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Cleon

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  1. Cleon

    Coronavirus

    COSA SUCCEDE SE UNO STUDENTE E' POSITIVO AL COVID-19: NOTIZIE DAL FRONTE E QUALCHE PROPOSTA a cura di: Luca Scorrano (Prof. ordinario di Biochimica), Sara Gandini (Group Leader, Epidemiologa-Biostatistica), Francesco Cecconi (Prof ordinario di Biologia cellulare e dello sviluppo), Stefano Tasca (Pediatra), Maria Luisa Iannuzzo (Specialista in Medicina Legale), Paolo Bonilauri (Biologo Dirigente), Antonella Viola (Immunologa, Prof ordinario di Patologia Generale) 178 giornate di lavoro persi dai genitori degli alunni isolati, 540 ore di lezione perse dall’intera scuola, 14 studenti isolati per 14 giorni, 8 studenti isolati per 17 giorni: questo è il bilancio, nudo e crudo, di quanto "costa" alla società un solo studente positivo in una classe. Un bilancio appesantito dalla normativa che potrebbe essere modificata: ecco come. 💊💊💊 Questa è una storia di fantasia che nasce con l’intento di spiegare come potrebbe essere la realtà scolastica nei prossimi mesi. Con la riapertura delle scuole era inevitabile che succedesse: uno studente è positivo al tampone (sintomatico o asintomatico per Covid-19). La positività innesca un protocollo ben definito che prevede: 1. Isolamento dello studente (che chiameremo soggetto 1) e dei suoi familiari, considerati contatti stretti, per 14 giorni. Lo studente ed i familiari saranno rilasciati dalla quarantena solo dopo due tamponi a distanza di 1-2 giorni entrambi negativi. 2. Tampone per tutti gli studenti ed i docenti della classe frequentata dallo studente positivo. 3. Isolamento per 14 gg degli studenti e docenti di cui al punto 2. Se negativi al tampone, queste persone saranno rilasciate se allo scadere dei 14 gg il tampone (uno solo) sarà negativo. Se malauguratamente uno tra loro sarà positivo, andranno in isolamento anche i familiari di questo ulteriore positivo per 14 gg dalla data del tampone positivo (il cui risultato arriverà nella migliore delle ipotesi 5 giorni dopo che questi contatti hanno avuto contatti con il soggetto 1) e saranno tutti rilasciati dopo 2 tamponi negativi consecutivi allo scadere dei 14 giorni. Sembra complicato. Facciamo un esempio pratico. Mario è uno studente di terza media, frequenta la IIIA, una classe composta da 21 altri alunni. Il 5 ottobre (è un lunedì) si sveglia e avverte un certo malessere, ma niente di che, niente febbre, niente tosse, niente diarrea, niente rinite. Va a scuola, frequenta 5 ore con 4 diversi insegnanti (non c’è ancora il servizio mensa, il comune ci sta lavorando alacremente). La sera si sente febbricitante ed infatti ha 37,9°C. I genitori avvertono il pediatra che rapidamente dispone per il tampone, che viene eseguito il giorno 6 ottobre e refertato il giorno 7 ottobre mattina (Mario vive in una regione dove il sistema sta funzionando alla grande). Nel frattempo per fortuna Mario sta bene, non ha febbre, non ha altri segni e sintomi. I genitori ed il pediatra allertano la ASL di competenza e la scuola il 7 ottobre stesso, e parte per fortuna solerte la macchina di notifica (abbiamo già detto che Mario vive in una regione dove il sistema funziona alla grande? Se invece vivesse in una regione dove il sistema non funziona potrebbe dover aspettare fino a 6 giorni per il tampone e altri 7 per avere il risultato). Ai genitori dei compagni di classe di Mario viene comunicato il 7 ottobre stesso che i loro figli sono in quarantena dal giorno 5 ottobre al giorno 18 ottobre e che dovranno presentarsi accompagnati da un genitore per il tampone il giorno 8 ottobre mattina. Stessa sorte per i 4 insegnanti, che sono pure in quarantena e faranno il tampone il giorno 8 ottobre. Sono tutti (studenti ed insegnanti) senza sintomi, per fortuna. Il giorno 8 ottobre tamponi per tutti, risultati rapidissimi, già disponibili il giorno 9 ottobre. Tutti negativi, tranne uno