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Le forze del male


Milurdein
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ma no, voglio dire che il modo si decide a seconda dell'interesse: per es. posta questione siria si valuta se bombardare o meno, non - viceversa -si sceglie un luogo una volta deciso di bombardare.

sul fatto che obama non usi la forza, c'è un'app che ti avvisa quando gli usa sparano a giro per il mondo http://www.agoravox.it/Dove-colpiscono-i-droni-Usa-Te-lo.html

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  • 5 mesi dopo...

interessante articolo dal sole 24 ore

L'auspicabile ritorno del diritto internazionale

di Jeffrey D. Sachs25 luglio 2014

Karl Marx scrisse che la Storia si ripete «la prima volta come tragedia, la seconda come farsa». Se oggi ci guardiamo intorno, non possiamo non chiederci se alla tragedia non seguirà un'altra tragedia. Siamo al centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale e siamo circondati dalla stessa escalation di violenza e cinismo del 1914.
La Prima guerra mondiale partì da un atteggiamento mentale, la convinzione che i mezzi militari potessero risolvere le questioni sociali e politiche dell'Europa centrale.

Un secolo prima, il teorico militare Karl von Clausewitz aveva scritto che la guerra è "non è che una continuazione della politica con altri mezzi". Nel 1914 un numero sufficiente di politici era d'accordo con lui.
Eppure la Prima guerra mondiale dimostrò come Clausewitz si fosse tragicamente sbagliato. E oggi siamo ancora in ballo. La regione balcanica è ancora tormentata e politicamente divisa. Anche l'ex-Impero russo è in preda a un crescente sconvolgimento, con la Russia che ha attaccato l'Ucraina e la violenza che continua a divampare in Georgia, Moldavia e non solo. In Asia orientale le tensioni fra Cina e Giappone - retaggio del secolo scorso - sono un pericolo crescente.
E come già un secolo fa, leader arroganti e ignoranti stanno spingendo sul conflitto senza prospettive realistiche per la risoluzione di fattori politici, economici, sociali o ambientali che creano tensioni. Troppi governi hanno adottato la strategia di sparare prima e pensare dopo.

Prendete gli Usa. La loro strategia è inviare truppe, droni o bombardieri in qualsiasi Paese che rappresenti una minaccia per l'accesso americano al petrolio o ospiti fondamentalisti islamici o turbi gli interessi statunitensi, come la pirateria al largo della Somalia. Così truppe americane, Cia, missili ed eserciti spalleggiati dagli americani sono militarmente impegnati in una fascia di territorio che va dal Sahel in Africa Occidentale e passa per Libia, Somalia, Yemen, Siria, Iraq, Afghanistan e oltre. Tutta questa attività militare costa centinaia di migliaia di vite e trilioni di dollari, ma anziché risolvere uno dei problemi sottostanti, il caos aumenta minacciando una guerra che potrebbe estendersi a macchia d'olio.
La Russia per un po' ha rispettato il diritto internazionale, lamentandosi legittimamente che Usa e Nato lo stessero violando in Kosovo, Iraq, Siria e Libia. Ma quando il presidente Putin ha preso di mira l'Ucraina temendo che il Paese si stesse avvicinando all'Europa, tutta a un tratto ha ignorato il diritto internazionale. Il suo governo ha annesso illegalmente la Crimea e combatte in Ucraina orientale una guerriglia brutale per procura e ora, pare, con il coinvolgimento diretto delle forze russe. In questo quadro, il destino del volo della Malaysia Airlines sconvolge per la sua brutalità e perché dimostra come il mondo sia fuori controllo.

Il cinismo impera. Gli Usa hanno di fatto violato il diritto internazionale ricorrendo all'uso della forza contro il parere delle Nazioni Unite, mandano droni e forze segrete in Paesi sovrani senza l'approvazione dell'Onu e continuano a spiare amici e nemici. La Russia fa altrettanto, seminando la morte in Ucraina, Georgia e altri Paesi limitrofi. L'unica costante è il facile ricorso alla violenza e le menzogne che inevitabilmente lo accompagnano.
Ci sono quattro grandi differenze fra il mondo di oggi e il 1914. Da allora abbiamo vissuto due guerre disastrose, una Grande depressione e una Guerra fredda. Abbiamo avuto la possibilità di imparare sulla stupidità e l'inutilità della violenza collettiva organizzata. La seconda è che la prossima guerra globale, in questa era nucleare, porterebbe alla fine del mondo. La terza è che oggi, con le nostre tecnologie, abbiamo tutte le opportunità per risolvere i problemi di povertà, fame, migrazioni e degrado ambientale che costituiscono tante pericolose polveriere.

