Vai al contenuto

affus

Membro
  • Numero contenuti

    11
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di affus

  1. affus

    SME ecco la verità

    -------------------------------------------------------------------------------- SME, il capolavoro indiscusso del leader della sinistra. SME, ovvero, il capolavoro del leader indiscusso della sinistra. Geniale. In realtà , in origine SME significava testualmente "Società Meridionale Elettricità ", ma all’epoca dei fatti era prevalentemente un "polo alimentare" che comprendeva marchi storici italiani tra i quali Autogrill, Supermercati GS, Charms, Sanagola, De Rica, Cirio, Bertolli, Alemagna, Motta e molto altro. La SME era di proprietà dello Stato attraverso l’IRI, che deteneva un pacchetto del 64% delle azioni complessive. La valutazione di quei "quasi due terzi" della SME, sulla quale concordavano tutte le società del settore, si aggirava a quei tempi sui 650-700mld. Il Governo decide di venderla e ordina al CdA dell’IRI di effettuare i preparativi per l’asta pubblica imposta da quelle che sono le regole di privatizzazione. Ben presto "nell’ambiente" si inizia a vociferare che la francese BSN Gervais Danone sia disposta addirittura a superare i 700 miliardi, ma che incontrerà un avversario agguerrito nella cordata Barilla-Ferrero. Romano Prodi, in quel momento Presidente dell’IRI si oppone duramente alla vendita della SME, ma è solo un modo per "prendere tempo" per ritardare i preparativi dell’asta pubblica per aspettare una "coincidenza di cassa" della SME... Infatti il leader della sinistra, molto prima dell’inizio dei preparativi per l’asta pubblica, ha già venduto sottobanco, e a titolo personale, la SME a De Benedetti. E infatti, quando la "coincidenza di cassa" è matura, convoca a tempo di record una mega-conferenza stampa, e annuncia in fretta e furia al mondo di aver venduto la SME a De Benedetti. Scoppia il finimondo. Nell’IRI, dove nessuno sa nulla, tant’è che si viene a sapere della vendita della SME nel bel mezzo dei preparativi dell’asta pubblica che avrebbe dovuto venderla settimane dopo... Nel mondo politico, poiché nessuno del Governo, cui spetta la ratifica finale, sa assolutamente nulla, anzi, sta aiutando il C.d.A. dell’IRI ad organizzare l’asta futura... Nella magistratura, poiché Prodi non ha alcun titolo per poter vendere qualcosa a nome dello Stato o dell’IRI, o "impegnarsi" in alcun modo nei confronti di terzi... Nel mondo economico, poiché non si capisce come si possa avere la stupidità (o il coraggio) di vendere a 3 (TRE) miliardi una società per la quale i francesi ne offrono intorno ai 700 (SETTECENTO)... Partono le consuete denunce contro il leader della sinistra, al seguito delle quali la magistratura blocca la vendita. E quando pare che sia la volta buona che arrestano Prodi, si scopre che nel contratto con De Benedetti compariva una micro-clausoletta del tipo "salvo approvazione dell’IRI e del Governo", che riduce il contratto a semplice "proposta di contratto" (nonostante i trionfalistici annunci del Professore e dell’Ingegnere alla conferenza stampa). De Benedetti non ci sta, e chiama a sua volta in causa più volte la magistratura, ma, a causa della clausoletta, perde ovviamente tutti i ricorsi, e non trova ovviamente il benché minimo ascolto in alcun ambiente giudiziario. E, a causa della clausoletta, Prodi si salva ancora una volta in extremis dalla galera. Molto interessante il contratto firmato tra Prodi e De Benedetti. In breve, Prodi vendeva a titolo personale il 64% delle azioni della SME, ossia il pacchetto detenuto dallo Stato attraverso l’IRI, per 497 miliardi di vecchie lire, mentre l’asta che contemporaneamente i vertici dell’IRI e del Governo stavano organizzando, partiva da un prezzo-obbiettivo di circa 700. De Benedetti non possedeva i 497 miliardi, quindi Prodi gli rateizzava opportunamente il pagamento. Per "opportunamente" si intende che le rate venivano fissate, sia in importo, sia in data, in modo da permettere allo spiantato ingegner di reperire i contanti necessari "altrove", ossia "non nelle sue casse" perché nelle sue casse regnavano le ragnatele... Ecco quindi il primo capolavoro der Mortazza: la "coincidenza di cassa" si concretizzava in circa 100 miliardi di "liquidità " per la prima (e l’ultima) volta presenti nelle casse della