degli insegnanti, il giovane professore di tecnologia che per fortuna sta bene. Il professore insegna a 18 classi diverse in quella scuola media, è un vero problema organizzativo, ma soprattutto per il dirigente scolastico. Lasciamo il dirigente ai suoi problemi -ci ritorneremo tra poco- e vediamo cosa succede al nostro prof di tecnologia ed agli studenti della sua terza media. Beh, per il prof continua l’isolamento che però adesso parte dal 9 ottobre ed è destinato a finire il 22 ottobre. Per fortuna sta bene. Per i suoi studenti parte la didattica a distanza, tranne che per tecnologia e per le materie insegnate dai professori che erano in classe quel 5 ottobre: matematica, italiano e storia (stesso docente), musica: i professori sono in quarantena e non possono fare DAD, perché sono in malattia. Siccome non possono insegnare alle altre classi, l’orario della scuola è ridotto dal dirigente scolastico che non può fare altrimenti a 3 ore al giorno per tutta la scuola media. Quindi, circa 300 alunni hanno scuola dalle 8.30 alle 11.30 tutti i giorni, dal giorno 8 ottobre sino almeno al giorno 16 ottobre. Poco male. È poco più di una settimana. Ce la si fa, no? Ci si arrangia, pensa a quei poveracci della IIIA che sono chiusi in casa, con un genitore che deve rimanere a casa dal lavoro. Arriva finalmente il 16 ottobre ed i ragazzi devono essere contattati per il tampone che consente loro di essere riammessi a scuola. Ahimè qui la nostra efficientissima regione perde qualche colpo, 8 studenti fanno il tampone il 16, 4 il 17 e ottengono il risultato del tampone (negativo! Grandi feste a casa!) in tempo per tornare a scuola il 19. Anzi, Greta e Gemma che fanno atletica e sono bravissime riescono anche a fare la gara di corsa campestre cui erano iscritte per domenica 18 ottobre. Peccato avere perso quella della settimana prima, ma pazienza. Gli altri 8 alunni non sono stati contattati, ma il giorno dopo dovrebbero finalmente uscire di casa e tornare a scuola. Il pediatra non rilascia il certificato e rimangono quindi a casa. Il 19 ottobre la IIIA si ritrova a scuola, stanno tutti bene, peccato che siano in 14 e che la scuola duri ancora solo 3 ore al giorno. Finalmente il 19 ottobre vengono contattati i rimanenti 8 alunni, fanno il tampone il 20 ottobre, sono liberi dal 21 mattina ed il 22 ottobre possono tutti tornare a scuola. Nel frattempo il professore di tecnologia che è stato benissimo, per fortuna, per tutto questo periodo, ha fatto i tamponi. Negativo il primo. Debolmente positivo il secondo (Ct=37, abbiamo degli insider nel laboratorio di virologia che ci hanno dato il risultato). Tutto da rifare. Il 22 rifà il primo tampone: negativo. Il 23 il secondo: dubbio (Ct=40), si ritorna al via. Il 25 il primo tampone, il 27 il secondo. Finalmente entrambi negativi! Il nostro professore può tornare a scuola dal giorno 28 ottobre. Dal 29 ottobre si torna all’orario di 5 ore in tutta la scuola. Ricapitoliamo: Studenti isolati per 14 giorni: 14. Studenti isolati per 17 giorni: 8. Giornate di lavoro persi dai genitori degli alunni isolati: 178. Ore di lezione perse dall’intera scuola media: 540. Ci sembra che il sistema non possa funzionare. Immaginate cosa succederebbe se il 30 ottobre si riproponesse un altro caso nella stessa scuola, questa volta in IIB... Poi certo ci sono aree del Paese in cui il sistema epidemiologico di tracciamento funziona molto bene e c’è il personale che può dedicarsi a controllare le situazioni delle singole realtà, dirigenti scolastici che tengono alla continuità scolastica e sanno che il rischio zero non esiste, scuole non sovraffollate in cui si riescono a mantenere le precauzioni richieste. Ecco, in queste zone se un professore viene trovato positivo allora non c’è bisogno di lasciare a casa tutta la classe. Purtroppo queste situazioni sono rare, mentre il contrario è molto più diffuso. E se Mario, che soffre di sinusite, non avesse avuto la febbre ma naso che