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Questo non è più calcio


karmakeddon
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Tu tifavi per il tuo datore di lavoro da piccolo? No? Mercenario! Non è più lavoro ormai! Un tempo gli impiegati andavano dove li portava il cuore!

Comunque sì, non ci sono più i giocatori di una volta, che mai sarebbero andati da una squadra alla rivale! I tempi di Meazza, Ghezzi, Buffon, Sarti, Burgnich sono ben lontani!

Infatti il topic non è (solo) sul fatto che Ibra è un mercenario Daunt.

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Ok raga, chiacchierare con voi è diventato veramente poco interessante se devo fare così tanta attenzione a usare dei termini.

Ultimamente trovo parecchi di voi molto incoerenti e pure un po' troppo arroganti

Non sono mai stato amico di nisciuno purtroppo o per fortuna perciò non sarà tutta sta grave perdita reciproca in fondo.

Divertitevi, abbiamo troppe divergenze di idee e pochi interessi in comune e soprattutto lo Scrigno Day c'è solo una volta l'anno :(

Adieu!

Karma

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Cosa vuoi che ti dica, trovo patetico dare ai calciatori un ruolo che non dovrebbero avere, nella società: sono degli IMPIEGATI, e come tali se trovano una migliore offerta di lavoro la prendono al volo. Arrogante è chi cerca di imporre una sua opinione, secondo me. In questo topic lo stai facendo tu.

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Questa volta sto con i fratelli di Vigonza tutta la vita.

Aggiungo che non ne posso più di quelli che dicono:" E' una vergogna che un calciatore guadagni mille milioni di fantastiliardi mentre un chirurgo che salva vite umane..."

Sinceramente non vedo il nesso, se un calciatore guadagna 14 milioni l'anno vuol dire che ne fa guadagnare il doppio almeno...

Poi se gli stipendi dei calciatori dipendessero dai soldi che gli do io personalmente non sarebbero un granchè. Mica è colpa dei calciatori se la gente spende un sacco di soldi per il calcio. Anzi dovrebbero andare ancora più soldi a quelli che sono gli artefici dello spettacolo e meno ai procuratori e tutti i maneggioni che ruotano intorno.

Modificato da Lord Jim
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E' vero, i calciatori sono dei lavoratori, degli impiegati, dei professionisti. Usate pure il termine che volete ed evitiamo di chiamarli mercenari con disprezzo.

Però io che sono un lavoratore, un impiegato e un professionista come loro (cambia "solo" il mestiere e quegli zeri in fondo che a me mancano in busta paga) lavoro e generalmente lavoro in silenzio.

Le poche volte in cui parlo, difendo l'azienda per cui lavoro da 22 anni quando è il caso di difenderla, la critico quando mi sembra giusto criticarla.

Non ho giurato amore e fedeltà eterna alla mia azienda, e mai lo farò.

Basterebbe quindi che i calciatori la smettessero di rilasciare dichiarazioni del cazzo, sia perchè se son tentati da nuovi ingaggi più alti cedono alle tentazioni (giustamente, direi), sia perché son i datori di lavoro stessi (=Galliani) a sbolognarti se fiutano un affare particolarmente vantaggioso.

Voler conciliare questo sistema e il calcio sentimentale che fu non ha più senso.

Ha senso solo tenere in vita l'amore per la maglia, senza affezionarti a chi la indossa.

Sembra un controsenso o un paradosso, ma è così...

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Mah, il calcio è uno show e le dichiarazioni fanno parte dello show. Poi scusa, a me diverte tanto rinfacciare le minchiate che dicono, vuoi togliermi questa gioia?

Oggi Ibra dirà che è sempre stato tifoso del PSG, ma dentro di me sogno che esploda in un "cosa volete che vi dica, mi hanno riempito di soldi e sono qui".

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Sono cose che dico da anni.

Voler conciliare questo sistema e il calcio sentimentale che fu non ha più senso.

Ha senso solo tenere in vita l'amore per la maglia, senza affezionarti a chi la indossa.

Esatto.

Il problema non sono i calciatori, che sono lavoratori professioni e curano giustamente i propri interessi, ma certi tifosi che non riescono a separarsi da quella visione sentimentale del calcio che una volta poteva avere un senso ma adesso non più. Il che non significa che non ci si possa affezionare a un giocatore ma fare discorsi di attaccamento eterno alla maglia, di tradimento ecc. come se davvero si trattasse di questioni d'amore e non di lavoro non ha veramente senso.

