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matrimonio obbligatorio


pachu
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diritti e doveri per le coppie di fatto   

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  1. 1. è giusto che chi sceglie di non sposarsi sia comunque costretto *per legge* ad assumere obblighi nei confronti del partner

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La seconda parte del ddl cirinna' potrebbe cambiare la vita a molte coppie non sposate, perché fa discendere automaticamente dalla convivenza alcuni diritti e doveri reciproci che chi non si sposa (o non sottoscrive un "contratto di convivenza" comunque previsto dal ddl stesso) potrebbe anche non volere.

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/02/02/news/unioni_civili_cosa_prevede_il_ddl_per_le_coppie_di_fatto-132556704/

Non capisco se ci sia un motivo per questa proposta (proteggere l'eventuale "parte debole"?) o se chi ha scritto il decreto sia stato sciatto.

Modificato da pachu
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C'è sempre qualcuno con un cilindro e un coniglio da tirarne fuori.

Esistono due strade: Il matrimonio e la legalizzazione delle coppie di fatto.

Il matrimonio vabbè, lo sappiamo.

Convivi? Per anni? Ci si ama? Ci si sposa, mi pare semplice.

Però le coppie gay non lo possono fare....sacrileeeeegiooo (manco volessero sposarsi in chiesa con l'abito bianco).

Convivi? Non puoi sposarti perché sei gay e non hai diritti? Non vuoi sposarti perché ti viene il prurito al pensiero per ragioni che conosci solo tu? Ti registri come coppia di fatto con almeno un minimo di diritti di base.

Convivi ma non te può fregare di meno e non vuoi legami perché é presto o sei allergico?

Non fai niente.

In tutto ciò mettiamoci ovviamente che i registri per le coppie di fatto non sono mai decollati e al momento sono assolutamente inutili e che se ti sposi e per un motivo qualsiasi ti vuoi separare un avvocato costa e non capisco perché se mi sposo in comune non pago nulla mentre se mi separo devo pagare (io mi sono separata senza avvocato, stilando io l'accordo di separazione e presentandolo in tribunale, ma per il divorzio l'avvocato é obbligatorio anche se consensuale...assurdo)

Siamo in Italia e quindi invece di regolamentare o risistemare gli accordi civili esistenti (matrimonio e coppie di fatto)vogliamo fare una legge nuova, bellina lei, che ci faccia sentire puliti e giusti nei confronti dei temi sociali più scottanti (questa terribile e morbosa gaytudine.

Però la vogliamo fare obbligando di fatto ad esserne oggetto anche quelli che non ne hanno interesse e saltando a pie pari il libero arbitrio interno di una coppia.

Ci sono un sacco di esempi che mi vengono in mente ma sono già abbastanza prolissa di mio.

Una legge che se da una parte riconosce una strada per i diritti gay, dall'altra solleva un polverone per tutti gli altri, invadendo un terreno personale e inviolabile a mio avviso.

Il sunto finale post polemiche sarà "Ecco, siamo in Italia e non si arriverà mai a una regolamentazione delle coppie omosessuali per colpa della mentalità, della religione e delle fatine dei denti..."

E non "Sta legge é una minchiata, sovrabbondante e tronfia, mettiamo a posto le cose che già ci sono"

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Io ho un'amica lesbica che convive ed ha un figlio nato da un'inseminazione in Danimarca

A Firenze è una delle capo popolo delle manifestazioni delle famiglie arcobaleno

Se ci parli però ammette candidamente che ai (pochi) vantaggi economici che ha dall'essere ragazza madre difficilmente rinuncerebbe

Io sono per aiutarli a casa loro

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La seconda parte del ddl cirinna' potrebbe cambiare la vita a molte coppie non sposate, perché fa discendere automaticamente dalla convivenza alcuni diritti e doveri reciproci che chi non si sposa (o non sottoscrive un "contratto di convivenza" comunque previsto dal ddl stesso) potrebbe anche non volere.

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/02/02/news/unioni_civili_cosa_prevede_il_ddl_per_le_coppie_di_fatto-132556704/

Non capisco se ci sia un motivo per questa proposta (proteggere l'eventuale "parte debole"?) o se chi ha scritto il decreto sia stato sciatto.

È l'avvocato familiarista a parlare di imposizione, penso che lo faccia con cognizione di causa.

Però la faccenda si applica a chi convive con un legame di coppia: tale legame di coppia andrà notificato su decisione dei due conviventi, che potrebbero anche decidere di non comparire come coppia convivente se vogliono evitare quelle conseguenze.

