Baghdad (Iraq), 17 ottobre 2016 - Assedio all'Isis. Dopo la caduta dellacittà simbolo Dabiq in Siria ad opera dei ribelli dell'Fsa, nella notte è partita l'offensiva per liberare Mosul, la roccaforte dello Stato Islamico a nord dell'Iraq che è in mano agli jihadisti dal giugno del 2014. A supporto dell'esercito iracheno ci sono i caccia statunitensi che stanno bombardando con raid mirati le postazioni del Califfato e in particolare la base di al Qiyara. Oltre alle milizie di Difesa popolari sciite, presenti con 9 mila uomini, partecipano anche i peshmerga curdi che hanno già sottrato al controllo dei miliziani alcuni villaggi ma che si fermeranno alle porte della città per non fomentare tensioni. Le prime linee difensive dell'Isis esterne a Mosul dunque sono già cadute.

 

 

Intanto la città è data alle fiamme: l'esercito del terrore ha dato fuoco ai depositi di benzina per provocare alte colonne di fumo e ridurre la visibilità per i bombardamenti. Mentre l'Onu lancia l'allarme per la sorte di un milione e mezzo di civili, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Ashton Carter, definisce l'offensiva "un momento decisivo della nostra campagna per sconfiggere in modo definitivo lo Stato islamico". Per liberare Mosul potrebbero volerci alcune settimane, ammette il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida Usa. La battaglia sarà "lunga e difficile" ma "gli iracheni sono preparati e noi li appoggeremo".

L'azione, prevista da tempo, è stata annunciata in un discorso alla tv dal premier iracheno Haider al-Abadi."E' giunto il momento della vittoria - ha detto il premier alla nazione - Oggi dichiaro l'inizio di queste operazioni per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo del Daesh (acronimo arabo per Isis, ndr)".

ALLARME ONU E UNICEF - Con l'assedio di Mosul l'Onu teme per i civili. Migliaia di loro potrebbero diventare "scudi umani", dice il sottosegretario per gli affari umanitari, Stephen ÒBrien, facendo appello "a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale". Piu di un milione di persone potrebbero fuggire dalla città ma la capienza dei finora allestiti per 60mila unità". Sui bambiniarriva l'allarme dell'Unicef. "Occorrono aiuti urgenti e, laddove possibili, interventi di assistenza umanitaria", chiede il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini, sottolineando che degli sfollati di Mosul, mezzo milione sono persone sotto i 18 anni".