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Creep, di Vasco Rossi


GURU baba rey
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c'è modo e modo, e vasco va oltre le peggiori aspettative.

Il testo è pieno di orridi oooooo, nonché di classici nannaaanaaa, per riempire la musica, visto che non ha trovato le parole giuste.

Purtroppo la traduzione del (bellissimo) testo originale non è stata fedele, esattamente come la donna che vasco canta.

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eh già, stessa cosa. ci sarebbe stato bene un assolo di chitarra 2 minuti in mezzo seguito da un intermezzo di jazz, sembrava fatta apposta.

esatto meglio una batteria come se al posto delle bacchette avessero delle mazze da 10 kg l'una, o di una chitarra che al posto del plettro usano la clava.

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ero ironico eh. Semplicemente non capisci il genere, quella gente è capace di suonare in modo ben diverso, ma l'hanno tenuta volutamente così. Il rock non è un videogioco musicale dove più note suoni più punti fai.

si però il loro genere minimalista è anche quello di vasco, intendo dire che vasco è capace di scrivere un pezzo del genere, basti pensare a siamo solo noi o robaccia del genere. Io comunque preferisco costruzioni armoniche un po' più sofisticate. Anche le canzoni dei police sono sempliciotte come costruzione armonica, ma come ritmica sono più complesse e movimentate.

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limitati a dire che non capisci il genere. paragonare creep a una canzone di vasco rossi sarebbe sufficiente per non prendere più in considerazione qualsiasi cosa tu scriva di musica d'ora in poi, è meglio lasciar perdere. E' come dire che Strawberry Fields Forever la possono scrivere tutti perchè è semplicissima.

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Cosa c'è da capire? cosa c'è di concettalmente complesso in una canzonaccia di uno o dell'altro? alcune canzoni di vasco rossi hanno dei punti in comune con i dickhead. siamo solo noi e creep a mio avviso hanno molto in comune.

ecco le due songhs

http://www.youtube.com/watch?v=gv45-fP-e4Y

tempo fa scrivei sulle differenze tra i gioi divishion e i dickhead, ovvero che i primi erano tetri e lugubri, ma i secondi erano noiosi.

In questo pezzo i radiohead sono proprio così.

Modificato da milordino
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se tutto quello che poi dire dei Joy Division è "tetri e lugubri", allora pace e amen, non sei predisposto a capire un certo tipo di musica. Se insisti a giudicare in base alla complessità è meglio se ti ascolti del jazz, perchè il rock è un'altra cosa.

La canzone dei radiohead è semplice. quella/e di vasco rossi è superficiale. Nota la differenza.

Una canzone dei Joy Division è un quadro espressionista, se contenesse giri complicati o assoli inutili non sarebbe più così, sarebbe indubbiamente peggiore. E al batterista con 200 tamburi che fa le capriole preferisco Ringo Starr che riesce a trovare il modo di mettere tom timpano e grancassa in abbondanza in un pezzo lento come nessuno aveva mai osato prima.

Del resto un quadro può avere molto più effetto con pennellate grezze che con una tecnica perfetta che lo fa sembrare una foto.

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I gioi diviscion li ho ascoltati ben prima che tu nascessi, ma soprattutto ho vissuto il momento musicale in cui sono nati. tetri e lugubri lo erano senz'altro assieme a tante altre cose, la tensione espressiva della voce di ian chertiss è unica, ed è proprio la voce che li rendeva tetri e lugubri, ma credo che fosse l'effetto desiderato. Infatti sono stati imitati da gentaglia come i Bauhaus in BELALUGOSI per esempio.

I joy division non mettevano giri strani o rullate semplicemente perchè la loro tecnica era veramente basilare, ma erano fantastici proprio così.

Se però mi vuoi definire SUPERFICIALE siamo solo noi, senza dubbio la canzone più importante e l'unica immancabile di vasco, allora meglio che ascolti le suonerie di Nokia. Il siginficato del testo, quel basso che suona come una campana a morto sono l'inno di una generazione per davvero. Perchè a fine anni '70 ed inizio anni '80 di fattoni di eroina ce n'erano una cifra, e non sono quelli odierni che pippano cocaina per sembrare fighi, quelli erano veramente disadattati.

