Vai al contenuto

L'idiota


L82
 Share

Recommended Posts

ROMA/TRIPOLI (Reuters) - Almeno dieci manifestanti sono morti ieri sera durante violenti scontri con la polizia locale davanti al consolato italiano a Bengasi, in Libia, durante una manifestazione contro la pubblicazione delle vignette satiriche sull'Islam.

Primo episodio che ha coinvolto l'Italia nelle proteste del mondo islamico contro vignette satiriche pubblicate da un quotidiano danese, quello di Bengasi è stato associato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a recenti dichiarazioni del ministro delle Riforme Roberto Calderoli.

Calderoli ha indossato una maglietta che riproponeva le controverse vignette su Maometto e il premier Silvio Berlusconi ne ha chiesto le dimissioni immediate.

I manifestanti a Bengasi, dove il consoldato italiano è l'unica missione diplomatica occidentale presente, hanno dato fuoco alla bandiera danese e a delle auto mentre tentavano di fare irruzione nel consolato, dice la nota del governo libico, secondo cui dagli scontri risultano 11 vittime.

Secondo l'ambasciatore italiano a Tripoli Francesco Trupiano "non è stato ancora fissato un bilancio definitivo" ma i morti "sono una decina".

La Farnesina ha reso noto in serata che una folla si era nuovamente radunata attorno al consolato . "La sede del consolato è comunque presidiata dalle forze di sicurezza libiche", dice il comunicato. "Si ha notizia di un incendio che si sarebbe sviluppato al primo piano dell'edificio".

I sei funzionari italiani che si trovavano all'interno del consolato sono tutti in salvo.

Il ministero ha detto che il "console generale rimane a Bengasi per assistere la locale comunità italiana (circa 80 persone). Il Ministro [degli esteri Gianfranco]Fini, in costante contatto con il presidente del Consiglio Berlusconi, viene tenuto continuamente informato dall'Unità di Crisi della Farnesina e dall'Ambasciata d'Italia a Tripoli sull'evolversi della situazione a Bengasi".

L'ambasciatore d'Italia a Tripoli è stato ricevuto ieri sera dal ministro dell'Interno libico il quale gli ha espresso la condanna del suo governo per gli atti di violenza registratisi a Bengasi.

Le immagini della televisione libica mostravano scontri fra manifestanti che lanciavano pietre e forze di sicurezza che portavano armi nelle strade attorno a un edificio bruciacchiato.

PROTESTA ESPLOSA ALL'IMPROVVISO

"I manifestanti si stavano dirigendo verso il consolato italiano, unica rappresentanza di paese occidentale in città, quando sono stati fermati dalla polizia che ha energicamente represso la manifestazione evitando che venisse raggiunta la sede del consolato", ha riferito la Farnesina in una nota diffusa in serata. "I sei funzionari italiani che si trovavano nel consolato stanno tutti bene".

Sky tg24 si è collegata al telefono in diretta con Bengasi e ha fatto ascoltare la voce di Antonio Simoeshgon Calves, l'unico dipendente consolare rimasto dentro l'edificio.

"Ci sono nove morti di sicuro, e 55 in stato gravissimo", ha detto l'uomo al telefono a Sky.

"Stanno cercando ancora di sfondare la porta sul davanti... I poliziotti non riescono a tenerli", ha aggiunto, dicendo che sarebbe stato necessario l'invio dell'esercito.

BERLUSCONI: CALDEROLI SI DIMETTA SUBITO

La posizione di Calderoli è stata stigmatizzata ieri sera dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, dopo aver detto di sperare che le notizie ufficiali da Bengasi fossero meno gravi, ne ha chiesto le dimissioni immediate.

"Credo che Calderoli sia tenuto a dimettersi immediatamente", ha detto Berlusconi a Perugia a margine di un appuntamento elettorale.

Secondo fonti politiche, nel governo la situazione è ancora complicata perché, malgrado la richiesta di Berlusconi, non ci sarebbe ancora accordo sulle dimissioni del ministro leghista.

"Si tratta di una notizia molto grave, che ci ha colto di sorpresa - ha proseguito il premier riferendosi agli incidenti di Bengasi - Sono in costante contatto con [il ministro dell'Interno Giusepe] Pisanu e [il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni] Letta. Dobbiamo ora vedere di cosa si tratta, ma anche stasera ho ribadito che il governo ha sempre rispettato la libertà di tutti i culti".