A me non frega niente delle interviste di Ibrahimovic, di quante volte bacia la maglia, di quante dichiarazioni di amore eterno fa. Sono cazzate, fanno solo scena, alla pari delle scenette finte nella Wrestling. Mi interessa che giochi per noi, che faccia gol, che ci faccia vincere le partite. Mi esalto per quello che fanno dentro il campo, tutto il resto sono chiacchiere.

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Dimenticavo, non solo i calciatori ma anche allenatori, dirigenti e presidenti dovrebbero imparare non dico a star zitti (un po' di show ci vuole, ha ragione Mist) ma a parlare un po' meno a cazzo, sì...

Eutanasia di un'idea: quella della grandeur berlusconiana. Un po' Zelig, un po' Scherzi a parte nei frammenti di questo imbarazzante Blob rossonero.

14 maggio, lunedì . Il giorno dopo la chiusura del campionato (Milan-Novara 2-1) Adriano Galliani rivela di avere invitato Zlatan Ibrahimovic a casa sua per un aperitivo: «Sono stato con lui, abbiamo parlato a lungo e vi assicuro che resterà con noi al 100 per cento. Siamo d'accordo su tutto». Allegria!

18 maggio, venerdì. Ancora Galliani, stavolta ai margini della festa organizzata dall'Uefa a Monaco di Baviera per la finale di Coppacampioni tra Bayern e Chelsea, annuncia urbi et orbi: «Ibra riuscirà a vincere una Champions, sicuramente con la maglia del Milan». Profetico.

26 maggio, sabato. Sulla Gazzetta dello Sport appare un'intervista esclusiva con Massimiliano Allegri. Titolo: Berlusconi mi ha promesso: Ibra e Thiago non si muovono dal Milan. Sommario: non si può prescindere da quei due. Nel botta e risposta il tecnico rossonero sprizza certezze da tutti i pori: «Da qui ad agosto può succedere di tutto sul mercato. Ma non può succedere che loro se ne vadano». E all'intervistatrice che forse, a differenza sua, non vive nel mondo dei sogni («Come fa ad esserne certo?») chiarisce: «Perché ne abbiamo parlato con il presidente Berlusconi e lui mi ha assicurato che resteranno. È su di loro che si baserà il Milan». Commovente.

2 giugno, sabato. Adriano Galliani si imbarca sulla Love Boat rossonera per una crociera di pochi giorni nel Mediterraneo. «Thiago? Ancelotti me l'ha stra-chiesto ma bisogna saper resistere». Poi approfondisce meglio il concetto: «Se parlassimo solo di moneta sonante, Thiago sarebbe da prendere e vendere, ma noi non ragioniamo così. Abbiamo un grande presidente, che ama il Milan e vuole tenere tutti i big. Un debole avrebbe già ceduto». Poi la chicca: «Quando Seedorf non sarà più del Milan, Ibra giocherà con la maglia numero 10». Bravo, ma in quale squadra?

3 giugno, domenica. Allegri, anche lui in crociera, continua a vivere sulla luna: «Thiago resterà con noi al 99,9 per cento». Poi, in uno sprazzo di lucidità, confessa: «Se il Milan perdesse Thiago sarebbe una cosa gravissima».

5 giugno, martedì. Galliani sbarca a Tunisi con i gitanti rossoneri e smentisce piccato le voci di una possibile partenza di Ibra: «La notizia è falsa. Non va via nessuno, non vendiamo nessuno. Lui e Thiago restano al 99,9 per cento».

12 giugno, martedì. Da Tunisi a Parigi. Galliani prende alloggio all'hotel Bristol, in zona Champ-Élysées, per cedere Thiago Silva al Psg.

13 giugno, mercoledì. Su Milan Channel appare una supplica a Silvio Berlusconi: «Presidente noi la preghiamo... Lo tenga». I tifosi accendono ceri votivi. E Galliani, rientrato da Parigi, chiosa: «Di solito le preghiere funzionano, il presidente vuole trattenere Thiago». Mistico.

14 giugno, giovedì. Invocato alla moda di Padre Pio, Berlusconi gonfia il petto e annuncia a Milan Channel lo stop alla cessione di Thiago Silva: «È stata una scelta di sentimento. Resta anche Ibra». Galliani, patriottico, parla invece di «atto di eroismo di Berlusconi».