SME, quindi una rata era a posto... Secondo capolavoro: il leader della sinistra impegna nel contratto lo Stato a ricomprare istantaneamente dall’Ingegnere, attraverso le banche "statali" Mediobanca e IMI, quel 13% di azioni "in più" rispetto al 51% strettamente necessario al controllo totale della SME, e a pagarlo 114 miliardi. Ma... se la calcolatrice non è un’opinione, il 13% è circa un quinto del totale del pacchetto del 64% di azioni SME e se il pacchetto totale è stato venduto per meno di 500mld, perché un quinto non viene rivenduto istantaneamente a meno di 100, bensì a 114?!? Terzo capolavoro: il leader della sinistra impegna lo Stato ad "imprestare" 30mld all’Ingegnere, restituibili in tempi abnormi al tasso del 5% in un periodo nel quale i tassi di mercato erano tra il 15 e il 20%... Quarto capolavoro: l’affare andava concluso con quella incredibile fretta anche perché, oltre alla "coincidenza di cassa", c'era in ballo, nei conti della SME, un imminente "recupero fiscale" per quasi 700 MLD di perdite pregresse, che si traducevano in un ulteriore utile di circa 250 MLD per l’acquirente... Riassumendo, grazie al capolavoro contrattuale del leader della sinistra, De Benedetti acquistava un oggetto a 497 miliardi anziché 700, ma degli ipotetici 497mld, circa 100 erano dello Stato e non dell’Ingegnere, essendo nella cassa della SME, altri 114 erano dello Stato, e non dell’Ingegnere, essendo "una costola" sovrastimata di ciò che, fino a 5 minuti prima, era dello Stato, altri 250 erano già dello Stato, poiché "recupero fiscale" di perdite di qualcosa che, fino a 5 minuti prima, era dello Stato, e altri 30 erano imprestati dallo Stato. Cioè 497 – 100 – 114 – 250 – 30 = 3 miliardi... Anziché 700.......... E che fine hanno fatto tutte le denunce? BOH! Improvvisamente salta fuori un'avventuriera di nome Ariosto, assidua frequetatrice di casinò che un bel giorno per dare un tono alla propria vita, si mette in testa di fare la gallerista di opere d'arte... Gli affari procedono bene, ma un bel giorno le vengono rubati dei quadri di valore e chiede il risarcimento alle compagnia di assicurazione, la quale, non stupida, fiuta l'inganno e la denuncia per frode... La Signora, non si sa perché, in Questura si ricorda di un fatto clamoroso... durante una festa si ricordò improvvisamente che Previti, tra un frizzantino e l'altro, disse a bassa voce di aver promesso ad un giudice un quadro di valore per manovrare la sentenza a suo favore... CHE COINCIDENZA! Alla Bocassini, non pareva vero... e con la bava alla bocca... convocò Previti... Iniziò cosi la telenovela del processo Previti... La Signora Ariosto poi ritrattò, beccatasi una giusta "querela", in lacrime aggiunse: "Non credevo che raccontare palle fosse reato". Poveretta... Non solo senza un prova... "il reato" ed il "suo corpo" non esistono proprio! Previti sarebbe stato condannato per aver corrotto con un quadro di valore (che comunque non si é mai mosso da dove è tutt'ora appeso) un giudice, tentando di manovrare una sentenza, che non solo era già comunque favorevole, ma che nemmeno avrebbe dovuto avere luogo dato che PRODI NON ERA MINIMAMENTE LEGITTIMATO A REGALARE, OPS! VOLEVO DIRE SVENDERE LA SME A DE BENEDETTI, che risaputamente poi fece comunque ricorso... Dato che Prodi non era legittimato a firmare un contratto di favore al De Benedetti per la vendita della SME, ed il contratto doveva essere ritenuto nullo ad ogni effetto, tantomeno un giudice, visto che il De Benedetti fece pure incredibilmente ricorso, era chiamato ad esprimersi in un senso o nell'altro... Ed è questa l'assurdità dell'intera vicenda... era Prodi da arrestare STOP! Invece no, Prodi lo salva la sinistra con il decreto "Salva Prodi" che gli cancella l'abuso di ufficio... Pure De Benedetti, facendo ricorso, la fa franca. Morale della favola: beccano Previti (ovvero Berlusconi) per aver tentato di manovrare una sentenza che gli era comunque favorevole, sentenza illegittima (mia opinione) dato che quel contratto stipulato tra Prodi e De benedetti era incredibilmente nullo a prescindere... Questa non è l'altra campana... Questa è la storia VERA! (da indy)
  2. affus

    TUTTI A PECORA