"Sono profondamente addolorato e colpito da quanto è avvenuto questa sera a Bengasi e porgo le mie più profonde condoglianze al popolo libico e ai familiari delle vittime", ha detto il leader dell'opposizione Romano Prodi in una nota. "La richiesta di dimissioni del ministro Calderoli è il minimo che si poteva fare".

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 75
  • Created
  • Ultima Risposta

Top Posters In This Topic

MILANO (Reuters) - Il ministro delle Riforme Roberto Calderoli ha detto che la sua t-shirt con le controverse vignette sull'Islam non c'entra nulla con l'assalto al consolato italiano a Bengasi, che ieri ha provocato almeno dieci vittime fra i manifestanti libici, spingendo il premier Silvio Berlusconi a chiedere le dimissioni del ministro leghista.

"A me può anche dispiacere per le vittime . Ma quel che è successo in Libia non c'entra niente con la mia maglietta. La questione è un'altra ... E' in gioco la civiltà occidentale", ha detto Calderoli in un'intervista a Repubblica dopo l'assalto al consolato italiano di Bengasi.

"Da anni ormai subiamo minacce - ha aggiunto -, subiamo il terrorismo e nessuno dice che ci vorrebbe almeno il rispetto reciproco. Io considero doveroso il dialogo, ma non accetto che vengano strumentalizzati dei disegnetti".

Il ministro ha detto di essere interessato "relativamente" dalla questione delle sue dimissioni, chieste da Berlusconi.

"Già me le aveva chieste la scorsa settimana - ha detto Calderoli - e io non mi sono dimesso. Di certo io non cambio idea ... Gli islamici si lamentano delle vignette, ma nessuno si lamenta delle vignette sul Papa".

Almeno dieci manifestanti sono morti ieri sera durante violenti scontri con la polizia locale davanti al consolato italiano a Bengasi, in Libia, durante una manifestazione contro la pubblicazione delle vignette satiriche sull'Islam.

Primo episodio che ha coinvolto l'Italia nelle proteste del mondo islamico contro le vignette satiriche pubblicate da un quotidiano danese, l'assalto di Bengasi è stato associato dal presidente del Consiglio Berlusconi alle recenti dichiarazioni di Calderoli.

Il ministro del Carroccio aveva indossato e mostrato in tv una maglietta che riproponeva le controverse vignette su Maometto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Gheddafi, la miccia e il pretesto STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

E' stato un attacco preannunciato contro il nostro consolato a Bengasi. Erano giorni che Gheddafi aizzava la piazza contro Calderoli colpevole di aver promosso una «nuova crociata contro l'Islam». Ma anche contro l'Italia perché «non vuole chiudere con il passato fascista». Il governo Berlusconi era al corrente dei seri rischi a cui andava incontro. Eppure il ministro leghista si è prestato ad innescare la miccia che ha dato fuoco alle polveri, rifiutandosi di recedere dall' ostentazione delle magliette con le vignette su Maometto ritenute blasfeme. Ed ora che si fa la conta dei morti e dei feriti, le responsabilità sono chiare.

E di un regime tirannico possa essere messo in discussione, le dimissioni del nostro ministro sono a questo punto assolutamente doverose. C'era da attenderselo che l'Italia avrebbe finito per pagare proprio con la Libia il suo conto nella vicenda delle vignette blasfeme. L'ex colonia è una spina nel fianco da quando nel 1970 Gheddafi espulse in massa i ventimila italiani che vi risiedevano da generazioni, sequestrando tutte le loro proprietà. Ieri la televisione libica ha dato ampio risalto al discorso fatto dal presidente del Congresso generale del popolo (il Parlamento), prima dell'attacco al nostro consolato, in cui ha tuonato: «Dobbiamo riaprire il dossier con l'Italia. Il Congresso chiede la rottura delle relazioni con l'Italia.

E' arrivata l'ora in cui è il popolo che deve agire contro le vignette che irridono il nostro profeta e contro il ministro delle Riforme italiano che ha lanciato una nuova crociata contro l'Islam». Chi è stato in Libia sa bene che nessuno si sognerebbe mai di sfilare in corteo e tantomeno di attaccare una sede diplomatica se non glielo ordina il regime. Le poche immagini trasmesse enfatizzano una rara collera diffusa tra le migliaia di persone che hanno manifestato a Bengasi, urlando «con il sangue, con lo spirito, ci sacrificheremo per te oMohammad(Maometto) ». Che il presidente del Parlamento libico abbia strumentalizzato l'atteggiamento di Calderoli appare evidente dalle sue dichiarazioni: «Il ministro italiano ha chiesto al Papa di indire una nuova crociata contro l'Islam, vuole usare la forza contro l'Islam. Vogliono innalzare la croce nella terra dell'Islam. Noi diciamo no.