Mi pare comunque logico che per te la tecnica sia un optional, mentre per me è quasi irrinunciabile, solo pochi fenomeni ne sono esentati, ian curtis era uno di questi, perchè era pure stonato come una campana. Quello che però contesto è che per essere espressivi si debba essere dei cani, e non anche dei tecnici. Io prima seleziono la tecnica, e al loro interno l'espressività. Pat Metheny ha delle caratteristiche espressive veramente ed unicamente fuori dal comune, da un punto di vista meramente tecnico gli sono superiori sia il trio guitar, che i soliti metallari come malmsteen, steve vai, joe satriani, paul gilbert, john petrucci (quello forse più tecnico ma che mi piace meno di tutti), eppure quando sento una sola nota di pat godo, un assolo al fulmicotone di john petrucci mi viene da cagare.

Modificato da milordino
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Non sto mica dicendo che mancanza di tecnica = canzone migliore. In generale c'è un limite sotto cui la mancanza di tecnica si fa sentire, e tale limite cambia da genere a genere. I Sex Pistols non avrebbero mai potuto fare prog neanche volendo, i Move sì. Ma non è un'equazione lineare. I Genesis erano grandiosi anche perchè suonavano oggettivamente bene. Ma con i pezzi strumentali (che non erano esibizioni di tecnica) si alternavano alla voce nel veicolare il senso della canzone, creavano l'atmosfera corretta per ricevere il testo. Così come per i Joy Division, dove i bassi accentuati e la batteria fredda, secca, martellante ma regolare creavano il piedistallo per la voce di Ian.

Ci saranno anche stati tanti fatti di eroina, ma una My Generation si rivolgeva a tutti, non solo a una categoria ristretta come possono essere i tossici. Per questo si chiamano inni generazionali, non perchè hanno avuto semplicemente successo.

Cercare prima la tecnica significa più o meno scegliere un piatto per com'è presentato anzichè per il suo gusto.

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Se non sbaglio My generation era degli anni '60 dei who right? allora i fattoni erano di un po' di tutto, mica solo di eroina. La tecnica minima di base è necessaria come nel calcio, anche un Gattuso sebbene scarso rispetto a ronaldinho mediamente ha una tecnica più che decorosa. Ci sono dei gruppi che avevano realmente dei fondamentali di una scarsezza allucinante, come altri che non erano dei virtuosi per eccellenza eppure hanno segnato la storia della musica Pink Floyd per es.: sebbene la chitarra di Dave Gilmour sia divina, non eccelle per virtuosismi, e nessun altro si esalta in assoli al fulmicotonwe, idem dicasi per i Beatles o i Rolling Stones. I Genesis erano già di un altro spessore tecnico,senza scomodare gruppi più DURI come DEEP PURPLE O LED ZEPPELIN. Tutti questi tuttavia avevano dei fondamentali tecnici dignitosi, con l'unica eccezione di Rigno Starr alla batteria forse. Non intendo certo dire che weather report erano da preferire certamente in quanto la cifra tecnico artistica era di gran lunga superiore, eppure in certi generi senza tecnica non puoi nemmeno provare ad esibirti.

per disco TECNICO intendo Bright size life, primo solista di Pat suonato con Jaco Pastorius, con duetti da fantascienza, non certo solo grazie alla tecnica, ma anche soprattutto alle note che sapevano tirare fuori.

Un chitarrista che adoro per svariate ragioni, ma che tecnicamente non è certo tra i più eccelsi, è santana. Ha il merito storico di aver portato i ritmi latini nel rock, inventandosi un genere affascinantissimo.

Così come per i Joy Division, dove i bassi accentuati e la batteria fredda, secca, martellante ma regolare creavano il piedistallo per la voce di Ian.
cioè un'atmosfera lugubre. Modificato da milordino
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My Generation è del '65, le droghe c'erano ma la diffusione vera l'hanno avuta nella seconda metà del decennio. La canzone è un manifesto dell'emancipazione giovanile di massa, che è stato un fenomeno ben più ampio dell'eroina!

Giusto per la cronaca, Ringo Starr era il più dotato tecnicamente dei 4, tanto che tutti i batteristi rock dopo di lui (nessuno escluso) hanno adottato la sua tecnica di base, a partire dall'impugnatura delle bacchette. Semplicemente per lui la batteria non deve essere invadente, e nelle canzoni dei Beatles non ci andava più batteria di così. Ma sotto l'apparente semplicità si nascondevano Strawberry Fields o A day in the life.