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non c'entra un tubo ma riguarda sempre il diritto di famiglia e riforme roboanti che ne annunciano riforme verso la parità di genere

ebbene

recenti riforme hanno avvicinato l'italia al mondo civilie introducendo il CONGEDO DI PATERNITA'

suonano le fanfare, si aprono i cieli, dossier e campagne informative per spiegare questa rivoluzione.

ebbene, tale rivoluzione consiste in

1 giorno, obbligatorio

+

1 giorno, facoltativo, da prendere al posto della mamma

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Modificato da Tersite
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La seconda parte del ddl cirinna' potrebbe cambiare la vita a molte coppie non sposate, perché fa discendere automaticamente dalla convivenza alcuni diritti e doveri reciproci che chi non si sposa (o non sottoscrive un "contratto di convivenza" comunque previsto dal ddl stesso) potrebbe anche non volere.

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/02/02/news/unioni_civili_cosa_prevede_il_ddl_per_le_coppie_di_fatto-132556704/

Non capisco se ci sia un motivo per questa proposta (proteggere l'eventuale "parte debole"?) o se chi ha scritto il decreto sia stato sciatto.

È l'avvocato familiarista a parlare di imposizione, penso che lo faccia con cognizione di causa.

Però la faccenda si applica a chi convive con un legame di coppia: tale legame di coppia andrà notificato su decisione dei due conviventi, che potrebbero anche decidere di non comparire come coppia convivente se vogliono evitare quelle conseguenze.

Non sono tanto d'accordo, perché il DDL dice che la convivenza di fatto è quella stabilita dall'art. 4 del DPR 223/89 il quale recita così:

"Articolo 4
Famiglia anagrafica.
1. Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
2. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona."
Non mi sembra che sia necessario comunicare nulla, infatti lo stesso contratto di convivenza, pur previsto, non mi pare sia obbligatorio.
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c'è il vincolo affettivo che distingue due conviventi (io che vado a vivere con la mia ragazza) da due coinquilini (io che affitto un appartamento insieme a una collega)

Eh certo che c'è, immagino che stessimo parlando proprio di quello, cioè delle coppie che vanno a convivere ma non vogliono sposarsi.

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ok, ma quindi i legami previsti per le coppie non si impongono automaticamente a chi va a vivere insieme, ma solo a chi comunica di essere legato da un vincolo affettivo.

(comunque l'esperto sembra dire diversamente, per cui magari mi sbaglio io).

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ok, ma quindi i legami previsti per le coppie non si impongono automaticamente a chi va a vivere insieme, ma solo a chi comunica di essere legato da un vincolo affettivo.

(comunque l'esperto sembra dire diversamente, per cui magari mi sbaglio io).

Non mi pare sia scritto da nessuna parte che si debba comunicare che si va a vivere insieme, lo stesso art. 4 parla di avere "dimora abituale", quindi nemmeno la residenza.

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abbiate pazienza, ma vi pare che da domani chiunque condivida un appartamento e poi cambi casa poi debba pagare gli alimenti all'ex coinquilina?

io ho condiviso una decina di appartamenti diversi, solo con l'ultimo ho registrato un "vincolo affettivo" che ha portato a una convivenza more uxorio, che è quella che il decreto oggi va a tutelare maggiormente che in passato.

Una cosa è vera, c'è la possibilità che le convivenze già in corso si trovino conseguenze giuridiche che non si erano aspettate.

Ma la frase finale dell'articolo

"Chi non vorrà impegnarsi, invece, non avrà via d’uscita, giacchè la legge impone, anche a chi magari non lo vuole, diritti e doveri.
(*avvocato specializzato in diritto di famiglia)"

secondo me è una sparata gratuita, basta che uno vada a convivere senza certificare il legame affettivo.

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ho letto anche in altre parti la versione portata da repubblica. anche a me sembra assurda, però è quello che dicono.

non conosco bene la questione, ma cosa intendi con "solo con l'ultimo ho registrato un "vincolo affettivo" ", cioè nei termini del contratto di affitto registri una tipologia di situazione? non so proprio come funziona

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non nel contratto che è una cosa tra inquilino e proprietario, è al momento della registrazione in comune (o forse addirittura in questura, non ricordo) per domicilio o residenza, che chiedono se nell'appartamento ci sono altre persone e se c'è un legame di parentela o affettivo.

