Vai al contenuto

Il Burkini - Alfano: "No a provocazioni che potrebbero attirare attentati"


SCRIGNO MAGICO
 Share

Recommended Posts

L'arretratezza culturale, il maschilismo, i condizionamenti a cui portano dei princìpi illiberali vanno combattuti ad ogni latitudine da qualunque cultura, civiltà o religione provengano. 

 

«Mio fratello mi ha sparato
perché portavo la minigonna»

   
Carlo Macrì
marisa%20putort%c3%acc-kavG-U43220519664
icon_fake.png?v=201403051053

«Mio fratello sembrava un diavolo. Mi ha puntato addosso il fucile e ha sparato. Sono caduta e ho chiuso gli occhi per il dolore». Marisa Putortì, 21 anni, ricorda i momenti della sua gambizzazione ad opera del fratello Demetrio, quattro anni più grande, che le ha sparato per «gelosia» e per «punire» alcuni atteggiamenti della sorella. Dopo la morte del padre Carmelo, sei anni fa, Demetrio pensava di sostituirsi alla figura paterna in famiglia e, per questo, era diventato «ossessivo» nei confronti della sorella, tanto da proibirle frequentazioni e rimproverarla per il suo modo di vestire. «Era ormai da anni che non andavamo d’accordo — racconta Marisa nel suo letto in ospedale—. Neanche ci salutavamo più. A lui dava fastidio ogni cosa che facevo... Se mi truccavo o andavo in giro con la minigonna, se fumavo o mi fermavo in paese a parlare con uomini più grandi. Chissà cosa gli raccontavano di me i suoi amici». Poi si blocca e gira lo sguardo verso suo figlio Carmelo, cinque anni, frutto dell’amore adolescenziale con il suo attuale compagno, Massimo D’Ambrosi, 24 anni e un lavoro saltuario. Quindi riprende il racconto. «Ero vigile in ambulanza. Sentivo i medici che si auguravano che i pallini non avessero colpito l’arteria femorale, “altrimenti non ci arriva in ospedale”, dicevano tra loro, mentre io tremavo, pregavo e pensavo: sopravvivrò?». In ospedale al capitano Francesco Manzone, comandante della compagnia di Tropea che l’ha interrogata, Marisa ha taciuto il nome del suo sparatore. «Pensavo ci arrivassero da soli», dice con pudore. «Non l’ho fatto per proteggere mio fratello. Lui è uno schizofrenico. Non lo odio però, provo solo indifferenza». Perdonarlo? «Non me la sento proprio — continua —. Voglio che paghi per quello che ha fatto e quando lui uscirà di prigione io me ne andrò da Nicotera».

 

Voglio vivere come le mie coetanee

Demetrio Putortì 24 ore dopo aver sparato alla sorella si è costituito ammettendo le sue responsabilità. È in stato di fermo. I carabinieri stanno cercando di capire chi abbia fornito il fucile al giovane e dove sia finita l’arma. Si indaga sui rapporti tra Demetrio e ambienti della criminalità locale, con i quali sembrerebbe avesse dei rapporti. Poi c’è il rebus dell’auto con la quale il giovane si è presentato sul luogo del ferimento. Pare l’avesse acquistata sulla parola qualche giorno prima da un amico. Sabato pomeriggio Vincenza Pirelli, madre di Demetrio, ha incontrato nella caserma di Tropea il figlio. L’ha baciato e abbracciato. Nessuna parola? «Tra madre e figlio non ce n’è bisogno», dice la donna. Che poi sorride alla figlia mentre le comunica i tempi della degenza. Marisa è stata operata perché i pallini del calibro dodici le hanno bucato le gambe e spezzato il femore destro. Soltanto tra qualche mese potrà tornare a servire ai tavoli del «Bombo», il bar del centro di Nicotera Marina dove venerdì sera è avvenuta la sparatoria e dove lei era stata assunta sei mesi fa. Adesso nella stanza tutta per lei del reparto di Ortopedia dello Jazzolino di Vibo Valentia, Marisa sfoga la sua rabbia e continua a fare piani per il futuro: «Non ho vissuto l’adolescenza perché il destino e l’amore hanno voluto che diventassi improvvisamente grande. Non ho finito gli studi tecnici, e mi sono pentita. Ora però che grande sono diventata veramente, voglio vivere come vivono le mie coetanee. Lavorare, andare a ballare, avere un sacco di amici, ma anche uscire con il mio Carmelo ed essere fiera di lui. Tutto questo volevo fare. Voglio farlo, senza essere controllata».

