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Fairplay


MasterMatrix
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In realtà è una cosa piuttosto grave.

Se viene fuori che il Fair play finanziario era una barzelletta, gli ultimi 5 anni sono stati falsati perchè la maggior parte delle squadre europee ha fatto una pianificazione di bilancio secondo obiettivi finanziari fasulli.

Se finisce così Platini deve ritirarsi a vita privata.

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  • 2 mesi dopo...

L'Inter finisce in positivo? Avrei detto di no visti gli acquisti.

Le cessioni di Kovacic ed Hernanes (ma penso anche di Shaqiri) sono a titolo definitivo mentre tutti gli acquisti a parte Kondogbia sono prestiti onerosi con obbligo di riscatto (o diritto nel caso di Ljajic).

Quindi per quest'anno è tutto in equilibrio, mentre l'anno prossimo ci saranno un bel po' di cambiali da pagare: lo puoi fare con i soldi di un'eventuale ingresso in Champions, altrimenti toccherà per forza vendere (Icardi).

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quella tabella include banalmente dei flussi di cassa. I flussi di cassa non contano per il FPF. Contano le plusvalenze sulle cessioni (Hernanes dà 3,5M , Kovacic la bellezza di 28, a spanne, Shaqiri 2, più un tot di altre) e il saldo tra nuovi stipendi e stipendi risparmiati . L'attivo dell'Inter da questo calciomercato è più alto di quello presentato in quella tabella.

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Neppure questo è vero, se l'anno scorso ho preso un giocatore e sono andato d'accordo di pagarlo in 3 anni un terzo di quella spesa ricadrà addosso al prossimo esercizio, quindi quella tabella è un conto alla carlona nemmeno rappresentativa dei flussi di cassa.

Per il Fpf conta quello che hai elencato tu, più ovviamente le variazioni delle quote di ammortamento dei giocatori in rosa e, soprattutto, le entrate.

Volendo fare un ragionamento serio e cercando di uscire, per un attimo, dalla logica noi buoni e voi cattivi mi pare evidente che:

- il bilancio 2015/16 dell'Inter sarà ancora in forte pasivo

- se l'Inter non dovesse riuscire ad accedere alla prossima cl la situazione diventerebbe drammatica e vi costringerebbe a cedere l'argenteria (Icardi, Kondogbia atc etc)

- se venisse riattivato il fpf avreste poi ulteriori difficoltà.

Lasciando il particolare dell'Inter e affrontando il generale invece c'è il forte dubbio che occultamente stiano gettando le basi per una futura superlega europea.

Nel momento in cui resti fuori dalla CL o ti chiami Man. Utd che ha sponsorizzazioni paurose o rischi di perdere paurosamente di competitività anche per effetto del fpf.

Contemporaneamente ci sono squadre di paesi secondari che essendo riuscite a qualificarsi abbastanza regolarmente alla CL tramite il percorso campioni dei p.o. di cl riescono a reperire risorse finanziarie smisurate per le loro realtà nazionali e hanno la possibilità di instaurare vere e proprie ditatture nei loco campionati di appartenenza.

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- se l'Inter non dovesse riuscire ad accedere alla prossima cl la situazione diventerebbe drammatica e vi costringerebbe a cedere l'argenteria (Icardi, Kondogbia atc etc)

Questa cosa non l'aveva ancora detta nessuno :D

Abbi pazienza e, sopratutto, rispetto verso le persone anziane.... :D

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  • 1 anno later...

Calciomercato 'shock', UEFA ai ripari: modifiche al fair-play finanziario?

https://it.sports.yahoo.com/notizie/calciomercato-apos-shock-apos-uefa-125035884.html

 

Inanzitutto l'introduzione di alcune 'tasse', che penderanno sul capo di ogni club, il quale si ritroverebbe costretto a versare all'UEFA una percentuale su stipendi e cartellino del calciatore comprato.

Inoltre il salary cap, ossia un tetto entro il quale non bisognerà andare sotto la voce ingaggi: qualche società da anni prova già a farlo in proprio, ma l'ipotesi è che ciò diventi una norma per tutte.

Infine la limitazione delle rose, inserendo paletti nella gestione dei trasferimenti: poter acquistare solo un determinato numero di giocatori durante le varie finestre.

 

Che stronzi. Non capisco per quale motivo un investitore che prende in mano una squadra non debba poter investire tutti i soldi che vuole per rinforzare la squadra. Senza contare che sceicchi e tycoon se vogliono lo trovano lo stesso per investire barcate di soldi aggirando le regole (giochetti tipo far sponsorizzare la squadra con centinaia di milioni di euro da una delle proprie società).

Chi ne giova? Forse, leggendo la parte sottolineata, l'UEFA stessa.

 

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4 ore fa, SCRIGNO MAGICO dice:

Devono stare attenti a non tirare troppo la corda, se no finisce che i club maggiori si uniscono e fondano una lega a parte...

 

 

 

io ho l'impressione che prima o poi finiremo proprio lì

 

a oggi ci sono 2 ostacoli pesanti:

- il rischio di scomunica da parte di uefa (e magari anche fifa)

- la difficoltà ad attrarre i club ingelsi

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18 ore fa, GURU baba rey dice:

Non capisco per quale motivo un investitore che prende in mano una squadra non debba poter investire tutti i soldi che vuole per rinforzare la squadra.

