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Greta Thunberg


GURU baba rey
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Ho aderito anch'io allo sciopero, come insegnante, per sostenere i ragazzi. Ho letto però commenti che minimizzano quello che è successo venerdì e criticano l'ipocrisia degli scioperanti e della Thunberg. Mi permetto di contribuire con questo intervento, condiviso sui social da un collega, che ritengo illuminante. Spero possa essere utile al dibattito.

 

   

Quei tentativi di screditare l'ondata di partecipazione di giovani a livello globale

 

Certe osservazioni accigliate attorno al "fenomeno Greta Thunberg" e al movimento che ha ispirato potrebbero costituire, credo, il caso più clamoroso nella storia di contemplazione del dito invece della Luna (dove la Luna, in questo caso, è grande come la Terra). Per la prima volta da quando è chiaro (fattualmente certo) che sono in atto cambiamenti climatici causati da diverse attività umane, un diffuso movimento di protesta globale chiede di agire per contrastarli. A chi lo chiede? Ai "grandi della Terra", ai capi di Stato e di governo, ai parlamenti. La cosa è in sé ovviamente sensata, quantomeno non è per nulla inedita dal punto di vista storico se si considera che sempre i movimenti di protesta sono partiti dal basso per rivolgersi e colpire verso l'alto. Ma per qualche ragione oggi questo appare ad alcuni bizzarro, illusorio, sbagliato, scomposto. Non solo, è visto come un effetto del "vento populista" che soffia in Occidente.

La critica in sintesi è questa: siccome siamo tutti responsabili dei cambiamenti climatici, allora il "fate presto" Greta e i suoi "seguaci" lo dovrebbero urlare davanti a tutti. Davanti a tutto il popolo. Insomma Greta non avrebbe dovuto andare a rompere le scatole ai "grandi" riuniti alla conferenza sul clima, ma anche ai salumieri, ai panettieri, agli operai, agli impiegati etc. Perché tutti noi (ed è vero) contribuiamo tutti i giorni ad emettere gas climalteranti in atmosfera (e sostanze inquinanti - problema, ricordiamolo, che va distinto dal clima). Anzi, dicono alcuni, se i parlamenti e i governi non fanno abbastanza per il clima è proprio perché il popolo non sopporterebbe le conseguenze che avrebbero, sulla vita quotidiana di tutti, interventi draconiani per arrestare le emissioni. "Questi scendono in piazza ma poi comprano gli iPhone", insomma.

In verità quello (poco, insufficiente) che è stato fatto finora per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni non ha suscitato proteste di massa, ma non è questo il punto. Il punto è che non stiamo parlando di "cosa posso fare io", di rinunce individuali, di azioni isolate. Qui parliamo di decisioni collettive. Siamo avvitati in una discussione totalmente sterile attorno a contrapposizioni tra "popolo" ed "élites", perché abbiamo perso di vista cos'è la politica. Cioè la dimensione del discutere e del decidere collettivi. In un mondo in cui i partiti sono scomparsi o sono stati distrutti o sono stati svuotati dal loro interno della loro funzione civile, culturale e sociale, non siamo più nemmeno capaci di concepire il significato politico e l'utilità pratica di un'azione collettiva, di massa, che parta dal basso, dai subalterni. Per non parlare del fatto che, ormai, qualsiasi messa in discussione dello status quo viene additata come una minaccia alla stabilità, al sistema, etc.

Greta Thunberg le risposte le chiede a chi è incaricato di trovarle. Non si tratta di evitare di buttare le cartacce per terra. Sì si possono anche fare scelte individuali (Greta ha scelto di non mangiare carne per non contribuire all'impatto ambientale del settore zootecnico), ma sono insufficienti. Servono politiche energetiche, industriali, tecnologiche, economiche, infrastrutturali, per contrastare i cambiamenti climatici. Pensare che di questo siano responsabili soprattutto parlamenti e governi è "populismo"? Semmai è il contrario, è riconoscere la legittimità e responsabilità delle istituzioni e del potere legislativo ed esecutivo. Greta manifesta davanti al parlamento svedese perché forse crede nella democrazia rappresentativa, e nel suo potere di cambiamento (sì, anche nella sua sovranità), molto più di tanti suoi difensori.