La Nazione islamica è sana nonostante la collusione di taluni. Gheddafi è pronto a guidarla. In passato gli aggressori fascisti si erano illusi di sottometterci, quando avevamo poche armi ma tanta fede. Ora la Storia si ripete. Pensavamo che l'Italia fosse cambiata.Mada sotto le ceneri emerge un'Italia che vuole riesumare il passato. Fino ad ora non ci vogliono indennizzare per le vittime e i danni coloniali ». Si tratta di un annoso contenzioso che Gheddafi fa riemergere a piacimento per usarlo come clava quando decide di infierire contro l'Italia. Aumentando ogni volta la posta, anche se per il nostro Paese quel contenzioso è chiuso. A ottobre di ogni anno Gheddafi celebra la «Giornata della vendetta» contro l'Italia, un giorno di lutto in cui si rievocano le atrocità della guerra fascista per mantenere vivo l'odio e il risentimento nei confronti degli italiani.

Anche se poi la Libia e l'Italia hanno uno stretto e intenso rapporto economico e commerciale, in cui la parte del leone la fanno le esportazioni di petrolio e gas libico. E' in questo contesto di per sé problematico, nonostante l'intenso lavoro diplomatico svolto dal ministro dell'Interno Pisanu per contenere il flusso dei clandestini, che è esploso il caso Calderoli sfociato nell'attacco mortale contro il nostro consolato. Non tenerne conto sarebbe fuorviante. Il ministro leghista è certamente colpevole di aver assunto, mantenendo un incarico ufficiale, un atteggiamento provocatorio che ha finito per coinvolgere la responsabilità del governo e mettere in pericolo la sicurezza delle istituzioni italiane.

Ma l’esplosione di violenza era già stata decisa. Gheddafi attendeva solo il pretesto. Calderoli glielo ha offerto.

Magdi Allam

18 febbraio 2006

Link al commento
Condividi su altri siti

Questo è quello che succede quando un cretino vuole fare lo spiritosone a tutti i costi. Il cretino non capisce quando è il momento di scherzare e quando è il momento di non irritare chi è già irritato di suo, e se ne esce con trovate ridicole e di pessimo gusto come la maglia con le vignette. Gheddafi non è uno stinco di santo, ma uno come Calderoli è ancora più pericoloso di lui, perchè non si rende nemmeno conto dei danni che può fare con la sua idiozia. Chiaramente chi ha messo un cretino simile a capo di un ministero è ancora più cretino di lui.

Modificato da Luigi
Link al commento
Condividi su altri siti

Questo è quello che succede quando un cretino vuole fare lo spiritosone a tutti i costi. Il cretino non capisce quando è il momento di scherzare e quando è il momento di non irritare chi è già irritato di suo, e se ne esce con trovate ridicole e di pessimo gusto come la maglia con le vignette. Gheddafi non è uno stinco di santo, ma uno come Calderoli è ancora più pericoloso di lui, perchè non si rende nemmeno conto dei danni che può fare con la sua idiozia. Chiaramente chi ha messo un cretino simile a capo di un ministero è ancora più cretino di lui.

Ma cosa è la sinistra? L'ottimo Marino Badiale mi manda questo, che lui chiama uno "sfogo", ma è molto di più.

Su "Repubblica" del 15-2 Michele Serra commenta, fra le altre cose, le polemiche sorte intorno al caso Ferrando. Si tratta di un commento utilissimo a capire in profondità cosa sia, oggi, l'essere di sinistra.

Michele Serra è, a mio avviso, rappresentativo della persona media di sinistra e del suo sentire molto più dei rappresentanti politici, dei Fassino, D'Alema o Bertinotti. Dice in sostanza Serra che Ferrando poteva ben starsene zitto e che le sue "esternazioni" corrono il rischio di far perdere le elezioni alla sinistra.

Ora, riflettiamo: la persona media di sinistra si autopercepisce come persona che fa riferimento a valori profondi, ai valori storici della tradizione della sinistra (giustizia, solidarietà, libertà), e che quindi si oppone alle correnti dominanti del mondo contemporaneo che negano quei valori, e anzi negano tutti i valori che non siano quelli del successo economico.