15 giugno, venerdì. Galliani non ha ancora smaltito la sincera commozione: «Ha vinto il cuore e non la ragione. Non venderemo nessuno, resterà anche Ibra». Nel frattempo Barbara Berlusconi esce dalle retrovie dove si era prudenzialmente rifugiata per ringraziare il papà che «ha operato una scelta di cuore» e che «ha accolto l'appello dei tifosi». Sul sito milanista campeggia una scritta a caratteri cubitali: «GRAZIE PRESIDENTE!».

17 giugno, domenica. Toh, chi si rivede! Massimiliano Allegri interrompe le meritate vacanze in Sardegna per una sviolinata senza precedenti nei confronti del suo datore di lavoro: «Io non ho mai avuto dubbi sulle parole di Berlusconi. Mi sono sempre fidato di lui e sapevo che Thiago Silva non sarebbe andato via. La sua conferma è un grande dono che Berlusconi ha fatto a me e ai tifosi». Commovente.

2 luglio, lunedì. Il sito milanista annuncia trionfante il prolungamento del contratto di Thiago Silva fino al 2017. Lo stipendio passa da 4 milioni di euro all'anno a 6 milioni (netti). Galliani si compiace: «È stata trovata una soluzione ragionevole per lui e per la società. Quanto a Ibra, ha altri due anni di contratto e resterà al Milan: è incedibile al 100 per cento». La presa per i fondelli nei confronti dei tifosi rossoneri incomincia a prendere corpo.

9 luglio, lunedì. Al raduno del Milan, il numero 27 della presidenza Berlusconi, Galliani ha un sussulto di dignità: «Thiago e Ibra? Tutto può succedere».

12 luglio, giovedì. Dopo avere piazzato al Psg quelli che noi non vendiamo nessuno e che è stato un atto di eroismo trattenerli, Silvio Berlusconi esulta: «In due anni risparmio 150 milioni». Parentesi: di questi soldi 62 milioni derivano dalla cessione di Thiago (42) e Ibra (20): visto che un anno fa gli sceicchi di Francia avevano scucito 43 milioni per Pastore e che Lavezzi è stato pagato 30 milioni, all' establishment rossonero non viene il sospetto di avere calato le braghe con troppa precipitazione? Il 40 per cento di questo tesoretto (60 milioni) è poi rappresentato dal nuovo contratto di Thiago. Era stato firmato soltanto dieci giorni prima, il 2 luglio, a dimostrazione del fatto che il classico slogan sulle maglie rossonere («Il club più titolato al mondo») può serenamente essere soppiantato da un più crudo ma più realistico «Poche idee e pure confuse».

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http://www.repubblic...10/?ref=HRERO-1

"E' stata resa possibile una cosa che sembrava impossibile, sono felice di essere un giocatore del Psg, è un altro sogno che si avvera" :D

Ma dai, a me fa ridere, è davvero come nella Wrestling. Come ci si fa a incazzare per queste fesserie? :D

Modificato da GURU baba rey
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Ma ha senso parlare dei "tempi del calcio sentimentale" quando il mercato esiste da sempre e il primo "traditore" famoso risale agli anni '30?

Storicamente ogni squadra ha bandiere e banderuole. Eventuali dichiarazioni d'amore sono un semplice teatrino, solo che a volte l'ultras tonto è convinto che la sua squadra sia un punto d'arrivo per chiunque, e quando scopre che il giocatore tesserato da 2 anni non prova lo stesso attaccamento di lui che è tifoso da tutta la vita, allora parla di mercenari e rievoca i vecchi tempi che lui non ha tra l'altro mai vissuto. E quando qualcuno gli fa notare che sta solo dicendo una valanga di luoghi comuni, si offende e va via. Non che questa cosa sia appena successa, eh, dico solo che sarebbe brutto se succedesse.

Tra l'altro anche due fidanzatini possono partire con l'intenzione di stare insieme a vita, intenzione sincera al 100% da ambo i lati, salvo poi cambiare idea dopo 2 mesi al sopraggiungere di qualche difficoltà.

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Dimenticavo, non solo i calciatori ma anche allenatori, dirigenti e presidenti dovrebbero imparare non dico a star zitti (un po' di show ci vuole, ha ragione Mist) ma a parlare un po' meno a cazzo, sì...

Eutanasia di un'idea: quella della grandeur berlusconiana. Un po' Zelig, un po' Scherzi a parte nei frammenti di questo imbarazzante Blob rossonero.