E' vero, in certi generi senza tecnica non è proprio il caso di cimentarsi. Ma questi non comprendono il rock. E qui si sta parlando di rock.

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My Generation è del '65, le droghe c'erano ma la diffusione vera l'hanno avuta nella seconda metà del decennio. La canzone è un manifesto dell'emancipazione giovanile di massa, che è stato un fenomeno ben più ampio dell'eroina!

Giusto per la cronaca, Ringo Starr era il più dotato tecnicamente dei 4, tanto che tutti i batteristi rock dopo di lui (nessuno escluso) hanno adottato la sua tecnica di base, a partire dall'impugnatura delle bacchette. Semplicemente per lui la batteria non deve essere invadente, e nelle canzoni dei Beatles non ci andava più batteria di così. Ma sotto l'apparente semplicità si nascondevano Strawberry Fields o A day in the life.

E' vero, in certi generi senza tecnica non è proprio il caso di cimentarsi. Ma questi non comprendono il rock. E qui si sta parlando di rock.

George Harrison era un chitarrista tutt'altro che sprovveduto, e Paul al basso era più che decoroso. A me il più scarso sia come tocco che come fantasia sembra proprio Ringo.

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Se intendi che abbia un tempismo come uno che il metronomo nel culo d'accordo,in HELP è straordinario per come invece di rullare batte il tempo contemporaneamente.

Questa canzone, a mio avviso la più bella e significativa dei fabfour, dimostra la semplicità di linee armoniche e ritmiche, ma anche la loro efficacia. tecnicamente la batteria in questo modo la sa suonare anche mia nonna, ma la scelta della ritmica prescinde dalla tecnica.

http://www.youtube.com/watch?v=sXh4EuJa2TU

Modificato da milordino
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E al batterista con 200 tamburi che fa le capriole preferisco Ringo Starr che riesce a trovare il modo di mettere tom timpano e grancassa in abbondanza in un pezzo lento come nessuno aveva mai osato prima.

Considera che nel jazz si usa quasi esclusivamente charleston e piatti, pochissimo rullante, e quasi niente tom e timbales, eppure il tocco vale. Un altro batterista che tecnicamente non fa nulla di eccezionale è charly watts dei rolling stones, però ha un tocco più particolare il suo rullante lo riconosci subito.

Un altro batterista essenziale è stewart copeland, che però fa un lavoro sul charleston da paura, o anche quello degli ecx level 42 boon gould, a mio straordinario, ma che non invadeva mai nella musica, già piena del basso di mark king. Di batteristi essenziali tecnicamente dotati ce n'è a iosa, non sono mica tutti come Mike Portnoy, quello si fa le capriole carpiate, però è una macchina da guerra.

Ecco quello dei level 42 dal vivo, niente al di fuori dall'essenziale, eppure un tempismo ed un tocco da paura. Questo di base è un batterista jazz.

Modificato da milordino
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Che c'entra il jazz... lì è ovvio che il tocco serve.

Help è anche relativamente banale come batteria, è uno stile rock'n'roll un po' più elaborato. Anche Rain in cui Ringo suona un gran numero di fill (cosa insolita per lui) è molto bella ma "standard". Ma prendi una Come Together, è originale al 100% perchè non aveva nessun pezzo simile da cui prendere spunto... ed è semplice, per carità. Ma in pratica è lo strumento principale della canzone, non si limita a dare il tempo. Tu senti la batteria senza nient altro, e sai già che è Come Together. Anche Fixing a Hole, Ticket to ride, I feel fine, A day in the life e tante altre hanno questa caratteristica, ovvero che pur con ritmi semplici, l'accompagnamento è sempre diverso e riconoscibilissimo.

Nei generi più complicati è facile riconoscere una canzone dalla sua batteria perchè ci sono più possibilità di personalizzarli, nel pop-rock generalmente lento come quello dei Beatles che richiede un ritmo spesso non superiore agli ottavi, è una cosa non comune.

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Ma tutta sta impronta della batteria non la sento nemmeno in come together, fa una rullatina della minchia, eccoti invece un batterista minimalista ma con una personalità nettamente superiore, sarà perchè al basso ha un manico come bill wyman, altro mostro dello strumento a mio avviso.

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