Ma una persona con riferimenti forti a valori come quelli enunciati, come reagirebbe di fronte al "caso Ferrando"? E' evidente che ci sono due possibilità: o Ferrando ha enunciato tesi che sono componenti legittime del mondo della sinistra (anche senza essere condivise da tutta la sinistra), oppure ha enunciato tesi talmente estreme o assurde da essere incompatibili con la sinistra.

Nel primo caso la persona di sinistra si trova di fronte a una esponente della sinistra che subisce un linciaggio mediatico e un ostracismo politico per aver enunciato tesi perfettamente legittime e compatibili con la sinistra, con la sua storia e i suoi valori: è evidente che la reazione di una persona che sente profondamente il legame con tali valori non può che essere quella della solidarietà immediata con chi è oggetto di tale attacco mediatico.

Nel secondo caso abbiamo un personaggio che, accingendosi ad assumere un ruolo nella compagine di centrosinistra, enuncia tesi in contrasto con i valori storici della sinistra stessa: in tale caso è chiaro che tali tesi devono essere criticate e che la solidarietà deve essere data a chi si è assunto la responsabilità di isolare questo personaggio.

Queste sono le uniche due reazioni possibili da parte di una persona che badi ai contenuti e che viva in maniera profonda il legame con i valori storici della sinistra. Ma la reazione di Michele Serra non è nessuna di queste due.

Serra non dice nulla sul contenuto delle tesi di Ferrando, non si esprime sul problema se egli abbia ragione o torto, se le sue tesi siano compatibili con i valori della sinistra oppure no. Serra dice solo, in sostanza, che queste cose possono far perdere voti.

E cosa significa questo? Significa che i valori della sinistra, a cui Serra fa riferimento nella sua autopercezione, in realtà per lui non significano nulla. E quindi anche i contenuti non contano nulla: essere a favore di Israele o dei palestinesi? Pro o contro la TAV?

Non si sa, non ha nessuna importanza, perché i contenuti della politica hanno importanza solo se si hanno in mente dei valori che essi sono chiamati a realizzare. Ma la persona di sinistra media, così ben rappresentata da Michele S erra, non ha nessun autentico valore alternativo alla realtà attuale.

Alla persona di sinistra media, quindi, in realtà non importa nulla né dei palestinesi né della TAV. Importa solo il dirsi di sinistra. Perché poi sia così importante tale autodefinizione vuota di ogni contenuto, è un problema che merita un esame più approfondito (M.Badiale-M.Bontempelli, Il mistero della sinistra, 2005).

In ogni caso, la conclusione è ovvia: chi voglia seriamente continuare a fare riferimento ai valori storici della sinistra, come giustizia e solidarietà, non può più avere nulla a che fare con il mondo della sinistra, così ben rappresentato, nel suo vuoto, da Michele Serra.

Occorre andarsene e inventarsi qualcosa di nuovo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Pensierini:

1) Con le dimissioni del ministro "fondamentalista" (da loro si chiama così) é già successo molto di più di quello che succede nei paesi islamici per casi di uguale intolleranza.

2) Quando le nostre donne senza velo saranno la prossima provocazione al mondo islamico, che caspita faremo?

Link al commento
Condividi su altri siti

Pensierini:

2) Quando le nostre donne senza velo saranno la prossima provocazione al mondo islamico, che caspita faremo?

Li manderemo bellamente a cacare.

Forse Materia non hai capito un passaggio basilare: se un giornale vuole pubblicare quelle vignette è liberissimo di farlo (poi si potrà condividere o meno la scelta editoriale) in quanto legittimato dalla libertà di espressione.

Se tu vuoi indossare una maglietta come quella di Calderoli sei liberissimo di farlo (poi, magari, ci sarà chi ti giudicherà un'idiota come tu puoi giudicare un'idiota chi porta una maglietta del Che). Ti assumi la resposabilità e i rischi delle tue azioni (può capitare che qualcuno ti dia un fracco di legnate, ma può capitare anche a chi porta una maglietta del Che).

Il signor Calderoli, invece, in quanto ministro della Repubblica Italiana aveva delle RESPONSABILITA' di governo. Avere delle RESPONSABILITA' (anche se questo termine stride associato a Calderoli) comporta avere onoeri ma anche oneri e uno di questi oneri è quello di anteporre il bene del PAese al proprio interesse personale e mi sembra che in questa occasione sia avvenuto l'esatto opposto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Il signor Calderoli, invece, in quanto ministro della Repubblica Italiana aveva delle RESPONSABILITA' di governo. Avere delle RESPONSABILITA' (anche se questo termine stride associato a Calderoli) comporta avere onoeri ma anche oneri e uno di questi oneri è quello di anteporre il bene del PAese al proprio interesse personale e mi sembra che in questa occasione sia avvenuto l'esatto opposto.