14 maggio, lunedì . Il giorno dopo la chiusura del campionato (Milan-Novara 2-1) Adriano Galliani rivela di avere invitato Zlatan Ibrahimovic a casa sua per un aperitivo: «Sono stato con lui, abbiamo parlato a lungo e vi assicuro che resterà con noi al 100 per cento. Siamo d'accordo su tutto». Allegria!

18 maggio, venerdì. Ancora Galliani, stavolta ai margini della festa organizzata dall'Uefa a Monaco di Baviera per la finale di Coppacampioni tra Bayern e Chelsea, annuncia urbi et orbi: «Ibra riuscirà a vincere una Champions, sicuramente con la maglia del Milan». Profetico.

26 maggio, sabato. Sulla Gazzetta dello Sport appare un'intervista esclusiva con Massimiliano Allegri. Titolo: Berlusconi mi ha promesso: Ibra e Thiago non si muovono dal Milan. Sommario: non si può prescindere da quei due. Nel botta e risposta il tecnico rossonero sprizza certezze da tutti i pori: «Da qui ad agosto può succedere di tutto sul mercato. Ma non può succedere che loro se ne vadano». E all'intervistatrice che forse, a differenza sua, non vive nel mondo dei sogni («Come fa ad esserne certo?») chiarisce: «Perché ne abbiamo parlato con il presidente Berlusconi e lui mi ha assicurato che resteranno. È su di loro che si baserà il Milan». Commovente.

2 giugno, sabato. Adriano Galliani si imbarca sulla Love Boat rossonera per una crociera di pochi giorni nel Mediterraneo. «Thiago? Ancelotti me l'ha stra-chiesto ma bisogna saper resistere». Poi approfondisce meglio il concetto: «Se parlassimo solo di moneta sonante, Thiago sarebbe da prendere e vendere, ma noi non ragioniamo così. Abbiamo un grande presidente, che ama il Milan e vuole tenere tutti i big. Un debole avrebbe già ceduto». Poi la chicca: «Quando Seedorf non sarà più del Milan, Ibra giocherà con la maglia numero 10». Bravo, ma in quale squadra?

3 giugno, domenica. Allegri, anche lui in crociera, continua a vivere sulla luna: «Thiago resterà con noi al 99,9 per cento». Poi, in uno sprazzo di lucidità, confessa: «Se il Milan perdesse Thiago sarebbe una cosa gravissima».

5 giugno, martedì. Galliani sbarca a Tunisi con i gitanti rossoneri e smentisce piccato le voci di una possibile partenza di Ibra: «La notizia è falsa. Non va via nessuno, non vendiamo nessuno. Lui e Thiago restano al 99,9 per cento».

12 giugno, martedì. Da Tunisi a Parigi. Galliani prende alloggio all'hotel Bristol, in zona Champ-Élysées, per cedere Thiago Silva al Psg.

13 giugno, mercoledì. Su Milan Channel appare una supplica a Silvio Berlusconi: «Presidente noi la preghiamo... Lo tenga». I tifosi accendono ceri votivi. E Galliani, rientrato da Parigi, chiosa: «Di solito le preghiere funzionano, il presidente vuole trattenere Thiago». Mistico.

14 giugno, giovedì. Invocato alla moda di Padre Pio, Berlusconi gonfia il petto e annuncia a Milan Channel lo stop alla cessione di Thiago Silva: «È stata una scelta di sentimento. Resta anche Ibra». Galliani, patriottico, parla invece di «atto di eroismo di Berlusconi».

15 giugno, venerdì. Galliani non ha ancora smaltito la sincera commozione: «Ha vinto il cuore e non la ragione. Non venderemo nessuno, resterà anche Ibra». Nel frattempo Barbara Berlusconi esce dalle retrovie dove si era prudenzialmente rifugiata per ringraziare il papà che «ha operato una scelta di cuore» e che «ha accolto l'appello dei tifosi». Sul sito milanista campeggia una scritta a caratteri cubitali: «GRAZIE PRESIDENTE!».

17 giugno, domenica. Toh, chi si rivede! Massimiliano Allegri interrompe le meritate vacanze in Sardegna per una sviolinata senza precedenti nei confronti del suo datore di lavoro: «Io non ho mai avuto dubbi sulle parole di Berlusconi. Mi sono sempre fidato di lui e sapevo che Thiago Silva non sarebbe andato via. La sua conferma è un grande dono che Berlusconi ha fatto a me e ai tifosi». Commovente.