 

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, Zero dice:

Forse non mi leggi attentamente, o forse non mi sono espressa bene. Tutti abbiam dogmi. I nostri comportamenti sono dettati dall'influenza  della società in cui apparteniamo. Per cui anche io stessa probabilmente rispetto ad altre persone sono  meno emancipata a causa della mia cultura e delle influenze sociali del posto in cui vivo.

 

I miei dogmi sono ok per me. Probabilmente non lo sono per chi è più emancipato di me. E lo accetto. 

Così come una che si veste così:

 

burka1.jpg

 

Perdonami, anche se ti sembrerà strano, ma per quanto mi riguarda non è l'embrlema dell'emancipazione femminile. 

 

Se ancora non hai capito il mio punto di vista mi dispiace ma non so cosa dirti. Non mi piacciono i buonismi ed è troppo semplice dire che tutte le culture siano al pari. In realtà non è così e bisogna aver l'onestà di ammetterlo. Poi ripeto, prima che mi fraintendi e stravolgi quello che scrivo, io rispetto assolutamente tutti . Sono scelte che ovviamente non condivido ma è giusto che ognuno faccia quello che gli pare.

Ma in realtà ho capito il tuo punto di vista, credo.
Però proprio mi sfugge il passaggio "dobbiamo rispettare tutti anche quelli inferiori". Perché se dici che sono inferiori non li stai rispettando, secondo me. Suona un po' come dire "non sono razzista ma".

E un'ultima domanda, ci sono culture che consideri superiori?

(comunque sono abbastanza certo che quelli in foto non siano burkini)

Link al commento
Condividi su altri siti

provo a spiegarmi in altro modo: la libertà delle donne di vestirsi come vogliono è sicuramente un segno su cui si può valutare il loro ruolo in una società.

detto ciò, non solo non è l'unico, come sembra dal dibattito che si ripropone per ogni estate e che se ne frega altamente di qualunque altro aspetto della condizione femminile che non sia la libertà di spogliarsi, ma non è neanche tra i più importanti. 

è solo il più evidente, e questo ancora una volta rivela la superficialità della società nostra. 

 

altra questione su cui l'italia è *culturalmente inferiore* al resto dell'occidente è il giudicare la donna in primis per il suo aspetto, come le cosce di maria elena boschi o le bamboline di laura boldrini e virginia raggi. purtroppo questa polemica non fa eccezione.

 

se poi vogliamo fare distinzioni sommarie e generalizzare su culture maschiliste, prendiamo il coraggio di fare i razzisti fino in fondo e osserviamo che, alla notizia dello sparo alla sorella in minigonna, fosse evidente, senza leggere altro, che l'episodio era avvenuto al sud della linea gotica.

Link al commento
Condividi su altri siti

14 ore fa, Helder dice:

Ma in realtà ho capito il tuo punto di vista, credo.
Però proprio mi sfugge il passaggio "dobbiamo rispettare tutti anche quelli inferiori". Perché se dici che sono inferiori non li stai rispettando, secondo me. Suona un po' come dire "non sono razzista ma".

E un'ultima domanda, ci sono culture che consideri superiori?

(comunque sono abbastanza certo che quelli in foto non siano burkini)

Vedila così. Rispetto ma non condivido assolutamente. Rispetto in quanto le tratterei come qualsiasi altra persona, andrei a prendere un caffè, sarei amica senza alcun problema (a patto che mi rispettino anche loro). Ma pur rispettandola  considererei la loro cultura peggiore della nostra.
Quelli in foto non sono burkini.. ma siam più o meno li. o vuoi dirmi che fai delle differenze? il burkini si e quelle in foto no?

Se ci sono culture superiori (ma più che superiori io direi MIGLIORI) in assoluto non saprei.. sicuramente non è ne la loro e tantomeno la nostra.

Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, Helder dice:

No, è che il burkini serve proprio per non andare in spiaggia vestite così :D

Comunque ok, credo di aver capito. 

Non sono contraria al burkini, che ben vengaun nuovo abito che permetta loro di pter andare in spiaggia "liberamente". Però per me non c'è molta differenza tra i 2 vestiti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Io credo fermamente che uno Stato possa, anzia abbia il dovere, di legiferare in tema di abbigliamento e sicurezza.

Mi spiego: il burka non è da condannare in quanto "barbaro" ma perchè lì sotto ci può essere qualsiasi cosa: un uomo, un terrorista, delle armi e perchè non permette una immediata identificazione del soggetto che lo indossa.

Per converso, ma qui la faccenda è più delicata, servirebbe un minimo di regolamentazione anche in senso opposto: un topless è accettabile in spiaggia ma non per la pubblica via.