Posso condividere il cazziamento di Calderoli per il fatto che un ministro debba esentarsi da certe provocazioni, ma che si sia arrivati al punto che una vignetta scateni una rabbia omicida, peraltro sfogata contro un console e qualche impiegato che ovviamente non c'entravano nulla e' semplicemente allucinante.

Cerchiamo di concentrarci su questo, invece di dare addosso a Calderoli solo perche' militante leghista.

Mi sfugge poi quale sarebbe il suo interesse personale.

Chi è stato in Libia sa bene che nessuno si sognerebbe mai di sfilare in corteo e tantomeno di attaccare una sede diplomatica se non glielo ordina il regime

Questo e' abbastanza indicativo, basta veramente poco.

Che aspettiamo a prendere gheddafi per la collottola ed a minacciarlo di bombardamento, tanto per fargli capire l'aria che tira?

Faccio altresi' notare una cosa, come mai nessuno si scandalizza come nel caso della censura a satyricon e Luttazzi?

Alla prossima vignetta antioccidentale che appare su al jazeera piuttosto che su qualche giornalucolo locale propongo l'attacco immediato al consolato arabo, iracheno, iraniano, palestinese o algerino, a libera scelta.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma cosa c'entra la censura? Qualcuno ha censurato Calderoli?

Ha potuto sfoggiare la sua maglietta con le vignette in piena libertà.

Il punto è: dopo tutti i disordini e i casini che ci sono già stati in seguito alla pubblicazione di quelle vignette, e sapendo già a quale reazione avevano portato, era il caso di stuzzicare ancora sullo stesso punto?

Qua entra in gioco il buon senso di una persona, se io so già che tizio reagirà in un certo modo se gli faccio X, poi non mi posso lamentare della reazione se glielo faccio pur sapendo come reagirà. La situazione è ovviamente aggravata dall'incarico di responsabilità che ricopriva l'idiota. Ma qua entra in gioco l'idiozia ancora maggiore di chi ha messo un cretino del genere in quella posizione.

Modificato da Luigi
Link al commento
Condividi su altri siti

Posso condividere il cazziamento di Calderoli per il fatto che un ministro debba esentarsi da certe provocazioni, ma che si sia arrivati al punto che una vignetta scateni una rabbia omicida, peraltro sfogata contro un console e qualche impiegato che ovviamente non c'entravano nulla e' semplicemente allucinante.

Cerchiamo di concentrarci su questo, invece di dare addosso a Calderoli solo perche' militante leghista.

Mi sfugge poi quale sarebbe il suo interesse personale.

Questo e' abbastanza indicativo, basta veramente poco.

Che aspettiamo a prendere gheddafi per la collottola ed a minacciarlo di bombardamento, tanto per fargli capire l'aria che tira?

Faccio altresi' notare una cosa, come mai nessuno si scandalizza come nel caso della censura a satyricon e Luttazzi?

Alla prossima vignetta antioccidentale che appare su al jazeera piuttosto che su qualche giornalucolo locale propongo l'attacco immediato al consolato arabo, iracheno, iraniano, palestinese o algerino, a libera scelta.

1) Il comportamento di Calderoli ha provocato dei gravi disordini, non è detto però che questi disordini sarebbero finiti con mettere in pericolo l'incolumità di coloro che si trovavano nel consolato italiano (probabilmente si) chi ha sparato è stata la polizia libica sui dimostranti.

2) L'interesse personale è semplicemente quello di farsi propaganda politica.

3) Gheddafi ufficialmente non c'entra nulla. Anzi lui, sempre ufficialmente, si è attivato per salvaguadare l'incolumità di coloro che si trovavano nel consolato italiano.

4) Ribadisco, se un Bossi o un Borghezio avessero fatto le medesime azioni di Calderoli avrebbero agito legittimamente, poi si sarebeb discusso sull'opportunità di tali comportamenti. Un ministro, quale è Calderoli, ha delle RESPONSABILITA' istituzionali che non lo rendono un semplice cittadino.

5) Noi (o almeno io) non attacheremo un bel niente perchè è questo che ci (mi) rende diversi dai fondamentalisti islamici.