cola? Le regole della scuola dicono che sarebbe ugualmente dovuto stare a casa, ma poi inizia un’odissea da cui non si sa come uscire. Perché dopo tre giorni di assenza la scuola vuole un certificato che attesti che il ragazzo non ha la Covid-19 ma i pediatri non possono farlo perché non c’è il risultato del tampone. Non avendo i sintomi del Covid-19 non è però previsto che venga sottoposto al tampone. Quindi niente scuola, con relativo coinvolgimento della famiglia [1]. Per cui suggeriamo qualche piccolo cambiamento che pur lasciando intatti i criteri prudenziali ci avvicini agli standard OMS e ad una gestione razionale del Covid a livello comunitario 1. Abolizione del doppio tampone per liberare dalla quarantena, come suggerito anche dall’OMS. Solo grazie a questo avremmo ottenuto 24 giornate di libertà per i nostri studenti, ridotto da 178 a 154 le giornate totali di lavoro persi dai loro genitori, ridotto le ore di didattica perse da 540 a 394. Il tutto in totale sicurezza. 2. Ancora meglio sarebbe ridurre la quarantena dei positivi sintomatici e asintomatici. Riduciamo la quarantena a 10 giorni e almeno 3 di assenza dei sintomi dal tampone positivo per il soggetto 1, e in generale per gli asintomatici positivi al tampone come da linee guida OMS. Così avremmo dato al nostro professore di tecnologia ben 10 giornate di libertà, e ridotto le ore di didattica persa a 252. Meno della metà di quelle che perderemmo nella situazione attuale. 3. Visto che il 97.5% dei soggetti sviluppa sintomi al massimo entro 11 giorni dal contagio [2] potremmo ridurre da 14 a 10 giorni il tempo della quarantena fiduciaria per le persone con tampone negativo entrate in contatto con una persona positiva. La Francia ha recentemente deciso di ridurre la quarantena da 14 a 7 giorni e anche la London School of Hygiene and Tropical Medicine britannica si è espressa per i 7 giorni di isolamento. Il Center for Disease Control and Prevention americano ritengono che siano sufficienti 10 giorni per definire guarito un malato Covid e tale è il regolamento in Svizzera, Austria e Slovenia. 4. Vista la sovrapposizione tra i sintomi di COVID-19 e altre malattie comuni, ancora più probabile nei bambini piccoli che in genere hanno più malattie virali ogni anno, suggeriamo che le linee guida delle scuole si adeguino ai criteri diagnostici indicati dalle linee guida dei pediatri, per esempio emanate dal CDC americano [3]. 5. Il vero punto di svolta sarebbe il passaggio dal test per PCR ai test antigenici. A differenza dei test molecolari che possono identificare tracce di materiale genetico residuato da virus, questi test sono autosomministrabili e fattibili da tutti, a casa e tutti i giorni. Simili ad un test di gravidanza sono effettuati sullo ‘sputum’ e funzionano. Se li avessimo a disposizione, Mario lo avrebbe fatto la mattina che non si sentiva bene. Se fosse stato positivo, sarebbe stato a casa e non sarebbe successo nulla. Se fosse stato negativo, non avrebbe avuto virus nel suo orofaringe e quindi non ci sarebbe stato nessun problema per la sicurezza dei suoi compagni ed insegnanti. Queste secondo noi sono le regole auree che rendono compatibili la gestione dell’epidemia con il funzionamento della società. Ci appelliamo ai colleghi del CTS perché prendano in considerazione le voci provenienti dalla comunità scientifica e medica [4]. Speriamo che queste considerazioni possano aiutare il CTS nel complesso lavoro di tenere insieme l’evidenza scientifica, la sicurezza dei singoli, le esigenze educative dei giovani e lavorative di insegnanti e genitori e della società nel suo complesso. Riferimenti: 1. https://www.corriere.it/…/ha-raffreddore-non-coronavirus-se… 2. https://www.acpjournals.org/doi/10.7326/M20-0504…& 3. https://www.cdc.gov/coronavi…/2019-ncov/…/pediatric-hcp.html 4. https://ilbolive.unipd.it/…/test-rapidi-test-salivari-cosa-…
  2. Io sono liberale ed europeista e voto SI. Il mondo è al contrario...
  3. Cleon

