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beneficenze varie


vannis
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Quella di togliere la giornata di permesso per la donazione mi auguro sia una svista e la cosa venga sistemata. Io sono donatore, non ho assolutamente problemi quando vado a donare. Ma una volta sono andato al lavoro dopo la donazione e non ero a posto, sentivo che non stavo bene. E' vero che l'azienda se sa che hai donato ti rimanda a casa, ed è giusto così, perchè togliere mezzo litro di sangue può portare problemi anche a chi di solito non ne ha, inaspettatamente.

Indipendentemente da questo, dico a chi non ha problemi, chi non ha paura di vedere l'ago e il sangue, insomma... chi non va per pigrizia (e secondo me sono tanti) di andare a donare perchè è un modo bellissimo di fare beneficenza. Io ero pigro, quando mio papà era malato e ho visto coi miei occhi quanto sangue di altri gli hanno dato, putroppo senza ottenere risultati, mi sono convinto. Intanto leggete qui:

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_...44f02aabc.shtml

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consideriamo anche che il sangue per curare la gente serve (e come si legge sul giornale, non abbonda) e, per procacciarlo, mezzi alternativi alla donazione non ne conosco.

Pertanto un incentivo come il riposo da lavoro, per non obbligare i volenterosi a donare in vacanza, rende possibili diversi lavori in ospedale (giusto per non parlare di salvare vite etc.).

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consideriamo anche che il sangue per curare la gente serve (e come si legge sul giornale, non abbonda) e, per procacciarlo, mezzi alternativi alla donazione non ne conosco.

Pertanto un incentivo come il riposo da lavoro, per non obbligare i volenterosi a donare in vacanza, rende possibili diversi lavori in ospedale (giusto per non parlare di salvare vite etc.).

Ma perché a spese dell'azienda? Questo non capisco.

Tu vuoi donare: bene. Ma perché deve rimetterci qualcun altro. Va a finire che il datore di lavoro a donare il sangue...

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Scusami l'ignoranza, ma lo stato sei tu, no?

E tu ritieni giusto che paghi un giorno di lavoro a una persona per una donazione?

E' come se vai dal salumerie e ordini un panino mozzarella e prosciutto, paghi, ma quello il panino non te lo dà perchè è andato a donare un'ora prima. Stessa cosa.

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Scusami l'ignoranza, ma lo stato sei tu, no?

E tu ritieni giusto che paghi un giorno di lavoro a una persona per una donazione?

E' come se vai dal salumerie e ordini un panino mozzarella e prosciutto, paghi, ma quello il panino non te lo dà perchè è andato a donare un'ora prima. Stessa cosa.

se poi, quando mi faccio male, il salumiere mi opera usando il suo sangue, allora mi sta bene.

Specie perché la perdita su di me è molto inferiore del prezzo di un panino mozzarella e prosciutto (nonché dell'assenza per pranzo del panino stesso).

Modificato da Tersite
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Onestamente non riesco a capire come si possa mettere in discussione il diritto al riposo per un donatore. A parte che, come ho già detto, secondo me è comunque meglio stare a riposo quando si dona (per esempio ti suggeriscono anche di mangiare carne ai ferri e comunque roba leggera dopo la donazione, quindi qualche precauzione deve essere presa). Ma supponiamo che uno consideri il riposo semplicemente come incentivo a donare. Allora dico: la giornata la paga lo stato che garantisce la salute ai cittadini e per farlo, tra le altre cose, necessita di sangue. Io da cittadino in questo aiuto lo stato e lui in cambio mi fa saltare il lavoro. Dov'è il problema?

Aggiungo che ci sono aziende, e una volta erano molte di più, che al giorno di riposo garantito per legge ne aggiungono uno loro, e quindi si sta a casa due giorni: questo era un incentivo veramente, non giustificato da questioni fisiche, ma semplicemente perchè si riconosce la grande importanza della donazione.

Modificato da ambrog
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allora ripeto a te, ambrog: se tu vai da un negoziante a comprare un articolo, e quello, una volta che hai pagato, non te lo dà perchè quel giorno ha donato, tu non reagisci come ad un sopruso ricevuto? o te ne vai contento perchè "riconosci la grande importanza della donazione"?

Ma da quello che ho capito, il giorno di riposo viene retribuito comunque. e allora perché un datore di lavoro deve pagare per una donazione di un altro? Se è donazione, che sia fatta con le tue tasche e quindi, va pure bene il giorno di riposo, ma che non sia retribuito. Mi pare logico, no?

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Se è donazione, che sia fatta con le tue tasche e quindi, va pure bene il giorno di riposo, ma che non sia retribuito.

Guarda che un donatore non dona il giorno lavorativo, dona il sangue... poi non capisco il discorso dell'acquisto. Eppoi non è il datore di lavoro che paga, ma è lo stato: questo aspetto è fondamentale nel discorso.

Aggiungo una cosa: io posso tranquillamente essere considerato un fannullone, perchè oltre a essere donatore Avis mi sono appena laureato al serale e pertanto per ogni esame avevo diritto a 3 giorni di permesso retribuito. In partica negli ultimi 5 o 6 anni ho sempre usufruito almeno di una decina di permessi retribuiti vari. Aboliamo tutto? Io penso di no, credo che uno stato debba sostenere chi vuole contribuire a migliorare lo stato stesso, o con lo studio personale (perchè se aumenta la mia cultura anche lo stato dovrebbe trarne benefici) o aiutando gli altri, come nel caso di donare il sangue.