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non nel contratto che è una cosa tra inquilino e proprietario, è al momento della registrazione in comune (o forse addirittura in questura, non ricordo) per domicilio o residenza, che chiedono se nell'appartamento ci sono altre persone e se c'è un legame di parentela o affettivo.

e secondo te si registrano tutte le persone? (chiedo sempre, eh, che non ne ho idea)

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Ho letto velocemente e non tutto ma mi sembra che si stia facendo casino per nulla, il punto chiave dell'articolo è questo:

che due persone, con un legame di coppia, che vivono insieme sotto lo stesso tetto,

La domanda a questo punto è: cosa determina il legame di coppia?

Mi pare quanto meno sensato che ci debba essere una diciarazione sottoscritta da entrambi o, se ci fosse un automatismo, la possibilità di disconoscere il legame di coppia.

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non per insistere, ma è il vincolo affettivo da registrare in comune, che si può senza dubbio rettificare.

immagino anche che nel resto del mondo la convivenza more uxorio sia regolata grosso modo come questa nuova legge.

solo qui le coppie non sposate vivevano nel peccato.

ma sto tirando a indovinare per un pregiudizio, potrei sbagliarmi.

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non nel contratto che è una cosa tra inquilino e proprietario, è al momento della registrazione in comune (o forse addirittura in questura, non ricordo) per domicilio o residenza, che chiedono se nell'appartamento ci sono altre persone e se c'è un legame di parentela o affettivo.

e secondo te si registrano tutte le persone? (chiedo sempre, eh, che non ne ho idea)

non penso, e questo va a discapito dei rischi della legge

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non nel contratto che è una cosa tra inquilino e proprietario, è al momento della registrazione in comune (o forse addirittura in questura, non ricordo) per domicilio o residenza, che chiedono se nell'appartamento ci sono altre persone e se c'è un legame di parentela o affettivo.

e secondo te si registrano tutte le persone? (chiedo sempre, eh, che non ne ho idea)

non penso, e questo va a discapito dei rischi della legge

ma è obbligatorio registrarsi?

altrimenti come vedi c'è un vuoto normativo

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Non per insistere (cit.) ma il caso in cui si dichiara il legame affettivo è previsto dal DDL.

Invece la parte finale dello stesso DDL parla delle convivenze di fatto, la cui sussistenza è data dal succitato art. 4, e nelle quali non si dichiara nulla.

non sono sicuro di avere capito cosa intendi. forse l'equivoco, invero diffuso (si veda http://www.ilmonti.com/non-si-dice-ma-con-la-cirinna-si-torna-al-medioevo-e-al-matrimonio-riparatore/

e http://thefielder.net/26/01/2016/ddl-cirinna-e-regolamentazione-forzosa-delle-convivenze/)sta nell'ipotesi che due persone che condividono un appartamento siano considerate automaticamente una famiglia di fatto.

Questo secondo me non è possibile, perché deve sussistere un legame affettivo che deve essere dichiarato e non può essere presunto. Parlo per esperienza personale più che per studi, per cui potrei prendere una cantonata, ma l'ipotesi contraria (per es. affitto un appartamento con una studentessa, poi l'anno dopo mi laureo e andandomene lei mi chiede gli alimenti) mi sembra veramente balzana, anche a leggere il testo che è qui: http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2016/02/cirinn%C3%A0-bis-1.pdfcon il regolamento a cui rimanda: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/leggi_decreti_direttive/nuovo_regolamento_anagrafico.pdf
La frase dell'esperto che ho quotato sopra, pertanto, davvero non ha ragion d'essere.
Il fondo di verità è che, a quanto ho capito, si estendono diritti e doveri alle convivenze già esistenti che, al momento in cui sono state contratte, non erano stati presi in considerazione. Per valutare i cambiamenti bisognerebbe vedere le differenze tra quanto già previsto per i conviventi da decisioni della cassazione e quanto questa legge va a codificare.
io mi sono fatto un'idea, a naso e senza fondamento: la legge cristallizza grosso modo quanto già stabilito dalla giurisprudenza rimanendo comunque in linea con le convivenze nel resto d'europa. è tuttavia sufficiente una persona che capisca un minimo di diritto di famiglia per smentirmi. Pachu dove l'hai sentito dire per la prima volta?
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Nei casi di persone coabitanti che non siano legate da rapporti di matrimonio, parentela, affinità, adozione o tutela, bensì esclusivamente da vincoli affettivi, l'Ufficio Anagrafe può registrare su loro richiesta la volontà di voler costituire un unico nucleo familiare e può provvedere al rilascio dell’attestazione di iscrizione all’Anagrafe della popolazione residente quale famiglia anagrafica costituita da persone coabitanti legate da vincoli affettivi, in attuazione dell’ Ordinanza del Sindaco prot. n. 31889 del 07/05/2012 con cui ne sono state stabilite le modalità operative.

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