 

l'impressione è che spesso noi ci poniamo su un piedistallo definito dalla nostra presunta superiorità superiorità culurale per dispregiare tutto ciò che, noi, riteniamo assurdo ed inconcepibile. Ho cinquantanni suonati e ho avuto la fortuna di conoscere entrambe le mie nonne (che oggi sarebbero ultracentenarie) e vi assicuro che nessuna delle due si sarebbe mai messa un bikini, anzi nemmeno un costiume "intero".Tuttavia, pur essendo più o meno coetanee, c'erano grandi differenze tra di loro: una d'estate usciva con un vestito che arrivava sotto il ginocchio e senza calze, l'altra piuttosto di mostrare le gambe si sarebbe fatta ammazzare.

 

Mi direte che erano il prodotto di una cultura arretrata che fortunatamente si è evoluta. Forse è così ma è sicuro che al di là di ciò che avrebbero potuto pensare i loro familiari erano loro stesse a non concepire certi codici di abbigliamento.

Tra l'altro mi viene spontanea anche un'altra riflessione: oggi in occidente non c'è sicuramente più la cultura delal donna obbligatoriamente vestita, anzi forse in certi casi si è persino esagerato in senso opposto, penso ad esempio alla pretesa di poter entrare in determinati posti (come le chiese) indossando qualsiasi cosa si ritenga opportuno e fregandosene della sensibilità altrui, ma lanostra cultura ha portato a altre forme, forse più sottili, di discriminazione.

In occidente impera la cultura "del bello" e anche qui se ne èavuto prova. sostanzialmente chi ha un bel corpo è legittimato ad esibirlo sia in spiaggia che altrove, che ha evidenti difetti sarebbe meglio se stesse bello coperto. Cosa già triste se considerata dalla parte di chi "giudica" ma ancora peggiore se vista dalla parte di chi si crea complessi tali da non sentirsi a proprio agio col suo corpo ed avere difficoltà a mostrarlo.

 

Tersite ha ragione solo a metà quando parla dell'pssessione dell'occidente per il corpo delle donne, in verità l'occidente ha un'ossessione per i bei corpi, indifferentemente di uomini o di donne.

 

Poi ci sarebbe molto da dire sul fatto che i genitori non possano minimamente mettere in discussione le scelte di abbigliamento dei figli, ma si riattizzerebbe una vecchia polemica.

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

6 ore fa, Sveva dice:

 

Mi direte che erano il prodotto di una cultura arretrata che fortunatamente si è evoluta. Forse è così ma è sicuro che al di là di ciò che avrebbero potuto pensare i loro familiari erano loro stesse a non concepire certi codici di abbigliamento.

 

Sono d'accordo su tutto il resto. Su questo punto vorrei dirti che probabilmente loro stesse non lo potevano concepire perchè figlie di quei tempi. Scommetterei un dollaro che se fossero nate nei nostri, o meglio ancora, nei miei tempi, probabilmente, anche loro avrebbero avuto un'altra opinione e codici di comportamento meno morali. Detto questo a me fa molto ridere e in parte anche tenerezza parlare con mia nonna e sentirla parlare dei suoi tempi, scorgere una moralità e dei modi di fare che per allora erano normali e quotidiani oggi sarebbero da rinchiudere. I tempi cambiano e la società si evolve.

Link al commento
Condividi su altri siti

9 ore fa, Zero dice:

Sono d'accordo su tutto il resto. Su questo punto vorrei dirti che probabilmente loro stesse non lo potevano concepire perchè figlie di quei tempi. Scommetterei un dollaro che se fossero nate nei nostri, o meglio ancora, nei miei tempi, probabilmente, anche loro avrebbero avuto un'altra opinione e codici di comportamento meno morali. Detto questo a me fa molto ridere e in parte anche tenerezza parlare con mia nonna e sentirla parlare dei suoi tempi, scorgere una moralità e dei modi di fare che per allora erano normali e quotidiani oggi sarebbero da rinchiudere. I tempi cambiano e la società si evolve.

 

E' ovvio che tutti sono figli dei loro tempi, della loro società e del loro conteso. Lo erano le mie nonne, lo sono io e lo sei anche tu. Tra trentanni magari sarà normale avere più piercing al pistolino o alla patatina ma non per questo  io (e penso nemmeno tu) mi farò "bucare".

Le società 8e le mode) cambiano. Ecco preferisco usare il termine cambiamento (ovvero qualcosa di diverso) piuttosto che evoluzione in quanto quest'ultimo lo percepisco, generalmente, con un significato positivo che non necessariamente rispone a quanto avviene.