Piuttosto, e lo dico da uno che si è fatto il paiolo studiando di sera, cerchiamo un metodo per capire chi ha davvero voglia di studiare e si impegna e sbattiamo fuori dalle università coloro che ci stanno 8 o 9 anni perchè cazzeggiano alla grande e iniziano a pagare le tasse a 29, 30 anni, a differenza mia che ho iniziato a pagare le tasse a 19 e nonostante questo pagavo un casino di tasse universitarie, avendo un reddito mio e dovendo calcolare anche quello di mia moglie. Del fatto che avessi un mutuo i primi anni se ne fregavano, poi almeno facevano fare l'isee...

Modificato da ambrog
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Io sono ignorante in materia e magari sto sparando un sacco di cazzate. Ma parlo di un principio: ovvero quello di fare quello che ci pare, ma coi soldi nostri.

Se tu ti assenti dal lavoro per donare il sangue, è un tuo gesto di donazione che fai ed è giusto che sia tu a donare un giorno di lavoro. Che ce li rimetta il datore di lavoro o lo stato, il principio è sempre lo stesso: è qualcun altro che paga per una donazione altrui.

Non so se il mio punto di vista è chiaro.

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Sì, è chiaro, ma non tieni conto del fatto che io faccio un sacrificio fisico per aiutare gli altri e che comunque ha dei rischi, seppur minimi, per la mia salute e ripeto, quanto meno qualche senso di debolezza nell'arco della giornata lo può causare. Tu puoi ribattere che anche le azioni di volontariato comportano dei sacrifici con l'obiettivo di aiutare il prossimo, ma in nessuna di queste ti infilano un bell'ago gigante e ti risucchiano mezzo litro di sangue in meno di cinque minuti.

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ma non tieni conto del fatto che io faccio un sacrificio fisico per aiutare gli altri

Ma non è obbligatorio. Fosse così avresti tutte le ragioni di questo mondo per chiedere - almeno! - il giorno di lavoro pagato.

Ma è un tuo gesto, personale. una tua scelta. un tuo sacrificio. perchè deve diventare un sacrificio dell'azienda (fosse anch'essa azienda-Italia)?

Facciamo che tu ti prendi un giorno di vacanza, pagato da te, e siamo tutti contenti: tu che hai fatto un gesto di estrema solidarietà, e l'azienda che, seppure si è privata di un lavoratore per un giorno, almeno non si vede cornuta e mazziata.

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L'azienda ci rimette solo il giorno che io non lavoro. L'azienda Italia, invece, ci guadagna ad avere il mio sangue, altrimenti come farebbe a curare gli ammalati? Quindi l'azienda Italia mi paga il giorno ma ha un ritorno. Poi è vero, non è obbligatorio ed è una mia scelta. Ma forse dicendo questo non ti rendi bene conto di cosa significhi avere bisogno di sangue, quanto ne usano negli ospedali, quanta gente lo richiede e che prima o poi, probabilmente, ne avremo bisogno anche noi. Quindi questo è senza dubbio questo un incentivo a compiere un gesto fondamentale. Io non dono per il giorno di permesso, spesso sono andato di sabato. Ma già i donatori sono pochi, togliessero anche questo incentivo...

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Ma è un tuo gesto, personale. una tua scelta. un tuo sacrificio. perchè deve diventare un sacrificio dell'azienda (fosse anch'essa azienda-Italia)?

perché di quel gesto l'azienda italia ne ha estremo bisogno, tant'è che paga gli stipendi anche ai lavoratori degli altri (per cui un'azienda per quel giorno non paga lo stipendio, deve solo fare a meno del lavoratore, peccato veniale, meno di un giorno di malattia, niente in confronto a una maternità o al mancato acquisto dell'articolo di un negoziante).

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(per cui un'azienda per quel giorno non paga lo stipendio, deve solo fare a meno del lavoratore).

ecco quello che dicevo a proposito delle cazzate: il giorno di lavoro non viene pagato dall'azienda. già è qualcosa.

Adesso devo solo capire perchè sono io (lo stato) a dover pagare un giorno di lavoro ad un mio dipendente che vuole donare il sangue e non è lui a pagarselo di tasca propria. a questo punto non è più donazione, ma baratto: un giorno di riposo in cambio di un po' del tuo sangue.

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ti danno anche la colazione e le analisi gratis, ma evidentemente non è una contropartita sufficiente visto che è emergenza nazionale per mancanza di sangue.

infatti voglio conoscerla la persona che non la considera una donazione ma pensa "vado a donare il sangue così mi danno da mangiare, le analisi e il giorno libero". Tutt'al più può pensarlo uno che non dona.

Modificato da Tersite
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il paragone col negoziante poi non regge.

perché il negoziante nel nostro caso è lo stesso che ti opera e che ha bisogno del sangue per farlo, per cui trai beneficio dalla sua assenza.

Poi non ti vende l'articolo, ma il prezzo di ciò lo ripartisci cogli altri 60 milioni di itlaiani

Modificato da Tersite
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ma va bene anche come baratto.

bene allora, ma quindi siamo nel topic sbagliato, perchè qui si paga di beneficenza.

Una riserva di sangue e' un bene di tutti.

Ok, ci sto e sono d'accordo. Facciamo una cosa più pratica, dunque: paghiamo direttamente l'estrazione del sangue, no?

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