    Coronavirus

    Avere una medicina del terriorio di alto livello in una regione così densamente popolata come la Lombardia è molto difficile. La scelta di puntare molto sugli ospedali è anche legata a quello. Comunque è indiscutibile che di errori ne sono stati fatti, ma imputarli solo agli amministratori regionali come certa sinistra disonesta cerca di fare è vergognoso. Prendi le zone rosse: Gallera e Fontana possono anche aver detto di non istituirle ma la decisione ed il potere sono del ministero, a meno che tu non voglia fare i cordoni di contenimento con i vigili urbani. Insomma, la vicenda è complessa e le responsabilità sono trasversali. Io nel complesso ritengo che la situazione sarebbe potuta sfuggire molto + di mano e non do un giudizio negativo ne sul governo ne sulla regione.
  4. Cleon

    Coronavirus

    Perchè noi che ci viviamo abbiamo capito che gli errori che hanno fatto li avrebbero fatti anche altri (magari di differenti, certo, ma sempre tali). La situazione era disperata e non per colpa loro. Troppo facile criticare a posteriori. Troppo facile fare, come quelli del Fatto, i calcoli di "quanto ci è costato ogni paziente nel nuovo ospedale della Fiera", quando quell'opera è stata realizzata a tempi record in un momento in cui le terapie intensive le ricavavano pure dai cessi degli ospedali. Le cose vanno viste nel complesso e la regione per me e per molti miei corregionali, rimane ben amministrata, così come il comune di Milano.
  5. Cleon

    Coronavirus

    Al netto degli indiscutibili errori fatti da Fontana e Gallera, ma anche da Sala e Gori per par condicio (avrei però voluto vedere gli altri nella loro situazione), ci sono anche altre ragioni. La provincia di Milano ha quasi gli stessi abitanti del Veneto. La Lombardia è un unica, enorme città tutta collegata Il flusso di persone dall'estero è elevatissimo perché è un nodo commerciale mentre il Veneto è maggiormente industriale. Questo per me ha fatto partire una marea di focolai importati sopratutto dagli altri paesi europei. La sanità ha puntato tantissimo sugli ospedali e meno sulla medicina del territorio. Questo è stato deleterio durante la pandemia. Ma non viviamo e non vivremo, auspicabilmente, per sempre in emergenza da covid. A bocce ferme, questo modello tanto criticato ha permesso e permette tuttora di avere ottime cure in tempi brevi con il sistema sanitario nazionale. Prova a girare nella sala d'aspetto di un ospedale lombardo, sentirai parlare in tutti gli accenti, tranne che nel nostro. Quindi, a chi critica il nostro modello sanitario, a chi ci dice che dobbiamo esser commissariati (tipo quel cazzone hipster delle sardine) a chi ci prende per il culo perché non ci fermiamo per contare i morti, la cosa migliore che posso dirgli è di rimanere pure nella sua regione a farsi operare quel menisco che non gli dà tregua, senza venire a scassare il cazzo qua da noi. Ah, finisco solo dicendo che se in regioni popolate e con grandi città come nel Lazio o nella Campania (questa in particolare ha un rapporto positivi / testati pericolosamente vicino alla soglia dell'epidemia fuori controllo perché il suo presidente pensa a far il giullare su youtube anziché aumentare i tamponi, anche oggi di poco sopra 5000 quando tutte le altre grosse regioni stanno sopra i 10/15k) dovesse succedere anche solo la metà di quello che ha passato la Lombardia, la scena dei camion di Bergamo sarebbe uno scherzo in confronto a quello che vederemo. Oggi prego principalmente perché questo non avvenga.
  6. Cleon

    Coronavirus

    Sarà. Io non farei a cambio con nessun altra regione
  7. Cleon

    Coronavirus

    Non a questi livelli ma, almeno in Lombardia, ad oggi ci stiamo avvicinando Comunque sei stato accontentato
  8. Io voterò si. Per un Italia migliore
  9. Cleon

    Coronavirus

    Con i numeri attuali le richiudono dopo una settimana
  10. Cleon

    Coronavirus

    Vabbè, con me sfondate una porta aperta....
  11. Cleon

    Coronavirus

    Ora è tempo di effetto boomerang (gli anticorpi ti fanno peggiorare anziché renderti immune) e di immunità che non dura più di tre mesi.
  12. Cleon

    Pagare alla "romana"