Link al commento
Condividi su altri siti

Infatti mi domando verso dove evolva

 

Da una parte il maschilismo viene dalle religioni, e la secolarizzazione è in corso e irreversibile nonostante alcuni contraccolpi.

 

D'altra parte un'altra forma di maschilismo viene dalla società dello spettacolo

 

Il Pilates per esempio mi sembra un dogma più assurdo della sura delle vacche

 

Modificato da Tersite
Link al commento
Condividi su altri siti

Ter' la Donna non aveva un Burkini. Era semplicemente vestita. Portava dei pantaloni ed una maglietta con maniche lunghe, nonché il copricapo. 

Sarebbe stato interessante capire se avrebbero agito di consequenza, se si fosse trattato di una figona in jeans, camicia e berretto sportivo. 

Ormai il buonsenso va facendosi benedire...ah, la liberté

Link al commento
Condividi su altri siti

3 ore fa, Tersite dice:

Ci sono le foto della polizia in Francia che toglie il burkini a un'anziana e fa pensare che siamo davvero rincoglioniti.

 

http://mashable.com/2016/08/24/french-police-burkini-ban/#0s9FA_0nD8q1

 

Ecco cosa intendevo con l'essere peggiori dei barbari, provo imbarazzo e vergogna. 

 

Specifico, per chi non lo avesse capito, che i "barbari" non sono le donne musulmane che mettono il burkini, ma quelli che a loro vogliono imporlo, in genere ma non solo, maschi, che "o ci vai così o al mare non ci vai". Tutte le imposizioni (assurde) e le limitazioni della libertà e del libero arbitrio vanno combattute, e non capisco bene cosa imputassero quei poliziotti a quella povera signora, che mi fa una pena infinita. :( Le immagini non giustificano in alcun modo il loro intervento, vedo tante anziane in spiaggia da noi che si coprono con palandrane o cappelli appena c'è un po' di vento. Sono cavoli loro, nessuno si deve permettere di disturbare queste persone per l'abbigliamento, musulmane o di qualsiasi altra religione, credo o non-credo siano! Parimenti inorridivo se qualche parroco cristiano oltranzista impediva l'accesso in chiesa a donne fedeli e credenti ma con la "grave colpa" di avere le gambe scoperte, non ritenendolo un abbigliamento "consono". Follie . Che più che da una religione dipendono dall'ottusa applicazione operata da uomini che ne distorcono i positivi princìpi.

 

Che tristezza. :( 

Link al commento
Condividi su altri siti

9 minuti fa, aleman dice:

Mi sale la voglia di andare in spiaggia a Nizza in burkini.

 

E' la mentalità del "colonizzatore", che ti ammazza, per civilizzarti! Stanno passando completamente dalla parte del torto, questi idioti. E così facendo non stanno difendendo quelle povere donne musulmane che hanno bisogno dell'aiuto di civiltà e istituzioni, così facendo accentuano la spaccatura, la distanza, l'odio, e soprattutto complicano la situazione, perché è molto meglio una donna musulmana in spiaggia col burkini (ma deve essere un punto di partenza, e non di arrivo) che una donna che per paura non solo delle imposizioni di maschi e anziani/e della propria comunità, ma di altre imposizioni, quelle di "occidentali" altrettanto ottusi, alla fine decida di rinunciare ad andare in spiaggia. Per costrizione o condizionamento. E a quel punto abbiamo fallito tutti. :( 

Link al commento
Condividi su altri siti

58 minuti fa, SCRIGNO MAGICO dice:

 i "barbari" non sono le donne musulmane che mettono il burkini, ma quelli che a loro vogliono imporlo, in genere ma non solo, maschi, che "o ci vai così o al mare non ci vai".

 

 

Ecco, anche qui ci sarebbe molto da discutere

Link al commento
Condividi su altri siti

17 ore fa, aleman dice:

Mi sale la voglia di andare in spiaggia a Nizza in burkini.

Ci ho appena fatto una settimana di ferie. In realtà era pieno di donne non in burkini, ma in vestito tradizionale oppure vestite all'occidentale in jeans e maglietta (come ho già scritto in precedenza). Ma pieno. Dubito che, a parte qualche boutade propagandistica, cambierà qualcosa in quel senso, è una legge di fatto inapplicabile. Negli autogrill al sud era pure pieno di gente che buttava il tappetino per terra nel parcheggio lì dove si trovava per fare la preghiera. Ecco, quelli magari rompevano un po' più il cazzo perché dovevi fare lo slalom per non investirli

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

Puoi postare adesso e registrarti in seguito. If you have an account, sign in now to post with your account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
 Share

×
×
  • Crea Nuovo...