    TUTTI A PECORA DI EUGENIO BENETAZZO La festa è finita. Vi siete divertiti, vi siete strafogati, avete cantato e ballato fino all’inverosimilie e vi siete indebitati. Adesso è il momento che cominciate ad aprire gli occhi ed a svegliarvi dal torpore innocente del tanto qualcuno ci penserà . Ma soprattutto è il caso che cambiate. Che vi cambiate. A cominciare proprio dalle mutande. Un copioso stock di mutande d’acciaio è il miglior investimento che potete fare per il vostro benessere e per la consistenza del vostro portafoglio nei mesi ed anni a venire. Per chi fosse ancora imbambolato e intorpidito dal bombardamento mediatico del tubo catodico con i suoi pupazzetti e show strippacervelli, vi riassumo qui sotto l’attuale scenario planetario in termini di parametri e congiunture strutturali raggiunte: - indebitamento statunitense ai massimi storici con livello di crescita senza alcun freno inibitorio e conseguente svalutazione del dollaro (ipotesi del cambio euro/dollaro a 1,5 molto verosimile); - livello dei prezzi delle materie prime (commodities) senza paragoni con la storia (tanto per ridere una monetina da un centesimo di euro vale più del suo valore facciale in virtù del suo contenuto di rame); - corsa silenziosa delle banche centrali all’aquisto di oro ed alla svendita di dollari; - outlook inquitante sul prezzo del petrolio per i prossimi mesi/anni in conseguenza del raggiungimento del picco di produzione mandiale di greggio e all’ormai imminente conflitto iraniano; - mercati borsistici ai massimi storici relativi degli ultimi anni (si è recuperato in tre anni quello che si è perduto in nove mesi); - proiezione di un preoccupante rialzo dei tassi in eurolandia dopo il raggiungimento di uno storico minimo dell’EURIBOR a due punti percentuali; - indebitamento di grandi multinazionali, banche, fondi e grandi speculatori in yen giapponesi in virtù del loro ridicolo tasso di sconto (meno dello 0,25 %); Sono sette punti che meriterrebbero ognuno fior di pagine di esposizione e commento: messi assieme rappresentano in ottica congiunturale una vera e propria serie di ordigni esplosivi ad orologeria, pronti a detonare ed a svegliarvi dal vostro “fabulous dream of life”. Non pensateci due volte, cercate in fretta su Ebay un paio di slip d’acciaio prima che si esauriscano troppo velocemente. La maggiorparte di voi ne avrà bisogno. Qui di seguito un riepilogo sommario di alcune considerazioni e conseguenze riguardo a quanto puntualizzato sopra. Il raggiungimento del picco di produzione mondiale del greggio individua un momento storico della civiltà umana senza precedenti: per la prima volta dopo circa un secolo dalla nascita dell’era petrolifera, la quantità estratta ed offerta dai paesi OPEC e NON-OPEC non sarà in grado di soddisfare la domanda complessiva dei paesi industrializzati, creando un deficit giornaliero di circa 4/5 milioni di barili al giorno (destinati a crescere esponenzialmente anno dopo anno). Il dollaro statunitense è una valuta a rischio. A rischio default. Ne percepiamo il destino dagli ingenti processi di ristrutturazione delle riserve a favore di oro ed euro da parte di banche centrali e grandi operatori di mercato: il loro comportamento dovrebbe dirci qualcosa. Il rialzo dei tassi in Eurolandia porterà piccole imprese e famiglie all’agonia finanziaria, con ovvie ripercussioni deflattive sul mercato immobiliare (che già da mesi ha iniziato ad annaspare). Sul mercato borsistico non mi esprimo, lascio ormai ognuno di voi alle proprie certezze ed aspettative: come si può considerare razionale una tale salita degli indici in rapporto alla salita senza sosta del prezzo del greggio ? Il greggio sale ogni giorno sempre più e le borse che fanno ? Salgono anch’esse, come a voler premiare il fatto che pagheremo tutto di più e pertanto questo comporterà maggiori utili e dividendi. Illusioni e fantasie da fantafinanza. Non da meno il rialzo dei tassi provocherà una lenta ed inesorabile migrazione di liquidità dai mercati azionari a quelli obbligazionari in seguito ad un aumento dei rendimenti obbligazionari, rendendo gli strumenti obbligazionari molto più appetibili di oggi. Il rialzo lacrimale del tasso di sconto in Giappone negli ultimi mesi ha già causato un morto sul campo: la borsa islandese. Certo è un mercato insignificante nei confronti della capitalizzazione mondiale, ma i primi a collassare sono proprio i più deboli (ed in questo caso i più piccoli). Tutti a pecora pertanto. Tutti