    Da me vige il metodo El Pelat (divisione per teste e se uno mangia di più si lascia al suo buon gusto ed educazione pagare di più). Questo perché fino a poco tempo fa a Milano la pratica di pagare uno alla volta alla cassa era molto rara. Oggi è invece frequentissina, soprattutto a pranzo, quindi il problema non si pone quasi più.
  13. Cleon

    Coronavirus

    Per inciso. L'Italia è uno dei primi paesi al mondo (escludendo quelli sotto i 10 mln di abitanti che non fanno testo) come rapporto tra tamponi e popolazione (meglio anche della tanto decantata Germania). Se guardate la curva epidemica con i nuovi casi giornalieri è estremamente precisa nelle variazioni, senza sbalzi strani come, per esempio, in Francia dove fanno meno di 1/3 dei tamponi che facciamo noi. Però a questo coglione gli danno ancora un sacco di spazio.
  14. Cleon

    Coronavirus

    Ho letto il suo delirio. Per fortuna ci sono anche dei commenti molto interessanti che sputtanano questo ciarlatano. Ne riporto uno particolarmente valido ......... Premesso che per diversi motivi tengo sott'occhio l'insieme di questi numeri da tempo, mi permetto di evidenziare che qui sopra ci sono numerose affermazioni completamente a vanvera. - In primis sarebbe stato da chiedere come fosse la situazione in province che Ricolfi ci aveva pronosticato come assolutamente "critiche" alla precedente intervista, no? Che so: tra queste ricordo bene che spiccava (e dunque mi colpì che venisse citata) Arezzo: sapete quanti nuovi casi ha registrato dal 25 Giugno ad oggi? 11 (per una media di 0,73 nuovi casi al giorno). Considerando che è una provincia che cuba 343mila abitanti, è come dire 0,2 nuovi casi al giorno ogni centomila abitanti... Wow! - Sulla stessa falsa riga dicasi per numerose delle province che cita adesso; siccome so bene dove sono le criticità, ci metto un attimo a smascherare quelle che citate complemtamente a sproposito qui sopra: Chieti (384mila abitanti): sequenza degli ultimi 10 giorni: 0, 1, 2, 4, 2, 0, 0, 0, 0, 0 << ieri Che problemone gigantesco! Pescara (318mila abitanti): sequenza degli ultimi 10 giorni: 0, 1, 1, -1, 3, 2, 0, 0, 1, 0 << ieri Aiuto! Come faremo...!!! Sassari (492mila abitanti): sequenza degli ultimi 10 giorni: 2, 0, 0, 1, 0, 1, 0, 0, 0, 0 << ieri Si salvi chi può!!! Salerno (1 milione e 93mila): sequenza degli ultimi 10 giorni: 0, 1, 0, 2, 0, 1, 0, 0, 0, 1 << ieri Allerta rosso: la fine è vicina! Firenze (1 milione e 12mila): sequenza degli ultimi 10 giorni: 2, 0, 0, 7, 1, 6, 0, 7, 5, 0 << ieri L'armageddon è arrivato! - senza dubbio ci sono blip di focolai qua e là, come inevitabile che sia, ma finora tutti ragionevolmente sotto controllo: il fatto che anche dove la situazione non sia già rientrata, la progressione sia comunque contenuta indica che sono situazioni note e che si sta cercando di arginare: vale per Caserta, per Avellino, per Mantova, per Bologna, per Ravenna, per Rimini, etc. - l'intero sfogo di Ricolfi sui "tamponi" è campato in aria. Il fatto stesso che ancora parli di "tamponi" ne è indice. I tamponi - e tanto più nell'ultimo paio di mesi - si sono fatti in gran numero anche e soprattutto per decretare la guarigione dei positivi. Come fai a dire se una persona è guarita? Tampone! E se è ancora positiva, ripeti dopo qualche giorno. E se necessario lo devi rifare ancora. Etc. Insomma, man mano che il numero di casi attivi si riduce è inevitabile che il numero di tamponi eseguiti si riduca, perché ci sono meno persone di cui si deve testare la guarigione. Proprio per questo da ben due mesi è stata introdotta un'altra metrica (quella dei nuovi soggetti testati) che è fatta apposta per misurare solo i test orientati all'individuazione dei nuovi positivi. E guardando a questa metrica l'andazzo è sostanzialmente costante (e si vede molto bene semmai che il numero di test aumenta proprio laddove si individuano dei focolai). C'è un'ottimo indicatore che consente di verificare se si testa abbastanza o no: il positivity rate, ovvero la % di positivi sui nuovi test diagnostici eseguiti (quindi non sui "tamponi"!). Dall'1 Giugno ad oggi, a livello nazionale, è oscillato tra un massimo dell'1,74% a un minimo dello 0,43%. Ieri a livello nazionale era allo 0,76%. Questi i valori in alcune delle regioni più "attive" in termini di nuovi casi: Lombardia - media dall'1 Giugno: 2,68%; ieri 1,53% Emilia-Romagna - media dall'1 Giugno 0,90%; ieri: 0,97 Lazio - media dall'1 Giugno 0,60%, ieri: 1,30% Campania - media dall'1 Giugno 0,19%, ieri: 0,49% Come si vede, al momento niente di drammatico e se proprio si vuole indicare una regione che dovrebbe testare di più siamo alle solite (Lombardia) Sia chiaro che la raccomandazione dell'OMS (ma anche della CDC statuinitense) è che questa percentuale venga mantenuta sotto il 5% (e naturalmente, tanto più bassa si tiene, meglio è). Tanto per dare un'idea, in USA a livello nazionale viaggiano attualmente attorno al 10%. In Arizona attorno al 30%, in Florida attorno al 20% e in Texas al 15%... Quelli sì: sono contesti fuori controllo. Non mi sembra proprio che in Italia ci sia attualmente alcuna specifica criticità/sottovalutazione risultante dal condurre pochi test, ed è ben visibile come nelle regioni in cui s'intraveda qualche focolaio il numero di test aumenti immediatamente: quindi c'è reattività (e naturalmente aumentando subito l'attività di test si contribuisce a tenere quella % bassa). Detto questo è chiarissimo che va mentenuta la massima vigilanza. Ma mettersi urlare al lupo al lupo, quando il lupo non c'è, credo che non giovi
  15. Cleon

