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Ai mondiali


Mist
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è già vintage pur essendo del 2018, dov'è che si compra

http://www.rivistaundici.com/2017/11/28/poster-russia-2018/

per anni ho avuto in camera quello di mirò di spagna 82, ora sarà arrotolato da qualche parte dopo un trasloco

Modificato da Tersite
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2 ore fa, Ronnie Rava dice:

Il sorteggio dei mondiali è come una pallonata nelle parti intime.

 

Vero.

O come una visita dal proctologo, se preferite (ma forse è meglio la pallonata :) )

Il problema, non credo solo mio, è che fino agli ultimi minuti dello spareggio eravamo convinti che avremmo acciuffato in qualche modo la qualificazione proprio perché è impossibile il mondiale senza l'Italia.

 

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50 minuti fa, pachu dice:

Io tengo botta perché ne già viste, nel bene e nel male.

Il me stesso bambino o ragazzino sarebbe devastato.

 

Ecco, questo.

Ricordo nitidamente che dopo la finale persa con il Liverpool in quel modo, faticando (ovviamente!) a prender sonno, mi dicevo che la peggio cosa mi era successa(*) e che altre così non ce ne sarebbero più state. Sapete com'è, quando si cerca a tutti i costi una consolazione...

Come tifosi della nazionale chi ha vissuto i mondiali del 90 e del 94 ha avuto altre due "vaccinazioni" mica male.

Il dispiacere, più che per noi che ne abbiamo già viste abbastanza, è per i bambini e i ragazzi.

Ho parlato con più persone che erano a San Siro e mi hanno detto che alla fine tanti bambini piangevano

Sapete già che per i miei figli ho scelto, prendendomi le responsabilità del caso, il basket rispetto al calcio perché abitando in una zona densa di società calcio (compresa l'accademia Inter e lombardia uno per il Milan) ho visto di persona quanta troppa pressione e antisportività ci buttano nel calcio fin dai più piccoli.

Però è anche vero che l'Italia dà tantissimo al calcio e conta un numero tale di appassionati e di praticanti, rispetto ad altre nazioni che si sono qualificate,  che non esiste proprio che al mondiale non ci siamo.

E' come un mondiale di rugby senza le nazionali del Regno Unito...   

 

(*) sempre calcisticamente parlando

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Appartengo anch'io alla schiera di quelli che versarono fiumi di lacrime a Italia '90 (a 10 anni).

E' stato sicuramente il dolore sportivo più grande della vita, perchè il clima di partecipazione ed esaltazione collettiva di quel mondiale è stato e sarà per sempre irripetibile; e poi se sei un bambino è ancora più inconcepibile che le cose vadano diversamente da come tutti pensano che debbano andare, e che non vinca la squadra più forte (come eravamo chiaramente noi rispetto all'Argentina).

Il 5 maggio 2002 lo metto al secondo posto, anzi forse al terzo perchè anche la semifinale di Champions l'anno dopo fu altrettanto devastante.

 

Ma al di là delle delusioni, è stato bellissimo vivere tutte quelle emozioni (come del resto nella vita, per esempio per una storia d'amore finita molto male).

Questa volta invece ci hanno proprio privato delle emozioni quindi è diverso, ma molto peggio secondo me.

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9 minuti fa, Ronnie Rava dice:

Ma al di là delle delusioni, è stato bellissimo vivere tutte quelle emozioni (come del resto nella vita, per esempio per una storia d'amore finita molto male).

Questa volta invece ci hanno proprio privato delle emozioni quindi è diverso, ma molto peggio secondo me.

 

Ecco, pure io la penso così. È bruttissimo sapere di non poter vivere nessuna emozione.

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19 ore fa, Marco dice:

 

Come tifosi della nazionale chi ha vissuto i mondiali del 90 e del 94 ha avuto altre due "vaccinazioni" mica male.

 

Vedere 7 partite su 7 in due mondiali di fila è qualcosa che crea passione. A prescindere dall'epilogo, la generazione calcistica che si sta ritirando o ha comunque dato l'addio alla nazionale è generalmente nata nella prima metà degli anni '80, ovvero ha avuto negli anni dell'imprinting sportivo una squadra che ai mondiali ci andava per vincere. 

Quindi ok le delusioni, ma io dopo il mondiale del '94 sono andato a giocare nella squadra del paese pur senza neanche saperlo fare, perchè tra Norvegia, Nigeria, Spagna e Bulgaria era un po' passato il concetto che il calcio era bello.

 

Molto più difficile appassionarsi ad uno sport quando invece di perdere una finale non partecipi nemmeno.

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Per la nazionale, quella finale del 2000 resta un pugno in pancia non da poco, ma anche il biscotto del Portogallo fu abbastanza fastidioso da mandare giù.

Per i club ovviamente la finale di Istanbul fu incredibile, ma simpatizzando per il Liverpool ho sofferto meno, per assurdo ricordo di più l'incazzatura dopo la sconfitta col Deportivo La Coruna.

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