Link al commento
Condividi su altri siti

1) Il comportamento di Calderoli ha provocato dei gravi disordini, non è detto però che questi disordini sarebbero finiti con mettere in pericolo l'incolumità di coloro che si trovavano nel consolato italiano (probabilmente si) chi ha sparato è stata la polizia libica sui dimostranti.

2) L'interesse personale è semplicemente quello di farsi propaganda politica.

3) Gheddafi ufficialmente non c'entra nulla. Anzi lui, sempre ufficialmente, si è attivato per salvaguadare l'incolumità di coloro che si trovavano nel consolato italiano.

4) Ribadisco, se un Bossi o un Borghezio avessero fatto le medesime azioni di Calderoli avrebbero agito legittimamente, poi si sarebeb discusso sull'opportunità di tali comportamenti. Un ministro, quale è Calderoli, ha delle RESPONSABILITA' istituzionali che non lo rendono un semplice cittadino.

5) Noi (o almeno io) non attacheremo un bel niente perchè è questo che ci (mi) rende diversi dai fondamentalisti islamici.

1) Certo che si', stando al racconto li ha salvati solo una sbarra di ferro dalla furia di quelle bestie.

Potrei aggiungere che trovo allucinante anche il cordoglio di ciampi per le vittime (de che?), ma lasciamo stare

2) Come propaganda politica mi lascia il tempo che trova, l'interesse personale spazia in altri campi.

3) Gheddafi c'entra oppure quanto da me quotato in precedenza e preso dall'articolo del Terso e' una fregnaccia bella e buona.

Basta mettersi d'accordo anche qui, ma altre vie non ce ne sono.

4) Se uno agisce legittimamente non dovrebbe aver nulla di cui vergognarsi, aldila' del fatto che avrebbe potuto risparmiarselo, cosa su cui concordo. Invece pare si debba anche vergognare aldila' del suo status istituzionale, e qui concordo un tantino meno.

5) La mia legge preferita e' quella del taglione

Link al commento
Condividi su altri siti

Il mito Calderoli da un articolo di oggi del Corriere:

Nel mirino gli albanesi, i gay e i «nazisti rossi» della sinistra

Le mille sparate del padano più fedele al Senatur

L’autoironia del chirurgo-ministro: su di me non avrei scommesso una lira

«Non leggo le cose sui nostri giornali, figuriamoci le cose saudite». E’ tutta qui, in questa frase buttata lì su Libero, la sostanza politica di Roberto Calderoli. Il quale da anni espelle tutte le cose che gli passano per la testa, a dispetto dei ruoli via via assunti fino allo spropositato incarico di ministro per le Riforme istituzionali, come fosse ancora all’osteria Ceresola, in valle Imagna, dove tra i fumi dell’alcool tenne la sua prima arringa padana superando (parole sue: è un letterato) «l’impeachment della timidezza».

Potete scommettere infatti che perfino ieri, dopo aver visto il disastro combinato con le sue avventate spiritosaggini, dopo l’intimazione di dimettersi lanciatagli da Berlusconi, dopo le pesanti accuse interne e internazionali, lui si è sentito come quei personaggi dei cartoni animati che, fatta crollare una città intera, escono dalle macerie spolverandosi la manica: «E non fatela tanto grossa!». Che gli importa del resto del mondo se il suo solo orizzonte sono la Val Brembana, la polenta taragna, il prato di Pontida, il matrimonio celtico con calice di sidro, il Dio Taranis e le odi ai «Poveri padani oppressi» del sommo poeta Archimede Bontempi?

Bergamasco, rampollo di una famiglia dove nonni e fratelli e cugini sono tutti dentisti al punto che sul tema c’è un detto insulso in italiano (se il tuo dente ha il vermicello, devi andar dai Calderoli), ma meraviglioso in bergamasco («Se ol to dént al gh’à ’l careul, te gh’è de ’ndà dai Caldereul»), cresciuto sciando e sgommando nei rally, laureato in chirurgia maxillo-facciale, ci tiene a presentarsi da anni come il più fedele dei fedelissimi bossiani. Fino a dire: «Io ho un capo, si chiama Bossi, è l’unica guida che riconosco e se mi dice "buttati da questo ponte" io mi butto. Sissignore, magari mi dispiace, ma mi butto. Se lui mi spiega che è utile alla Lega, io mi sacrifico».