pronti ad essere scannati o tutti pronti a mettersi a pigrecomezzi, perché è così che finirà , per chi non l’avesse ancora capito. I deficit ed i debiti si pagano con il denaro. Il sistema turbocapitalistico vive di equlibri e di liquidità . Gli equilibri sono in forte discussione, alcuni ormai compromessi, come ad esempio il greggio sotto i 40 dollari o il biglietto verde che perde la sua posizione egemonica, scalzato dall’euro che diventa la nuova moneta principe al mondo. E la liquidità è anch’essa terminata. Quell’idilliaco ciclope (la Banca Centrale del Giappone) che ha rifornito di denaro facile circa 1/3 del mondo occidentale in questi ultimi anni, consentendogli di indebitarsi a costi irrisori quasi nulli, adesso si è svegliato ed ha iniziato a farsi sentire. Ed il suo sbadiglio ha trasformato di colpo i grandi speculatori da maestosi leoni a conigli bagnati con la coda tra le zampe, pronti a defilarsi prima che sia troppo tardi (vedi Bath Thailandese nel 1997). Con la stessa veemenza presto si sveglierà anche l’altro ciclope fintotonto, la BCE, iniziando ad alzare progressivamente i tassi trimestre dopo trimestre. Ecco quindi che anche la liquidità abbondante ed a buon mercato, linfa vitale per il sistema turbocapitalista, cesserà la sua teorica infinita disponibilità . La liquidità , una strepitosa miscela per correre sui circuiti finanziari e stravincere soprattutto nelle gare truccate, non sarà più disponibile ed abbondante come prima, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intero sistema macroeconomico del pianeta. La linfa vitale che lo ha sempre sostenuto allora improvvisamente inizierà a scarseggiare. Perciò tutti a pecora, così di abbondante rimarrà ancora qualcosa: la vasellina. Che scorrerà a fiumi. Eugenio Benetazzo Trader Professionista
  3. "Solo delle teste di minchia possono respingere la mano che li sostiene" -------------------------------------------------------------------------------- Articolo tratto dal sito de Il Foglio di Giuliano Ferrara. "A parte che non si capisce come possano esistere delle teste di cazzo talmente teste di cazzo da non votare uno che ti toglie l’Ici sulla prima casa, e pur non essendo in grado di capire se chi tentenna davanti a una misura così trasversalmente vantaggiosa sia più un babbeo o più un pezzo di stronzo, a parte questo, l’unica cosa certa è che i manigoldi dell’altra parte si stanno cacando sotto. Ma lasciamo da parte i commercianti e proviamo a ragionare con pacatezza sui famosi indecisi in generale. Solo delle grandissime teste di minchia possono respingere la mano che li sostiene. Soltanto dei belinoni col botto staranno ancora a menarsi il torrone se andare o non andare a votare. Ma muovessero il culo, vivaddio, ma alzassero le chiappe dalla sedia e corressero a deporre quella cacchio di scheda al chiaro scopo di metterlo in quel posto a chi altro non sogna che di metterlo in quel posto a loro. Bischeri, palude di minchioni, razza di scimuniti che non sono altro. Noi qui che ci facciamo un mazzo tanto e quelli sempre a ravanarsi l’oca: ancora non so, decido domani, magari dovrei chiedere. Orsù, svegliati, o amata moltitudine di mezze seghe." Andrea's version Da Il Foglio (sito web) di Giuliano Ferrara 05/04/06 www.ilfoglio.it http://italy.indymedia.org/news/2006/04/10...ent.php#1038014 Stato:
  4. Io dico di si. Sarebbe ora di tornare e far vedere ai beduini chi comanda. Da non dimenticare che li ci sono i nostri giacimenti petroliferi che i musulmani sfruttano senza risarcirci. Sfuttano regalandoci solo calci nel sedere ! La Libia deve tornare ad essere colonia italiana!!! La Libia deve essere civilizzata perchè nel mediterraneo deve continuare i libero commercio e lo scambio di tutto altrimenti no possiamo sopravvivere . (diffondi questo messaggio ad altre liste , formiamo una catena di beneficenza ) da indy
  5. Il Ministro Prestigiacomo , che si è sempre distinta nella difesa dei diritti delle donne , per salvaguardare l'integrita fisica e psicomorale delle bambine islamiche che nessuno difende nel nostro paese, ma anche a livello europeo , sentite alcune forze politiche , proporrà un COMITATO ANTINFIBULAZIONE , con una nuova proposta di legge . sda indy
