mamma avida lettrice che gli propone un sacco di cose che non ha voglia di cogliere....

Kalè, sicura che non gli interessi proprio niente,,,? ;):D

emma34oscena4ha.jpg

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