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Eutanasia


Corto Pavese
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L'eutanasia dovrebbe essere applicata solo a casi di eccezzione ma dal momento che in Italia la maggior parte di ciò che si concede se ne fa uso sbagliato è meglio non concederlo del tutto. La maggior parte dei medici cerca in qualsiasi modo di guadagnare soldi dando agevolazioni a noi poveretti... volete che non abuserebbero dell'eutanasia???

Io credo che in certi casi è la cosa più giusta, purchè il paziente stesso ne sia a favore e in uno stato di vegetazione e terminale.

Questa è come la vedo io.

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Sono andato a leggermi la lettera di Welby e sul suo caso soggettivo credo che vada esaudita la sua richiesta perchè quell'uomo, se potesse, si butterebbe giù dalla finestra e la sua richiesta di morte è frutto di ragionamento lucido.

Mi fa specie, invece, che una persona così lucida di mente voglia la morte. A me della vecchiaia spaventa molto di più l'idea di uscire di senno che non l'appassimento del corpo ma ... vabbè, magari quando sarà tempo cambierò idea.

Il punto fondamentale cmq è rispettare la volontà dell'individuo e (udite udite cosa dice il Marcolino) se questa volontà va contro quella di Dio egli ne risponderà davanti a Dio stesso. Di questo si deve convincere la Chiesa.

Vorrei che questo problema fosse affrontato senza alzare steccati politici o religiosi perchè, per la sua estrema delicatezza, sarà bene esser tutti d'accordo.

E non vorrei nessuna strumentalizzazione da parte di chi ci vede il paragone con l'aborto perchè le due cose non c'entrano una mazza.

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Ma io non intendevo un'eutanasia da praticarsi a chiunque che paga il ticket.

Io semplicemente vedo il rischio che persone che soffrono e sono attaccate alle macchine decidono di intraprendere la via dell'eutanasia per non pesare più ai famigliari e non perché vogliono porre fine alla propria vita.

ovviamente il riferimento al ticket era paradossale. Intendo che la decisione definitiva dovrebbe sempre essere preceduta (per esempio) da attente valutazioni fatte insieme dal malato, dai familiari e dai medici.

L'eutanasia dovrebbe essere applicata solo a casi di eccezzione ma dal momento che in Italia la maggior parte di ciò che si concede se ne fa uso sbagliato è meglio non concederlo del tutto.

mah...

Io credo che in certi casi è la cosa più giusta, purchè il paziente stesso ne sia a favore e in uno stato di vegetazione e terminale.

be' l'eutanasia contro la volonta' del malato in effetti non mi pare una cosa bella... e non credo che nessuno intenda proporla.

Modificato da pachu
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Sono andato a leggermi la lettera di Welby e sul suo caso soggettivo credo che vada esaudita la sua richiesta perchè quell'uomo, se potesse, si butterebbe giù dalla finestra e la sua richiesta di morte è frutto di ragionamento lucido.

Mi fa specie, invece, che una persona così lucida di mente voglia la morte. A me della vecchiaia spaventa molto di più l'idea di uscire di senno che non l'appassimento del corpo ma ... vabbè, magari quando sarà tempo cambierò idea.

Il punto fondamentale comunque è rispettare la volontà dell'individuo e (udite udite cosa dice il Marcolino) se questa volontà va contro quella di Dio egli ne risponderà davanti a Dio stesso. Di questo si deve convincere la Chiesa.

Vorrei che questo problema fosse affrontato senza alzare steccati politici o religiosi perchè, per la sua estrema delicatezza, sarà bene esser tutti d'accordo.

E non vorrei nessuna strumentalizzazione da parte di chi ci vede il paragone con l'aborto perchè le due cose non c'entrano una mazza.

stamattina sulla sette ne parlavano in modo approfondito e in ogni caso il sig. Welby è un malato terminale che soffre e ne soffre anche la sua famiglia, stare a guardare la tv e non poter far niente fuorchè aspettare il soppragiungere della morte lenta è una cosa ingiusta! la chiesa in questo caso la paragonerei come masochismo nel negare la morte richiesta e nel affermare che non è giusto.

Perchè lui deve continuare in questo modo? a quale scopo? non ci potrà essere un miracolo nel suo caso. La chiesa alle volte si pone in modo troppo arrogante e non si sofferma sulla questione in modo adeguato. si immischia troppo nei casi che non al riguarderebbero.