Infine, c'è il diritto internazionale, se decidiamo di osservarlo. Cento anni fa i belligeranti di Europa e Asia non potevano rivolgersi al Consiglio di sicurezza e all'assemblea generale delle Nazioni Unite, istituzioni dove la diplomazia poteva essere la continuazione della politica. Noi abbiamo la fortuna di poter costruire la pace attraverso un'istituzione mondiale creata per fare in modo che la guerra mondiale non sarebbe mai più scoppiata.
Come cittadini del mondo, il nostro compito è rivendicare la pace perseguendo la via della diplomazia e iniziative globali, regionali e nazionali che affrontino povertà, malattie e degrado ambientale. Dobbiamo adoperarci perché alla tragedia non segua la farsa o un'altra tragedia, ma il trionfo della cooperazione e della decenza.

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diritto internazionale tra un paese e un esercito irregolare?

Questa analisi è profondamente sbagliata: nel 1914 c'erano paesi contro altri paesi, oggi si contrappongono eserciti regolari e milizie irregolari finanziate sottobanco da altri paesi, di che diritto internazionale si va blaterando? E quando mai c'è stato, visto che USA, URSS, Cina e tutti i paesi più grandi hanno sempre fatto quello che hanno voluto entro la loro sfera di influenza? Non c'era diritto internazionale in Cecoslovacchia, in Polonia, in Ungheria, in Vietnam, in Cile, in Afghanistan, in Tibet. E non c'è adesso. Semplicemente, la Russia sta tornando una potenza e sull'uscio di casa propria fa ciò che vuole, e in medio oriente stanno emergendo paesi (Arabia, Qatar) talmente ricchi da non aver bisogno di sporcarsi le mani in prima persona per allargare la loro influenza ai danni di un paese concorrente.

Si può solo prenderne atto e difendere i nostri interessi, cosa che non ha mai smesso di essere necessario.

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ehm, infatti secondo me è quello che intendeva dire

Infine, c'è il diritto internazionale, se decidiamo di osservarlo.

ci sono delle norme di diritto internazionale, che non c'erano 100 anni fa, ma non vengono osservate.

poi tu giustamente puoi dire che è impossibile tra "eserciti regolari e milizie irregolari finanziate sottobanco da altri paesi", ma il diritto internazionale dovrebbe impedire che questo accada. almeno io l'articolo l'ho interpretato così

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diritto internazionale tra un paese e un esercito irregolare?

Questa analisi è profondamente sbagliata: nel 1914 c'erano paesi contro altri paesi, oggi si contrappongono eserciti regolari e milizie irregolari finanziate sottobanco da altri paesi, di che diritto internazionale si va blaterando? E quando mai c'è stato, visto che USA, URSS, Cina e tutti i paesi più grandi hanno sempre fatto quello che hanno voluto entro la loro sfera di influenza? Non c'era diritto internazionale in Cecoslovacchia, in Polonia, in Ungheria, in Vietnam, in Cile, in Afghanistan, in Tibet. E non c'è adesso. Semplicemente, la Russia sta tornando una potenza e sull'uscio di casa propria fa ciò che vuole, e in medio oriente stanno emergendo paesi (Arabia, Qatar) talmente ricchi da non aver bisogno di sporcarsi le mani in prima persona per allargare la loro influenza ai danni di un paese concorrente.

Si può solo prenderne atto e difendere i nostri interessi, cosa che non ha mai smesso di essere necessario.

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è normale che ci sia chi propende per azioni meno passive di sperare

Gli usa si coordinano con i peggio gruppi armati dell'area

È diritto internazionale anche questo

Anche se il giornalista sperava in un altra roba, accordi sovranazionali che sono anche interesse di tutti, nel lungo periodo.

