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Eutanasia


Corto Pavese
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La dolce morte va contro la volonta' di Dio?

Sicuramente si', e per questo non verra' mai accettata dai cattolici, ma esiste forse una via di fuga, la classica scappatoia etico-legale, l'eutanasia omissiva.

Porre fine all'accanimento terapeutico e far leva sul testamento biologico che ne condanna lo sciteriato uso potra' mettere d'accordo laici e cattolici?

Si dovra' discutere molto per stabilire il limite della terapia medica, ma gia' aprire un fronte di discussione in tal senso puo' dare una bella spintarella al diritto di morte dignitosa e senza, o con poca sofferenza, tanto ingiusta quanto inumana.

Scazziamoci anche su questo.

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e perchè c'è gente che crede nella storiella di dio e di una sua presunta volontà, viene precluso a chi non crede il diritto di non soffrire? suppongo sia evidente l'assurdità della cosa

peggio: c'è gente che NON crede ma nel dubbio si affida alla volontà divina perché non si sa mai. I pascal del 2000.

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e perchè c'è gente che crede nella storiella di dio e di una sua presunta volontà, viene precluso a chi non crede il diritto di non soffrire? suppongo sia evidente l'assurdità della cosa
peggio: c'è gente che NON crede ma nel dubbio si affida alla volontà divina perché non si sa mai. I pascal del 2000.

E' veramente incredibile quanto dannosa la spocchia che nutrite nei confronti dei credenti, come se fossero esseri inferiori da aborrire.

La fede, lo ricordo perche' non fa mai male, aiuta molta gente che non possiede un cazzo a tirare avanti e, anche se la cosa mi riguarda marginalmente nel senso che non mi ritengo un gran credente pur avendo una matrice cattolica, trovo abbastanza stupido questo senso di superiorita' neanche troppo latente.

Un'attenta lettura del mein kampf potra' aiutare nel trovarci concetti simili.

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Corto, non credo sia questione di considerare inferiori alcuni rispetto ad altri. Più semplicemente chi non crede non vuole che gli si applichino concetti dei credenti e per di più per legge, altrimenti non c'è differenza tra questi e gli integralisti musulmani.

Questo concetto ci puo' sicuramente stare, ma il modo col quale a volte viene esposto mi garba poco.

Ribadisco che denota una sorta di spocchia che non ha la minima ragion d'essere.

Se vogliamo e' ancora piu' assurda se periodicamente si ricorda che i cosiddetti martiri della jihad non hanno null'altro che non sia la fede.

Va bene solo per quelli allora?

Per il Terso sono costernato, ma manca la faccina che si arrampica.

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Per il Terso sono costernato, ma manca la faccina che si arrampica.

già, la prossima volta userò faccine e disegnini, magari così capirai qualcosa.

ganzo, l'edit si rinnova ogni tre minuti dall'ultimo cambiamento: sembra un'asta di hattrick.

Modificato da Tersite
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io scrivo un messaggio il cui soggetto è "la gente che NON crede", te rispondi con una filippica sulla mia spocchiosità verso i credenti.

Se a me manca la faccina che si arrampica, a te manca quella con un paio d'occhiali (qui ho editato ancor prima di premere invia).

Se hai voglia di rispondere ai messaggi che son qui scritti, invece di inventartene di sana pianta, risponderò volentieri. Nel frattempo mi arrampico, da buono snob, sull'aventino della mia coscienza.

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E' veramente incredibile quanto dannosa la spocchia che nutrite nei confronti dei credenti, come se fossero esseri inferiori da aborrire.

La fede, lo ricordo perche' non fa mai male, aiuta molta gente che non possiede un cazzo a tirare avanti e, anche se la cosa mi riguarda marginalmente nel senso che non mi ritengo un gran credente pur avendo una matrice cattolica, trovo abbastanza stupido questo senso di superiorita' neanche troppo latente.

Un'attenta lettura del mein kampf potra' aiutare nel trovarci concetti simili.

certo, anche la droga aiuta molta gente che non possiede un cazzo a tirare avanti. ma non è questo il punto. Uno può credere o non credere, sono cazzi suoi alla fine, ma solo finchè la cosa rimane entro i confini folkloristici entro cui la religione deve rimanere.

a prescindere dal rispetto che uno può avere verso i cred(ul)enti, l'eutanasia è una cosa PERSONALE. si sta discutendo di dare la possibilità a chi lo vuole di chiederla, non si sta parlando di imporla.