2 luglio, lunedì. Il sito milanista annuncia trionfante il prolungamento del contratto di Thiago Silva fino al 2017. Lo stipendio passa da 4 milioni di euro all'anno a 6 milioni (netti). Galliani si compiace: «È stata trovata una soluzione ragionevole per lui e per la società. Quanto a Ibra, ha altri due anni di contratto e resterà al Milan: è incedibile al 100 per cento». La presa per i fondelli nei confronti dei tifosi rossoneri incomincia a prendere corpo.

9 luglio, lunedì. Al raduno del Milan, il numero 27 della presidenza Berlusconi, Galliani ha un sussulto di dignità: «Thiago e Ibra? Tutto può succedere».

12 luglio, giovedì. Dopo avere piazzato al Psg quelli che noi non vendiamo nessuno e che è stato un atto di eroismo trattenerli, Silvio Berlusconi esulta: «In due anni risparmio 150 milioni». Parentesi: di questi soldi 62 milioni derivano dalla cessione di Thiago (42) e Ibra (20): visto che un anno fa gli sceicchi di Francia avevano scucito 43 milioni per Pastore e che Lavezzi è stato pagato 30 milioni, all' establishment rossonero non viene il sospetto di avere calato le braghe con troppa precipitazione? Il 40 per cento di questo tesoretto (60 milioni) è poi rappresentato dal nuovo contratto di Thiago. Era stato firmato soltanto dieci giorni prima, il 2 luglio, a dimostrazione del fatto che il classico slogan sulle maglie rossonere («Il club più titolato al mondo») può serenamente essere soppiantato da un più crudo ma più realistico «Poche idee e pure confuse».

Oh, ringrazio Marco per questo post, volevo giusto leggerlo, ne avevo sentito parlare.

Che dire? Come quando vendemmo Kakà, potevamo spuntare di più se avessimo gestito meglio la cosa, ormai facciamo delle trattative ridicole, come quella con Tevez.

Ringraziamo il Grande Merda, che rientrando in politica ributta nel cesso il Milan. Peccato che nessuno lo voglia comprare, magari dopo la prossima disastrosa annata che faremo lo svenderanno, strano che qualche Sceicco non preferisca noi a realtà minori come Manchester City e PSG...

Ma ha senso parlare dei "tempi del calcio sentimentale" quando il mercato esiste da sempre e il primo "traditore" famoso risale agli anni '30?

Storicamente ogni squadra ha bandiere e banderuole. Eventuali dichiarazioni d'amore sono un semplice teatrino, solo che a volte l'ultras tonto è convinto che la sua squadra sia un punto d'arrivo per chiunque, e quando scopre che il giocatore tesserato da 2 anni non prova lo stesso attaccamento di lui che è tifoso da tutta la vita, allora parla di mercenari e rievoca i vecchi tempi che lui non ha tra l'altro mai vissuto. E quando qualcuno gli fa notare che sta solo dicendo una valanga di luoghi comuni, si offende e va via. Non che questa cosa sia appena successa, eh, dico solo che sarebbe brutto se succedesse.

Tra l'altro anche due fidanzatini possono partire con l'intenzione di stare insieme a vita, intenzione sincera al 100% da ambo i lati, salvo poi cambiare idea dopo 2 mesi al sopraggiungere di qualche difficoltà.

Ci sono gli stipendi e ci sono gli uomini.

Ci sono gli Ibra, omminiemmerda non certo per i soldi che prende, ma per gli atteggiamenti che ha.

E Uomini che amano davvero la maglia: Pippo Inzaghi su tutti. E per me certe cose contano ancora.

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Il parere di Raiola sull'argomento:

http://it.eurosport....-120410366.html

"Marek è un grande giocatore ed è la fortuna del Napoli, se poi ti senti un grande giocatore ti devi misurare con un'altra realtà per dimostrare il tuo valore. Il presidente De Laurentiis non la pensa così e per me è un'idea sbagliata. Stesso discorso anche per Messi: è lui che fa grande il Barcellona o è il Barcellona che fa di lui un grande? Come Schumacher alla Ferrari. Questo è il mio pensiero su un grande atleta: devi cercare nuovi stimoli, che tu sia Messi, Ibrahimovic o Hamsik. Altrimenti sei un giocatore flacco, piatto."

Insomma le bandiere non devono più esistere, bisogna cambiare una squadra ogni due anni come Ibrahimovic per essere un grande giocatore.

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