  6. Un modo per scoprire se le bambine musulmane nate in italia vengono infibulate, basterebbe sottoporle ogni 2 o 3 anni a una visita ginecologica obbligatoria. Nel caso si scoprisse che è stato commessa questa pratica abominevole, i genitori dovrebbero essere messi dentro, e buttata via la chiave! Ma figuriamoci se uno stato fifone come il nostro, modello zerbino, si sognerebbe mai di applicare una legge simile! Meglio far finta di niente, per non rischiare di essere tacciati di razzismo
  7. affus

    L'idiota

    Ma cosa è la sinistra? L'ottimo Marino Badiale mi manda questo, che lui chiama uno "sfogo", ma è molto di più. Su "Repubblica" del 15-2 Michele Serra commenta, fra le altre cose, le polemiche sorte intorno al caso Ferrando. Si tratta di un commento utilissimo a capire in profondità cosa sia, oggi, l'essere di sinistra. Michele Serra è, a mio avviso, rappresentativo della persona media di sinistra e del suo sentire molto più dei rappresentanti politici, dei Fassino, D'Alema o Bertinotti. Dice in sostanza Serra che Ferrando poteva ben starsene zitto e che le sue "esternazioni" corrono il rischio di far perdere le elezioni alla sinistra. Ora, riflettiamo: la persona media di sinistra si autopercepisce come persona che fa riferimento a valori profondi, ai valori storici della tradizione della sinistra (giustizia, solidarietà , libertà ), e che quindi si oppone alle correnti dominanti del mondo contemporaneo che negano quei valori, e anzi negano tutti i valori che non siano quelli del successo economico. Ma una persona con riferimenti forti a valori come quelli enunciati, come reagirebbe di fronte al "caso Ferrando"? E' evidente che ci sono due possibilità : o Ferrando ha enunciato tesi che sono componenti legittime del mondo della sinistra (anche senza essere condivise da tutta la sinistra), oppure ha enunciato tesi talmente estreme o assurde da essere incompatibili con la sinistra. Nel primo caso la persona di sinistra si trova di fronte a una esponente della sinistra che subisce un linciaggio mediatico e un ostracismo politico per aver enunciato tesi perfettamente legittime e compatibili con la sinistra, con la sua storia e i suoi valori: è evidente che la reazione di una persona che sente profondamente il legame con tali valori non può che essere quella della solidarietà immediata con chi è oggetto di tale attacco mediatico. Nel secondo caso abbiamo un personaggio che, accingendosi ad assumere un ruolo nella compagine di centrosinistra, enuncia tesi in contrasto con i valori storici della sinistra stessa: in tale caso è chiaro che tali tesi devono essere criticate e che la solidarietà deve essere data a chi si è assunto la responsabilità di isolare questo personaggio. Queste sono le uniche due reazioni possibili da parte di una persona che badi ai contenuti e che viva in maniera profonda il legame con i valori storici della sinistra. Ma la reazione di Michele Serra non è nessuna di queste due. Serra non dice nulla sul contenuto delle tesi di Ferrando, non si esprime sul problema se egli abbia ragione o torto, se le sue tesi siano compatibili con i valori della sinistra oppure no. Serra dice solo, in sostanza, che queste cose possono far perdere voti. E cosa significa questo? Significa che i valori della sinistra, a cui Serra fa riferimento nella sua autopercezione, in realtà per lui non significano nulla. E quindi anche i contenuti non contano nulla: essere a favore di Israele o dei palestinesi? Pro o contro la TAV? Non si sa, non ha nessuna importanza, perché i contenuti della politica hanno importanza solo se si hanno in mente dei valori che essi sono chiamati a realizzare. Ma la persona di sinistra media, così ben rappresentata da Michele S erra, non ha nessun autentico valore alternativo alla realtà attuale. Alla persona di sinistra media, quindi, in realtà non importa nulla né dei palestinesi né della TAV. Importa solo il dirsi di sinistra. Perché poi sia così importante tale autodefinizione vuota di ogni contenuto, è un problema che merita un esame più approfondito (M.Badiale-M.Bontempelli, Il mistero della sinistra, 2005). In ogni caso, la conclusione è ovvia: chi voglia seriamente continuare a fare riferimento ai valori storici della sinistra, come giustizia e solidarietà , non può più avere nulla a che fare con il mondo della sinistra, così ben rappresentato, nel suo vuoto, da Michele Serra. Occorre andarsene e inventarsi qualcosa di nuovo.