Sei credente? bene, stai a letto e soffri perchè qualcuno ti ha convinto che la vita non è tua. Ma libero di farlo, è la tua morale.

Non lo sei? E allora perchè devi sottostare alla discutibile morale di qualcun altro?

E allora perchè si può abortire? Se si vuole proibire l'eutanasia a TUTTI perchè la morale di ALCUNI lo impone, perchè non vale anche per l'aborto?

Evidentemente perchè saremo sì indietro rispetto a paesi più civilizzati, ma non troppo. Ovviamente essendo un paese con una presenza molto invasiva della religione, non ci si può aspettare che il progresso sia veloce come nei paesi veramente laici.

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Mia nonna, che mi ha tirato su per un bel po di anni, è morta lo scorso anno tra sofferenze atroci, delle quali ringrazio i suoi stessi figli che hanno autorizzato l'accanimento terapeutico su un corpo straziato da quarant'anni di malattia. Se avessi potuto, le avrei strappato i tubi di dosso, con le mie stesse mani, ma ho saputo tutto a cose fatte.

Io credo, nel mio piccolissimo esistere a questo mondo, che ci debba poter essere una dignità nel vivere, e una dignità nel morire. Credo che la scienza debba aiutare fin dove può e ritirarsi di fronte alla naturalità del cessare di vivere. Crudele a inumano è protrarre le sofferenze di una vita artificiale e soprattutto non desiderata. Perchè chi arriva a desiderare l'eutanasia è qualcuno che non è in condizione di mettere fine alle proprie sofferenze da solo e che non ce la fa più a vivere una vita di artefatte funzioni biologiche.

Ho letto la lettera di Welby proprio ieri, e ho mille dubbi pure io. Credo che deve esserci, ancora, una possibilità di scelta, una dignità nel vivere che è anche poter disporre del proprio corpo, di quello che ne sarà fatto. Ma credo prima di tutto che un malato vada aiutato, sostenuto, sorretto e incitato in ogni modo possibile, cosicchè la morte non sia l'unica alternativa concepibile. L'esempio di tantissime persone con funzioni vitali compromesse che riescono a trovare una ragione di esistere e di gioire nonostante tutto deve sempre essere un esempio, e un monito. Ma ci deve poter essere libertà di scegliere. E' come per l'aborto, credo. Non riuscirei a concepire l'idea di uccidere una vita che mi sta crescendo in grembo, ma credo fortissimamente che ognuno abbia il diritto di scegliere secondo la propria coscienza e condizione.

E' un terreno sul quale mi muovo a passo leggerissimo, consapevole che la fermezza con cui sento le convinzioni in me potrebbe in ogni momento essere incrinata da mille dubbi, se mi trovassi a viverla, quella stessa situazione.

Ma se amassi profondamente una persona, se non ci fossero altre strade, e se questa persona lo desiderasse davvero, credo che troverei in me la pietà di aiutarlo.

E' una questione morale delicatissima, dove mi dibatto perchè accettare un certo tipo di discorso vuole anche dire confrontarsi con l'idea concreta della morte, affrontare anche il pensiero, non semplice, della propria.

E credo sia importante che si aprano spiragli di discussione politica, anche se, permeati di cattolicissimo buonismo, ho tanti, tanti dubbi che si riesca ad arrivare anche solo a un semplice confronto.

Faccio fatica a districare parole e concetti dallo stomaco....spero di essere riuscita a buttare giù qualcosa di coerente e leggibile...ci ho messo venti minuti e non è da me.

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Ma ci deve poter essere libertà di scegliere.

Sono praticamente d'accordo con te e in teoria sarei anche per l'eutanasia, solo che qualche dubbio o qualche timore su questo argomento ce l'ho e si tratta proprio della libertà di scegliere.

Il mio timore è che magari ci sta chi vorebbe vivere nonostante le sue sofferenze (non è che non ce ne sono) e godersi quel che gli rimane della sua vita, ma magari per paura di "dar fastidio", di essere un peso per gli altri (p.e. famigliari) sceglie la via dell'eutanasia. Idem con gli anziani malati che magari desiderano la propria morte non perché non vogliono più vivere, ma perché hanno paura di essere un peso per i propri figli o nipoti. E se si arriva a decidere per questo motivo, secondo me non si può più parlare di libera scelta.

Per questo infatti se si tratta di eutanasia ho qualche problema a sbilanciarmi.

