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Eduardo


Toremoon
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Occhio che ti sbologniamo anche lui eh??? :bigemo_harabe_net-169:

No dai. Ho ancora in mente 2/3 partite fa una bella figuraccia di Bassi che sembrava stesse giocando con un gomitolo di lana come i gatti...Di Rubinho non ne vorrei parlare, mai visto nessuno fare dei rinvii come lui. Roba che forse è l'unico essere sulla terra (assieme a DeAscentis forse) che potrebbe trarre vantaggio da uno Jabulani....si sa mai che la mira addirittura migliori con un obbrobrio della fisica come quello...

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Non senza una punta di orgoglio, visto pure il campionato anonimo che stiamo facendo, testimonio il fatto che più sbaglia e più sta diventando un idolo!!!!

Scrigno dì ai tuoi, domenica, che basta tirare verso la porta, in qualsiasi modo, da fuori area (dentro l'area è il più forte del mondo :) )

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Eduardo, la rinascita ventre a terra

Inviato Ven, 19/11/2010 - 08:48

Autore: Marcello Zinola

Testata: Il Secolo XIX

Decisivo non solo a Cagliari

Le uscite basse la sua specialità. La storia di un rosario e di un paio di guanti speciali

Genova. Un rosario che porta sempre con sé, da 17 anni, ogni volta che scende in campo. Ricordando anche due guanti (speciali) da portiere, quelli da bambino, regalatigli da un allenatore: "piensa que te los ha mandado tu papà desde el cielo". Pensa che te li ha mandati tuo papà dal cielo. Il rosario e il ricordo di quei guanti, sono la storia di Eduardo bambino. E oltre alla vicinanza dei compagni di squadra (e della moglie, atleta e campionessa abituata a correre e soffrire, bronzo europeo sui 10mila metri a Barcellona) sono stati probabilmente uno dei momenti di rifugio e di forza per Eduardo dos Reis Carvalho, più semplicemente Eduardo, portiere del Genoa, dopo il momento no post Inter. E fresco reduce (voto medio 6,5) dai 45' giocati nella rivincita di Portogallo-Spagna: 4-0

Primo soprannome al suo arrivo a Genova, "Jesus" per quelle braccia sempre larghe quando manda i compagni avanti o si prepara a piazzarsi quasi fosse la statua del Cristo che "veglia" su Rio de Janeiro. Del resto, se proprio la si vuole buttare in religione, il portiere spesso finisce per essere messo in croce. Facile trovare i chiodi della critica per "appenderlo" trasformandolo (in generale) in un "povero Cristo" del pallone.

Il rosario è stato un dono della mamma e i "guanti del ricordo" sono quelli ricevuti a dieci anni. "Jesus" era cresciuto in una famiglia umile, da ragazzino giocava sempre con dei guanti in prestito perché i soldi erano pochi e i guantoni, per il portierino che sarebbe poi stato uno dei migliori del Mondiale d'Africa, erano un lusso.

Era con suo padre il giorno dell'incidente stradale che lo rese orfano: andavano proprio a comperare un paio di guanti tutto suo. L'incidente, Eduardo che vola fuori da un finestrino, la sua salvezza.

Poi i guanti in regalo dal mister: "te lo ha mandado tu papà desde el cielo". Eduardo la sua rinascita dopo l'errore con l'Inter l'ha completata a Cagliari. Quattro uscite a terra fondamentali (Matri, Acquafresca, Perico e quella all'ultimo minuto, sul vertice destro dell'area piccola, su Cossu che cercava di dribbarlo).

Eduardo, come il suo contrapposto Storari della Juve, avversario di domenica, è uno specialista delle uscite. E "Jesus" si era confermato anche nelle partite precedenti. Nell'esordio della Coppa Spagnolo ad agosto. Poi a Udine (due uscite basse), Roma (due, su Borriello e Brighi), Palermo (tre, due decisive su Pinilla, nell'assalto-torello iniziale del Palermo, evitando una goleada), in casa con il Bari (due, su Ghezzal e Alvarez), Bologna (una su Perez), Inter (Maicon e Biabiany).

Questa la serie più spettacolare e significativa frutto di una qualità innata e preparata in Portogallo e con la cura di Gianluca Spinelli, preparatore dei portieri. Una "cura" che aveva già visto produrre risultati eccellenti con Rubinho. Meglio "in volo" o ventre a terra? Domenica, nel dopo Cagliari, Eduardo (migliore in campo con Ranocchia) non si era né esaltato né preso rivincite sulle critiche: «Abbiamo e ho sempre lavorato bene da quando sono arrivato, è il mio lavoro, il portiere deve parare».

Portiere, ruolo solitario, perché se sbagli rischi di essere decisivo in negativo e per fenomeno che sei il Pallone d'oro (Buffon docet) non lo vinci mai (unico a rompere il tabù, il portiere dell'allora Urss, Lev Ja?in nel '63, davanti a Gianni Rivera che avrebbe poi vinto la sfera dorata sei anni dopo). «Noi siamo un buon gruppo, serio - aveva detto Eduardo - Nessuno mi ha lasciato solo dopo l'Inter, ho dedicato a loro le parate di oggi». Eppoi, come aveva ricordato ancora Eduardo, puoi sbagliare una, due volte, «ma il lavoro, lavoro, lavoro, aiuta». E paga. E allora, pancia a terra. Che non vuol dire solo la posizione dopo una parata o un'uscita bassa. Ed Eduardo-Jesus adesso corre già contro l'attacco (allo stato) più forte del campionato, quello di Madama Juventus.

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qui c'è un sunto meno lungo

Storia da Brividi Quella Di Eduardo Nato e Cresciuto in una Famiglia Povera Che Non Poteva Permettersi di Comprargli un piaio di guanti..usava quelli degli amici..finalmente un giorno il padre dopo tanti risparmi gli disse "andiamo a Comprare i tuoi guanti nuovi" sali' in macchina ma al negozio non ci arrivarono un incidente stradale strappo' dalla vita suo padre e il piccolo portiere si salvo' per Miracolo..In Lacrime Dopo l'errore Contro L'udinese ha chiesto a Preziosi di Essere Ceduto..Ma Per Noi E' Gia' Un Vincente...

vi prego supportatelo

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