Uso a obbedir sbraitando, ai tempi della scelta secessionista (da lui confermata fino a un attimo prima del contrordine: «Io mi onoro di essere secessionista! ») arrivò a espellere non solo il cognato Luigi Negri e sua moglie Elena, colpevoli di tradimento per avere scelto l’alleanza col Cavaliere e la destra con anni di anticipo sul Senatùr, ma perfino la loro cagnetta Gilda, il cui quotidiano ingresso a palazzo Marino al seguito della padrona, quando questa era consigliere, fu proibito su disposizione calderoliana dal sindaco Marco Formentini in persona.

Infettato da qualche vanità letteraria dopo aver «letto quattro volte i Promessi Sposi», è autore di un libro dal titolo Mutate mutanda (ispirato al latino «mutatis mutandis») dall’incipit indimenticabile: «"Muta Mutanda!", cambia ciò ce deve essere cambiato! Ho coniugato poi, al plurale, questo mio personale imperativo per poterlo rivolgere a voi dalla copertina del libro, perché esso rappresenta la terapia al mio morbo personale, terapia che ho individuato dopo una faticosa autopsia di me stesso e la conseguente diagnosi. Questo lavoro è un sofferto dissezionamento della mia sfera cosciente e del mio iter emozionale e culturale ».

Dotato di un’autoironia che sarebbe ingeneroso non riconoscergli, confidò un giorno: «Su di me non avrei scommesso una lira». Chi lo conosce annuì: giusto, non una lira. Bossi, che si picca di essere uno scopritore di statisti (da Erminio «Obelix» Boso a Mario Borghezio) individuò invece in lui l’uomo giusto per farne prima il vicepresidente del Senato, poi uno dei «saggi» addetti a dare una sistemata allo Stato costruito da Cavour e infine il ministro per le Riforme istituzionali. Incarichi guadagnati seminando lungo tutta la carriera (destinata nelle ultime settimane a subire perfino l’onta di voci fastidiose in seguito alle presunte rivelazioni di Giampiero Fiorani) preziose pillole di britannica sobrietà.

«Dove collocare i confini della Padania? Da medico so che se la cancrena avanza occorre amputare alto: mi fermerei a Pesaro», spiega nei giorni in cui teorizza che la secessione è ormai cosa fatta: «Un anno e ci arriveremo ». «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni», discetta raccomandando all’Ulivo, reo di «una politica estremamente permissiva nei confronti dei musulmani e degli omosessuali», di fondare «il partito dei finocchi anziché delle margherite ». «Si ricordino i vescovi che oltre a mantenere l’esercito di parassiti del meridione, i padani mantengono anche loro», sentenzia auspicando «il realizzarsi di una Chiesa Cristiana finalmente libera e padana», chiedendo gli elenchi di tutti gli insegnanti meridionali e di tutti i capistazione del Bergamasco e barrendo contro le assunzioni alle poste «ennesimo esempio di colonizzazione meridionale».

E via così. Per anni. Un giorno propone che tutti i consigli comunali lombardi varino una «taglia di un milione per chi denunci un albanese irregolare ». Un altro avverte che «un dì, di fronte al tribunale del popolo padano, siederanno molti personaggi che oggi sono ai vertici delle istituzioni con l’accusa di genocidio». Un altro ancora incita a «sparare sugli scafisti, una volta che abbiano lasciato il carico», «usando cannoni o colubrine: ciò che importa è restituire l'Adriatico alla civiltà». E barrisce che «la Padania saprà rispondere al manganello tricolore». E ringhia che «l’Italia è stata ridotta a una riserva albanese». E accusa gli avversari di sinistra di essere «nazisti rossi».E propone la castrazione chimica dei pedofili anche se personalmente dice di essere «per un bel colpo di forbici». E denuncia gli immigrati di «imbastardire la nostra identità». E chiama sprezzante in tivù la giornalista palestinese Rula Jebreal «quella signora abbronzata».

E mai una volta che, espellendo questo o quel pensiero, si sia posto il problema non dico del rispetto per gli altri (ieri «il mafioso Berlusconi» o oggi «l’Omoparlamento europeo») ma dei danni che l’uso bombarolo di certe parole, in bocca a un ministro che sulla carta rappresenta tutti gli italiani, anche chi lo considera uno scriteriato, possono avere a livello interno e internazionale. Il fatto è che per anni, via via che si alzavano i decibel dello schiamazzo politico, pareva che gli stranieri non prendessero sul serio certi nostri capipopolo neanche quando dicevano cose mostruose come le parole di Bossi sulla «razza padana, razza pura, razza eletta». E quelli come Roberto Calderoli pensavano di avere la franchigia quando sputavano ridendo cose oscene tipo «il mio maialino non vede l’ora di fare la pipì sulla moschea ». Che poi qualcuno cavalchi pretestuosamente e perfino in malafede certe cose, come è successo con le vignette su Maometto, è un altro discorso. Ma l’odonto-statista bergamasco pensa davvero che la nostra identità culturale e religiosa si difenda con battute come quella sul maialino? Ora lo sa: pare impossibile, mac’è chi lo prende sul serio. Purtroppo.