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Sono praticamente d'accordo con te e in teoria sarei anche per l'eutanasia, solo che qualche dubbio o qualche timore su questo argomento ce l'ho e si tratta proprio della libertà di scegliere.

Il mio timore è che magari ci sta chi vorebbe vivere nonostante le sue sofferenze (non è che non ce ne sono) e godersi quel che gli rimane della sua vita, ma magari per paura di "dar fastidio", di essere un peso per gli altri (p.e. famigliari) sceglie la via dell'eutanasia. Idem con gli anziani malati che magari desiderano la propria morte non perché non vogliono più vivere, ma perché hanno paura di essere un peso per i propri figli o nipoti. E se si arriva a decidere per questo motivo, secondo me non si può più parlare di libera scelta.

Per questo infatti se si tratta di eutanasia ho qualche problema a sbilanciarmi.

Scusa se spesso scrivo di esperienze personali, ma sono il mio principale mezzo di relazione col mondo...continuerò così, approfittando per risponderti.

Sempre mia nonna, sempre lei. Anche (o forse solo) perchè è stata l'esperienza a me più vicina di condivisione del dolore e della malattia. Diceva spesso di voler morire, per smettere di dare fastidio. Diceva spesso di non sopportare più di dipendere da altri, lei che aveva cresciuto sette figli e una trentina di nipoti.

Lo si dice, spesso. Per amore, per insofferenza, per un semplice sfogo.

Poi c'eravamo noi, le sue perle. Quando c'eravamo noi non c'era dolore, cecità, malattia. Rideva.

Io non credo che, messa davanti a una scelta precisa, alla possibilità davvero di sparire dal mondo, lei avrebbe scelto di morire.

Era questo che intendevo quando ho scritto che i malati vanno prima di tutto ascoltati, aiutati e sostenuti perchè trovino barlumi di gioia anche nella malattia e nella sofferenza, così da non considerare la morte come l'unica alternativa. Renderli presenti, riconoscere loro il preciso valore di uomini e donne, tutta l'esperienza di una vita alla quale a volte fa bene abbeverarsi (o fingere di farlo...io lo facevo e lei era felice, basta poco). Nulla potrebbe davvero cancellare il dolore, la sofferenza e la fatica di "tirare avanti", ma si potrebbe dare dignità alla malattia, riconoscere pietà e comprensione per il dolore con l'attivazione di una capillare terapia del dolore che adesso è riservata a pochi (il dolore non può essere misurato, ed è una gran fregatura...una cosa che non si vede e non si misura ha rilevanza davvero minima, ancora...).

Scusami, forse ho divagato, ma il discorso è talmente ampio che non riesco e restare in binari precisi :rolleyes:

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Il post della dea Kali' e' una perla, quello successivo del Daunt pure e gli rispondo come al Pelat ribadendo che ci sta sicuramente ed e' sacrosanto pensarla cosi', ma io rimango con troppi dubbi che neanche decine di discussioni tempo riusciranno a dissipare.

Il problema non e' un'esposizione tale del proprio pensiero, che apprezzo molto, bensi' un'uscita come quelle due da me quotate, nelle quali non ci vedo granche' rispetto per i credenti e, essendo in una zona neutra, credo dipoterlo dire con maggior cognizione di causa.

Parlare di "storielle di Dio" oppure condividere ed aggiungerci un'altra categoria da disprezzare

peggio: c'è gente che NON crede ma nel dubbio si affida alla volontà divina perché non si sa mai. I pascal del 2000.

non mi pare un grande esercizio di umilta', sempre IMHO.

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Sonya, nessuno credo voglia un'eutanesia da praticarsi a chiunque purche' paghi il ticket.

Qui si tratta di decidere se persone che hanno davanti solo sofferenza debbano essere tenute attaccatte alle macchine loro malgrado.\

Ma io non intendevo un'eutanasia da praticarsi a chiunque che paga il ticket.

Io semplicemente vedo il rischio che persone che soffrono e sono attaccate alle macchine decidono di intraprendere la via dell'eutanasia per non pesare più ai famigliari e non perché vogliono porre fine alla propria vita.

Poi magari Kalema ha ragione con questo

Io non credo che, messa davanti a una scelta precisa, alla possibilità davvero di sparire dal mondo, lei avrebbe scelto di morire.

e io mi pongo semplicemente un problema che non esiste. Non lo so. :unsure:

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