  8. Con Berlusconi trattavo da due anni «Sono Gaetano Saya. Voi siete i miei nemici, ma avete vinto e io voglio consegnarmi». Inattesa telefonata a "l'Unità " dell'«uomo nero» alleato di Berlusconi. Chiediamo: consegnarsi a chi? «Al nemico. Perché è meglio fare così, invece che stare appresso ai falsi amici bugiardi e imbroglioni». Mi sa che lei si riferisce a Silvio Berlusconi… «Certo, e a chi altro? Voglio fare una cosa plateale, vengo nella vostra sede per arrendermi, perché certe cose hanno bisogno di un certo simbolismo, e il simbolismo conta…» Lasciamo perdere le rese e le simbologie, torniamo alle bugie… «Sì, quel bugiardo ha raccontato solo balle, a me ha detto tutto e il contrario di tutto, e adesso le stesse bugie è pronto a ripeterle al popolo italiano. Mi faceva fare il lavoro sporco». Eppure lei lo chiamava "Nostro condottiero", "Sua Eccellenza"… «Io lo stimavo, e potrei continuare a stimarlo, ma Berlusconi mi ha mandato allo sbaraglio. Dopo avermi dato precise garanzie. Vasile, c'è mai stato a El Alamein?». Ci sono stato. Ma che c'entra? «Io che pure sono un uomo di azione là mi sono commosso. Lì non mancò il valore, non mancò l'ardimento, mancarono i rifornimenti, mancò la nafta… Quindi, io dico, se - come a El Alamein - tu mi mandi allo sbaraglio, allora sei un traditore…. Io sono stato mandato da solo ad affrontare la vostra macchina da guerra…». Per favore, lasciamo perdere quest'espressione, che dicono porti male… Abbiamo raccontato di quella foto nel vostro sito: Berlusconi con sua moglie, e dei vostri slogan, del fatto che proclamavate un accordo elettorale con la Casa delle libertà . Lei dice che Berlusconi le offrì garanzie, di che tipo? «Certo che glie lo dico, ma prima una cosa voglio raccontare, di come Berlusconi nel primo nostro incontro parlò malissimo di Fini, per certe situazioni…». E anche questo che c'entra? «C'entra: Berlusconi è stato messo sottoscopa, ora ha avuto un incontro segretissimo con Fini, e si sono presi a parolacce. Fini gli ha detto: o lui o me». Lui chi? «Lui io: Gaetano Saya». Ma è così forte lei da far succedere queste guerre? «Il fatto è che ho il simbolo, il simbolo storico del Msi, paralellepipedo e fiamma. E lui Fini, ne ha il terrore. Se non che quando la delegazione del Nuovo Msi andò in visita a palazzo Grazioli, lui…». Lui stavolta chi è? «Lui, Berlusconi - "Lui" - la nostra delegazione l'accolse dicendo: 'Vi posso dare una buona notizia, Fini vi ha accettato. Entrate nella Casa delle libertà '. Avrei dovuto aspettarmelo che c'era un trucco. Era stato Fini a organizzare tutto per colpirmi. Nasce da Fini la scorsa estate tutto il caso giudiziario della Dssa, organizzò tutto…». Con ordine, Saya: l'incontro con Berlusconi quando avvenne? «Il 29 settembre 2005. Ed era un giovedì. Se non che avremmo dovuto vederci martedì, e la segreteria di Berlusconi ci chiamò: il presidente si scusa, facciamo tra due giorni. Così a palazzo Grazioli Lui esordì davanti a MariaAntonietta Cannizzaro: scusi signora, ma ho impiegato questi giorni proprio per convincere Gianfranco. Ci sono riuscito. Mentiva? Se ha mentito a me ora mente a tutti gli italiani. E questo punto racconto tutto a voi che considero i miei nemici». Saya, diciamo avversari… «Vasile, preferisco nemici perché io sono uomo d'azione: chi non è con me è contro di me». Questa