L'aspetto più intrigante della vicenda è che il famigerato pkk sta avendo il suo momento di gloria, da peggior nemico dell'isis

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Anche se il giornalista sperava in un altra roba, accordi sovranazionali che sono anche interesse di tutti, nel lungo periodo.

Se si parla di coordinarsi con Arabia Saudita e Iran, allora sì. Altrimenti, fare accordi con paesi che quasi neanche esistono più ha poco senso. In questo momento il potere degli stati è molto basso, l'IS paga di più i suoi soldati, è meglio finanziato e meglio addestrato, e può permettersi un livello di violenza che scoraggia i nemici, mentre i paesi "ufficiali", pur essendo dittature, non hanno la stessa libertà d'azione. Vedi la Siria, dove a momenti gli USA stavano per aiutare l'IS contro Assad.

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Anche se il giornalista sperava in un altra roba, accordi sovranazionali che sono anche interesse di tutti, nel lungo periodo.

Se si parla di coordinarsi con Arabia Saudita e Iran, allora sì. Altrimenti, fare accordi con paesi che quasi neanche esistono più ha poco senso. In questo momento il potere degli stati è molto basso, l'IS paga di più i suoi soldati, è meglio finanziato e meglio addestrato, e può permettersi un livello di violenza che scoraggia i nemici, mentre i paesi "ufficiali", pur essendo dittature, non hanno la stessa libertà d'azione. Vedi la Siria, dove a momenti gli USA stavano per aiutare l'IS contro Assad.

Di fare accordi con l'isis penso non lo concepisca nessuno eccetto il dibba

Si parla di fare accordi per sconfiggerlo anziché attaccarlo uti singuli, cosa che già accade perché il pkk è per forza di cose più efficente di qualsiasi forza esterna

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del resto, dato per scontato che dopo la guerra i curdi avranno ancora più autonomia o addirittura un inizio di indipendenza, è giusto considerare loro come un interlocutore a sè, e in questo senso per una volta l'Italia si è mossa bene e in fretta, al prezzo di qualche arma arrugginita.

Francamente, l'Europa potrebbe per una volta prendere un'iniziativa più seria, dato che il futuro stato curdo, autonomo o indipendente che sia, un modo per ripagarci ce l'avrebbe

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Ieri sentivo in tv che loa politica di Obama quasi immobilistica abbia ridato la carica ai jihadisti. Non che quando c'era Bush le cose andassero meglio (l'11/9 la dice lunga), Però adesso stanno imperversando un po' dappertutto. Si pensava che con la dipartita di Gheddafi qualcosa sarebbe cambiato la cosiddetta PRIMAVERA ARABA non pare abbia dato il via a qualcosa di positivo. Speriamo sia solo parte di un processo naturale prima di arrivare ad una società veramente democratica. Purtroppo la religione islamica non è come la nostra, prevede la violenza tra le sue pratiche. ed infatti la stanno mettendo in pratica.

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Non è immobilismo, i jihadisti sono stati proprio aiutati. In Iraq, in Libia, in Egitto, in Siria.

Tutte le dighe laiche che per decenni hanno tenuto i loro paesi al sicuro dal fondamentalismo islamico sono state abbattute da USA e Europa. Perchè sembravano così indifesi i giovani disposti a morire pur di avere anche loro twitter libero. Ma la verità è che la democrazia non può funzionare in paesi i cui confini non sono etnici ma pre-coloniali, tracciati con un righello. In quei casi, funzionava solo il totalitarismo. Se si vuole la democrazia, Cirenaica Tripolitania e Fezzan devono stare ognuno per sè. Il Kurdistan deve starsene per sè. La regione di Bassora deve stare separata da quella di Baghdad. E allora, democraticamente, andranno al potere dei fondamentalisti che però non avranno grandi motivi per rompere le balle in giro.

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Tutte le dighe laiche che per decenni hanno tenuto i loro paesi al sicuro dal fondamentalismo islamico sono state abbattute da USA e Europa.

Appunto bella cagata abbattere le barriere laiche. Mi tocca dare ragione ai reazionari.

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