    Marò

    Non paghiamo. Tanto siamo specialisti in questa disciplina.
  16. Cleon

    Serie A - 29^ giornata 2020

    Milan disordinato ed impreciso ma risultato bugiardo. Due gol fortuiti della Spal (il secondo bellissimo) in una partita che avremmo tranquillamente vinto con ampio margine se avessimo un filo + di qualità in attacco. Io , comunque, continuo a vedere una squadra in crescita rispetto al periodo pre-covid. Speriamo
  17. Cleon

    Coronavirus

    Per Terso la donna più bella del mondo, peraltro.
  18. Cleon

    Coronavirus

    Ricolfi è una testa di cazzo. Direi che c'è poco da aggiungere.
  19. Queste utilissime risoluzioni del parlamento europeo...
  20. Cleon

    Coronavirus

    Mamma mia. Se penso ai toni che usava durante il lockdown, leggendo sto post mi viene quasi da sperare nella seconda ondata
  21. Cleon

    Coronavirus

    Io dico solo che certe cose che ho visto fare ( e, quindi, permettere) in questo periodo ad alcuni insegnanti e dirigenti scolastici le ho viste in rare occasioni. Non di certo per categorie di lavoratori particolarmente solerti...
  22. Cleon

    Coronavirus

    Si certo, ci sono anche i volenterosi che insegnano al parco (puntualmente bacchettati dall'ineffabile sindacalista) ma la realtà che ho visto io è fatta di dirigenti scolastici irreperibili, insegnanti assenti e didattica inesistente. Non mi vengano poi a parlare di assenza di dispositivi. In questo paese uno smartphone ce li hanno tutti e zoom è gratis. I miei figli fanno lezione così (uno, l'altra è vittima dei fancazzisti di cui sopra come la stragrande maggioranza di figli di amici e colleghi). Sarà limitativo, ma almeno con il programma sono andati avanti. Quello che manca è la voglia di sbattersi, ma del resto se il tuo stipendio è un diritto divino e non ti posso prendere a calci in culo, chi te lo fa fare?
  23. Cleon

    Coronavirus

    Io sono convinto che il virus sia solo una scusa. Sono gli insegnanti ed i loro sindacati che stanno mettendo i bastoni tra le ruote perché rinunciare al Bengodi degli ultimi mesi (sto a casa, non faccio un cazzo e mi pagano pure lo stipendio) non è facile. Il governo può fare poco perché sta gente è intoccabile.
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