Apolide

Non esiste l'autovoto, tranne che per salmur, s'intende.

Non esiste l'autovoto, tranne che per salmur, s'intende.

Non esiste l'autovoto, tranne che per salmur, s'intende.

Lemon trafisse con uno sguardo di brace il povero Apolide: "Sicuro che sei del Sud?"
"Moderatamente sicuro" rispose Apolide. "Ma perché?"
"E me lo chiedi anche? Le vongole si fanno con le linguine, le lin-gui-ne".
Apolide abbozzò. "Vero, ho scritto una cacchiata, il piatto chiamava, ma ho mangiato effettivamente le linguine."
"Erano buone?"
"Erano, esatto" rise Apolide.
"Ti odio" disse Lemon.
"Allora non ti dico cosa ho mangiato per secondo".
"Sei brutto e cattivo".
"Sì. Ma ai miei venticinque lettori non importa di cosa ho mangiato".
Lemon ruggì. "E allora digli quello che vogliono".
"Figa gratis per tutti".
"Un'altra cosa che vogliono".
"Mangiare senza ingrassare".
"Va be'" si spazientì Lemon, "glielo dico io".
"Vai!"
"Al rogo si spegne Tidus, e ai piedi del rogo troviamo ciò che resta del corpo mangiucchiato e coperto di saliva, di Salmur".
Apolide scosse la testa: "Al rogo si spegne, chi credi di essere una giornalista di Repubblica, o la Fata che dà il potere dell'antipatico?"
 
Lista iscritti
 
1. Mariosan
2. Tidus rogo
3. klarissa 
4. Salmur +  Elendor sbrano
5. ecoban sbrano
6. Miramontes
7. Tartina sbrano
8. Gianermidipru rogo
9. Marco1306 rogo
10. David
11. Nico98
12. Zero rogo
13. Criceto + Estiqaatsi sbrano
14. Polle sbrano
15. Ilprof +Thanks for All the Fish rogo
 

Lemon trafisse con uno sguardo di brace il povero Apolide: "Sicuro che sei del Sud?"
"Moderatamente sicuro" rispose Apolide. "Ma perché?"
"E me lo chiedi anche? Le vongole si fanno con le linguine, le lin-gui-ne".
Apolide abbozzò. "Vero, ho scritto una cacchiata, il piatto chiamava, ma ho mangiato effettivamente le linguine."
"Erano buone?"
"Erano, esatto" rise Apolide.
"Ti odio" disse Lemon.
"Allora non ti dico cosa ho mangiato per secondo".
"Sei brutto e cattivo".
"Sì. Ma ai miei venticinque lettori non importa di cosa ho mangiato".
Lemon ruggì. "E allora digli quello che vogliono".
"Figa gratis per tutti".
"Un'altra cosa che vogliono".
"Mangiare senza ingrassare".
"Va be'" si spazientì Lemon, "glielo dico io".
"Vai!"
"Al rogo si spegne Tidus, e ai piedi del rogo troviamo ciò che resta del corpo mangiucchiato e coperto di saliva, di Salmur".
Apolide scosse la testa: "Al rogo si spegne, chi credi di essere una giornalista di Repubblica, o la Fata che dà il potere dell'antipatico?"
 
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Avvertenza: mi aspettano gli spaghetti con le vongole.

Avvertenza: mi aspettano gli spaghetti con le vongole.

Auguri @pin up     

Hanno rogato #ilmarconosiroga – disse Lemon.
 
Barbari – disse Apolide, – barbari senza alcun rispetto per la semantica.
 
E hanno sbranato Criceto – Lemon disse.
 
Apolide rispose: - Un criceto. Il mio amico Francis Macomber andava a caccia di leoni.
 
Lemon guardò le colline come elefanti bianchi chiudere l’orizzonte, e poi guardò a sinistra, al di là del fiume e tra gli alberi, in quel momento che è vero solo all’alba.
 
Che strano – disse lei.
 
Cosa – rispose lui.
 
Quel giovane e la pozzanghera – lei disse.
 
Apolide sorrise: – ha detto addio alle sue armi a giocattolo.
 
Ti prego ti prego ti prego ti prego – disse Lemon.
 
Cosa? – disse Apolide.
 
Grido – lei disse.
 
Perché? – rispose lui.
 
Ti odio - disse Lemon. E sparò in faccia ad Apolide, mentre la fata dava il potere del fattore.
 
 
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Quanta ressa, basta, ferma, stop, riapro tra un po'.

"Sai Lemon" disse Apolide, "sto scrivendo un'autobiografia. Ascolta l'incipit : Ero nato morto con un occhio nero"
"Bah, l'hai rubata a Jack LaMotta, il famoso pugile interpretato da De Niro".
Apolide alzò le spalle. "E allora? se lo fa Baricco che in City saccheggia LaMotta e persino Rocky, gli dicono che è un grande scrittore, io sono un copione?"
"Smettila. Chi bruceranno i cittadini?"
"Bruceranno tra Marco, Salmur e Tidus".
"Ma davvero leggi Baricco?"
"Chi, io? ma sei pazza? uno che pensa di fare meglio di Omero, scrivendo l'Iliade e togliendo gli Dei, è solo un imbecille".
"Perché mai?"
"Perché è come raccontare la Seria A togliendo gli arbitri che favoriscono la Juve".
"Va be'," tagliò corto Lemon: "Parola ai cittadini".

Vi taglio le mani, ve le faccio mangiare, e con garbo vi chiedo come sono di sale.

Vi taglio le mani, ve le faccio mangiare, e con garbo vi chiedo come sono di sale.

Boooooooooooooooooonaaaaaaaaaaa!
 