l'ho già sentita. E poi nega di essere un fascista… «Ho detto che il fascismo è una cosa irripetibile da consegnare alla storia». Vorrei vedere. Berlusconi però sostiene di non sapere chi sia Gaetano Saya… «Ma se noi siamo in trattativa da due anni… I rapporti li teneva Cinzia Confisco che fa parte della sua segreteria, e alle europee a Milano avremmo candidato un indipendente nelle liste di Forza Italia, e in Toscana un accordo analogo ci assicurava quattro posti di sottogoverno…». Durava da due anni, dice sul serio? «Sì, due anni. Io gli servo per blindare l'ala destra dell'elettorato». Ma siamo realisti: il suo gruppo è piccolino, Saya, l'ala destra come facevate a blindarla? «Eh, no, noi abbiamo quel simbolo, registrato con i diritti d'autore e ora metto in moto gli avvocati, perché parallelepipedo e fiamma sono nostri. E Fini rischia il tracollo. Perché l'elettore tradizionale di destra non vuol sentire parlare di gay, vuol sentirsi dire che sono finocchi, mi consenta…». Va be', le consento, ma in che senso? «Nel senso che Saya li chiama finocchi, mentre Fini li definisce gay, e poi vuol dare persino il voto agli immigrati». Io rimango convinto che la trattativa vera Forza Italia la faceva con Alternativa sociale che qualche voto in più di voi ce l'ha. «Macché. Sì,alle europee hanno avuto il 2%, è questo che vuol dire? Ma la Mussolini aveva messo su una confederazione di quattro partiti, e il 2 per cento con quattro partiti significa che hanno lo zero cinquanta, non so se lei ci arriva…». Ci arrivo. Comunque ora non se ne fa più niente? «Eh no, io personalmente ho consegnato a palazzo Grazioli una bozza segretissima con sigillo in ceralacca proprio la settimana scorsa…». Bozza segretissima? «Sì, il nostro accordo. Già concordato nei particolari. Ci saremmo presentati con il nostro simbolo collegato alla Cdl in Lombardia Piemonte Lazio Puglia Sardegna Calabria, capolista Maria Antonietta Cannizzaro, io candidato al Senato. Mentre in tutte le altre regioni lui avrebbe messo gente di sua fiducia nelle nostre liste…». Come? Uomini di fiducia? «Sì, lui avrebbe giocato con due mazzi. Perché aveva un sacco di richieste di candidature per Forza Italia, ma non ha più posti liberi, e allora la mia lista avrebbe fatto da contenitore per tutti questi candidati. Perché io finora andavo bene, ho avuto l'ordine di attaccare l'Unità , e ho attaccato, ero il Bertinotti di destra, o se vuole una specie di Lega che a livello nazionale ha l'ordine di far casino, di dire quello che Forza italia non può dire. Anche il vostro non è un gioco delle parti?». Lei dice? Torniamo alla "bozza segretissima". «Io la consegno, e qualche giorno dopo mi chiama la segreteria di Vizzini, ero in treno: ho un mio amico avvocato, testimone. Mi dicono, gentilissimi: 'Guardi Saya, lei non la possiamo più candidare, vede l'Unità come ci attacca. Lei la sua candidatura la ritiene proprio indispensabile? E io rispondo: va bene, si va avanti lo stesso. E si stava andando avanti, senza più Gaetano Saya candidato, ma con i miei uomini accanto ai suoi, sotto il mio simbolo». E lui, Lui, vi ha scaricato… «E io mi arrendo al nemico. Senta: voglio parlare con Colombo, che è un intellettuale, e io sono uomo d'azione. Che non mi attacchi più, glie lo dica. Allora, con Colombo pace fatta?». _________________
×
×
  • Crea Nuovo...