E' vero, i calciatori sono dei lavoratori, degli impiegati, dei professionisti. Usate pure il termine che volete ed evitiamo di chiamarli mercenari con disprezzo.
Però io che sono un lavoratore, un impiegato e un professionista come loro (cambia "solo" il mestiere e quegli zeri in fondo che a me mancano in busta paga) lavoro e generalmente lavoro in silenzio.
Le poche volte in cui parlo, difendo l'azienda per cui lavoro da 22 anni quando è il caso di difenderla, la critico quando mi sembra giusto criticarla.
Non ho giurato amore e fedeltà eterna alla mia azienda, e mai lo farò.
Basterebbe quindi che i calciatori la smettessero di rilasciare dichiarazioni del cazzo, sia perchè se son tentati da nuovi ingaggi più alti cedono alle tentazioni (giustamente, direi), sia perché son i datori di lavoro stessi (=Galliani) a sbolognarti se fiutano un affare particolarmente vantaggioso.
Voler conciliare questo sistema e il calcio sentimentale che fu non ha più senso.
Ha senso solo tenere in vita l'amore per la maglia, senza affezionarti a chi la indossa.
Sembra un controsenso o un paradosso, ma è così...