Come dicono a Bari quando fai manovra con la macchina, e stai per sbattere.
Bona = ferma.
Anche se fossi un vecchio con la coppola (che in quel caso, non ti fermi, e sbatti).

Se vi pago lo leggete il regolamento?
 
Certo.

Era una gioia appiccare il fuoco.
 
Era una gioia speciale vedere le fiamme avvolgere, annerire e divorare i cittadini. Era una gioia vedere la pelle dei contadini liquefarsi, gli occhi sprizzare fuori, e quando la pressione interna era allo spasmo, i crani scoppiare: schegge d’osso ovunque, come lapilli in cerca di nuova carne da ardere.
 
Era una gioia vedere Gian bruciare come un foglio di carta, ma non alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit, Gian bruciava a circa 5000 gradi, merito della nafta agricola speciale di Apolide, edulcorata con l’additivo segreto, lo stesso additivo segreto, che Apolide metteva nella sua peperonata.
Ed è meglio che non lo sappiate, cos'è.
I contadini, nella loro gioia incendiaria, si presero per mano e intonarono un canto alla dea Lemon, affinché riportasse in vita qualcuno dei cittadini barbaramente trucidati, ma la dea Lemon era impegnata, e aveva lasciato l'ingrato compito ad Apolide, che era uno stronzo, e disse, "mi spiace ragazzi, ma all'inferno c'è sesso, droga, alcol e rock 'n 'roll, e nessuno vuole tornare da voi, anche perché, dicono che siete brutti sporchi e cattivi, e con il vizio di uccidere".
I cittadini presero la notizia sul personale, insultarono Apolide, e provarono a inseguirlo, ma inciamparono su ciò che restava del corpo sbranato... atooo... ato... too... to... o... di Eco.
La Fata vi dona il potere più odiato dagli studenti: quello del Matematico.
 
 
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9. Marco1306
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Sì.

Sì.

"Signorina, io per lei...muore lui!"

Io il prossimo lo odio proprio, invece. Non sapete quante ragazze alla domanda se mi amano, rispondevano, no, amo il prossimo.
 

Io il prossimo lo odio proprio, invece. Non sapete quante ragazze alla domanda se mi amano, rispondevano, no, amo il prossimo.
 

Io il prossimo lo odio proprio, invece. Non sapete quante ragazze alla domanda se mi amano, rispondevano, no, amo il prossimo.
 

Tra due file di gendarmi armati di forconi, i sospetti avanzano col capo chino e le spalle piegate; lento il passo, e strascicato, a lasciar scie nella polvere; l’occhio è vacuo, sperso, a guardar oltre ciò su cui si posano e trovare il niente. Lontano, a chiudere l’orizzonte, pire pronte a prender fuoco sulle note del Trovatore.
 
“Ave, Apolide, morituri te salutant” dicono i sospetti.
 
Apolide seduto su un umile trono rivestito di pelle umana, bevendo vino da un modesto calice d’oro e di diamanti, un Aglianico 14 gradi coltivato ai piedi del Vesuvio che Dionisio se lo sogna, getta loro, con tutta la grazia di un vecchiaccio destato da un sonno erotico sulla bella Edwige Fenech, uno sguardo commovente, che trasuda tutta l’umanità e la bontà che la più intima natura di Apolide, serba in sé, come il più prezioso dei regali. E per meglio regalare la sua umanità, Apolide porge loro la pargoletta mano, a pugno chiuso e con il pollice proteso, e con un sorriso infantile e puro, ieraticamente Apolide punta in alto il pollice, poi, con uno sfregio cruento, lo abbassa, a trafiggere il terreno.
 
“Scusate, ma dovete morire di assassinio naturale” dice, e piange mentre lo dice.
 
Più in là, Lemon, la testa tra le mani e un’espressione rassegnata da tifoso dell’Inter, rincuora i poveri lettori che sarà lei stessa in persona a fargliela pagare cara a questo scribacchino di ciance vuote come la testa dei leghisti.
 
 
 
In arringa:
 
Nico98
Tidus
Klarissa
Gian
Salmur
Miramontes

Tra due file di gendarmi armati di forconi, i sospetti avanzano col capo chino e le spalle piegate; lento il passo, e strascicato, a lasciar scie nella polvere; l’occhio è vacuo, sperso, a guardar oltre ciò su cui si posano e trovare il niente. Lontano, a chiudere l’orizzonte, pire pronte a prender fuoco sulle note del Trovatore.
 
“Ave, Apolide, morituri te salutant” dicono i sospetti.
 
Apolide seduto su un umile trono rivestito di pelle umana, bevendo vino da un modesto calice d’oro e di diamanti, un Aglianico 14 gradi coltivato ai piedi del Vesuvio che Dionisio se lo sogna, getta loro, con tutta la grazia di un vecchiaccio destato da un sonno erotico sulla bella Edwige Fenech, uno sguardo commovente, che trasuda tutta l’umanità e la bontà che la più intima natura di Apolide, serba in sé, come il più prezioso dei regali. E per meglio regalare la sua umanità, Apolide porge loro la pargoletta mano, a pugno chiuso e con il pollice proteso, e con un sorriso infantile e puro, ieraticamente Apolide punta in alto il pollice, poi, con uno sfregio cruento, lo abbassa, a trafiggere il terreno.
 
“Scusate, ma dovete morire di assassinio naturale” dice, e piange mentre lo dice.
 
Più in là, Lemon, la testa tra le mani e un’espressione rassegnata da tifoso dell’Inter, rincuora i poveri lettori che sarà lei stessa in persona a fargliela pagare cara a questo scribacchino di ciance vuote come la testa dei leghisti.
 
 
 
In arringa:
 
Nico98
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