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Cinema


Ebano
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Intanto ieri ho visto L’ultima notte di Amore.

 

Riuscitissimo film noir/poliziesco italiano, ambientato a Milano con Linda Caridi e Pierfrancesco Favino.

 

Lo consiglio e condivido qui una recensione (senza spoiler) con la quale mi trovo d’accordo

 

https://blog.screenweek.it/2023/03/lultima-notte-di-amore-recensione-roberto-recchioni-855000.php/

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Il 6/3/2023 at 19:37, absolute dice:

Ti becchi la stessa risposta data altrove, magari qui stimolano interventi diversi.

 

 

Secondo me riesce a rendere universali quei temi di solito riservati a generi di nicchia, in questo senso è paraculo, oltre a essere costruito su un centro di inclusività perfetta. 

comunque uno spettacolo, da vedere assolutamente, mi pare una sintesi fra turning red (il cartone pixar) e essere John malkovich

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Comunque ci tengo a precisare che a me il film non è dispiaciuto, ho solo trovato fuori luogo tutti quei premi. Non è perché io sia tradizionalista, anzi, che ben vengano film fuori dal coro, ma questo è un film "furbo", come dici anche tu, non è innovativo in assoluto, è solo il primo che ha raggiunto il grande pubblico in maniera più incisiva. Lo steso pubblico che, secondo me, tra qualche anno neanche si ricorderà di questo film. Mentre magari i fan del genere (di nicchia), continueranno ad essere contenti che un film come questo abbia avuto tale successo. Insomma per me è una cosa incoerente. Se poi d'ora in avanti arriveranno sempre più film "strani" a vincere premi, allora darò sicuramente atto a EEOAO di aver aperto ad una nuova era. Non necessariamente sarà una cosa positiva, ma almeno si esce dal clima ristagnante degli ultimi tempi.

Ovviamente la mia contrarietà sta tutta nel fatto che è un film furbo e quando vedo qualcuno avere merito solo per il modo di porsi e non per il suo valore intrinseco, storco sempre il naso. Ma magari è solo un problema mio. 

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  • 4 mesi dopo...

Di Barbie mi sorprende che il dibattito resti a maschi contro femmine come fossimo all'asilo o in un film di fausto brizzi, che dir si voglia, anziché sconvolgersi e rabbrividire di fronte al capolavoro di mercificazione del discorso critico da parte della Mattel.

 

E' come un episodio di black mirror (in particolare, 15 million merits) in cui qualunque argomento radicale viene digerito e riciclato dal potere. Già succede da tempo appunto con Netflix con la sua autoironia ma qui la Mattel fa un salto di qualità. Le trashate come l'inizio, il finale o la voce fuori campo mostrano l'onnipotenza della produzione che non si pone limiti nel parodizzare se stessa e le ragioni del declino dell'immagine del suo prodotto di punta.


Va concesso l'onore al merito agli avversari, la Mattel ha vinto tutto, e a questo punto non ci resta che sperare che altri colossi facciano film belli per promuovere i loro prodotti.

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Il 6/3/2023 at 15:44, JackShepard dice:

The Banshees of Inisherin (Gli Spiriti dell'Isola).

 

quello invece mi ha fatto schifo, non ne ho colto il lato surreale e divertente, ho solo sofferto un sacco

peccato perché ero andato tronfio di aspettative da quello precedente suo, 3 manifesti a ebbing, missouri

Modificato da Tersite
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  • 4 settimane dopo...
Il 4/8/2023 at 11:31, Tersite dice:

Di Barbie mi sorprende che il dibattito resti a maschi contro femmine come fossimo all'asilo o in un film di fausto brizzi, che dir si voglia, anziché sconvolgersi e rabbrividire di fronte al capolavoro di mercificazione del discorso critico da parte della Mattel.

 

E' come un episodio di black mirror (in particolare, 15 million merits) in cui qualunque argomento radicale viene digerito e riciclato dal potere. Già succede da tempo appunto con Netflix con la sua autoironia ma qui la Mattel fa un salto di qualità. Le trashate come l'inizio, il finale o la voce fuori campo mostrano l'onnipotenza della produzione che non si pone limiti nel parodizzare se stessa e le ragioni del declino dell'immagine del suo prodotto di punta.


Va concesso l'onore al merito agli avversari, la Mattel ha vinto tutto, e a questo punto non ci resta che sperare che altri colossi facciano film belli per promuovere i loro prodotti.

 

Non fa che prendere tutte le argomentazioni che sono state mosse contro la bambola nel corso degli anni e scherzarci su, per renderle simpatiche e inoffensive.

E' un'operazione promozionale del prodotto e anche dell'ideologia femminista della regista, che anelerebbe a sostituire la società con Barbieland dove gli uomini sono considerati parte della tappezzeria.

 

Commercialmente è un evidente successo.

Ideologicamente non saprei visto che il tentativo di neutralizzazione delle critiche era fin troppo evidente e pacchiano e non so quanto possa aver attecchito su chi era dentro la questione (ha fatto sorridere più che altro gli altri che non si erano mai posti certe domande su Barbie) e alla fine si tende a empatizzare con Ken più che con Barbie.

 

E' comunque un film da vedere anche solo per poterne parlare.

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  • 2 mesi dopo...

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