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Gramellini


Tersite
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questi i corsivi degli ultimi due giorni:

http://www.lastampa.it/2016/04/12/cultura/opinioni/buongiorno/c-poco-da-ridere-2FxC8o6Ju0OBRqlGgByRGM/pagina.html

http://www.lastampa.it/2016/04/13/cultura/opinioni/buongiorno/il-caso-matei-RjP8izVXmWg4PmzreMxrhJ/pagina.html

Sono due bufale (i primi sono reclusi, alla seconda è stata revocata la semilibertà). Forse ha scritto in buona fede perché le misure che contraddicono gli articoli non erano ancora state prese. E magari sono state prese anche a causa degli articoli, possibilità ancora più grave.

Sicuramente, come emerge in questi due pezzi, propone una visione che denotano un'ignoranza del diritto inconcepibile per un vicedirettore di un giornale liberale come La Stampa, e soprattutto un astio forcaiolo che risulta inquietante quando è pronunciato dal gioviale buonista, e sedicente progressista, che compare regolarmente da Fabio Fazio.

"Ora, non dico di mandarli in carcere, dove imparerebbero soltanto a diventare peggiori. Ma cosa vieta di spedirli due ore al giorno a fare gli spazzini in un parco pubblico o i camerieri alla mensa dei poveri? Altrimenti cresceranno con l’idea che la vita sia un luogo senza regole, dove a ogni azione non segue mai qualche forma di reazione. Voglio vivere in uno Stato che non faccia paura. Ma uno Stato che non incute più rispetto si merita quei pollicioni, simbolo della sua resa."  

"C’entra che se ammazzi una persona, dovresti almeno avere il pudore di tenere per te le tue emozioni gioiose, senza ostentarle e tantomeno condividerle con chi patisce ancora le conseguenze del tuo delitto. Chi uccide per futili motivi mostra scarsissima considerazione del prossimo. Nove anni di carcere dopo, Doina Matei continua a infischiarsene degli effetti delle sue azioni. Viene il sospetto che per lei la pena, oltre che breve, sia stata inutile."

 

 

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Premessa: non ho letto i link che hai postato. 

Considerazione generale: apprezzo sempre il garantismo.

Commento da uomo della strada. Lo so, i princìpi non sono flessibili né addomesticabili, ma così non rischi di stare dalla parte  di qualche merda che non lo merita? E' una domanda. 

 

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lui dice che quei vandali meritano i lavori forzati (o forse socialmente utili, non si capisce).

dice che quella persona che sta espiando la pena non merita di sorridere.

 

quel che è sicuro è che gramellini non merita di rivolgersi a così tante persone, secondo me è pericoloso.

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23 ore fa, Tersite dice:

lui dice che quei vandali meritano i lavori forzati (o forse socialmente utili, non si capisce).

dice che quella persona che sta espiando la pena non merita di sorridere.

 

quel che è sicuro è che gramellini non merita di rivolgersi a così tante persone, secondo me è pericoloso.

Hai un po' schivato la mia domanda...

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abbiamo già visto in altri casi quanto sia delicato esprimere giudizi come stare dalla parte di qualcuno e decidere chi si merita cosa, o chi è una merda o meno, quando si parla di cronaca nera, perché si tratta regolarmente di questioni complesse e dolorose che vengono semplificate rozzamente proprio allo scopo di suscitare sensazioni e emozioni viscerali (odio, disgusto etc.) in chi legge. Per esempio, nel caso di specie,  approfondendo un po' le cose si può leggere una storia diversa: http://ilmanifesto.info/della-pena-e-del-sorriso-di-doina-matei/

finché siamo noi al bar a parlare di queste vicende si può dire, a caso, che la franzoni merita la morte che sollecito è un perseguitato e la killer dell'ombrello è una troia.

Invece un giornalista, in questo caso vicedirettore di uno tra i principali quotidiani italiani, ospite fisso in prima serata sul servizio pubblico e collaboratore con diversi settimanali, ha una responsabilità diversa, sia di documentare quello che scrive, sia di esprimere giudizi che quantomeno non siano in palese violazione delle fondamenta della giustizia (la cosa più pericolosa, nel suo caso, è che non è un estremista come un feltri qualsiasi, ma afferma quelle bestialità pur volendo passare da moderato benpensante).

in questo caso dà 2 notizie sbagliate, e afferma che la tipa, uscita di prigione, non dovrebbe sorridere pubblicamente, mentre i bimbi beccati a rubare, siccome si sono fatti una foto sprezzante, oltre alla pena dovrebbero essere inseriti in un piano di lavoro.

l'abc del vivere civile, in questo caso, è che una volta espiata la pena non c'è la pena accessoria di girare con il volto contrito che esprime sensi di colpa: uno può sorridere quanto cazzo gli pare. Quantomeno può essere criticato per educazione e morale, ma di certo non può essere sanzionato penalmente come invece dopo il suo articolo è successo. Allo stesso modo, i discorsi moralisti e paternalistici sui ragazzini mandano in vacca ogni procedura, strumento e anche principio in mano a chi li deteneva. E' il nostro stato, la nostra legge, non i genitori che decidono la punizione come cazzo gli pare. E' una concezione superata nell'800.

gramellini ama buttare sempre tutto sullo psicanalitico (suppongo perché, dopo il suicidio della madre, abbia purtroppo affrontato tempi difficili e abbia approfondito la questione) in questo caso viene da domandarsi perché mai se la prende in maniera così viscerale (al punto da invocare pene eccezionali e inesistenti) con chi si mostra sorridente pur avendo commesso un grave errore.

Ricordo che, nella nostra repubblica delle banane in cui le decisioni vengono prese in tv, alla tipa è stata revocata la semilibertà, non è chiaro se in seguito agli articoli di giornale, cosa che dovrebbe veramente far scendere in piazza da quanto è preoccupante. La stessa arbitrarietà cazzona può capitare a chiunque.

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  • 1 anno later...

Il candidato trovi indizi di schizofrenia nei seguenti due corsivi, che hanno in comune solo un'ossessione pruriginosa per i vestiti della donna, fenomeno osservato in italia solo in certi film di genere degli anni '70.

 

Gramellini oggi:

http://www.corriere.it/caffe-gramellini/18_febbraio_01/motori-senza-donne-fea29db6-070a-11e8-8886-af603f13b52a.shtml

 

Però per la prima volta si afferma il principio che la donna non ha il compito prioritario di eccitare gli spettatori. [...] Dopo decenni di inconsapevolezza, lo sfruttamento del corpo femminile viene improvvisamente notato, provocando un moto di imbarazzo e forse di fastidio. 

 

Gramellini nel 2016:

http://www.lastampa.it/2016/06/09/cultura/opinioni/buongiorno/al-italia-PNpB7l7F6sEPYh3D1YK6kJ/pagina.html

Dalla punta dei capelli a quella dei piedi, sarebbe vano cercare un centimetro di pelle scoperta. [...] Un’anima bella si sforzerà di vedere in questa immagine da rivista Anni Cinquanta il recupero della sobrietà perduta, ma senza il buongusto di allora. Io vi leggo la certificazione di cosa succede quando un bene italiano finisce nelle mani di una cultura che, quantomeno in materia di donne, si trova nelle condizioni più di prendere esempi che di imporne.  

Modificato da Tersite
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