Noi, qui, invece ci avvitiamo attorno ad accuse reciproche («e tu che hai fatto?», «e voi che fate?» e «quello che fa»?). Ditemi: perché non siamo stati noi più grandi in questi anni a fare quello che hanno fatto gli studenti in questi giorni? Perché noi siamo stati noi, già anni fa, ad iniziare un'azione di massa? Perché non abbiamo chiesto noi, per primi, che il clima e altri temi ambientali entrassero nell'agenda? Tanti di quelli che manifestano in queste settimane non hanno neanche l'età per votare ed erano bambini quando, anni fa, già non si faceva quello che si sarebbe dovuto fare, quando gli allarmi rimanevano inascoltati. I giovani di #FridaysForFuture sono cresciuti in un mondo in cui gli adulti hanno rimandato, ignorato, sottovalutato, spesso perfino negato e boicottato. Ora chiedono il conto. Mi pare cristallino e ineccepibile.

Si sta formando un movimento democratico e popolare. Possiamo aderire anche noi (magari per dare il nostro contributo, suggerire, informare, indirizzare, con le competenze che i ragazzi non hanno e non sono tenuti ancora ad avere). Oppure possiamo guardare il ditino.
Nel frattempo le parti per milione di CO2 nell'atmosfera aumentano. Purtroppo lo fanno in modo "invisibile". E noi continuiamo a guardare il ditino.

Antonio Scalari

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Io dico solo che Greta non è la prima.

Parlando con Lemon, l'altro giorno, le dissi che erano almeno 10 anni che questa ragazzina girava. Ma Greta ha 16 anni, quindi non poteva essere. Ho prima pensato di essere rincoglionito (cosa che non escludo) ma poi cercando su internet ho trovato la storia di una certa Severn Suzuki, che anche lei parlò alle Nazioni Unite.

Stessi discorsi, stesse parole. (Probabilmente scritti dalle stesse persone?)

Ma nessuno la candidò al Nobel. Forse perché non bene sostenuta. O forse perché non erano maturi i tempi.

 

Sinceramente a me fa paura che un adulto la guardi e dica "wow, sei di esempio". Cazzo, è una ragazzina, deve fare la ragazzina. L'esempio lo devi dare tu adulto, e non che invece non solo non dai esempio, ma in questa perversione di deresponsabilizzazione, carichi di responsabilità una ragazzina per riconciliarti con la coscienza.

 

E mi fa paura che la gente pur di sentirsi parte di una causa giusta si aggreghi in modo acritico, senza domandarsi come stanno veramente le cose. Oppure, per sentirsi più furbi, si entra a far parte dell'opposizione a caso, per partito preso. E ogni argomento diventa una rissa fideistica tra tifosi.

 

Tra l'altro, il problema clima, inquinamento, ed energie pulite, non verrebbe di certo risolto con la fuffa spacciata per geo-ingegneria ambientale, e tutta l'industria sul verde. Anzi, alcune soluzioni sono peggiori per l'ambiente, ma servono a rilanciare un'economia che sta morendo.

 

Faccio l'esempio delle auto elettriche, la più grande presa per il culo che si possa pensare. L'auto elettrica in sé non produce inquinamento, ma l'energia, la corrente, viene presa dalle centrali di carbone, che inquinano millemila volte più di tutte le auto del mondo.

E le batterie, il loro smaltimento, (quando è possibile) è un problema irrisolto.

Però persino in F1 l'elettrico si sta imponendo, sulla scia dell'ecoblablabla. Ma persino Vettel disse che non era la giusta direzione, che si stava semplicemente togliendo inquinamento da sotto casa per spostarlo a casa di altri, ma la Terra era sempre e solo una.

 

Eppure a leggere i pareri dei tifosi delle auto elettriche, sembra che abbiano trovato la parusia. Elon Musk è il loro Dio. E manco sanno che la Tesla è più in rosso della macchina a benzina di un adolescente.

 

Per concludere, l'inquinamento è solo un problema di energia. E l'energia è un problema di denaro. Se si trovasse un modo per fare energia a basso costo, si risolve il problema.