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Ho trovato sconfortante che un alto prelato spagnolo, con un ghigno sardonico dipinto sul volto, parlasse ieri al TG1 della questione dell'eutanasia come se si trattasse di una beatificazione o comunque di una questione che interessa unicamente la gerarchia ecclesiastica e i suoi ultra'.

In pratica ha detto "Giovanno Paolo II ha fatto cosi', quindi possono farlo tutti".

Liquidando una questione che ha risvolti medici, economici e psicologici enormi.

Terribile che su un argomento cosi' FONDAMENTALE (soprattutto oggi, con il livello a cui e' giunta la medicina) gravi la forte influenza di IMBECILLI del genere.

Ancora piu' grave che i parlamentari italiani siano accondiscendenti di default verso queste posizioni.

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  • 10 anni later...

“Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”. Lo scrive su Twitter il radicale Marco Cappato. In mattinata l’ultimo audio del dj, cieco e tetraplegico dal 2014 dopo un grave incidente stradale, pubblicato su Facebook: “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato”. Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, era da ieri in Svizzera dove aveva affrontato le procedure per accedere al suicidio assistito. Il dj ha dedicato parte del messaggio proprio a Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale, che lo ha accompagnato in Svizzera: “Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore – ha detto Dj Fabo – Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco, grazie mille”. 
In precedenza era intervenuta anche Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, di cui Cappato è tesoriere. Tra le altre cose la Gallo, che è avvocato, ha spiegato che Cappato “rischia 12 anni di carcere”, perché si è “preso la responsabilità” di tale atto. Gallo ha quindi ricordato come molti malati siano “costretti ad emigrare per ottenere l’eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro”.
In un video-appello del mese scorso “Fabo per vivere #LiberiFinoAllaFine”, Antoniani, spiegava di “non essere depresso e di mantenere tutt’ora il senso dell’ironia”, ma di sentirsi umiliato dalle proprie condizioni: “Immobile e al buio, considera la propria condizione insopportabile, consapevole che potrebbe durare per decenni”. Per questo aveva fatto più volte appello a politica e istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Negli ultimi due mesi il testo sul testamento biologico in discussione in Parlamento è stato rinviato per tre volte.
“Sono accanto a Valeria e la stringo forte. Fabo ha avuto la sua scelta libera, purtroppo in Svizzera e non era il suo paese e mi dispiace”. Sono queste le parole utilizzate da Mina Welby, la moglie di Piergiorgio Welby, morto nel dicembre del 2006 dopo una grave e lunga malattia, per commentare la notizia della morte di Dj Fabo. “I cittadini italiani dovrebbero essere vicini a lui e a Valeria - ha detto ancora la donna – Credo che, con me, si possa fare una battaglia per ottenere una legge sul testamento biologico, sulle disposizioni sui trattamenti sanitari”.

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Ce n'è parecchi che lo fanno (la discriminante é sempre quella: tra chi decide in questo senso, lo fa chi se lo può permettere). Questo qui è un caso simbolico perché era arrivato in Parlamento, se non ce ne fosse uno ogni tanto l'argomento non verrebbe discusso dall'opinione pubblica. Sia chiaro che tutti i correlati scemi del discorso, tipo chi lo inneggia a eroe (o viceversa), o le interviste alla fidanzata riguardo la loro ultima notte, o quanto era divertente e amante della vita Tizio, danno fastidio anche a me e me ne disinteresso. Ma sono appendici naturali quando un caso diventa di dominio pubblico. Sopportabili, se il prezzo da pagare è che se ne parli.

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Dopo 10 anni resto sempre una ferma sostenitrice del libero arbitrio.

La notizia di Dj Fabio mi ha colpita molto, come Welby a suo tempo.

L'impatto mediatico, che sembra a volte solo sensazionalismo e osceno nel suo andare a frugare nell'intimità del dolore a volte, però serve. A tutti quelli e alle loro famiglie che in Svizzera e in Nord Europa ci sono andati in silenzio a morire, abbandonati dalla salute e dallo Stato che li priva della libertà di scegliere e che ha reso anche la morte un privilegio economico.

Quindi è triste, a volte squallido. Ma è l'unico modo perché a volte le cose inizino a muoversi, che alcuni siano il simbolo di tutti gli altri.

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  • 11 mesi dopo...

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