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Quando muore uno famoso


MasterMatrix
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l'hanno già scritto tutti dappertutto, ma è davvero commovente il fatto che sia morto l'anno dell'introduzione della moviola in campo, che perora da 40 anni (1978!)

http://www.repubblica.it/sport/calcio/2016/10/02/news/biscardi_finalmente_e_moviola_ho_vinto_io_-148966963/

 

sembra si sia sentito finalmente libero di andarsene

Modificato da Tersite
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sono bellissimi gli articoli che ricordano tutta una serie di perle regalateci dal nostro eroe, una vita vissuta intensamente. chapeau 

 

Su Paese sera, il rosso molisano aveva portato a termine un paio di notevoli servizi tra i quali una intervista a Kruscev realizzata a Mosca. Era il 1956. Kruscev, durante l'intervista, gli offrì un panino con prosciutto. Biscardi, personalizzando quel suo primo sgub titolò: «Ho brindato con Nikita Kruscev nei giardini del Cremlino». Il dado del protagonismo era tratto.
Approdato in televisione, Biscardi ha sempre raccontato di non avere voluto mai seguire un corso di dizione. «Sono contrario a una certa omologazione» diceva. Fu la sua fortuna perché, a parte il talento giornalistico sostenuto da una sfacciata impudenza, il suo linguaggio originale non è stato estraneo al successo televisivo. Un po' io non conosco bene l'italiano, confessava, e un po' ci marcio. E così nacque deng you che fu il suo personalissimo thank you in uno spot pubblicitario in cui doveva ringraziare la casa editrice Fabbri per una pubblicazione in inglese.

Non si contano le serate straordinarie del Processo perché Aldone inventava là per là oltrepassando vincoli sintattici e ostacoli d'ogni genere. Genuino e pronto all'esagerazione. Come la sera in cui era molto in voga la caccia a Bin Laden e lui, da perfetto sacerdote vindice, perorò magistralmente la causa dal suo tempio televisivo: «A nome di tutta l'umanità chiediamo che venga catturato, magari anche durante il Processo, quell'assassino di Bin Laden».

Memorabile il dissidio con Boniperti, presidente della Juventus. Sergio Zavoli, presidente della Rai, lo chiamò per dirgli: «Biscardi caro, non puoi immaginare quanti guai passo col tuo Processo. Un giorno si e uno no, qualcuno mi chiede il tuo licenziamento. Tra questi il presidente della Juventus Boniperti». Biscardi aveva messo in dubbio lo scudetto juventino del 1981 e Boniperti per sette anni vietò ai suoi giocatori di partecipare al Processo. Un giorno, però, lo chiamò: «Aldo, ti do una bella notizia. Tra mezz'ora mi dimetto da presidente della Juve». Biscardi ne fece uno dei suoi sgub, il primo a rivelare la decisione di Boniperti.
La popolarità gli consentiva di raggiungere i personaggi più importanti come la volta in cui organizzò una diretta con Sandro Pertini. Il presidente era in vacanza a Selva di Val Gardena. Fu una serata drammatica. Pertini doveva parlare stando seduto accanto a un caminetto. Si ribellò: «I vecchietti stanno vicino al camino». Fu necessario preparare il set all'aperto con ventidue gradi sotto zero e Pertini apparve in una voluminosa pelliccia e con la sciarpa al collo. Per giunta, a causa del freddo una telecamera scoppiò. Venne riparata in sei minuti. Pertini rimase all'addiaccio e in collegamento col Processo per due ore e mezza.
La grande novità di Biscardi fu il moviolone. Se la moviola di Carlo Sassi rallentava le azioni per pescare l'errore dell'arbitro, il moviolone di Biscardi fissava i particolari del gioco ingrandendo le immagini. Aldo sfruttò per il calcio l'invenzione di un israelita di New York, la super-moviola che aveva scoperto l'ammiccamento di Bill Clinton a Monica Lewinski rivelandone la relazione.
Ebbe ospiti illustri al Processo, da Carmelo Bene che invitò dopo avere saputo che era un grande tifoso juventino, a Vittorio Sgarbi che al Processo poté affinare la sua oratoria violenta, a Costantino Rozzi indimenticabile presidente dell'Ascoli che al Processo divenne un personaggio. Silvio Berlusconi, irrompendo telefonicamente in diretta, lo definì nipotino di Stalin all'epoca di Telekabul. Gianni Agnelli lo invitò a cena al ristorante torinese Le chaval de bronze e poi lo ospitò nel suo studio al Lingotto per farsi raccontare i retroscena del Processo. Inventò le bombe di Maurizio Mosca e il suo famoso pendolino per predire i risultati delle partite.

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