Gian Antonio Stella

19 febbraio 2006

Link al commento
Condividi su altri siti

Una cosa che non capisco: noi che siamo democratici e giusti, facciamo i tolleranti, rispettosi e tutto, e ci sentiamo ganzi.

Quando un altro fa attentati, torture etc., noi, invece di provare a impedirgli di fare quella roba, ci sentiamo legittimati a metterci sul suo livello e a fare le stesse schifezze anche noi. A me sembra un comportamento concepibile fino all'età di 7-8 anni, poi magari toremoon conoscerà meglio le tappe dello sviluppo di una persona.

Link al commento
Condividi su altri siti

nel caso di specie: ci sono dei fanatici che appena uno dice "quelli offendono il profeta, ammazzateli" bruciano tutto, si fanno saltare in aria et similia. Noi, invece di fare il possibile per evitare tali spiacevoli situazioni, ci dilettiamo nel farli incazzare ulteriormente per far vedere quanto sono scemi.

Dire che calderoli è criticato per un pregiudizio nei confronti dei militanti leghisti è tutto sommato riduttivo.

Modificato da Talcott Parsons
Link al commento
Condividi su altri siti

Per niente, tutta la lega e' oggetto di pregiudizi veramente assurdi.

Ci sono persone mentalmente portate ad avere 7-8 anni come ce ne sono di mentalmente portate ad averne 2.

Il mondo e' bello perche' e' vario... ;)

Nello specifico, se siamo in democrazia ed in liberta' di stampa e di satira lo siamo sempre, non a seconda di come gira il vento.

Il riferimento a luttazzi e' doveroso, sempre di satira e sempre di censura si tratta, visto che il succitato leghista e' stato costretto alle dimissioni e censurato a piu' riprese da tutto il mondo politico.

Ma avercene di situazioni cosi', siamo riusciti a mettere d'accordo dx e sx con un solo gesto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Il problema grosso, che in questi giorni i media tralasciano, e' che un ministro bischeraccio come Calderoli si puo' benissimo togliere dalla scena in 5 minuti, ma dei popoli che reagiscono con le bombe alle vignette non te li levi dal groppone manco in 50 anni.

Ho sentito dire che la diffusione di parabole e di Internet nei paesi arabi consente agli agitatori di trovare in tempo zero un argomento per scatenare una rivolta o crearlo ad hoc se e' il caso.

Prima ci si poteva ignorare, loro stavano per i cazzi loro e se la suonavano e se la cantavano coi muezzin.

Oggi dobbiamo farci i conti con sta gente.

E la strategia di abbassare lo sguardo adottata fin qua non si puo' percorrere in eterno.

Link al commento
Condividi su altri siti

....... perché esso rappresenta la terapia al mio morbo personale, terapia che ho individuato dopo una faticosa autopsia di me stesso e la conseguente diagnosi. Questo lavoro è un sofferto dissezionamento della mia sfera cosciente e del mio iter emozionale e culturale ».

Ecco.........Mitico!

Link al commento
Condividi su altri siti

Coerenza voleva che Luigi difendesse il sacro principio della libertà "legale" invece di scendere sul meschino terreno dell'opportunità politica... Ma già, la sx va da una parte e chi è di sx dietro, rinunciando a pensare con la propria testa...

Se non devo votare a dx perchè è pieno di cretini come calderoli e chi ce l'ha messo, devo votare con chi si schiera apertamente con l'idiozia e la criminalità islamica?

Mi dispiace ma anche in questa occasione, la sx è riuscita a comportarsi peggio della dx, strumentalizzando un fatto circoscritto e spiacevole per condannare in toto il governo. Ogni giorno che passa verso le elezioni, la sx è sempre più impresentabile...

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

Puoi postare adesso e registrarti in seguito. If you have an account, sign in now to post with your account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
 Share


×
×
  • Crea Nuovo...