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Il nuovo mito


Milurdein
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Fabris, il terzo urlo è d'oro

Il pattinatore veneto, già di bronzo nei 5000 e vincitore della staffetta, si aggiudica la gara dei 1500 in pista lunga. E' l'ottava medaglia azzurra della rassegna

Enrico Fabris è nato il 5 ottobre 1981. ApTORINO, 21 febbraio 2006 - Il ghiaccio dell’Oval cova un’altra gioia per l’Italia e il protagonista è ancora lui, Enrico Fabris. Quella dei 1500 era la sua gara, quella su cui puntava di più e l’olimpionico di Asiago non ha tradito. Ci ha fatto soffrire nei primi 300 metri, con una partenza che più diesel non si può: era 17°, con un ritardo di 26 centesimi sul russo Ivan Skobrev, poi scivolato al sesto posto ("Ho stentato all’inizio, forse perché sentivo la pressione", ha poi spiegato l’azzurro). Ai 700 metri era 15°, il giro successivo sesto. Negli ultimi 400 metri Fabris ha premuto ancora di più sull’acceleratore: uno sprint clamoroso che ha fermato il cronometro a 1'45"97. Alle sue spalle il meglio dei pattini statunitensi: Shani Davis d’argento (1'46"13) e Chad Hedrick di bronzo (1'46"22).

Sembrava di essere in Olanda, con l’Oval stracolmo dei pittoreschi tifosi arancioni, per i quali il pattinaggio di velocità è quasi una religione, ma anche loro sono crollati ai piedi del 24enne di Asiago, vero grande protagonista di questi Giochi. Con questo oro, che si va ad aggiungere a quello nella prova a squadre e al bronzo nei 5000, Fabris entra di diritto nella leggenda dello sport italiano: è l’azzurro più medagliato delle Olimpiadi invernali, più di Alberto Tomba e di Eugenio Monti ("è un grande onore").

"Non ho parole, non ho parole", ripete Fabris ancora emozionato. "Mi sento nella storia..." aggiunge il veneto, che però riesce a mantenere sempre una freddezza e un'umiltà invidiabile: anche al termine del suo giro ha subito fatto segno ai suoi di mantenere la calma e non illudersi, gli americani più forti non erano ancora scesi sul ghiaccio. Nemmeno le parole di Berlusconi scalfiscono il suo aplomb: "Non ho mai pensato di essere un eroe, non lo penso neanche adesso…”. E da anti-eroe nel corso della conferenza stampa si è messo persino a tradurre domande e risposte in inglese per i giornalisti stranieri... Un fuoriclasse.

Da quanto ci mancava un fenomeno simile?

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