In realtà questo è già previsto, si tratta del voluntary agreement che infatti il Milan aveva cercato di mettere in piedi.
Ovviamente devi dimostrare alla UEFA di avere un piano di sviluppo credibile, non puoi limitarti a dire "farò 200 milioni di merchandising in Cina".
In ogni caso il FFP non è così restrittivo, tanto che il Milan, anche in assenza di un accordo con la UEFA, sta comunque facendo "all-in" in modo da costruire una squadra solida prima che l'eventuale blocco dell'UEFA possa essere applicato. Ovviamente molto dipenderà dalla qualificazione in CL.
L'Inter sembra invece avere un approccio diverso. Sta aumentando di molto gli acquisti per le giovanili (che sono fuori dal FFP) forse per ritrovarsi un bel po' di plusvalenze "gratis" nei prossimi anni.

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Andrea Traverso, ufficialmente Managing director, Financial sustainability & research della Uefa, o più semplicemente il responsabile della gestione del Fair Play Finanziario, ha fatto un quadro completo della situazione attuale dei club italiani e non solo spiegando le differenze che ci sono fra i casi già in atto e quelli nuovi e lanciando un monito importante a chi, oggi, sta spendendo tanto come ad esempio il Milan.

SERVE COMPETITIVITA' - "Siamo soddisfatti del fair play. In questi anni abbiamo raggiunto risultati insperati: nel 2010 il calcio perdeva 1,7 miliardi, ora siamo sotto 300 milioni. Il sistema cresce, è sostenibile finanziariamente. Ma… Negli ultimi due anni qualcosa è imprevedibilmente cambiato. Ricchi sempre più ricchi e poveri. Il mondo va in quella direzione, il calcio non fa eccezione. Ma non è un’industria come le altre: serve competizione. Raggiunto l’obiettivo della sostenibilità, ora c’è quello della competizione nei tornei, della riduzione della forbice per dare equilibrio".

OCCHIO AL MILAN - "Il Milan non sarà un eccezione al fair play Uefa perchè nessun club gode di eccezioni, ma il fair play fa i controlli a posteriori. Non possiamo dire cosa fare e cosa no: ognuno è libero, poi ci sono conseguenze. Certo il Milan non può fare quello che vuole: se compra è perché prevede un rientro. Il voluntary è per nuovi azionisti: 4 anni per sistemare i conti invece di 3. Le società devono muoversi sulla strada del risanamento. Se vanno all’opposto, l’Uefa farà le valutazioni. Se non ci sono le condizioni il voluntary può non essere concesso. Non conosciamo i conti nel dettaglio perché trasferimenti andranno a bilancio nel 2018».

LA DIFFERENZA CON L'INTER - "Capisco sia una situazione difficile da spiegare per le differenze fra Inter e Milan. Ma una, il Milan, non era nelle coppe e quindi non era soggetta al fair play, l’altra, l’Inter, sì. Poi quando ti qualifichi devi rispettare le regole. Il mercato non è finito, le somme si tirano alla fine".

LE ALTRE - "Dal punto di vista del fair play, bene. Dal punto di vista gestionale, della società intendo, alcune potrebbero andar meglio e generare più ricavi, in particolare quelli da stadio".

NON SOLO NEYMAR - "Il calcio cresce del 10% annuo. Tutti si fanno incantare dalle cifre per Neymar, ma i ricavi di questi club sono aumentati e, si presume, abbiano fatto i conti giusti per spendere. È in pericolo la competitività. Se il trend si aggrava, se i club che possono vincere sono sempre meno, alla lunga calano i ricavi. Ma la competitività deve cominciare nei campionati".

MODELLA USA, LUXURY TAX E SALARY CAP - "Negli Usa esistono tre principi di sostenibilità: norme sportive, finanziarie e redistribuzione dei ricavi. Possiamo adattarle al nostro sistema profondamente diverso. Salary cap, luxury tax, siano hard o soft, possono aggiungersi al fair play che resterà. Impossibile mutuare il first draft, la prima scelta per le piccole nel mercato. Ma ci sono altre misure: tetti alle rose e anche nei campionati, numero massimo di trasferimenti per mercato, limiti ai prestiti, spese per acquisti cui corrispondano uguali entrate… La redistribuzione non è semplice perché negli Usa i diritti sono centralizzati, qui solo nella Champions".

CITY E REAL POSSONO SPENDERE - "Il Manchester City e Psg hanno rispettato l’accordo: hanno ricavi enormi, possono agire, vedi il City. Le regole sono uguali per tutti. Se un club acquista, presumiamo abbia fatto i conti. In caso, sarà punito. Ma non possiamo impedire di comprare".

NO AI FINTI PRESTITI - "Se un club cinese si prestasse un giocatore in Europa noi daremmo al giocatore il suo vero valore, non quello finto del prestito. Non si può fare, non è successo mai, e i club lo sanno".

L'ITALIA INDIETRO - "Non è questione di sceicchi, è che ci sono mercati che dieci anni fa hanno investito e mercati senza visione che ora sono in difficoltà. Le tv pagano alla Premier 3,3 miliardi. L’Italia è cresciuta più lentamente di Inghilterra, Germania, Spagna. Se prevalgono logiche individuali, se non si fa il salto di qualità delegando a un manager gli obiettivi, il sistema non va".

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