L'eolico, il solare, e altre soluzioni simili non danno abbastanza energia per il nostro modo di vivere. Cambiare il modo di vivere è impossibile, senza causare un crollo di tutta l'economia mondiale in un effetto domino.

Per cui, finché non si trova il modo di far funzionare le centrali nucleari a fusione (ci sono stati due esperimenti, uno americano, uno europeo, in cui per la prima volta con la fusione di due atomi di trizio si è ottenuta più energia di quella spesa per "fonderli", ma è ancora presto per farne una centrale, ci vorranno forse altri vent'anni) o non si riesce a riprodurre il modo in cui le piante ottengono energia dalla fotosintesi clorofilliana, l'inquinamento sarà un problema.

 

Modificato da Apolide
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18 ore fa, tartina dice:

Io penso solo che sono inquietata dal fatto che ogni singola cosa ormai venga trasformata in un meme e ridicolizzata

 

E' davvero terrificante sta de-generazione dei meme: riescono a distruggere qualsiasi discussione argomentata buttando tutto in caciara.

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Posto che ha ragione Greta a dire che siamo tutti nei casini e che gente tipo Ferrara e maglie dovrebbe stare in un ospizio, penso anche che l'informazione in questo abbia un ruolo chiave nella qualità della democrazia 

 

I media, strutturalmente, guadagnano da dichiarazioni forti e da eventi sensazionali. 

Per com'è fatto il sistema, se c'è un attentato terroristico o un politico dice qualcosa di buono su Hitler, i giornali ci guadagnano. 

Per questo domanderanno a tajani se il duce ha fatto qualcosa di buono e all'altra babbiona cosa pensa di Greta, anziché domandare per es. Cosa ne pensano del cambiamento climatico (che mi sembra la domanda più logica e lineare nella circostanza)

 

Questo perché l'informazione campa con i click e non con i soldi dello stato (significa che per lo stato non ha una funziona pubblica) 

E questo sempre di più per un recente trend che vuole tagliare i soldi pubblici ai giornali, indovinate chi lo cavalca e chi ci guadagna

 

Un po' c'entrano i social che danno voce a legioni di imbecilli etc ma i media tradizionali hanno gran parte della responsabilità 

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l'argomento mi interessa molto e lo seguo anche a lavoro, quindi spero di avere tempo nella settimana per leggere i contributi e poi dare il mio.

 

nel frattempo, non mi prendete per matta, spero di cogliere segnali di una mia eventuale modificazione genetica per adattarmi, che già soffro di meteoropatia

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Il 18/3/2019 at 12:47, Tersite dice:

 

 

Questo perché l'informazione campa con i click e non con i soldi dello stato (significa che per lo stato non ha una funziona pubblica) 

E questo sempre di più per un recente trend che vuole tagliare i soldi pubblici ai giornali, indovinate chi lo cavalca e chi ci guadagna

 

Un po' c'entrano i social che danno voce a legioni di imbecilli etc ma i media tradizionali hanno gran parte della responsabilità 

Mi calo nella parte dell'esterofilo un po' radical (non chic perché non sono ricco) e sostenere che la stampa estera mi pare meno peggio.

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1 ora fa, pachu dice:

Mi calo nella parte dell'esterofilo un po' radical (non chic perché non sono ricco) e sostenere che la stampa estera mi pare meno peggio.

 

Non so quanto dipenda dai finanziamenti statali (punto chiave per noi comunisti) 

Ma altrove c'è una distinzione fra giornale autorevole e tabloid, in Italia i giornali che dovrebbero essere autorevoli usano lo stile dei tabloid (mentre i tabloid de noantri pubblicano rutti e parolacce) 

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32 minuti fa, pachu dice:

Un potenziale problema del movimento guidato da Greta è che i paesi che se ne fregano di più non sono quelli che potrebbero anche ascoltarla, ma i Brics e compagnia.

Ma lo dico con il condizionale perché potrebbe bisognerebbe avere sotto mano dei dati.

 

Secondo alcune proiezioni gli stati cominceranno a prendere misure radicali sull'ambiente quando fra 10/20 anni cominceranno catastrofi senza precedenti anche in occidente. 

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